Iniziati in Quarta Commissione le audizioni sul ddl della Giunta. Unico no dalla Fenalt
I
primi ad essere ascoltati sono stati i dirigenti, Enrico Nava e
Renata Brolis, dell’Azienda sanitaria. Una riforma, ha ricordato
Nava, che ha visto l’Azienda in prima linea e che, potenziando la
risposta per i non autosufficienti, va a sgravare i servizi sanitari
che troppe volte vengono chiamati a supplire le carenze
dell’assistenza. Il ddl dà risposte, soprattutto con “Spazio
argento”, alla crescente domanda da parte di anziani che hanno
poche risorse. L’Unità valutativa multidimensionale (Uvm), che
interessa direttamente l’Azienda, viene ribadita dal ddl e questo
per l’Azienda è un bene. Nava ha auspicato inoltre che la
composizione del comitato di direzione di “Spazio argento” venga
calibrata con attenzione per garantirne la terzietà nell’attivazione
dei servizi e nella ridistribuzioni delle risorse. La proposta
dell’Azienda è di costituire un elemento centrale di “governance”
della non autosufficienza del quale facciano parte Pat e Azienda
sanitaria. Anche sulla messa a disposizione del personale da parte
dell’Apps ci vorrà molta attenzione mantenendo l’attuale
elasticità.
Walter
Viola (PT) ha chiesto a Nava perché ritenga questo ddl una risposta
avanzata, visto che ne ha sottolineato anche le criticità. Il
dirigente ha risposto che problemi potrebbero venire, nelle piccole
Comunità, l’attribuzione dello “Spazio argento” ad un unica
Azienda per i servizi alla persona. I rischi potrebbero venire dal
fatto che l’Apsp potrebbe orientare le scelte sui servizi che offre
già. Per la consigliera Plotegher, invece, uno “Spazio argento”
centralizzato rischia di perdere i contatti con la realtà sociali.
Rispondendo sempre a Violetta Plotegher, Nava ha detto che con
“Spazio argento” la responsabilità della programmazione
assistenziale viene trasferita alle Comunità di valle che dovranno
lavorare in modo integrato con l’Azienda sanitaria. Il sistema
sanitario diventa quindi contitolare delle scelte nell’erogazione
dei servizi e alla risposta. Rimane al sistema sanitario, invece, la
fase valutativa. Claudio Cia ha chiesto quante risorse saranno
destinate alla struttura e quante ai servizi veri e propri. Nava ha
risposto che le risorse dell’integrazione sociosanitaria rimangono
tali e verranno ridistribuii in base alle nuove funzioni. Sempre
rispondendo a Cia, il dirigente ha ricordato che su 18 mila anziani
non autosufficienti, il sistema attuale, compreso l’assegno di
cura, ne intercetta la metà. Mentre rimangono esclusi dal sistema
sociosanitario i bisogni sociali degli anziani che vivono situazioni
di disagio e solitudine.
L'Upipa:
condividiamo il ddl ma attenzione ai verticismi.
Il
presidente di Upipa, Moreno Broggi, ha espresso parere favorevole al
ddl anche perché frutto di un confronto che ha permesso di superare
l’empasse che riguardava l’autonomia delle aziende. Una
cosa però preoccupa l’Upipa: la divisione tra parte sanitaria e
quella sociale. E se si vuole organizzare “Spazio argento”, che
va verso le persone, - ha detto il presidente Upipa - si deve andare
verso le comunità, togliendo le rigidità attuali, e portare i
servizi verso i cittadini, partendo dai territori. Ben venga una
riorganizzazione dei sevizi sotto una regia unica, ma ci sono
perplessità sul fatto che l’Uvm sia ancora separata da “Spazio
argento”. Serve, invece, un sistema integrato e flessibile, per
evitare la sanitarizzazione dei servizi. Il presidente Upipa ha
affermato inoltre che in un Trentino, che ha al suo interno tante
diversità, c’è bisogno di un sistema che non parta da sistemi
standardizzati che non possono funzionare. Anche per questo le Asps
chiedono di essere coinvolte nei processi organizzativi che
seguiranno questa riforma e chiedono di rimanere punti di riferimento
per gli anziani. Si deve lavorare sulla rete, cambiamenti sono
necessari ma, ha affermato Broggi, senza verticismi e pastoie. Il
sistema delle aziende è disponibile a portare avanti innovazioni, e
per questo si sta preparando una classe dirigente, ma Upipa vuole
essere coinvolta per la definizione dell’impianto della legge.
Rispondendo a Viola, il direttore dell’Upipa ha detto che “spazio
argento” dovrà esser qualcosa di più e meglio dagli attuali punti
unici di accesso, con la capacità di interloquire con l’anziano e
la sua famiglia. Garantendo la massima familiarità e vicinanza al
proprio ambiente, per evitare il più possibile lo spaesamento
dell’anziano. Per questo l’Uvm dovrà occuparsi della valutazione
ma lasciare poi a “Spazio argento” l’intera responsabilità
sulle risposte socio assistenziali. In no ai modelli unici deriva
dal fatto che non si può configurare la stessa risposta
organizzativa su tutti i territori perché le risorse sono diverse.
Sul rapporto Uvm - “Spazio argento”, Zeni ha detto di condividere
la posizione Upipa.
Le
confederazioni sindacali: preferivamo la prima versione della
riforma.
Andrea
Grosselli della Cgil ha illustrato il documento delle tre
confederazioni affermando che il sindacato ha sempre visto di buon
occhio la riforma dei servizi per gli anziani e ha aggiunto che
l’impostazione originaria del ddl era più efficace per raggiungere
gli obiettivi della Giunta. Nonostante ciò l’introduzione di
“Spazio argento” viene vista dalle confederazioni in modo
positivo perché comunque il problema dell’andamento demografico ci
impone di trovare soluzioni per l’invecchiamento della popolazione.
Le priorità sono quelle dell’integrazione dei servizi; la
centralità dei territori e delle comunità di valle; la
qualificazione dei servizi pubblici perché serve un equilibrio tra
pubblico e terzo settore. C’è però bisogno di destinare a questo
settore risorse, anche per il personale. I lavoratori del terzo
settore hanno il contratto fermo dal 2006 e nello stesso settore
pubblico serve una riorganizzazione del lavoro, vista anche la
situazione generale che si è creata in seguito all’innalzamento
dell’età pensionabile.
Marcella
Tomasi della Uil ha affermato che, per raggiungere gli obiettivi
posti dal ddl, si deve pensare ad un potenziamento dei servizi, anche
assumendo, e ad una riorganizzazione del personale, spostando
lavoratori, ormai logorati dal lavoro di sevizio, a “Spazio
argento”.
La
Fenalt: la frammentazione danneggia i lavoratori.
Maurizio
Valentinotti, segretario della Fenalt, parlando del personale, ha
detto che la “sassata” al sistema attuale che non funziona,
promessa dall’assessore, non c’è stata. I problemi dei
lavoratori vengono dalla frammentazione, e se non proprio a
un’Azienda unica si poteva pensare almeno ad un’azienda per ogni
comunità. I contratti di lavoro, oggi, ha ricordato, vengono
applicati con grande fantasia dai direttori e in più la
frammentazione non permette di creare centri specialistici, magari
per i pazienti psichiatrici che, inseriti nelle case di riposo,
stanno creando seri problemi anche ai lavoratori. Con un unione delle
case di riposo, inoltre, si sarebbe potuto utilizzare in mansioni
meno pesanti il personale ormai esausto. Quindi, secondo
Valentinotti, con questo ddl, stralciando di fatto la concentrazione
delle Apsp, si è persa un’occasione.
La
Consulta della salute: serve più attenzione per i malati di
Alzheimer.
Maria
Benini della Consulta della salute e dell’associazione Alzheimer ha
ricordato che la frammentazione del sistema del welfare ha creato
difficoltà per gli anziani, sopratutto per i più deboli. Importante
quindi l’introduzione di “Spazio argento” , dove l’utente può
trovare una risposta d’insieme ai propri bisogni. Importantissima
la valorizzazione del territorio prevista dalla riforma perché nelle
periferie non esistono servizi, ad esempio per i pazienti di
Alzheimer, e la possibilità di creare collaborazioni tra comunità.
Maria Benini ha espresso dubbi sul fatto che la riforma prevede un
costo zero per il personale. Non c’è poi un riferimento al piano
demenze con il rischio, in seguito la cancellazione del Punto unico
d’accesso, che le persone non sappiano più a chi rivolgersi.
Il
Cal: vogliamo essere coinvolti nell'attuazione della riforma.
Da
ultimo il Consiglio delle autonomie. Il presidente Paride Gianmoena
ha ricordato che il ddl è stato condiviso ed è stato espresso, da
parte del Consiglio, parere positivo. Data l'importanza e il ruolo
assegnato alle comunità di valle e la centralità del territorio, Il
Consiglio delle autonomie chiede però un coinvolgimento nella fase
attuativa della riforma. Donata Borgonovo Re (PD) ha chiesto se,
all’interno del Consiglio, è emerso il problema dell’abolizione
del Punto unico di ascolto. Viola ha chiesto invece a Gianmoena se
ritiene le Comunità all’altezza del ruolo che viene loro assegnato
dalla riforma. Violetta Plotegher se nel dibattito interno ai comuni
sono state prese in considerazioni le diversità di organizzazione
tra i vari territori. Il presidente ha risposto che i comuni
condividono naturalmente il ruolo delle comunità che, di fatto, sono
associazioni di comuni. La scelta però è quella di
responsabilizzare i territori e nel corso del cammino ci saranno
approfondimenti e aggiustamenti. Questa è una strada, ha detto
Gianmoena, che è stata scelta anche sul piano della finanza. Quindi,
per il presidente le Comunità di valle ce la faranno a gestire
“Spazio argento”. Sul Pua, da parte dei funzionari
dell’assessorato, è stato precisato che questi rimarranno
incardinati nell’Azienda sanitaria e cambieranno solo nome. Mentre
le demenze verranno seguite da “Spazio argento”. Insomma, gli
strumenti in vigore non verranno meno con la riforma.