Una rassegna d'arte e per ricordare la tragedia di Stava
Inaugurata la mostra Monti a palazzo Trentini
Oggi
è stata inaugurata “Monti
a palazzo Trentini
- terre di rare bellezze", una rassegna d’arte
che tra giugno e luglio si
articolerà
in tre diverse esposizioni. Da
oggi a fine mese una
collettiva di venti artisti
che
raccontano le montagne del Primiero organizzata
con la collaborazione di Merlocoderloenterprise.
Dal 4 luglio si
ricorderà
la terribile la
tragedia
di Stava di
cui ricorre il quarantesimo anniversario.
Un’iniziativa
realizzata in collaborazione con
la Fondazione Stava 1985. Il 4 luglio a palazzo Trentini verrà
presentata
anche la
terza “tappa” della
rassegna: "Montagne incantate", a cura del collettivo
AlteTerreArte. Diverse opere in mostra
ricorderanno la tragica giornata
del 19 luglio 1985 nella
quale persero la vita 268 persone. La
rassegna, oltre a quello del Consiglio della Provincia autonoma di
Trento, ha il patrocinio del Comune e della Comunità del Primiero;
di quello di Tesero e di quello di Predazzo.
Gli
interventi
Alla
presentazione di oggi pomeriggio, moderata da Luca Zanin,
responsabile dell’Ufficio stampa, il presidente del Consiglio,
Claudio Soini ha sottolineato l’importanza di accogliere Palazzo
Trentini una mostra che parla di montagna, perché dà modo di
sottolineare l’importanza del rapporto tra le istituzioni e la
realtà del territorio. Poi il presidente ha ricordato la
particolarità di questa rassegna che raccoglie la memoria della più
grande tragedia che ha colpito il Trentino: quella di Stava.
“Tragedia – ha aggiunto – dalla quale la nostra terra ha saputo
rinascere e imparare”. Paolo Meneguz, curatore della mostra
dedicata alle montagne del Primiero ha ricordato la genesi di questa
collettiva partita dall’inverno del 2022, quando in collaborazione
con l’allora assessore alla cultura del Comune Antonella Brunet,
venne allestita una prima mostra dedicata alla montagna al Palazzo
delle Miniere, replicata in estate a San Martino di Castrozza, alla
casa della Montagna. Una montagna, ha aggiunto Meneguz, vista nella
sua bellezza e al tempo stesso nella sua tragicità come testimoniano
le due sculture di Giuliano Orsingher che aprono la mostra e parlano
della “guerra verticale” e quella di Gianluca Zeni “Anno domini
2125” che ironicamente fa riferimento al rischio di un collasso
ambientale e di civiltà. Michele Longo della Fondazione Stata 1985
ha ricordato le parole del Presidente Mattarella pronunciate in
occasione del trentesimo anniversario: “Stava è il simbolo –
affermò – di un modo gravemente sbagliato di concepire l’attività
economica, il profitto, il rapporto con l’ambiente, la valutazione
del rischio”. E la mostra che si aprirà il 4 luglio parlerà anche
della genesi della catastrofe. “Un evento – ha detto infine Longo
– che ha fatto perdere ai monti trentini la loro verginità”. E
infatti, ha aggiunto Franco De Nadal di AlteTerreAlte, per la Val di
Fiemme e Tesero c’è un prima e un dopo Stava. Una Stava, ha
ricordato, che è nata come luce: ha dato, quando l’unica
alternativa era emigrare, un lavoro ben remunerato che salvò
l’economia della zona e che si è trasformata poi, il 19 luglio
1985, nel buio più profondo. Ma la rassegna Montagne Incantate,
oltre alla memoria del disastro di 40 anni fa, parla non solo della
bellezza dei nostri monti ma anche del loro cambiamenti, delle
piaghe che hanno dovuto sopportare dalla tempesta Vaia al bostrico,
agli abusi e al cambiamento climatico.
Un
viaggio attraverso la bellezza e la memoria
Quella
che si è inaugurata oggi a Palazzo Trentini è una rassegna nata
dalla necessità di ricordare una delle più gravi tragedie che hanno
colpito il Trentino nella sua storia: Stava. Il crollo dei bacini di
Prestavel che provocò un’ondata di fango che travolse, in quel
mezzogiorno di 40 anni fa, la valle di Stava e una parte del paese di
Tesero. Uno shock spaventoso e non solo per il Trentino. Alla radice
di questo dramma immane ancora una volta l’incuria, la confusione
burocratica, l’imprenditoria rapace. E ancora una volta a pagare,
in quel mezzogiorno del 19 luglio del 1985, furono tanti, troppi
innocenti. La mostra parte da qui, dalla necessità di conservare la
memoria e al tempo stesso commemorare lo sforzo della rinascita. Una
fotografia che verrà esposta a Palazzo Trentini dal 4 luglio lo
racconta più di mille parole: lo sfondo della Valle di Stava oggi,
verde fiorente, e poi la mano di un anziano – quindi di chi ha
vissuto quella tragedia, di chi ha contribuito alla resurrezione di
questa terra – che mostra un istantanea della Stava sfigurata,
dilaniata di quarant’anni di fa. Un’ icona di morte e
resurrezione, di disperazione e speranza, di bellezza ed orrore. La
scelta di allargare il campo della mostra è nata anche da questo,
perché anche la montagna ha un duplice volto: sublime e minaccioso.
E
si parte oggi con la montagna con la “M” maiuscola del Primiero e
delle sue Dolomiti: le Pale, il Sass Maor, il Velo della Madonna, le
praterie del Rolle. Una quarantina di opere che vanno dalle vedute
delle vette primierotte di fine ‘800 di un grande artista come il
veneziano Guglielmo Ciardi, ai pittori di guerra dell’esercito
austro – ungarico come il meranese Heinz Otto Pinggera, passando
per il viennese Wilhelm Trenkler e una folta schiera di maestri
veneziani per arrivare fino al tratto poetico e incisivo di Riccardo
Schweizer, il grande maestro di Mezzano. Ma, tutte le opere esposte
nella rassegna “Venti artisti per le montagne del Primiero”, sono
di alta qualità a testimonianza che questa valle – forse per la
sua bellezza – ha prodotto e continua a produrre ispirazione e
talento artistico. L’ispirazione e il talento di Davide Orler; Max
Gaudenzi; Narci Simion; Jimi Trotter; Luciano Scalet; Enrica
Schweizer; Silvia De Bastiani; la lirica delicata delle sculture di
Giuliano Orsinger, di Nicola Degianpietro e Gianluigi Zeni.
Un’esposizione
alla quale, come detto il 4 luglio, seguirà quella dedicata a Fiemme
e le sue “Montagne Incantate”, la collettiva di AlteTerreArte,
gruppo composto da Daniela Bernardi, Franco De Nadai, Maria Pia De
Silvestro, Piergiorgio Doliana e Valentina Michelutti. Mostra, anche
questa di alta qualità, con opere che traducono in forma e colore
l’essenza spirituale delle montagne. Infine, le sette opere
dedicate dai pittori fiemmesi al ricordo di Stava dal titolo “Basta
ricordare?” che riassumono il senso di disperazione della disgrazia
e la volontà di riprendere il cammino della vita.
Con
“Monti Trentini”, ancora una volta Palazzo Trentini, sede del
Consiglio provinciale, diventa la casa dell’arte e della
creatività. Un luogo storico e istituzionale con una missione: far
crescere la cultura dei cittadini perché siano più liberi e più
consapevoli. In una parola, migliori.
Alla
presentazione erano presenti le consigliere
Antonella
Brunet, Eleonora Angeli e il consigliere Michele Malfer e la
vicesindaca di Trento, Elisabetta Bozzarelli.