La preoccupazione: i lavoratori sempre più a rischio
Incontro tra sindacalisti e operatori della residenza Fersina con i capigruppo: troppe violenze
Il punto oggi a margine della tornata d'Aula

Dall’
incontro di oggi tra i sindacalisti e i dipendenti della cooperativa Kaleidoscopio che lavorano nelle residenze Fersina, Adige e Brennero,
i capigruppo e
un gruppo di consiglieri
è emerso un quadro allarmante: il
rischio che possa accadere qualcosa di veramente grave per gli
operatori e gli stessi ospiti ha superato il livello di allarme.
Alberto Bellini della Cgil ha
affermato la situazione della Fersina è ormai da tempo al limite a
causa della presenza di alcuni soggetti – una decina su 280, alcuni
di questi con patologie psichiatriche - che continuano a esercitare
violenza sugli operatori e sugli altri ospiti. Una situazione
aggravata dal fatto che la Kaleidoscopio sta operando in proroga
(proroga che scadrà a fine giugno) visto che l’appalto è andato
deserto perché la coop che aveva avanzato una proposta non aveva i
requisiti richiesti. L’incontro con i capigruppo, ha sottolineato
Bellini, è stato chiesto perché il presidente Fugatti non ha mai
accettato di incontrare sindacalisti e i 45 lavoratori che, nelle tre
residenze, stanno portando avanti un servizio pubblico malgrado i
continui rischi. Fabio Bertolissi della Fisascat – Cisl ha detto
che il personale è sottoposto a continue aggressioni da parte di
soggetti che vengono regolarmente denunciati anche se l’unico
risultato è quello di far crescere i faldoni delle denunce. Questi
personaggi violenti, dopo alcune ore, ha raccontato, vengono
rilasciati e all’interno della Fersina scatta quella che il
sindacalista Cisl ha definito la “caccia all’uomo”: le azioni
di ritorsione nei confronti di chi ha denunciato violenze e minacce.
Gli operatori, ha aggiunto, non sanno se alla sera ritorneranno a
casa interi. Eppure, ha continuato Bertolissi, la quasi totalità
degli ospiti vuole integrarsi. Molti di questi lavorano, ma il
problema della casa li costringe a tornare alla Fersina. Insomma, un
circolo vizioso. I centri di accoglienza, ha affermato l’esponente
della Cisl, sono luoghi di concentramento e non si fa più nulla per
l’accoglienza.
Siamo
di fronte ad una politica fallimentare, ha aggiunto Stefano Picchetti
della Uil, il sistema è sbagliato e non si possono concentrare 280
uomini in un luogo fatiscente come la Fersina e pretendere che non
accada di nulla. Non ci sono strumenti per affrontare i casi
psichiatrici e ci si trova di fronte ad una problematicità che
cresce, ha affermato il sindacalista, al punto che può accadere
qualcosa di estremamente grave. Eppure, molti richiedenti asilo
riescono a trovare lavoro, anche a tempo indeterminato, ma sono
costretti a rimanere alla Fersina perché mandano gli alloggi.
Insomma, ci si trova di fronte ad un sistema bloccato.
Francesco
Valduga, capogruppo di Campobase, ha ricordato che la minoranza ha
più volte insistito sulla necessità di tornare ad un sistema di
accoglienza diffusa e in tempi brevi si dovono dare risposte ai
problemi medico – psichiatrici che si stanno manifestando tra
alcuni ospiti. C’è poi il problema del mantenimento dei posti di
lavoro degli operatori. Filippo Degasperi di Onda ha ricordato che
Fugatti non risponde neppure ai consiglieri. Paolo Zanella del Pd ha
sottolineato che solo da noi il sistema di accoglienza è accentrato
sulla Provincia, mentre in tutte le altre regioni la presa in carico
è competenza dei comuni in una rete di accoglienza diffusa. Un
modello che, ha detto ancora, in Trentino ha garantito in passato la
gestione di ben 1700 persone. L’esponente dem ha affermato che è
grave il fatto che il Presidente della Giunta non voglia rispondere
ai lavoratori e questo perché, ha detto ancora Zanella, non si
vuole affrontare il problema perché da tempo è in corso una guerra
ideologica contro i migranti. Eleonora Angeli, capogruppo della Lista
Fugatti, ha chiesto agli operatori e ai sindacalisti se la Pat
potrebbe intervenire per l’inserimento dei richiedenti asilo nelle
aziende (opportunità oggi impedita dalla legge Cutro) e la risposta
è stata sì. Maria Bosin del Patt e presidente della Quarta
commissione ha affermato che i consiglieri solleciteranno la Giunta a
trovare soluzioni. Ma la denuncia riguarda tutto il sistema
dell’accoglienza che, hanno ribadito, così com’è non funziona e
alimenta le situazioni di disagio e perché la Fersina smetta di
essere, come la chiamano gli operatori, un “cestino sociale”.