Ambientalisti: basta con il clima di paura e violenza. Sì al ddl di agricoltori e allevatori. Operatori del turismo: servono risposte
Orso, in Terza commissione le audizioni sul disegno di legge 11
In allegato gli interventi e alcune foto della mattinata

Sono iniziate oggi (proseguiranno lunedì 12 febbraio) le audizioni nella Terza commissione di Vanessa Masè della Civica sul disegno di legge numero 11 dell’assessore Failoni di modifica della legge provinciale 9 del 2018. Il testo di iniziativa giuntale abroga il comma 1 bis dell’articolo 1 e fissa un contingente di orsi sopprimibili annualmente perché pericolosi o problematici. I lavori della mattinata hanno visto l’audizione dei rappresentanti dei settori dell’agricoltura, dell’allevamento, dell’apicoltura e della pastorizia e del turismo. Poi hanno preso la parola i rappresentanti del Comitato Insieme per Andrea Papi, delle Asuc, della Magnifica comunità di Fiemme e delle associazioni ambientaliste e animaliste. Da Asuc e Magnifica sì al ddl, come da allevatori, mondo dell'agricoltura e del turismo. Duramente critici gli ambientalisti che chiedono il ritiro della proposta Failoni. Solidarietà a Fugatti per le minacce gli animalisti denunciano un pensante clima di intimidazione nei loro confronti e chiedono alla Giunta di ritornare al dialogo. Per il Comitato Insieme per Andrea Papi il problema va affrontato in tutti i suoi aspetti.
AGRICOLTURA, ALLEVAMENTO
Confederazione italiana agricoltori del Trentino: serve sicurezza
Paolo Calovi ha parlato del fatto di normare la questione orso come di un atto dovuto per le persone che vivono e operano nel territorio: la montagna è anzitutto luogo di lavoro. Chi lavora nei pascoli alti ha diritto di poter lavorare in sicurezza, sicurezza che va garantita anche a chi si reca nel bosco per svago. Il bosco è fuori porta: il problema è di sicurezza pubblica ed esemplari troppo confidenti vanno gestiti, anche in maniera energica se serve. Se si vuole che ci sia una convivenza con i grandi carnivori, ha aggiunto Calovi, bisogna trovare un giusto equilibrio.
Federazione provinciale allevatori: senza zootecnia scompaiono i paesi
Giacomo Broch ha illustrato una visione di assoluta condivisione del ddl: ha ricordato che gli allevatori da tempo segnalano il problema. Se si vuole che la montagna sia ancora viva e vissuta anche dalla categoria servono interventi. Bisogna intervenire sulla gestione dei grandi carnivori, per Broch. Le previsioni fanno acqua, gli indennizzi sono un palliativo, ha proseguito, e sul tema orsi c’è un problema di sicurezza, per la tenuta del settore. Si parla di sicurezza, si parla anche di famiglie e bambini che vanno in montagna, nel bosco vicino a casa. Dove è scomparsa la zootecnia nelle zone di montagna stanno scomparendo i paesi, ha rilevato. Gli allevatori professionisti in provincia di Trento sono 700 e il loro lavoro è utile per tutti, come quello dei pastori. Ha auspicato iniziative concrete.
Coldiretti: chi lavora a contatto con il bosco ha paura
Gianluca Barbacovi ha parlato dell’esperienza delle aziende agricole che lavorano a stretto contatto con il bosco che vivono una situazione di paura. La prevenzione, ha detto, è fondamentale, bisogna mettere in campo tutto ciò che è possibile per difendere le greggi. Quando un gregge viene sbranato viene messa a dura prova la tenuta sociale dell’azienda sul territorio. Il ddl per Barbacovi è un passo in avanti per il settore e per la popolazione tutta: serve una gestione della fauna selvatica.
Associazione apicoltori: servono sicurezza e risarcimenti adeguati
Per Maurizio De Giuli gli apicoltori devono poter lavorare in sicurezza. Le recinzioni fornite non funzionano bene, ha sottolineato, bisogna trovare delle soluzioni efficaci. De Giuli ha parlato di un problema grave; il risarcimento deve essere adeguato. De Giuli ha chiesto alla Provincia di trovare soluzioni serie.
Il segretario dell’Associazione Valentino Prosser ha aggiunto che è importante che gli indennizzi siano celeri e ha espresso pieno sostegno all’amministrazione provinciale che si sta battendo per la piena difesa del territorio.
Pastori del Trentino: paura per le greggi, ma anche per i pastori
Sabrina Fuchs ha detto che i grandi carnivori sono un grosso problema, soprattutto nel periodo estivo quando si è in alpeggio. Le misure messe in campo negli anni per evitare le predazioni iniziano a essere insufficienti: i grandi carnivori sono intelligenti e studiano il comportamento dell’uomo, soprattutto i lupi. La rete elettrica poteva una volta andare bene, la radio sempre accesa anche, ma gli animali si abituano e di stagione in stagione acquistano sempre maggior confidenza. Fuchs ha rappresentato la paura per gli animali, ma anche per le persone, per i pastori e le loro famiglie: ci si trova spesso soli, magari a stretto contatto con l’orso di notte. Ha raccontato di quella volta che si è trovata vicina all’orso, un orso che non ha avuto alcun timore quando ha acceso la Jeep e la musica: da mezzanotte alle 4 l’orso ha continuato a girare attorno al recinto delle pecore. Il servizio faunistico, ha detto, contattato per chiedere un aiuto nella dissuasione, non parte purtroppo negli orari notturni. Fuchs ha ricordato quindi che la situazione non è più gestibile e tanti hanno iniziato ad abbandonare le malghe. Ci sono persone che d’estate dormono in tenda vicino alle proprie greggi per difenderle dal lupo. Il lupo agisce in branco, un conto sarebbe gestire il singolo, ma non è così: le recinzioni non servono. Il numero di orsi? Per Fuchs è un problema che sta diventando insostenibile. Dover abbandonare il proprio lavoro e le malghe sarebbe una sconfitta, ha concluso auspicando interventi.
Federazione apicoltori: l’orso sta uccidendo la montagna e le persone
Francesco Moratti, presidente degli apicoltori della val di Sole, Peio e Rabbi, ha detto che in valle se ne sono viste di tutti i colori. Ha ricordato l’evoluzione dal primo avvistamento dell’orso alla creazione dei recinti nei boschi: ora i recinti devono essere fatti nelle pertinenze di casa perché l’orso gira sotto casa. Recinti e prevenzione sono cavolate, ha detto. L’orso sta uccidendo la montagna e la sua vita e le persone, non è l’orso Yoghi. Bisogna per Moratti intervenire immediatamente: 8 orsi all’anno sono pochi, ma l’importante è iniziare. L’attuale gestione dell’orso è una cosa folle, non è sostenibile. Cosa si aspetta? Un’altra vittima? ha chiesto e ha chiuso il proprio intervento ricordando Andrea Papi e il luogo della sepoltura, sempre pieno di lumini.
Associazione contadini: proseguire così, non scordare la prevenzione
Il direttore Daniele Bergamo ha sostenuto la necessità di una regolazione normativa. Ha ricordato la morte di Andrea Papi. Ha rappresentato il problema dell’orso per il turismo e per l’agricoltura. Il settore zootecnico e apistico sono i più coinvolti, ha detto, e questo atto della legge è un primo passo. Per Bergamo bisogna proseguire su questa strada, senza trascurare la prevenzione e senza dimenticare la partita degli incentivi e dei risarcimenti a chi ha avuto danni e difficoltà a fare il proprio lavoro di agricoltore per colpa dell’orso.
Acli Terra: c’è un problema di gestione degli animali
Luca Facchinelli ha appoggiato il ddl e ha detto che le problematiche colpiscono tutti e ha ricordato l’episodio dell’aggressione mortale dello scorso anno che ha colpito tutti. Ha ripreso le parole di Fuchs dicendo che c’è un problema nella gestione degli animali e del patrimonio zootecnico.
Le domande
Roberto Stanchina (Campobase) ha ricordato che il ddl non si muove nel senso della riduzione e del controllo dei capi: credete che si possa forzare la mano e andare verso la selezione? ha chiesto ai presenti. La legge è sufficiente o si deve ampliare lo spettro?
Calovi ha risposto che 8 orsi sono insufficienti, ma l’importante è iniziare con il percorso, se poi si può integrare è meglio. Ha espresso la propria solidarietà nei confronti del presidente Fugatti che, ha detto, ha fatto il suo lavoro. Dove ci sono animali pericolosi, lupi orsi e cinghiali, bisogna poter intervenire. Calovi ha detto di non conoscere l’orso, ma il lupo è estremamente intelligente e quando capisce che gli animali non sono presidiati interviene. Ha parlato dell’importanza della celerità di interventi e ricordato che sarebbe servito lo scorso anno a Sega di Ala intervenire immediatamente: 18 vitelle sono sono state predate, di cui 8 di un solo allevatore. La legge è un primo passo, bisogna andare avanti e creare consapevolezza sul problema al di fuori del Trentino. Ha invitato il ministro dell’Ambiente a venire in val di Sole. Per Barbacovi è un avvio di percorso, un punto di partenza, non la soluzione. Poi la legge andrà affinata e bisognerà capire quanto crescono i numeri dei grandi carnivori. 10 anni fa c’erano 3 esemplari di lupo sul territorio, ora si parla di 50 branchi.
Francesco Moratti: 8 sono pochi, ma è già un miracolo poter parlare di eliminare gli orsi. Ha fatto i complimenti a chi ci ha messo la faccia, vivendo con la scorta. Sui recinti: funzionano fino a un certo punto. Anche De Giuli si è congratulato con il presidente Fugatti. Si poteva pensare a un’area recintata dove collocare gli orsi in passato, ha proseguito, ma con una distribuzione come quella attuale il tema è divenuto incontrollabile. Ha parlato dei danni del lupo a Cavedine: non si possono lasciare i bambini liberi di passeggiare. Con le predazioni si perde il patrimonio genetico delle api, ha sottolineato.
La presidente Masè ha sintetizzato: la contrarietà non è alla prevenzione, ma sull’efficacia della stessa.
Broch ha ricordato che lavorare in malga è una passione e perdere questo aspetto sarebbe perdere una ricchezza per il territorio, anche per il mondo del turismo. Fuchs ha ricordato che in montagna spesso per la ripidità del terreno non si riesce nemmeno a mettere un recinto. Ciò obbliga a stare nei posti dove mettere il recinto è possibile, spostarsi per chilometri con il gregge, ma non usare la recinzione è una follia. La nebbia fa vivere con l’angoscia perenne perché non si vedono i pericoli che circondano. Tomasi: la legge è un primo passo, bisogna andare avanti.
La consigliera Antonella Brunet (Lista Fugatti) ha raccontato di un progetto pilota a cui si era pensato con l’assessora Zanotelli, il recupero di una malga abbandonata in Primiero creandone un punto per hobbisti. Un progetto che purtroppo si è arenato: sarebbe utile?
Daniele Biada (FdI) ha parlato del ddl come di un primo passo verso la soluzione: l’orso va gestito come gli ungulati. Se si vuole vivere bene il territorio. Ha ricordato che ieri tre lupi hanno prelevato un capriolo ieri vicino a casa sua: non bisogna vivere con la paura.
Paola Demagri (Casa autonomia) ha ricordato che i verbi “poter disporre” e “ordinare” sono due verbi contenuti rispettivamente nell’attuale ddl e nella legge del 2018: è meglio il primo o il secondo, ha chiesto.
Broch ha detto che agli allevatori interessa la sostanza. Si è complimentato con il presidente e ha invitato a non sottovalutare il problema dei cinghiali per i pascoli e dal punto di vista sanitario in riferimento al problema della peste suina. Calovi ha ribadito che il problema è di sicurezza pubblica e ha auspicato un lavoro congiunto di tutta la politica. Fuchs si è augurata che questo possa essere un inizio: si sa che non si risolverà immediatamente un problema ampio, ma è importante partire. Anche Moratti ha espresso un appello al lavoro congiunto da parte delle forze politiche. Barbacovi ha ricordato i danni e le problematiche che ci sono. De Giuli ha chiesto un’attenzione per il risarcimento dei danni agli apicoltori, indipendentemente che abbiano o no il recinto, visto che è inefficace. Facchinelli ha detto di condividere quanto già detto. Benvenga il progetto pilota in Primiero citato da Brunet. Non si concentrerebbe invece tanto sul numero, ma sulla pericolosità degli esemplari, ha detto, e sulla densità.
TURISMO
Asat: serve sicurezza per chi vive e lavora nei boschi e anche per i turisti
Giovanni Battaiola ha affermato che negli ultimi anni anche le strutture ricettive si sono trovate a confrontarsi con il tema del rapporto con gli animali. Ha ricordato le vicende, lette sulla stampa, di alcuni turisti seguiti dall’orso. Per una convivenza tra orso e uomo è imprescindibile la rimozione degli orsi pericolosi, si deve garantire la sicurezza di chi frequenta i boschi, di chi vive nelle valli e chi ci lavora, e di chi ci vive per brevi periodi come i turisti. Per Battaiola servono soluzioni in questo senso. Vanno usati gli strumenti di dissuasione del Pacobace nei confronti degli esemplari confidenti: di qui il parere favorevole alla proposta normativa. Battaiola ha ricordato che da parte dei turisti l’attenzione è alta sul tema, chiedono sicurezza e come si intende gestire questa situazione.
Unat: flusso di disdette. Serve un approccio sostenibile
Alfonso Moser non ha commentato il contingente di 8 esemplari perché ha preferito affidarsi agli esperti. Ha auspicato che l’applicazione della norma sia un passo avanti per il territorio e che garantisca la sicurezza dei turisti e degli operatori sul territorio. Lo scorso anno, purtroppo, ha detto, non sono mancati articoli sulla stampa che hanno compromesso il buon nome del Trentino come meta turistica e le campagne di marketing non sono state sufficienti ad arginare il flusso delle disdette soprattutto in val di Sole. Ha ricordato l’aggressione mortale dello scorso anno e ha chiesto una gestione della problematica tramite il ridimensionamento numerico dei grandi carnivori, l’informazione ai turisti sulle norme di sicurezza, la gestione del territorio (per Moser vanno identificate le aree in cui vivono i grandi carnivori per minimizzare gli incontri tra questi e i turisti), la definizione di regole di comportamento, il monitoraggio continuo degli spostamenti dei grandi carnivori, la prevenzione, la promozione di pratiche sostenibili e l’implementazione di leggi e regolamenti che proteggano i grandi carnivori, i turisti e gli abitanti. Un approccio equilibrato e ben pianificato potrà favorire una coesistenza sostenibile.
Associazione agriturismo trentino: il nodo cinghiali
Lauro Martinelli ha detto che così non si può più andare avanti. Ha parlato nuovamente del problema dei cinghiali che sono pericolosi.
La consigliera Michela Calzà (Pd) ha chiesto se il ddl e l’idea di abbattere fino a 8 orsi risponda all’idea di un Trentino basata su una stretta correlazione con l’ambiente.
Per Moser per poter avere una presenza equilibrata di grandi carnivori, ha dichiarato, ci vuole un ridimensionamento. Ha parlato di grandi carnivori che si sono umanizzati, avvicinati alle strutture ricettive con una pericolosità aumentata. Battaiola ha ricordato che Asat non entra nel merito del contingente previsto dal ddl, una valutazione scientifica che non spetta agli operatori del turismo. La naturalità non è però rappresentata da orsi confidenti, ha rilevato: questi comportamenti generano paura e preoccupazione. Ad Andalo le famiglie non passeggiano più la sera in paese per la presenza di orsi. Per Battaiola bisogna tornare all’idea originaria del progetto Life Ursus: il luogo per l’orso è la montagna, il bosco, non il paese. Martinelli ha detto che serve sicurezza. Vedere gli animali allevati per il sostentamento non è proponibile, non si può andare avanti così.
IL COMITATO INSIEME PER ANDREA PAPI
Il presidente Pierantonio Cristoforetti ha letto una relazione (in allegato) e affermato che il Comitato ha accolto con grande sollievo quello che è accaduto in questi giorni perché si è agito per mettere un po’ di sicurezza e tranquillità per le persone, soprattutto in val di Sole e nelle valli attorno al gruppo del Brenta, maggiormente interessate dalla presenza dell’orso. C’è stato un prima Andrea Papi e un dopo, ha proseguito: ci sono paura e preoccupazione nella popolazione trentina, gli avvistamenti sono sempre più frequenti e molteplici. L’ultimo fatto dei ragazzi, ha aggiunto, ha visto un incontro a poche centinaia di metri dall’abitato di Menas, vicino a dove i ragazzi prendono l’autobus la mattina. Per Cristoforetti è inconcepibile che oggi le popolazioni siano lasciate con un grado di insicurezza tale. Approvazione incondizionata dunque del ddl e sollecito alle istituzioni a prendere altri provvedimenti paralleli. Parlare di comunicazione è importante, ha proseguito il presidente del Comitato, ma è urgente implementare la forestale, la raccolta di informazioni. Per dare attuazione alla legge servono 8 orsi riconosciuti come problematici: serve dunque un monitoraggio che richiede personale qualificato.
Stanchina ha ribadito quanto detto in Aula ieri (la nota è disponibile sul sito), che il lavoro dei consiglieri deve essere congiunto sul tema. Il ddl però ha detto è riduttivo rispetto alla legge del 2018. La vicepresidente della commissione Lucia Coppola (Verdi-Sinistra) si è detta colpita del fatto che si sia parlato di azioni complementari da mettere in campo e che in questi anni non sono state usate abbastanza, non solo negli ultimi 5 anni. C’è stata una sorta di abbandono del progetto Life Ursus e non è accaduto che gli orsi si muovessero sul territorio trentino ed espandendosi altrove. La situazione attuale richiede azioni puntuali e tempestive. Gli orsi confidenti? è l’uomo che accentua questa propensione, l’animale ha fame e diventa confidente se trova da mangiare. Assieme, ha aggiunto la consigliera Coppola, bisognerà prendere in mano la questione da tanti punti di vista. Si è creata una situazione in cui non si può tornare indietro dopo la morte di Andrea Papi e dalla quale bisogna andare avanti nel modo più attento possibile. Calzà è tornata sulla questione del contingente previsto dal disegno di legge: il ddl propone un limite, un’ipotesi che non si sa come si sia calibrata. Dopo la tragica morte di Andrea, è aumentata l’attenzione sull’orso che è percepito come nemico. Si è chiesta però, per migliorare e contenere questo senso di insicurezza che si è generato, se valutare un presidio maggiore dei corpi forestali diffusi e visibili sul territorio (dotati di strumenti per poter intervenire in caso di pericolo) e prevedere un monitoraggio degli orsi con radiocollari possa aiutare a contenere il timore dell’orso. Demagri ha ricordato nuovamente la differenza tra “ordinare” e “poter disporre” contenuti nella legge del 2018 e nel ddl: non si sta facendo un passo indietro con il ddl?
Achille Leonardi, membro del Comitato Insieme per Andrea Papi, ha detto che il verbo ordinare ha più valore del “poter disporre”. Ha parlato del contingente di 8 orsi previsto dal ddl: Ispra ha fatto una valutazione di mantenimento della specie, è riduttivo agganciare la legge ai numeri. Sta passando l’idea che si abbatteranno 8 orsi all’anno, ma non è così. Ci si augura non ci siano orsi confidenti da dover abbattere, ma potrebbero presentarsi 4 maschi o femmine adulti dai comportamenti pericolosi, come si agisce se il numero è in maggiore rispetto a quelli previsti dalla legge? Leonardi ha ricordato la necessità di censire la popolazione ursina. Ha parlato di un problema di salute legati agli incroci di consanguineità che porta a una debolezza strutturale della specie. Chi ama gli orsi in Trentino dovrebbe voler riportare a 40 il numero degli orsi e re-importare due esemplari maschi dalla Slovenia.
Cristoforetti ha rilevato la mancanza di dati e analisi precise: la gente ha il diritto di avere informazioni più corrette e circostanziate. Va per il presidente approfondito anche l’aspetto giuridico, nessuno ha mai puntualizzato se era legittimo inserire un orso senza un’autorizzazione precisa dei legittimi proprietari del territorio (il riferimento è agli usi civici). Poi ha citato la fattispecie del turbato possesso. Il Trentino, ha concluso, deve essere unito nell’affrontare il problema.
Leonardi ha puntato il dito contro una gestione omertosa delle strutture: non si sa dove è stato abbattuto M90 e anche le indicazioni sul luogo del prelievo di Jj4 non erano corrette. Non si risolvono i problemi nascondendo la polvere sotto il tappeto, ha concluso.
ASUC E MAGNIFICA
Il ddl va bene, ma si deve capire qual è il numero di orsi sopportabile
Il
presidente delle Asuc, Robert Brugger ha affermato che il ddl
va bene, ma va posta all’attenzione sulla necessità di un
censimento preciso del numero degli orsi e va precisato anche il loro
gradi di libertà di movimento sui terreni delle proprietà degli usi
civici. Quindi, è importante capire quale sia il numero dei capi
compatibili con il territorio; stesso ragionamento va fatto anche per
i lupi, una specie che non è più a rischio. Le ricadute negative ci
sono, ha detto ancora, basti pensare alle difficoltà
nell’assegnazione delle malghe e le possibili ripercussioni
negative sul turismo. C’è inoltre la necessità, per Brugger, di
contribuire alla costruzioni di ricoveri. Comunque, per il presidente
delle Asuc tutti i grandi carnivori andrebbero gestiti e contenuti
nel numero.
Lo
scario della Magnifica Comunità di Fiemme, Mauro Gilmozzi, ha
condiviso la posizione di Brugger e ha specificato che la Comunità è
favorevole agli abbattimenti quando necessari, ma ha posto l’accento
sulle azioni di prevenzione. Decisivo anche per Gilmozzi determinare
il carico sopportabile dei grandi carnivori. Serve comunque,
prevenzione, informazione e tecnologie per la gestione di questi
animali che richiedono anche un’ azione di educazione della
popolazione. La questione carnivori, ha aggiunto Gilmozzi, va
comunque affrontata in modo tecnico – scientifico e non politico.
Sul ddl, visto che l’abbattimento dei giorni scorsi è stato fatto
con la norma in vigore, forse non c’era l’urgenza di una nuova
legge che comunque la Magnifica condivide nei principi. Gilmozzi ha
auspicato, infine, un’azione anche nei confronti dei lupi, la cui
popolazione va studiata.
Rispondendo
a Roberto Stanchina che gli ha chiesto se
ritiene necessaria una commissione di studio ad hoc, ha affermato che
andrebbe costruito un sistema di gestione scientifico. Il problema,
ha risposto Brugger a Michela Calzà, non è quello del
numero fissato nel ddl, l’importante è che i problematici vengano
rimossi. Secondo Gilmozzi la possibilità del prelievo di otto orsi
problematici all’anno, in base a valutazioni di Ispra, è un primo
passo per poter intervenire nella gestione.
AMBIENTALISTI
Ddl da bocciare. Attorno a questa vicenda troppa
violenza
Franco
Tessadri di Mountain Wilderness ha affermato che si deve trovare
una gestione più pacata dei grandi carnivori. Perché c’è troppa
suggestione e tante cose che si devono fare passano in secondo piano.
Di Life Ursus, ha aggiunto, nel tempo si sono perse le finalità di
un progetto legato alla rinaturalizazione dei territori alpini e che
avrebbe richiesto collegamenti tra i territori delle Alpi e
finanziamenti certi. Siamo, invece, vicini al fallimento per mancanza
di attenzione politica. Una mala gestione,per Tessadri, che ha
portato anche al dramma dello scorso anno. Comunque, ha aggiunto, non
è con il ddl Failoni che le cose cambieranno perché introdurre
numeri precisi di abbattimento non ha senso e le normative in vigore
sarebbero già sufficienti per gestire l’orso. Sullo sfondo, ha
aggiunto, c’è una linea politica che, invece di rinaturalizzarlo,
punta a fare del Trentino una “giostra” turistica. Infine,
Tessadri ha affermato che si deve investire sulla cultura e la
ricerca evitando le semplificazioni.
Marco
Ianes del Comitato Bearsandothers ha espresso un no deciso al ddl
perché l’abbattimento di 8 capi è un’ assurda crudeltà.
Inoltre, non si capisce chi dovrebbe valutare gli abbattimenti se i
politici o a un ipotetico tavolo tecnico che, tra l’altro, è stato
chiuso dalla precedente Giunta. Secondo Ianes va ristabilito il
dialogo con tutti i portatori di interesse, compresi gli scienziati
per giungere ad una convivenza con l’orso. Ci sono già proposte
che potrebbero essere affiancate al disegno di legge che così com’è
parla solo di morte. Al ministro Picheto Frattin, ha detto ancora,
sono stati presentati progetti di valorizzazione dell’immagine
legata all’orso. Invece, mancano finanziamenti per sostituire i
bidoni dei rifiuti organici. Si dovrebbe creare un reparto scelto di
Ranger anche per formare il cittadino che vive sul territorio. Si
potrebbe inserire anche lo studio nelle scuole del rapporto con i
selvatici. Ianes, infine, ha preso le distanze dalla violenza che
accompagna questo tema: condanna per le minacce a Fugatti ma ha
ricordato che anche gli ambientalisti subiscono violenza.
Sergio
Merz della Lipu ha ricordato che il progetto Life Ursus venne
votato con un solo astenuto dal Comitato faunistico. Un progetto
organico che avrebbe dovuto coinvolgere anche le province limitrofe.
Merz ha espresso il no al ddl Failoni che, secondo lui, peggiora la
legge Rossi. Gli abbattimenti prima erano previsti solo se in
presenza di orsi pericolosi ora basta che siano confidenti e si può
sparare. Indispensabile sarebbe invece fornire rimborsi adeguati e
difese efficienti. Gli orsi confidenti, inoltre, ha ricordato
l’esponente Lipu, sono il frutto di comportamenti errati da parti
degli uomini, come l’abbandono dei rifiuti. Tutti aspetti dei quali
non si trova traccia nel ddl, Inoltre, Merz ha affermato che vanno
diffusi gli spray anti – orso dopo un corso specifico. Assurda per
il presidente Lipu stabilire per legge il numero di 8 abbattimenti.
Fernando
Boso di Lega Ambiente ha affermato che per l’associazione
l’abbattimento di M - 90 è una sconfitta e lancia un appello al
ministro per la tutela degli animali selvatici che sono sempre più
minacciati. Legambiente propone dieci azioni per la gestione degli
individui confidenti: informazione, studio del numero di presenze,
trasparenza sui casi problematici, il coinvolgimento di tecnici e
delle associazioni ambientaliste e dei territori. Il percorso che ha
portato all’abbattimento di M - 90, ha sottolineato, è passato
attraverso il rafforzamento della conflittualità e rappresenta una
svolta nella gestione della fauna.
Simone
Stefani della Lav ha detto che non ci sono più spazi di dialogo
con la Giunta dopo che l’assessora Zanotelli ha chiuso il tavolo
dei portatori di interesse. Quindi, gli ambientalisti parlano solo
nei media o attraverso le carte bollate anche se l’esempio di M -
90 dimostra che non funziona più nemmeno queste. Le proposte Lav
sono state serie e soprattutto innovative sul tema della prevenzione.
Il ddl è dettato da motivi politici, mentre se si vuole dare
sicurezza ai territori si devono mettere in campo attività di
prevenzione.
Luca
Lombardini della Lega nazionale difesa del cane ha detto di
auspicare che la politica abbia valutato in scienza e coscienza ciò
che questa legge provocherà. Le ripercussioni a livello mediatico
non saranno buone e comunque non contribuiranno a creare un’immagine
positiva del Trentino. Anche Lombardini ha ricordato la violenza
subita dagli animalisti e ha sottolineato di nuovo il fatto che
questa legge non rappresenta il Trentino.
Ivana
Sandri, presidente dell’Enpa ha detto di capire la paura della
gente trentina, ma quando la paura supera la realtà si entra nella
patologia. E la Pat dovrebbe garantire a salute, quindi evitare di
favorire la paura patologica mettendo in campo tutte le misure di
prevenzione. Negli ultimi anni, ha ricordato, è stato abolito il
progetto per la convivenza tra popolazione e i carnivori nelle Alpi.
In questo quadro, ha aggiunto, gli eventi degli ultimi giorni sono
stati dolorosi e per questo ha rivolto un pensiero ai forestali che
devono tutelare gli animali selvatici. I ddl, quello in vigore e
quello di Failoni, si basano su deroghe alle disposizioni di legge e
si rischia di fatto la disapplicazione delle norme. Bocciatura
completa da parte di Sandri della proposta che, ha detto ancora,
assegna tutte le valutazioni al presidente della Pat che diventerà
un vero deus ex machina. Infine, la presidente Enpa ha detto
che questo ddl assomiglia molto ad una norma legata alla caccia e non
alla gestione dell’orso.
Ornella
Dorigatti presidente Bearsandothers ha chiesto di spegnere i toni
che sono da tempo troppi accesi e ha detto che non serve creare
terrore e paura. La politica dovrebbe essere mediatrice invece di far
crescere le tensioni e ha ricordato che ben 7 orsi sono stati trovati
morti e non si conosce ancora il motivo.
Lucia
Coppola ha auspicato che la voce degli
ambientalisti venga ascoltata dalla Giunta, che riprenda il dialogo
con una componente ragionevole e che presenta idee innovative.
Infine, rispondendo a Michela Calzà, Ianes ha detto che nelle
valli ci sono molte persone che non condividono la visione
catastrofica della Giunta, ma sfuggono al dialogo e non si espongono
per paura. Casi di persone pesantemente minacciate dai vicini se si
fossero espressi a favore dell’orso. Le associazioni hanno molte
testimonianze di questo tipo ma che vengono mantenute riservate per
tutelate l’incolumità delle persone. Anche per questo , ha
aggiunto Tessadri, si deve favorire una crescita culturale. La
politica, ha aggiunto Sergio Merz, ha tagliato i ponti con le
associazioni, abolendo il Comitato faunistico e altre iniziative di
confronto, e alla fine è costretta a dialogare solo con gli
estremisti. Boso, infine, ha ricordato che la fauna è una risorsa e,
se gestita con scienza e intelligenza, non un problema.