Approvata la proposta di mozione 594 di Guglielmi su indennità, certificazione linguistica e calendarizzazione della seduta dedicata alle minoranze
Si è tenuta questa
mattina la seduta del Consiglio provinciale sui diritti delle
minoranze linguistiche, convocata ai sensi del secondo comma
dell’articolo 27 dello Statuto speciale. Un punto all’ordine del
giorno: l’esame della proposta
di mozione numero 594 “Interventi in favore della
tutela, salvaguardia e promozione delle minoranze linguistiche”
firmata dai consiglieri Luca Guglielmi (Fassa), Alex Marini (5
Stelle), Claudio Cia (FdI), Giorgio Leonardi (FI), Pietro De Godenz
(UpT), Filippo Degasperi (Onda), Mara Dalzocchio (Lega), Lorenzo
Ossanna (Patt), Luca Zeni (Pd), Vanessa Masè (La Civica), dal
presidente Walter Kaswalder e dal consigliere Paolo Zanella (Futura).
Presenti in aula la
presidente dell’Autorità per le minoranze linguistiche Katia
Vasselai e i componenti dell’organo Matteo Nicolussi
Castellan e Chiara Pallaoro.
Il presidente
Kaswalder: giornata solenne
Ad aprire i lavori
sono stati i saluti del presidente del Consiglio provinciale Walter
Kaswalder che ha parlato di incontro dal carattere solenne,
citando l’articolo dello Statuto che lo prevede, il 27. Una
giornata solenne, ha detto, perché è la prima convocata nel
parlamento dell’autonomia trentina. Ha parlato dell’impegno per
la tutela dei diritti delle minoranze linguistiche, ladina, mochena e
cimbra, che impreziosiscono il patrimonio culturale e umano e fanno
del Trentino un luogo dove le diversità sono viste come una grazia.
Il presidente ha quindi ricordato il percorso di autotutela ed
emancipazione delle minoranze, solo una base di partenza ha detto:
recuperata la memoria storica, è giunto il momento di far crescere
le comunità ladine, mochene e cimbre. Dovremmo quindi pensare alle
minoranze come strumento politico nei confronti dello Stato? si è
chiesto. La risposta è affermativa: ma va fatto in modo tutt’altro
che strumentale, non come scudo, ma come esempio, prendendo le
comunità autonome a testimonianza di civiltà, tolleranza e libertà.
Le comunità siano luoghi che non si piegano alle logiche della
massificazione; la crescita delle comunità minoritarie come limite
alla globalizzazione che spesso travalica nello sradicamento delle
culture. Rivolto ai consiglieri, Kaswalder ha parlato poi della
responsabilità della difesa concreta e quotidiana della democrazia
perché, ha detto, minoranza è sinonimo di democrazia. Ai
rappresentanti dei mondi ladino, mocheno e cimbro ha invece
attribuito la responsabilità di mantenere in vita una biodiversità
culturale che permette a tutti i trentini di andare a testa alta.
Fugatti: tutte le
iniziative
Il presidente della
Giunta Maurizio Fugatti si è associato alle parole di
Kaswalder. Ha ringraziato l’Autorità per l’attività, la
sensibilità profusa per le comunità di minoranza. Durante il
mandato, oltre a confermare e rafforzare gli interventi di
salvaguardia e promozione delle caratteristiche culturali e
linguistiche delle popolazioni ladina, mochena e cimbra, ha detto,
sono state attivate nuove linee di lavoro che vanno dall’ambito
della comunicazione al rafforzamento dell’assetto amministrativo
intensificando il rapporto con l’Università di Trento. Tra le
iniziative ha collocato, ad esempio, la traduzione in lingua madre di
comunicazioni istituzionali e di maggior rilievo in attuazione della
mozione 24 di Guglielmi, comprese le comunicazioni in periodo
pandemico. Fugatti ha citato i Dialoghi con le minoranze,
l’attivazione della trasmissione dei contenuti relativi alle
minoranze linguistiche storiche su smart tv. Ancora, la
collaborazione con la Fondazione Museo storico del trentino, il
rafforzamento dell’assetto amministrativo del Servizio,
l’istituzione del Tavolo di coordinamento permanente per le
politiche delle minoranze linguistiche, la prosecuzione del Tavolo
per la comunicazione delle minoranze, l’indagine sullo stato delle
lingue di minoranza, la collaborazione con l’Autorità e il dialogo
con il Comun de Fassa. Fugatti ha ricordato infine la nuova e recente
linfa intervenuta nel rapporto con il Ministero per i beni e le
attività culturali con la pubblicazione del secondo volume di
“Popoli senza frontiere”. Fondamentale, ha concluso, sarà
proseguire nella valorizzazione delle minoranze linguistiche locali,
garantendo e favorendo l’uso della lingua e della cultura come
fattore di conservazione dell'identità delle comunità e di sviluppo
socio economico del Trentino.
Katia Vasselai:
rischio di confondere le minoranze con il folklore
Prima di dare la
parola Katia Vasselai, il presidente Kaswalder ha salutato i
presenti, tra i quali vi erano i volti di Franco Moar, Luca
Moltrer, Andrea Fontanari, Mauro Buffa, Gianni Nicolussi Zaiga,
Giacomo Castelletti, Willy Nicolussi Paolaz.
La presidente
dell’Autorità, Katia Vasselai, ha parlato di un
immenso piacere nel condividere con i presenti una seduta del
Consiglio storica, un balzo in avanti per la Provincia in termini di
qualità e responsabilità nella gestione della sua specialità. Le
minoranze linguistiche del Trentino, ha affermato, sono realtà molto
vitali e tenaci, ma il rischio che vengano confuse con realtà
folkloristiche fine a se stesse è ancora attuale. L’autonomia è,
come diceva Degasperi, non un privilegio ma un’assunzione di
responsabilità, responsabilità che ha la Provincia nella tutela
delle minoranze linguistiche sul territorio. Una delle istanze di cui
si tratterà, ha proseguito, è la calendarizzazione annuale di una
seduta del Consiglio dedicata alle minoranze, che garantirebbe di
poter contare su uno spazio dove cercare di accelerare o finalizzare
gli interventi necessari alla tutela delle minoranze. Anche gli altri
temi portati qui oggi hanno tutti di base la valorizzazione del
lavoro fatto per la salvaguardia e la tutela delle minoranze. Ha
ringraziato Guglielmi per la proposta di risoluzione. L’indennità
di bilinguismo? Quella riconosciuta al momento è puramente formale.
Il riconoscimento del percorso scolastico è importante: una
certificazione linguistica premia l’investimento pluriennale di
studenti e famiglie e dà lustro alle scuole e agli insegnanti. La
tutela delle minoranze, ha concluso, non passa solo dalla tutela
dell’idioma, deve avvenire assieme a uno sviluppo socio economico
del territorio su cui le minoranze sono insediate. È necessario
inoltre prevedere e giungere all’autonomia istituzionale prevista.
Guglielmi: una
giornata storica
Presentando il
testo, il primo firmatario della proposta di mozione Luca
Guglielmi (Fassa) ha parlato di una giornata storica, quindi ha
dato lettura alla proposta di mozione, che impegna la Giunta ad
attivarsi affinché si giunga in sede di contrattazione collettiva
all’aumento dell’importo dell’indennità di bilinguismo e ad
avviare un tavolo di confronto con i soggetti interessati per
arrivare a introdurre per gli studenti della scuola ladina e dei
plessi formativi situati nei Comuni mocheni e cimbro una
certificazione di conoscenza della lingua di minoranza utile anche,
nel caso del ladino, all’acquisizione automatica del patentino A2 e
B1. La proposta di mozione impegna infine il presidente del Consiglio
provinciale a dare attuazione alla previsione dell’articolo 27,
secondo comma, dello Statuto in merito alla previsione di una seduta
annuale del Consiglio dedicata ai diritti della minoranza linguistica
ladina, del gruppo linguistico dei mocheni e del gruppo linguistico
dei cimbri.
La
discussione
Vanessa Masè:
momento qualificante per la legislatura
La consigliera
Vanessa Masè della Civica ha parlato di un momento
qualificante per la legislatura che recupera le istanze fondative
dell’autonomia. Diverse volte assieme al consigliere Guglielmi, ha
detto, si è parlato della necessità di uno spazio maggiore per dare
voce alle minoranze trentine. Per dare espressione e valorizzare il
rapporto che vi è tra lingua, cultura e territorio. La consigliera
ha ricordato le parole di una giornalista che ha definito le
minoranze linguistiche isole culturali e linguistiche nella corrente
di un mondo che appiattisce tutto: non isole nella loro accezione
negativa, di separazione, ma custodi che guardano al passato (con la
memoria che va ben oltre al folklore) e al futuro (alle sfide della
sopravvivenza e alla vita che verrà). Orgoglio e attaccamento alla
propria cultura.
Luca Zeni:
trasferire le risorse al Comun general de Fascia
Luca Zeni (Pd)
ha parlato positivamente della proposta di una seduta annuale del
Consiglio dedicata all’argomento della tutela delle minoranze
linguistiche: a patto che non divenga solo un momento di retorica, ma
un momento in cui unire le riflessioni alte alla concretezza della
vita e dell’azione politica. La storia del Trentino è una storia
di minoranze, di tutela, dell’autonomia, ha detto: conta perciò la
prospettiva filosofica che si vuole adottare, quella di una mera
tutela o quella che valorizza la diversità come spinta al
rinnovamento. La seconda prospettiva è ovviamente quella
preferibile, ha detto, relazione, incontro verso l’esterno e non
solo verso l’interno, non rivendicazione, insomma. Poi bisogna
stare attenti, ha messo in guardia Zeni, a far seguire a questi
principi delle azioni che diano effettivamente degli strumenti. Il
consigliere del Pd ha invitato in questo senso la Giunta a trasferire
effettivamente al Comun general di Fascia le risorse che servono per
esercitare le funzioni amministrative che sono in parte trasferite.
Si parla di una violazione di legge, non solo un ritardo, ha
aggiunto, e 20.000 euro non sono coerenti con il merito né con la
legge.
Lucia Coppola: la
conservazione è necessità di innovazione
Lucia Coppola
(Europa Verde) ha parlato di un momento significativo per l’Aula,
vissuto dalla consigliera con un particolare afflato, vista la sua
vicinanza alla comunità cimbra. Le minoranze, ha detto, sono la
ricchezza del territorio. Coppola ha richiamato lo Statuto e parlato
dell’incontro di oggi come di un’occasione importante non solo
per difendere, ma per valorizzare il multilinguismo. Un valore
riferito alla lingua materna, al territorio materno che ci identifica
con la storia dell’intera comunità. Tutte le comunità locali
della provincia, ha proseguito, dovrebbero imparare ciò che è stato
fatto negli anni nelle comunità sede di minoranze linguistiche. Le
lingue minoritarie, ha dichiarato, incrementano la prosperità
sociale che è elemento fondante della coesione sociale. Si pensa
solo alla conservazione in un’accezione di immobilismo, invece la
conservazione è necessità di innovazione. Questo sono le minoranze
linguistiche, ma anche tanto altro. L’insegnamento linguistico
nelle scuole consente la trasmissione delle tradizioni, la
costruzione di radici solide, ali robuste per poi poter volare
lontano, mantenendo sempre la facoltà di tornare in luoghi di
straordinaria bellezza paesaggistica, umana e sociale.
Lorenzo Ossanna:
l’importanza del dialogo
Lorenzo Ossanna
(Patt) ha sottolineato l’importanza del dialogo tra le
minoranze linguistiche e gli amministratori, con le istituzioni. In
questo senso ha ringraziato il consigliere Guglielmi per aver
permesso questa seduta del Consiglio provinciale, anche se era quello
regionale, il contesto pensato per questo incontro. Ha ringraziato
l’Autorità per l’attività svolta. Come autonomista ha
preannunciato il voto positivo.
Ugo Rossi, il
ricordo di Diego Moltrer
Ugo Rossi (Misto)
ha descritto la giornata odierna come un momento di riconoscenza: chi
pratica le istituzioni dell’autonomia deve riflettere sul suo
significato e sui suoi fondamenti. Tra questi ultimi ha collocato le
comunità che nei secoli hanno maturato un’identità, ora alla base
dell’autonomia. Rossi ha inoltre descritto come un fatto positivo
la possibilità, prevista dalla proposta di mozione, di una riunione
annuale dedicata alle minoranze linguistiche. Ci sono gli strumenti
per il sostegno, ha proseguito, certo si può sempre fare di più. Lo
sforzo, ha detto, deve essere quello di rappresentare questa identità
nel modo più unitario possibile per cercare di garantire a chi vive
sul territorio i servizi e il benessere dei cittadini (che si
realizza se le istituzioni lavorano al meglio) e il funzionamento
orientato alla valorizzazione seria delle identità. La parola
minoranza, ha aggiunto, significa attenzione alla qualità della
democrazia. Ciò vale secondo Rossi anche per l’autonomia trentina:
il consigliere ha augurato ai rappresentanti delle minoranze di
essere portatori di istanze di riconoscimento di altre minoranze
linguistiche, un’istanza da purificare dal retropensiero che essere
minoranza linguistica porti con sé un vantaggio economico. Rossi ha
voluto chiudere il proprio intervento ricordando il presidente del
Consiglio regionale Diego Moltrer.
Paolo Zanella:
riconoscere anche le nuove minoranze. Ricordo di Agitu
Paolo Zanella
(Futura) ha parlato di un momento istituzionale importante per
l’autonomia, che si fonda sulla tutela delle minoranze
linguistiche. Non solo sulla loro tutela, ha sottolineato, ma anche
sulla loro valorizzazione. Zanella ha ripreso le parole di Rossi: non
si deve ritenere le minoranze qualcosa di strumentale alla difesa
dell’autonomia, ha detto. Ha quindi accennato alle nuove minoranze
che si affacciano oggi in Europa, in Italia e anche sul nostro
territorio: c’è un 10% della popolazione, ha spiegato, che non è
italiana e non è una minoranza storicamente riconosciuta. C’è chi
grida alla sostituzione etnica, ha detto, ma le minoranze oggi
tutelate sono figlie degli spostamenti del passato. Le minoranze che
emergono oggi vanno incluse e tutelate. Ha infine voluto ricordare
Agitu.
Pietro De Godenz:
la tutela delle minoranze come ricchezza
Pietro De Godenz
(UpT) ha ricordato come il riconoscimento e la tutela delle minoranze
facciano parte della cultura trentina. Minoranza e orgoglio: De
Godenz ha parlato dell’esempio che ha in casa, una moglie fassana e
una figlia che sta imparando il ladino. La tutela delle minoranze è
una ricchezza: è dunque importante perciò il momento di riflessione
odierno, come è importante riconoscere competenze e un ritorno dal
punto di vista economico per consentire la salvaguardia delle
minoranze.
Roberto Paccher:
il ricordo di Diego Moltrer ed Enrico Pruner
Roberto Paccher
(Lega) ha parlato della seduta di oggi come di un momento
significativo, che consente di tenere alta l’attenzione e
sensibilizzare su un aspetto ancora attuale. La Provincia ha fatto la
sua parte per la difesa e la tutela delle lingue ladina, mochena,
cimbra: la nascita degli istituti ha consentito di continuare a
parlare la lingua di appartenenza. Un passaggio non scontato, ha
ricordato Paccher. Si può fare ancora di più e in futuro l’impegno
non dovrà calare, ha aggiunto, ma va dato atto al molto già fatto.
Anche Roberto Paccher ha ricordato Diego Moltrer e ha poi fatto
memoria di Enrico Pruner. Ha quindi fatto riferimento alle cifre
stanziate dalla Giunta per le varie iniziative per la tutela e la
valorizzazione delle minoranze. Infine ha espresso soddisfazione
dell’unità che trasparisce in questa giornata di Consiglio
provinciale: un clima compatto nel promuovere le minoranze
linguistiche.
Paola Demagri:
inclusività, non esclusività
Paola Demagri
(Casa Autonomia.eu) ha anticipato il suo sostegno e quello del
consigliere Dallapiccola alla proposta di mozione. Alla Giunta ha
detto di far attenzione che la rappresentazione delle minoranze
linguistiche non divenga un approccio esclusivo: dev’essere
inclusivo in un mondo in cui si tende a escludere ciò che è
diverso. Bisogna essere altruisti, inclusivi, bisogna rinunciare ad
azioni divisive in favore, considerare l’inclusività sociale,
della lingua, delle azioni e dei comportamenti. Non ideologia, ha
precisato, ma un modo di pensare: come trentini bisogna essere
inclusivi.
Claudio Cia:
autonomia è responsabilità e conoscenza
Claudio Cia
(Fratelli d’Italia) ha parlato delle comunità cimbra, ladina e
mochena come una risorsa inestimabile: da loro origina la ragione
dell'autonomia trentina. Un’autonomia non concessa, ma
riconosciuta, che si concretizza e si è concretizzata con il buon
governo. Autonomia è responsabilità e conoscenza del valore anche
della regione, ha aggiunto il consigliere Cia ed ha ricordato,
esprimendo un plauso al presidente Kaswalder e alla struttura,
l’attività fatta dal Consiglio per la comunicazione dell’autonomia
ai ragazzi in collaborazione con le scuole.
Alex Marini:
Difensore civico e Garanti di minori e detenuti non possono
intervenire in Aula
Alex Marini
(5 Stelle) ha parlato di oggi come di una giornata solenne. Ha
ricordato che è grazie a un emendamento di Fraccaro che si è potuto
modificare l’articolo 27 dello Statuto. Sono passati sei anni dalla
legge, ha detto, sono stati invocati dai 5 Stelle anche degli
adeguamenti del regolamento interno del Consiglio provinciale per
disciplinare le modalità di convocazione. Il regolamento del
Consiglio regionale è stato adeguato in questo senso. L’intento,
ha ricordato Marini, era non solo poter svolgere sessioni
straordinarie, ma farlo anche nei luoghi delle minoranze
linguistiche. Ha ricordato le sollecitazioni di Giuseppe Detomas
nella scorsa legislatura, il lavoro di Dario Pallaoro. Ha
sottolineato l’importanza della prassi istituita con la seduta
odierna, la possibilità di intervento in Aula dell’Autorità per
le minoranze linguistiche al di là di quanto previsto dal
regolamento interno. In Aula, ha detto Marini, sono pochi i soggetti
che possono intervenire, i giovani del Consiglio dei giovani, i
componenti del Cal, mentre non possono farlo il Difensore civico, il
Garante dei minori e il Garante dei detenuti. Sarebbe positivo che in
futuro queste figure potessero partecipare in Aula, ha aggiunto.
Ha quindi trattato
norma di attuazione del 1993 che prevede che il censimento sulle
popolazioni di minoranza linguistica sia accorpato alla rilevazione
Istat della popolazione: il problema, ha detto, è che il modello
Istat è cambiato, è diventato più efficiente, ma ciò ha però
comportato un surplus di lavoro per Ispat, che ha avuto un riscontro
non così soddisfacente, visto che ha risposto solo il 23% della
popolazione interessata. Servono dunque mezzi più moderni ed
efficaci, ha detto Marini rivolgendo l’appello alla Giunta.
Mirko Bisesti:
minoranze linguistiche, punto di riferimento
L’assessore Mirko
Bisesti ha parlato di quella di oggi come di una giornata senza
retorica. Ha quindi ricordato l’aspetto culturale: la direzione
giusta è quella di far sì che le minoranze linguistiche possano
essere sempre più un punto di riferimento per il territorio in
un’epoca di grande omologazione e globalizzazione. Riuscire a
cogliere l’essenza delle minoranze che arricchiscono il nostro
territorio è una sfida, ha detto, ma la passione, l’impegno e la
competenza fanno sì che l’attività dell’Autorità sia
costruttiva per tutto il territorio. Se in Trentino ci sono minoranze
linguistiche forti, comunità forti, si ha un Trentino più forte.
Per continuare a vivere in montagna servono sicurezza e servizi: il
tema centrale è quello educativo, della scuola fino dalla prima
infanzia. Bisesti ha ricordato lo sforzo messo in campo su ciò,
anche con qualche deroga quando si è reso necessario. Investire
sulla scuola, sull’insegnamento delle lingue minoritarie è
importante, ha detto. L’assessore ha recepito con soddisfazione la
proposta di un riconoscimento ufficiale alla fine del percorso
scolastico. Non basta salvaguardare il passato, vanno attualizzate le
istanze, vanno valorizzate, ha aggiunto. Qualche barriera ideologica
del passato è caduta, sono stati fatti tanti passi avanti. Per ciò
l’assessore ha voluto ringraziare il Servizio minoranze della
Provincia e l’Autorità per le minoranze linguistiche.
Luca Guglielmi:
la dedica a Ezio Anesi e a Gino Fontana
Guglielmi ha
espresso soddisfazione per i lavori della mattinata. Ha ricordato gli
amministratori e i politici delle minoranze che si sono susseguiti in
Aula e ha dedicato la giornata a Ezio Anesi e Gino Fontana. Chi li ha
seguiti ha avuto l’onore di poter sedere in Consiglio
rappresentando le minoranze linguistiche, ha ricordato, un tempo per
garantire ciò serviva un accordo. L’Autorità delle minoranze, ha
aggiunto Guglielmi, prima con Pallaoro e ora con Vasselai svolge un
ruolo fondamentale che con l’istituzione della giornata di oggi
viene riconosciuto. Sulle risorse ci siamo, ha detto e ha ricordato i
150.000 euro in più all’anno trovati per il Comun general de
Fascia. Il percorso è ancora in salita, secondo Guglielmi, ma un
primo passo è stato fatto.
Chiara Pallaoro
ha parlato della giornata di oggi e della mozione come di un
primo passo avanti che si spera possa avere un seguito ancora più
importante. Ha fatto riferimento al timore, infondato, che
riconoscere le minoranze linguistiche significhi garantire qualcosa
in più: basta volgere lo sguardo lì da dove tutto è partito, dallo
Statuto, ha detto. La norma fa testualmente riferimento a sessioni
riguardanti non gli interessi delle minoranze linguistiche, ma i
diritti che non sono mai privilegi, ma necessità.
Matteo Nicolussi
Castellan ha iniziato il proprio intervento in cimbro.
Riconoscere le minoranze significa garantire un futuro a popoli, a
gruppi della popolazione. Gli idiomi possono divenire strumento di
reddito diretto, strumento per i new speakers: è fondamentale
mantenere sempre un atteggiamento inclusivo, far sì che anche
persone che non appartengono alle minoranze storiche possano imparare
la lingua e certificarsi. Proprio la certificazione, ha detto
Nicolussi Castellan, permette agli studenti di avere un obiettivo
finale per il percorso che intraprendono e di dare prestigio al
lavoro degli insegnanti e delle scuole. Ha parlato di quella di oggi
come di una seduta sacra del Consiglio. Ha fatto riferimento alla
legge 6 del 2008 come a un baluardo.
Dichiarazioni
di voto
Mara Dalzocchio
(Lega) ha parlato del Trentino come di una terra ricca di storia
e tradizioni e fatto riferimento alla forte identità delle minoranze
linguistiche. L’armonia della convivenza è una delle
caratteristiche della terra e della sua autonomia, ha aggiunto e ha
ringraziato il consigliere Guglielmi per la sua iniziativa
anticipando un voto positivo.
Alex Marini ha
detto di condividere le dichiarazioni dei componenti dell’Autorità
sulla tutela come un rispetto di diritti. La prassi che si è
stabilita oggi, ha detto, è la possibilità di convocare una
sessione del consiglio anche se il regolamento non lo prevede. Ora,
ha aggiunto, sarebbe tempo di prevedere questa possibilità: ciò
permetterebbe a tutti i consiglieri di presentare risoluzioni
arricchendo i lavori in aula senza limitarsi a una sola proposta, per
quanto significativa questa possa essere. L’auspicio espresso è
quello di un pieno coinvolgimento di tutto il Consiglio provinciale.
Quindi un riferimento alla rivendicazione di ladinità che viene
dalle valli del Noce: si dovrebbe trovare un modo per trovare a
conciliare la tutela della minoranza riconosciuta dalle leggi
regionali e provinciali e il riconoscimento dei diritti rivendicati
in val di Non.
Lucia Coppola ha
apprezzato la puntualizzazione di Chiara Pallaoro e si è detta
convinta che un diritto in più per ciascuno inevitabilmente si
riverbera come una garanzia di ricchezza per tutti. Il voto è più
che favorevole, ha affermato.
Luca Guglielmi ha
fatto riferimento alle affermazioni di Marini sul censimento e sulle
rivendicazioni delle valli del Noce: chi cala di più sono i presunti
ladini nonesi, ha detto. Pare evidente che si stia parlando del
niente, ha detto, ma ha detto di condividere la necessità di fare
una norma di attuazione non per modificare il censimento, ma per
eliminarlo. Sono passati i tempi in cui bisognava contarsi per
dimostrare l’esistenza, ha concluso.
Ivano Job
(Coraggio Italia) ha sottolineato il fatto che sembra ci siano
minoranze riconosciute e no e minoranze più importanti di altre e ha
detto a Guglielmi di peccare un po’ di troppa ladinità. Job ha
quindi ricordato l’importanza di tutte le minoranze, anche quelle
non riconosciute, che meritano attenzione dell’Aula.
Lorenzo Ossanna
ha ribadito il suo sostegno alla proposta di mozione. Ha voluto
intervenire, ha detto, da convinto sostenitore del fatto che anche la
val di Non e Sole ha una lingua minoritaria e una storia importante.
Ossanna ha posto nuovamente l’accento sulla differenza tra la
cultura dialettale di tutti i territori e la cultura nonesa sulla
lingua. Ha ricordato in questo senso l’attività di Caterina
Dominici. Si prosegue nell’approfondimento della lingua, ha
aggiunto, non si deve cercare un riconoscimento per forza, ma non ci
si può nemmeno fermare.
Michele
Dallapiccola (Casa Autonomia.eu) ha definito la lingua e la
cultura come una radice nella storia. Ha evidenziato i segni del
passato che ognuno porta addosso, nella lingua. Ha fatto un
ragionamento di semantica e raccontato un aneddoto: nella sala
consiliare del Comune di Taio c’è una rappresentazione grafica che
parla dei popoli ladini e rimarca con il colore la presenza forte o
collaterale dell’idioma. È importante, ha detto, non considerare
che ci siano una cultura di serie A e una di serie B.
Giorgio Tonini
(Pd) ha espresso il voto positivo. La mattinata, ha affermato, è
stata l’inizio di una tradizione. Bisogna aver la lucidità di
modificare ciò che va cambiato, ha aggiunto. Ha sottolineato la
differenza tra autonomia e autonomie: la storia è di luci e ombre,
c’è una tentazione ricorrente di sostituire il centralismo statale
con un centralismo provinciale. Quando si parla delle minoranze e
delle autonomie riconosciute si parla dell’identità trentina e va
fatto con grande rispetto: ci sono specialità storicamente
riconosciute e specialità che si affacciano e richiedono
riconoscimento. È il tema del ladini della val di Non, ha detto.
Tonini ha ricordato anche l’autonomia fassana e detto che c’è
ancora molto da fare: il programma è aperto.
La seduta si è
conclusa con la votazione: la proposta di mozione è stata
approvata all’unanimità dai 30 presenti.