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23/05/2023 - In aula o in commissione

In Consiglio provinciale i diritti delle minoranze linguistiche

La prima seduta

In Consiglio provinciale i diritti delle minoranze linguistiche

Approvata la proposta di mozione 594 di Guglielmi su indennità, certificazione linguistica e calendarizzazione della seduta dedicata alle minoranze

In Consiglio provinciale i diritti delle minoranze linguistiche
Approvata all’unanimità (con 30 voti favorevoli), durante la prima seduta del Consiglio provinciale dedicata ai diritti delle minoranze linguistiche, la proposta di mozione 594 a prima firma di Luca Guglielmi (Fassa) che impegna la Giunta a una contrattazione in vista di un adeguamento dell’indennità di bilinguismo e all’istituzione di un tavolo sulla certificazione di conoscenza della lingua di minoranza da parte dei ragazzi al termine di un percorso scolastico. Il testo votato impegna inoltre il presidente del Consiglio a prevedere una calendarizzazione annuale della seduta del Consiglio prevista dell’articolo 27, secondo comma, dello Statuto. Tanti i temi posti sul piatto dai consiglieri tra cui l’adeguamento del regolamento del Consiglio provinciale, il trasferimento delle risorse al Comun general de Fascia e il nodo dei ladini delle valli di Non e Sole.

Si è tenuta questa mattina la seduta del Consiglio provinciale sui diritti delle minoranze linguistiche, convocata ai sensi del secondo comma dell’articolo 27 dello Statuto speciale. Un punto all’ordine del giorno: l’esame della proposta di mozione numero 594 “Interventi in favore della tutela, salvaguardia e promozione delle minoranze linguistiche” firmata dai consiglieri Luca Guglielmi (Fassa), Alex Marini (5 Stelle), Claudio Cia (FdI), Giorgio Leonardi (FI), Pietro De Godenz (UpT), Filippo Degasperi (Onda), Mara Dalzocchio (Lega), Lorenzo Ossanna (Patt), Luca Zeni (Pd), Vanessa Masè (La Civica), dal presidente Walter Kaswalder e dal consigliere Paolo Zanella (Futura).

Presenti in aula la presidente dell’Autorità per le minoranze linguistiche Katia Vasselai e i componenti dell’organo Matteo Nicolussi Castellan e Chiara Pallaoro.

Il presidente Kaswalder: giornata solenne

Ad aprire i lavori sono stati i saluti del presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder che ha parlato di incontro dal carattere solenne, citando l’articolo dello Statuto che lo prevede, il 27. Una giornata solenne, ha detto, perché è la prima convocata nel parlamento dell’autonomia trentina. Ha parlato dell’impegno per la tutela dei diritti delle minoranze linguistiche, ladina, mochena e cimbra, che impreziosiscono il patrimonio culturale e umano e fanno del Trentino un luogo dove le diversità sono viste come una grazia. Il presidente ha quindi ricordato il percorso di autotutela ed emancipazione delle minoranze, solo una base di partenza ha detto: recuperata la memoria storica, è giunto il momento di far crescere le comunità ladine, mochene e cimbre. Dovremmo quindi pensare alle minoranze come strumento politico nei confronti dello Stato? si è chiesto. La risposta è affermativa: ma va fatto in modo tutt’altro che strumentale, non come scudo, ma come esempio, prendendo le comunità autonome a testimonianza di civiltà, tolleranza e libertà. Le comunità siano luoghi che non si piegano alle logiche della massificazione; la crescita delle comunità minoritarie come limite alla globalizzazione che spesso travalica nello sradicamento delle culture. Rivolto ai consiglieri, Kaswalder ha parlato poi della responsabilità della difesa concreta e quotidiana della democrazia perché, ha detto, minoranza è sinonimo di democrazia. Ai rappresentanti dei mondi ladino, mocheno e cimbro ha invece attribuito la responsabilità di mantenere in vita una biodiversità culturale che permette a tutti i trentini di andare a testa alta.

Fugatti: tutte le iniziative

Il presidente della Giunta Maurizio Fugatti si è associato alle parole di Kaswalder. Ha ringraziato l’Autorità per l’attività, la sensibilità profusa per le comunità di minoranza. Durante il mandato, oltre a confermare e rafforzare gli interventi di salvaguardia e promozione delle caratteristiche culturali e linguistiche delle popolazioni ladina, mochena e cimbra, ha detto, sono state attivate nuove linee di lavoro che vanno dall’ambito della comunicazione al rafforzamento dell’assetto amministrativo intensificando il rapporto con l’Università di Trento. Tra le iniziative ha collocato, ad esempio, la traduzione in lingua madre di comunicazioni istituzionali e di maggior rilievo in attuazione della mozione 24 di Guglielmi, comprese le comunicazioni in periodo pandemico. Fugatti ha citato i Dialoghi con le minoranze, l’attivazione della trasmissione dei contenuti relativi alle minoranze linguistiche storiche su smart tv. Ancora, la collaborazione con la Fondazione Museo storico del trentino, il rafforzamento dell’assetto amministrativo del Servizio, l’istituzione del Tavolo di coordinamento permanente per le politiche delle minoranze linguistiche, la prosecuzione del Tavolo per la comunicazione delle minoranze, l’indagine sullo stato delle lingue di minoranza, la collaborazione con l’Autorità e il dialogo con il Comun de Fassa. Fugatti ha ricordato infine la nuova e recente linfa intervenuta nel rapporto con il Ministero per i beni e le attività culturali con la pubblicazione del secondo volume di “Popoli senza frontiere”. Fondamentale, ha concluso, sarà proseguire nella valorizzazione delle minoranze linguistiche locali, garantendo e favorendo l’uso della lingua e della cultura come fattore di conservazione dell'identità delle comunità e di sviluppo socio economico del Trentino.

Katia Vasselai: rischio di confondere le minoranze con il folklore

Prima di dare la parola Katia Vasselai, il presidente Kaswalder ha salutato i presenti, tra i quali vi erano i volti di Franco Moar, Luca Moltrer, Andrea Fontanari, Mauro Buffa, Gianni Nicolussi Zaiga, Giacomo Castelletti, Willy Nicolussi Paolaz.

La presidente dell’Autorità, Katia Vasselai, ha parlato di un immenso piacere nel condividere con i presenti una seduta del Consiglio storica, un balzo in avanti per la Provincia in termini di qualità e responsabilità nella gestione della sua specialità. Le minoranze linguistiche del Trentino, ha affermato, sono realtà molto vitali e tenaci, ma il rischio che vengano confuse con realtà folkloristiche fine a se stesse è ancora attuale. L’autonomia è, come diceva Degasperi, non un privilegio ma un’assunzione di responsabilità, responsabilità che ha la Provincia nella tutela delle minoranze linguistiche sul territorio. Una delle istanze di cui si tratterà, ha proseguito, è la calendarizzazione annuale di una seduta del Consiglio dedicata alle minoranze, che garantirebbe di poter contare su uno spazio dove cercare di accelerare o finalizzare gli interventi necessari alla tutela delle minoranze. Anche gli altri temi portati qui oggi hanno tutti di base la valorizzazione del lavoro fatto per la salvaguardia e la tutela delle minoranze. Ha ringraziato Guglielmi per la proposta di risoluzione. L’indennità di bilinguismo? Quella riconosciuta al momento è puramente formale. Il riconoscimento del percorso scolastico è importante: una certificazione linguistica premia l’investimento pluriennale di studenti e famiglie e dà lustro alle scuole e agli insegnanti. La tutela delle minoranze, ha concluso, non passa solo dalla tutela dell’idioma, deve avvenire assieme a uno sviluppo socio economico del territorio su cui le minoranze sono insediate. È necessario inoltre prevedere e giungere all’autonomia istituzionale prevista.

Guglielmi: una giornata storica

Presentando il testo, il primo firmatario della proposta di mozione Luca Guglielmi (Fassa) ha parlato di una giornata storica, quindi ha dato lettura alla proposta di mozione, che impegna la Giunta ad attivarsi affinché si giunga in sede di contrattazione collettiva all’aumento dell’importo dell’indennità di bilinguismo e ad avviare un tavolo di confronto con i soggetti interessati per arrivare a introdurre per gli studenti della scuola ladina e dei plessi formativi situati nei Comuni mocheni e cimbro una certificazione di conoscenza della lingua di minoranza utile anche, nel caso del ladino, all’acquisizione automatica del patentino A2 e B1. La proposta di mozione impegna infine il presidente del Consiglio provinciale a dare attuazione alla previsione dell’articolo 27, secondo comma, dello Statuto in merito alla previsione di una seduta annuale del Consiglio dedicata ai diritti della minoranza linguistica ladina, del gruppo linguistico dei mocheni e del gruppo linguistico dei cimbri.

La discussione

Vanessa Masè: momento qualificante per la legislatura

La consigliera Vanessa Masè della Civica ha parlato di un momento qualificante per la legislatura che recupera le istanze fondative dell’autonomia. Diverse volte assieme al consigliere Guglielmi, ha detto, si è parlato della necessità di uno spazio maggiore per dare voce alle minoranze trentine. Per dare espressione e valorizzare il rapporto che vi è tra lingua, cultura e territorio. La consigliera ha ricordato le parole di una giornalista che ha definito le minoranze linguistiche isole culturali e linguistiche nella corrente di un mondo che appiattisce tutto: non isole nella loro accezione negativa, di separazione, ma custodi che guardano al passato (con la memoria che va ben oltre al folklore) e al futuro (alle sfide della sopravvivenza e alla vita che verrà). Orgoglio e attaccamento alla propria cultura.

Luca Zeni: trasferire le risorse al Comun general de Fascia

Luca Zeni (Pd) ha parlato positivamente della proposta di una seduta annuale del Consiglio dedicata all’argomento della tutela delle minoranze linguistiche: a patto che non divenga solo un momento di retorica, ma un momento in cui unire le riflessioni alte alla concretezza della vita e dell’azione politica. La storia del Trentino è una storia di minoranze, di tutela, dell’autonomia, ha detto: conta perciò la prospettiva filosofica che si vuole adottare, quella di una mera tutela o quella che valorizza la diversità come spinta al rinnovamento. La seconda prospettiva è ovviamente quella preferibile, ha detto, relazione, incontro verso l’esterno e non solo verso l’interno, non rivendicazione, insomma. Poi bisogna stare attenti, ha messo in guardia Zeni, a far seguire a questi principi delle azioni che diano effettivamente degli strumenti. Il consigliere del Pd ha invitato in questo senso la Giunta a trasferire effettivamente al Comun general di Fascia le risorse che servono per esercitare le funzioni amministrative che sono in parte trasferite. Si parla di una violazione di legge, non solo un ritardo, ha aggiunto, e 20.000 euro non sono coerenti con il merito né con la legge.

Lucia Coppola: la conservazione è necessità di innovazione

Lucia Coppola (Europa Verde) ha parlato di un momento significativo per l’Aula, vissuto dalla consigliera con un particolare afflato, vista la sua vicinanza alla comunità cimbra. Le minoranze, ha detto, sono la ricchezza del territorio. Coppola ha richiamato lo Statuto e parlato dell’incontro di oggi come di un’occasione importante non solo per difendere, ma per valorizzare il multilinguismo. Un valore riferito alla lingua materna, al territorio materno che ci identifica con la storia dell’intera comunità. Tutte le comunità locali della provincia, ha proseguito, dovrebbero imparare ciò che è stato fatto negli anni nelle comunità sede di minoranze linguistiche. Le lingue minoritarie, ha dichiarato, incrementano la prosperità sociale che è elemento fondante della coesione sociale. Si pensa solo alla conservazione in un’accezione di immobilismo, invece la conservazione è necessità di innovazione. Questo sono le minoranze linguistiche, ma anche tanto altro. L’insegnamento linguistico nelle scuole consente la trasmissione delle tradizioni, la costruzione di radici solide, ali robuste per poi poter volare lontano, mantenendo sempre la facoltà di tornare in luoghi di straordinaria bellezza paesaggistica, umana e sociale.

Lorenzo Ossanna: l’importanza del dialogo

Lorenzo Ossanna (Patt) ha sottolineato l’importanza del dialogo tra le minoranze linguistiche e gli amministratori, con le istituzioni. In questo senso ha ringraziato il consigliere Guglielmi per aver permesso questa seduta del Consiglio provinciale, anche se era quello regionale, il contesto pensato per questo incontro. Ha ringraziato l’Autorità per l’attività svolta. Come autonomista ha preannunciato il voto positivo.

Ugo Rossi, il ricordo di Diego Moltrer

Ugo Rossi (Misto) ha descritto la giornata odierna come un momento di riconoscenza: chi pratica le istituzioni dell’autonomia deve riflettere sul suo significato e sui suoi fondamenti. Tra questi ultimi ha collocato le comunità che nei secoli hanno maturato un’identità, ora alla base dell’autonomia. Rossi ha inoltre descritto come un fatto positivo la possibilità, prevista dalla proposta di mozione, di una riunione annuale dedicata alle minoranze linguistiche. Ci sono gli strumenti per il sostegno, ha proseguito, certo si può sempre fare di più. Lo sforzo, ha detto, deve essere quello di rappresentare questa identità nel modo più unitario possibile per cercare di garantire a chi vive sul territorio i servizi e il benessere dei cittadini (che si realizza se le istituzioni lavorano al meglio) e il funzionamento orientato alla valorizzazione seria delle identità. La parola minoranza, ha aggiunto, significa attenzione alla qualità della democrazia. Ciò vale secondo Rossi anche per l’autonomia trentina: il consigliere ha augurato ai rappresentanti delle minoranze di essere portatori di istanze di riconoscimento di altre minoranze linguistiche, un’istanza da purificare dal retropensiero che essere minoranza linguistica porti con sé un vantaggio economico. Rossi ha voluto chiudere il proprio intervento ricordando il presidente del Consiglio regionale Diego Moltrer.

Paolo Zanella: riconoscere anche le nuove minoranze. Ricordo di Agitu

Paolo Zanella (Futura) ha parlato di un momento istituzionale importante per l’autonomia, che si fonda sulla tutela delle minoranze linguistiche. Non solo sulla loro tutela, ha sottolineato, ma anche sulla loro valorizzazione. Zanella ha ripreso le parole di Rossi: non si deve ritenere le minoranze qualcosa di strumentale alla difesa dell’autonomia, ha detto. Ha quindi accennato alle nuove minoranze che si affacciano oggi in Europa, in Italia e anche sul nostro territorio: c’è un 10% della popolazione, ha spiegato, che non è italiana e non è una minoranza storicamente riconosciuta. C’è chi grida alla sostituzione etnica, ha detto, ma le minoranze oggi tutelate sono figlie degli spostamenti del passato. Le minoranze che emergono oggi vanno incluse e tutelate. Ha infine voluto ricordare Agitu.

Pietro De Godenz: la tutela delle minoranze come ricchezza

Pietro De Godenz (UpT) ha ricordato come il riconoscimento e la tutela delle minoranze facciano parte della cultura trentina. Minoranza e orgoglio: De Godenz ha parlato dell’esempio che ha in casa, una moglie fassana e una figlia che sta imparando il ladino. La tutela delle minoranze è una ricchezza: è dunque importante perciò il momento di riflessione odierno, come è importante riconoscere competenze e un ritorno dal punto di vista economico per consentire la salvaguardia delle minoranze.

Roberto Paccher: il ricordo di Diego Moltrer ed Enrico Pruner

Roberto Paccher (Lega) ha parlato della seduta di oggi come di un momento significativo, che consente di tenere alta l’attenzione e sensibilizzare su un aspetto ancora attuale. La Provincia ha fatto la sua parte per la difesa e la tutela delle lingue ladina, mochena, cimbra: la nascita degli istituti ha consentito di continuare a parlare la lingua di appartenenza. Un passaggio non scontato, ha ricordato Paccher. Si può fare ancora di più e in futuro l’impegno non dovrà calare, ha aggiunto, ma va dato atto al molto già fatto. Anche Roberto Paccher ha ricordato Diego Moltrer e ha poi fatto memoria di Enrico Pruner. Ha quindi fatto riferimento alle cifre stanziate dalla Giunta per le varie iniziative per la tutela e la valorizzazione delle minoranze. Infine ha espresso soddisfazione dell’unità che trasparisce in questa giornata di Consiglio provinciale: un clima compatto nel promuovere le minoranze linguistiche.

Paola Demagri: inclusività, non esclusività

Paola Demagri (Casa Autonomia.eu) ha anticipato il suo sostegno e quello del consigliere Dallapiccola alla proposta di mozione. Alla Giunta ha detto di far attenzione che la rappresentazione delle minoranze linguistiche non divenga un approccio esclusivo: dev’essere inclusivo in un mondo in cui si tende a escludere ciò che è diverso. Bisogna essere altruisti, inclusivi, bisogna rinunciare ad azioni divisive in favore, considerare l’inclusività sociale, della lingua, delle azioni e dei comportamenti. Non ideologia, ha precisato, ma un modo di pensare: come trentini bisogna essere inclusivi.

Claudio Cia: autonomia è responsabilità e conoscenza

Claudio Cia (Fratelli d’Italia) ha parlato delle comunità cimbra, ladina e mochena come una risorsa inestimabile: da loro origina la ragione dell'autonomia trentina. Un’autonomia non concessa, ma riconosciuta, che si concretizza e si è concretizzata con il buon governo. Autonomia è responsabilità e conoscenza del valore anche della regione, ha aggiunto il consigliere Cia ed ha ricordato, esprimendo un plauso al presidente Kaswalder e alla struttura, l’attività fatta dal Consiglio per la comunicazione dell’autonomia ai ragazzi in collaborazione con le scuole.

Alex Marini: Difensore civico e Garanti di minori e detenuti non possono intervenire in Aula

Alex Marini (5 Stelle) ha parlato di oggi come di una giornata solenne. Ha ricordato che è grazie a un emendamento di Fraccaro che si è potuto modificare l’articolo 27 dello Statuto. Sono passati sei anni dalla legge, ha detto, sono stati invocati dai 5 Stelle anche degli adeguamenti del regolamento interno del Consiglio provinciale per disciplinare le modalità di convocazione. Il regolamento del Consiglio regionale è stato adeguato in questo senso. L’intento, ha ricordato Marini, era non solo poter svolgere sessioni straordinarie, ma farlo anche nei luoghi delle minoranze linguistiche. Ha ricordato le sollecitazioni di Giuseppe Detomas nella scorsa legislatura, il lavoro di Dario Pallaoro. Ha sottolineato l’importanza della prassi istituita con la seduta odierna, la possibilità di intervento in Aula dell’Autorità per le minoranze linguistiche al di là di quanto previsto dal regolamento interno. In Aula, ha detto Marini, sono pochi i soggetti che possono intervenire, i giovani del Consiglio dei giovani, i componenti del Cal, mentre non possono farlo il Difensore civico, il Garante dei minori e il Garante dei detenuti. Sarebbe positivo che in futuro queste figure potessero partecipare in Aula, ha aggiunto.

Ha quindi trattato norma di attuazione del 1993 che prevede che il censimento sulle popolazioni di minoranza linguistica sia accorpato alla rilevazione Istat della popolazione: il problema, ha detto, è che il modello Istat è cambiato, è diventato più efficiente, ma ciò ha però comportato un surplus di lavoro per Ispat, che ha avuto un riscontro non così soddisfacente, visto che ha risposto solo il 23% della popolazione interessata. Servono dunque mezzi più moderni ed efficaci, ha detto Marini rivolgendo l’appello alla Giunta.

Mirko Bisesti: minoranze linguistiche, punto di riferimento

L’assessore Mirko Bisesti ha parlato di quella di oggi come di una giornata senza retorica. Ha quindi ricordato l’aspetto culturale: la direzione giusta è quella di far sì che le minoranze linguistiche possano essere sempre più un punto di riferimento per il territorio in un’epoca di grande omologazione e globalizzazione. Riuscire a cogliere l’essenza delle minoranze che arricchiscono il nostro territorio è una sfida, ha detto, ma la passione, l’impegno e la competenza fanno sì che l’attività dell’Autorità sia costruttiva per tutto il territorio. Se in Trentino ci sono minoranze linguistiche forti, comunità forti, si ha un Trentino più forte. Per continuare a vivere in montagna servono sicurezza e servizi: il tema centrale è quello educativo, della scuola fino dalla prima infanzia. Bisesti ha ricordato lo sforzo messo in campo su ciò, anche con qualche deroga quando si è reso necessario. Investire sulla scuola, sull’insegnamento delle lingue minoritarie è importante, ha detto. L’assessore ha recepito con soddisfazione la proposta di un riconoscimento ufficiale alla fine del percorso scolastico. Non basta salvaguardare il passato, vanno attualizzate le istanze, vanno valorizzate, ha aggiunto. Qualche barriera ideologica del passato è caduta, sono stati fatti tanti passi avanti. Per ciò l’assessore ha voluto ringraziare il Servizio minoranze della Provincia e l’Autorità per le minoranze linguistiche.

Luca Guglielmi: la dedica a Ezio Anesi e a Gino Fontana

Guglielmi ha espresso soddisfazione per i lavori della mattinata. Ha ricordato gli amministratori e i politici delle minoranze che si sono susseguiti in Aula e ha dedicato la giornata a Ezio Anesi e Gino Fontana. Chi li ha seguiti ha avuto l’onore di poter sedere in Consiglio rappresentando le minoranze linguistiche, ha ricordato, un tempo per garantire ciò serviva un accordo. L’Autorità delle minoranze, ha aggiunto Guglielmi, prima con Pallaoro e ora con Vasselai svolge un ruolo fondamentale che con l’istituzione della giornata di oggi viene riconosciuto. Sulle risorse ci siamo, ha detto e ha ricordato i 150.000 euro in più all’anno trovati per il Comun general de Fascia. Il percorso è ancora in salita, secondo Guglielmi, ma un primo passo è stato fatto.

Chiara Pallaoro ha parlato della giornata di oggi e della mozione come di un primo passo avanti che si spera possa avere un seguito ancora più importante. Ha fatto riferimento al timore, infondato, che riconoscere le minoranze linguistiche significhi garantire qualcosa in più: basta volgere lo sguardo lì da dove tutto è partito, dallo Statuto, ha detto. La norma fa testualmente riferimento a sessioni riguardanti non gli interessi delle minoranze linguistiche, ma i diritti che non sono mai privilegi, ma necessità.

Matteo Nicolussi Castellan ha iniziato il proprio intervento in cimbro. Riconoscere le minoranze significa garantire un futuro a popoli, a gruppi della popolazione. Gli idiomi possono divenire strumento di reddito diretto, strumento per i new speakers: è fondamentale mantenere sempre un atteggiamento inclusivo, far sì che anche persone che non appartengono alle minoranze storiche possano imparare la lingua e certificarsi. Proprio la certificazione, ha detto Nicolussi Castellan, permette agli studenti di avere un obiettivo finale per il percorso che intraprendono e di dare prestigio al lavoro degli insegnanti e delle scuole. Ha parlato di quella di oggi come di una seduta sacra del Consiglio. Ha fatto riferimento alla legge 6 del 2008 come a un baluardo.

Dichiarazioni di voto

Mara Dalzocchio (Lega) ha parlato del Trentino come di una terra ricca di storia e tradizioni e fatto riferimento alla forte identità delle minoranze linguistiche. L’armonia della convivenza è una delle caratteristiche della terra e della sua autonomia, ha aggiunto e ha ringraziato il consigliere Guglielmi per la sua iniziativa anticipando un voto positivo.

Alex Marini ha detto di condividere le dichiarazioni dei componenti dell’Autorità sulla tutela come un rispetto di diritti. La prassi che si è stabilita oggi, ha detto, è la possibilità di convocare una sessione del consiglio anche se il regolamento non lo prevede. Ora, ha aggiunto, sarebbe tempo di prevedere questa possibilità: ciò permetterebbe a tutti i consiglieri di presentare risoluzioni arricchendo i lavori in aula senza limitarsi a una sola proposta, per quanto significativa questa possa essere. L’auspicio espresso è quello di un pieno coinvolgimento di tutto il Consiglio provinciale. Quindi un riferimento alla rivendicazione di ladinità che viene dalle valli del Noce: si dovrebbe trovare un modo per trovare a conciliare la tutela della minoranza riconosciuta dalle leggi regionali e provinciali e il riconoscimento dei diritti rivendicati in val di Non.

Lucia Coppola ha apprezzato la puntualizzazione di Chiara Pallaoro e si è detta convinta che un diritto in più per ciascuno inevitabilmente si riverbera come una garanzia di ricchezza per tutti. Il voto è più che favorevole, ha affermato.

Luca Guglielmi ha fatto riferimento alle affermazioni di Marini sul censimento e sulle rivendicazioni delle valli del Noce: chi cala di più sono i presunti ladini nonesi, ha detto. Pare evidente che si stia parlando del niente, ha detto, ma ha detto di condividere la necessità di fare una norma di attuazione non per modificare il censimento, ma per eliminarlo. Sono passati i tempi in cui bisognava contarsi per dimostrare l’esistenza, ha concluso.

Ivano Job (Coraggio Italia) ha sottolineato il fatto che sembra ci siano minoranze riconosciute e no e minoranze più importanti di altre e ha detto a Guglielmi di peccare un po’ di troppa ladinità. Job ha quindi ricordato l’importanza di tutte le minoranze, anche quelle non riconosciute, che meritano attenzione dell’Aula.

Lorenzo Ossanna ha ribadito il suo sostegno alla proposta di mozione. Ha voluto intervenire, ha detto, da convinto sostenitore del fatto che anche la val di Non e Sole ha una lingua minoritaria e una storia importante. Ossanna ha posto nuovamente l’accento sulla differenza tra la cultura dialettale di tutti i territori e la cultura nonesa sulla lingua. Ha ricordato in questo senso l’attività di Caterina Dominici. Si prosegue nell’approfondimento della lingua, ha aggiunto, non si deve cercare un riconoscimento per forza, ma non ci si può nemmeno fermare.

Michele Dallapiccola (Casa Autonomia.eu) ha definito la lingua e la cultura come una radice nella storia. Ha evidenziato i segni del passato che ognuno porta addosso, nella lingua. Ha fatto un ragionamento di semantica e raccontato un aneddoto: nella sala consiliare del Comune di Taio c’è una rappresentazione grafica che parla dei popoli ladini e rimarca con il colore la presenza forte o collaterale dell’idioma. È importante, ha detto, non considerare che ci siano una cultura di serie A e una di serie B.

Giorgio Tonini (Pd) ha espresso il voto positivo. La mattinata, ha affermato, è stata l’inizio di una tradizione. Bisogna aver la lucidità di modificare ciò che va cambiato, ha aggiunto. Ha sottolineato la differenza tra autonomia e autonomie: la storia è di luci e ombre, c’è una tentazione ricorrente di sostituire il centralismo statale con un centralismo provinciale. Quando si parla delle minoranze e delle autonomie riconosciute si parla dell’identità trentina e va fatto con grande rispetto: ci sono specialità storicamente riconosciute e specialità che si affacciano e richiedono riconoscimento. È il tema del ladini della val di Non, ha detto. Tonini ha ricordato anche l’autonomia fassana e detto che c’è ancora molto da fare: il programma è aperto.

La seduta si è conclusa con la votazione: la proposta di mozione è stata approvata all’unanimità dai 30 presenti.