Lungo dibattito in aula sulla vicenda dell'impianto olimpico
Ice Rink di Piné, votate tre risoluzioni
Conclusa
la discussione sulla comunicazione di Fugatti sulla vicenda
dell’impianto del ghiaccio di Pinè. Votate tre risoluzioni.
La comunicazione di Maurizio Fugatti sull'Ice Rink di Pinè è stata al centro di un acceso dibattito in Consiglio provinciale.
Una vicenda, ha spiegato il Presidente, nata nel 2018 quando venne accettata la sfida delle
Olimpiadi. Una candidatura che ha avuto tempi stretti. I costi di
ristrutturazione in prima stima prevedevano il rifacimento della pista
e la copertura dell’anello per 32,6 milioni di euro. Dopo il cambio
del Governo nazionale che ha complicato le cose, nella tarda estate
del 2019, Pat e Comune hanno avviato una serie di studi sull’area e
veniva avanti l’ipotesi di un adeguamento della pista all’aperto.
Questa seconda ipotesi corrispondeva alla volontà di realizzare un
impianto sostenibile pur coscienti che l’impostazione, seppur
condivisa dal Cio, non era condivisa dalla Federazione ghiaccio
internazionale. Si è passati alla terza proposta con la copertura
parziale, nata dall’esigenza di contenere i costi, che è stata
fortemente voluta dall’amministrazione. Una soluzione leggera e per
questo nel 2020 la Pat allocò a bilancio 36 milioni di euro. Anche
la copertura parziale non ha trovato il sì della Federazione
internazionale che ha ribadito che solo una soluzione di totale
copertura sarebbe stata idonea. A fine 2021 con Draghi al Governo, la
Pat veniva a conoscenza di due proposte di partenariato pubblico
privato, una delle quali quella di Fincantieri infrastrutture, che,
oltre ad essere costosa, non comprendeva la gestione dell’oval.
Nel giugno 2022 il Navip ha dichiarato non procedibile la proposta.
Sì andati avanti con quella del comune per un costo di 49,9 milioni
di euro. Con l’assestamento 2022 sono stati messi in bilancio 50,5
milioni di euro e a livello nazionale il 9 agosto è stato nominato
un commissario nazionale. La caduta di Draghi e lo scioglimento delle
Camere, ha aggiunto Fugatti, non ha certo semplificato le cose e tra
agosto e ottobre il comune ha presentato un’altra proposta, alla
Pat è arrivato il progetto preliminare per il quale però i 50,5
milioni non sarebbero stati sufficienti. Il 7 novembre il comune ha
presentato il progetto al consiglio che l’ha approvato e la Pat era
disposta di versare 700 mila euro all’anno, Il presidente del Coni
il 22 novembre, espresse le preoccupazione del Cio e ha presentato
alla Pat la proposta di rinunciare alle gare di pattinaggio ma
affermando che la porta rimaneva aperta per le Olimpiadi giovanili e
è stata avanzata la nota proposta di fare della struttura di Baselga
il centro federale del tiro con l’arco. La struttura Pat però è
andata comunque avanti sulla strada dell’adeguamento dell’oval.
C’è stato poi il passaggio del nuovo amministratore e del nuovo
cda della Fondazioni Milano – Cortina che ha posto uno stop perché
la variazione della sede olimpica deve avvenire col voto di
maggioranza dei consiglieri. Il 13 dicembre la Provincia ha inviato
una nota a Malagò confermando l’interesse per fare di Miola un
centro federale della velocità e l’hockey e per l’arco, e la
disponibilità per le olimpiadi giovanili del 2028. Il 20 gennaio
sono stati resi pubblici i motivi della scelta e si è approvata la
delibera per il rilancio dell’altipiano pinetano. Quindi c’è la
volontà di ammodernare radicalmente l’impianto per farne un centro
di eccellenza per il ghiaccio e il tiro con l’arco.
Zeni:
è saltato tutto perché ci si è accorti che non c’erano i tempi
Luca
Zeni (Pd) ha affermato che solo oggi si è concessa la comunicazione
all’aula, ormai a iter concluso. Un fatto che mostra disprezzo per
il Consiglio. Nei fatti per Zeni, Fugatti si è arrampicato sul
ghiaccio anche perché era fin dall’inizio evidente che lo stadio
doveva essere coperto. Solo una volta a Calgary venne data una deroga
alla copertura. Nel 2019, inoltre, si parlava già di 50 milioni per
Pinè. Dal giugno del 2021 c’è stato un procedere a singhiozzo: il
comune decise di sospendere la progettazione per una manifestazione
d’interesse. Sospensione ripresa nel 2021 a fronte della proposta
della Fincantieri. Zeni ha ricordato che in realtà si è sempre
parlato di 60 milioni perché si sapeva che i 50,5 non erano
sufficienti e che sarebbero serviti altri 9,5 milioni. Non è chiaro,
ha aggiunto, perché se c’erano i dubbi del Coni si è andati avanti
con una delibera per stanziare i soldi. Non tiene, secondo
l’esponente dem, la scusa del cambiamento delle condizioni
economiche nel giro di un mese, tanto gravi da impedire di andare
avanti. Poi si è scoperto che 50 milioni per le Olimpiadi non vanno
bene, ma 30 per un centro federale sì. Secondo Zeni i motivi sono
altri: prima di tutto i tempi che ormai erano troppo stretti.
Insomma, si è andati talmente lunghi che ci si è resi conto che il
rischio di non farcela era troppo grande. Un danno per l’immagine
di efficienza del Trentino, tutt’altro che una bella pagina per la
nostra provincia.
Rossi:
è stata una presa in giro
Ugo
Rossi (Misto) ha affermato che anche Fugatti si è reso cono che il
Trentino ha fatto una brutta figura. Prima di tutto con gli abitanti
di Piné che sono stati presi in giro. Non per volontà precisa, ma
per la spocchia di non ascoltare nessuno. Stessa logica che si mostra
nella vicenda dell’ospedale di Cavalese. Il presidente, ha detto
Rossi, ha raccontato una storia dove nel novembre 2022 si approvavano
progetti preliminari e a gennaio si è detto che non si potevano più
fare. Nell’ottobre 2019, ha ricordato, dai banchi del gruppo del
Patt vennero suggerimenti che si sarebbero dovuti ascoltare, come
quello, contenuto in una mozione votata anche dalla maggioranza, di
tenere conto della necessità di un risparmio di spesa a fronte di
una stima per l’impianto di Piné che era di 37 milioni di euro.
Alla fine le verifiche sono state talmente approfondite che dopo 3
settimane hanno scritto a Roma che 37 non bastavano e ce ne volevano
50. Insomma, una presa in giro per Rossi, con i soldi che stanno nel
bilancio Pat e non dello Stato come qualche parte della maggioranza
riteneva. Nel novembre 2022 la Giunta è salita a Piné per arrivare
a dire, dopo tre settimane, che invece non si fa più nulla con la
scusa della guerra e della crescita dei costi. Rossi ha chiuso
augurandosi che ora la Giunta faccia realmente qualcosa di utile per
Piné, magari connettendo l’Altipiano con l’offerta turistica di
Trento.
Zanella:
era chiaro fin dall’inizio che l’Ice Rink non era sostenibile
Paolo
Zanella (Futura) ha ricordato che nella nostra legge, su sua
proposta, si prevede che le opere olimpiche debbano essere
sostenibili. Ed era chiaro che l’Ice Rink coperto non sarebbe stato
sostenibile. Sarebbe bastato guardare al caso di Torino che costò,
18 anni fa, 70 milioni e quello di Pechino più di 100 milioni.
Nell’ottobre 2022 il Cio disse che le spese erano insostenibili, e
nonostante ciò in Quarta Commissione si è arrivati con cifre
aumentate con in più 390 milioni all’anno per le spese di
gestione. Anche per Zanella si è trattato di una presa in giro,
ancor più se si pensa che per tuti i comuni sono stati dati 20
milioni e qui se ne mettono 50 per Pinè, anche se comprendono i 30
per le gare preolimpiche. Insomma, una cifra pesante per compensare
una figuraccia. Zanella ha detto di sperare che si mettano meno soldi
e li si indirizzino per risanare il lago.
Dallapiccola:
la vicenda di Piné dimostra la mancanza di visione della Giunta
Michele
Dallapiccola (Casa autonomia) ha affermato che la vicenda di Pinè
dimostra la mancanza di visione della Giunta. La logica è sempre
quella delle promesse, che non si possono mantenere, compresa quella
del tunnel da due milioni di euro per bypassare l’abitato dei
Cialini che si specchia sul lago delle Piazze e la strada di
Montesover. Quindi, a qualsiasi richiesta proveniente dalle
amministrazioni amiche di Pinè si è detto sì. Ma i dubbi ormai
serpeggiano anche nelle comunità visti i tanti cantieri che non sono
partiti, anche se di creduloni ce ne sono sempre. Allargando lo
sguardo alla Valsugana dal Pnrr sono arrivati 20 milioni che si sono
indirizzati alla Val dei Mocheni, ci ono 50 milioni per Pinè e 30
per la statale a Ospedaletto. Cento milioni, a fronte dei tagli per
tutte le altre località, basti pensare alla Panarotta con gli
impianti chiusi, per Pergine non c’è nulla. Scelte senza visione
se non quella elettorale.
De
Godenz: Piné è stata illuso dal Cio e dalla Federazione
internazionale
Pietro
De Godenz (UpT) ha sottolineato che Pinè voleva le Olimpiadi ma è
stata illusa non dal Trentino ma nelle dinamiche del Cio e dell’Ise.
De Godenz ha detto che l’unico posto dove avrebbe senzo uno
impianto nuovo è Pinè perché c’è una comunità. L’esempio di
Torino parla chiaro. Ora il fatto che rimarrà il Centro federale e
le gare di preparazione dev’essere un punto di partenza. Ci siamo
illusi di ricevere la deroga per una struttura non coperta, anche
perché Malagò aveva affermato che sarà l’ultima Olimpiade con
una struttura coperta che serve solo per omologare qualche record del
mondo. La copertura è assurda, ma tutti siamo stati presi un po’
in giro per il più importante evento sportivo che il Trentino
organizzerà nei prossimi 100 anni. A Tokio, ha concluso, sono
passate 14 sedi; in Val di Fiemme, un anno fa, abbiamo saputo che
arriveranno 10 – 12 gare in più che erano in un primo tempo il
Lombardia. Quindi, queste dinamiche non dipendono da noi.
Degasperi:
i comuni trentini non possono pagare per gli errori fatti a Piné
Filippo
Degasperi (Onda) ha detto che ormai si fanno ragionamenti postumi ma
ha ricordato che non tutti si sono fatti prendere in giro perché
molti consiglieri hanno sollevato ormai anni fa legittimi dubbi, a
partire da fatti evidenti come la sostenibilità degli impianti anche
a fronte di troppi esempi negativi. Non si sono mai forniti numeri e
la relazione di Fugatti rende merito a chi invece i numeri li ha
messi nero su bianco. La logica dei grandi annunci, come quello della
creazione della Silicon valley dell’Idrogeno lungo la linea della
Valsugana mentre i treni continuano a essere diesel. Tornando a Pinè,
se si parla di indennizzi significa che c’è stato un danno che non
possono pagare tutti i comuni trentini. Se si deve pagare qualcosa a
Pinè sono le promesse elettorali e quindi i responsabili. Cioè chi
non ha tenuto presenti le critiche.
Cavada:
per l’Altipiano è comunque un’occasione storica
Ganluca
Cavada (Lega) ha affermato che i 60 milioni sarebbero andati solo
alla copertura e al rifacimento della piastra ad ammoniaca quindi la
scelta di investire 29 milioni per l’oval e il palazzo del ghiaccio
è ragionevole. Comunque, per Cavada, si sono raggiunti importanti
risultati come il centro federale della velocità e hockey e del tiro
con l’arco. Non sono, con i fondi si potrà risanare il lago e
creare la ciclabile di Cembra con un collegamento a Pinè.
L’esponente della Lega ha detto che l’idea del rifacimento della
strada di Montesover era una necessità della comunità e il progetto
è stato stralciato perché nel giro di poco i costi sono
raddoppiati. Stesso ragionamento per la strada dei Cialini. Comunque,
ha concluso, per Pinè l’occasione di poter investire 50 milioni è
storica.
Coppola:
speriamo che ora si risani il lago e l’ambiente
Lucia
Coppola (Europa Verde) ha affermato che serve prudenza nelle scelte
anche per evitare delusioni tra la popolazione. I problemi di
tempistica ci sono ma non sono stati padroneggiati dalle
amministrazioni e dalle comunità. In breve si è passati
dall’entusiasmo per un investimento di 60 milioni ai fischi a
Malagò che ha portato la notizia che il progetto era insostenibile.
Ora Pinè ha la possibilità di avere a disposizione un capitale di
50 milioni, 30 per l’impianto, e 20 per risanare il lago e
l’ambiente. Anche se si deve guardare anche agli altri comuni pur
riconoscendo la solidarietà alla popolazione di Pinè che ha
investito in vista dell’evento olimpico. Ora l’auspicio è che
questi investimenti servano davvero a rilanciare l’Altipiano.
Marini:
il Trentino si è fatto abbindolare dalla narrazione olimpica
Alex
Marini (5 Stelle) ha ricordato che nel 2018 il ministro Di Maio
annunciò che le olimpiadi sarebbero state fatte a costo zero. Ora di
parla di 4 miliardi. Anche il Trentino si è fatto abbindolare dalla
narrazione che i giochi avrebbero cambiato il volto turistico del
Trentino. La Giunta, ha affermato ancora, pur partecipando al forum
per la sostenibilità delle strutture, non ha fatto i conti con la
realtà. Triste anche il fatto che sia stato il Cio a dirci che
l’impianto di Pinè non era sostenibile anche dal punto di vista
climatico. Una situazione drammatica in tutte le Alpi come dimostra
il documento allarmante sul surriscaldamento pubblicato dalla Pat.
Quindi, il progetto di Pinè andava nella direzione opposta alla
necessità di contenere la crescita della temperatura. Un progetto
obsoleto.
Rossato:
per Piné la perdita delle Olimpiadi è una ferita insanabile
Katia
Rossato (FdI) ha detto che la perdita delle Olimpiadi per Pinè è
una perdita gravissima che non può essere confortata da un
investimento di 50 milioni di euro. Per l’esponente di Fratelli
d’Italia è importante puntare su infrastrutture come la ciclabile
Fassa – Venezia.
Masè:
la scelta giusta per il futuro dei giovani
Vanessa
Masè (La Civica) ha ricordato che quello che si sta cercando di
fare, sia il Coni che la Giunta, per Pinè e per il Trentino è una
risposta anche ai giovani dell’Altipiano che chiedono che non venga
portato via il futuro.
La replica di Failoni
L’assessore Roberto Failoni ha detto che se si fosse rinunciato al sogno olimpico nel 2019 oggi a Baselga non ci sarebbe nessuna grande opportunità. E’ vero che nel 2019 abbiamo approvato all’unanimità un ordine del giorno, poi ci siamo mossi, tutti congiuntamente, fino a pochi giorni fa per realizzare l’Olimpiade. Sono state tante le prospettive, ma tutte hanno trovato ostacoli anche perché è importante ricordare che questa è l’unica disciplina che prevede l’obbligo di un impianto chiuso. Questo però è il passato. Se vogliamo parlare di futuro, parliamo di 29,5 milioni per impianti sportivi + altri 21 milioni per la riqualificazione del territorio di Baselga di Pinè e non credo siano pochi. Credo che l’opportunità che si sta affacciando sia molto importante, con tutti gli eventi nazionali e internazionali che saranno realizzati e sono anch’essi frutto di un duro lavoro da parte dei nostri dirigenti, Ha infine respinto l’accusa di mancanza di visione, perché questa è la volontà di dare risposte concrete ad un territorio variegato con enormi possibilità.
Le risoluzioni
Risoluzione di Rossato su tempi celeri e pista ciclabile: accolta
Accolto (con 3 non partecipanti al voto, 6 astenuti e 23 voti favorevoli), il documento di Fratelli d’Italia, illustrato da Katia Rossato che impegna la Giunta ad arrivare in tempi celeri alla sottoscrizione dell’accordo con il territorio comunale (passaggio già superato perché già realizzato) e ad inserire tra gli interventi la pista ciclabile con priorità per la tratta Pergine- Baselga di Piné, rendendo giustizia ad un territorio che merita di essere valorizzato. La consigliera ha chiuso l’intervento chiedendo alla Giunta di impegnarsi a mantenere le promesse, sostenendo il territorio, anche se l’indotto non sarà lo stesso del progetto originale. Ugo Rossi (Misto) ha dichiarato il voto favorevole: non si deve parlare in termini di indennizzo, ma della possibilità che poteva derivare dalla consapevolezza di fare le Olimpiadi con una logica di sostenibilità, ovvero con la lungimiranza che avrebbe consentito di fare le dovute verifiche senza illudere per anni una comunità. Ha aggiunto che si può anche cambiare idea lungo il percorso: si poteva parlare prima con sincerità e senso di responsabilità. Sostegno al documento anche da Roberto Paccher (Lega) nonostante lo abbia definito “banale”: inserire l’impegno ad onorare le promesse, ha detto, è fare un copia incolla di quanto la Giunta ha già realizzato. E’ noto che sono emerse problematiche relative ai costi dell’opera e che il comitato olimpico ha deciso diversamente. Tuttavia va apprezzato che la Giunta si sia impegnata a garantire ingenti risorse per compensare il territorio. “Un atto inutile che però sarà votato”, ha ironizzato Alessio Manica, stigmatizzando le diverse modalità di valutare i documenti di maggioranza e opposizione. Il consigliere del PD ha rilevato che c’è un problema grave di rispetto dell’aula, e questo è solo uno di numerosi e preoccupanti episodi. Sono molto perplesso anche su questo meccanismo di indennizzo che è solo il prezzo del silenzio di quella comunità, un modo maldestro di coprire le responsabilità che sono tutte della maggioranza perché alla maggioranza spettava vigilare sulla sostenibilità dell’opera. Paolo Zanella (Futura) ha concordato che 50 milioni di risarcimento ad un’unica comunità sono troppi rispetto ad una promessa che non è stata mantenuta perché di fatto era insostenibile findall’inizio. Gli investimenti dovrebbero essere fatti in maniera equa e sostenibile su tutti i territori. Ha detto che non parteciperà al voto sulla risoluzione di Fratelli d’Italia perché è ridicola, dal momento che impegna a fare qualcosa che già è stato fatto. Michele Dallapiccola (Casa Autonomia) ha aggiunto che il grave difetto dell’azione provinciale è stato quello di tenere “castrata” una comunità nelle sue aspirazioni, mentre in realtà non si è fatto niente se non scontentare chi in Piné è consapevole che non si vive di sole promesse. Alex Marini (5 Stelle) ha criticato la gestione del denaro della Giunta sulle strutture sportive, che dimostra di non sapere ragionare in una logica di sistema. Dovrebbe essere fatto un censimento degli impianti che tenga conto di diversi parametri e utilizzare le risorse in maniera intelligente. Nel momento in cui destiniamo delle risorse al capitolo dello sport occorrerebbe ragionare in un’ottica di utilità marginale e comparativa rispetto alle esigenze complessive della popolazione e dei territori: considerazioni che purtroppo non vengono fatte, mentre si preferisce solo dare risposte ai grandi elettori.
Risoluzione di Marini volta alla sostenibilità degli impianti: bocciata
Respinta (con 18 voti contrari e 12 favorevoli) la risoluzione del consigliere Alex Marini (5 Stelle) che impegnava la Giunta a far sì che il Coordinamento provinciale per le Olimpiadi 2026 produca una relazione tecnica puntuale circa l’impatto attuale e futuro degli impianti costruiti in Trentino in occasione delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina ed elabori, similmente a quanto avviene a Bolzano, un piano di legacy, ovvero di gestione e manutenzione post-olimpica. Alessandro Olivi (PD) ha dichiarato sostegno al documento che rafforza un’attitudine che la politica dovrebbe avere, nel monitorare lo sviluppo, le ricadute e gli impatti sul territorio delle opere. Ha espresso poi una preoccupazione, auspicando possa essere condivisa, ovvero che in questa partita il Trentino si sia dimostrato poco dentro la rete delle relazioni istituzionali, con il Governo, con il Coni e con gli altri enti locali. Anche Paolo Zanella ha dichiarato di votare a favore della risoluzione, volta alla sostenibilità ed allineata a tutti gli interventi da lui promossi su questo argomento, mozioni, ordini del giorno, emendamenti ad articoli. Alessandro Savoi (Lega) ha espresso dispiacere per la mancata assegnazione delle Olimpiadi a Piné. Questo tuttavia non è certo colpa della maggioranza o della Giunta che ci ha messo anima e corpo in ogni momento: la gente che ragiona lo capisce. Si sistemano l’ovale, lo stadio, il lago della Serraia, le ciclabili ed è doveroso riconoscere un risarcimento importante alla comunità di Piné e ad un territorio che va riqualificato a prescindere e non è corretto fare la guerra con gli altri comuni. Ugo Rossi ha anticipato il voto convintamente favorevole alla proposta di Marini che richiama al dovere della sostenibilità degli impianti. Un lavoro ancora più importante per scongiurare, come spesso è accaduto su investimenti di questa portata da parte di organi di controllo, che ci siano valutazioni affrettate e strumentali ex post. Ha detto di votare la risoluzione anche Ivano Job (Coraggio Italia), sebbene abbia rilevato che alcuni degli impegni contenuti nel documento si realizzano già. Tuttavia non è vano ribadire e precisare.
Risoluzione del PD che impegna ad ammettere la figuraccia: bocciata
Negativo (con 18 voti contrari e 12 favorevoli) anche il giudizio sulla risoluzione del PD che chiede di riconoscere le incongruenze e l’approssimazione del percorso che ha portato alla rinuncia dello svolgimento delle gare di pattinaggio alle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 a Baselga di Piné ed a scusarsi con la comunità trentina per la figuraccia internazionale a cui ha esposto il Trentino. Luca Zeni, nell’illustrarla, ben consapevole che la Giunta non la potrà accogliere, ha ripercorso i fatti e ha ribadito la posizione critica: c’è stato un iter quantomeno superficiale e di fronte al rischio di non riuscire a completare l’opera si è cercata una via d’uscita per “salvare la faccia”. Una risoluzione “offensiva” perché non riconosce l’iter seguito, le problematiche emerse e le scelte fatte dal Comitato olimpico, ha detto con enfasi Roberto Paccher. Ugo Rossi ha riconosciuto che la risoluzione che chiede alla Giunta di riconoscere un cammino non edificante, è ovviamente politica ed è nel diritto del PD di presentarla. “Non offensiva, eventualmente provocatoria”, l’ha definita Alex Marini, che ha annunciato di votare la proposta di risoluzione ed ha elencato il numero di interrogazioni proposte dalle minoranze negli anni per chiedere conto dell’iter sugli investimenti olimpici, documenti sempre sviliti e rimasti senza risposta: a ben guardare chi ha avuto un comportamento offensivo dell’aula? si è chiesto.