Questa mattina in Consiglio provinciale
Bocciate in aula tre risoluzioni della minoranza sulla ferrovia del Brennero e il bypass di Trento
Nella foto, il rendering dell'imbocco della galleria ferroviaria a sud di Trento
Quattro
(su un totale di 16) le risoluzioni della minoranza sulle
comunicazioni del presidente Fugatti sulla ferrovia del Brennero e il
bypass ferroviario di Trento discusse in mattinata. Bocciate quelle
di Paola Demagri del Patt, quella di Lucia Coppola del Misto - Europa
Verde e la prima di Alex Marini, Misto – 5 Stelle, mentre è in
discussione la seconda risoluzione di Marini. Si riprende alle 15.
Più
collaborazione tra Pat e Comune di Trento. No alla risoluzione
Demagri.
La
mattinata in Consiglio si è aperta con le dichiarazioni di voto
sulla prima risoluzione, quella di Paola Demagri del Patt che è
stata bocciata. Primo intervento quello di Zanella (Futura) che ne ha
difeso il dispositivo che mirava a impegnare la Giunta ad avviare una
collaborazione più concreta tra Pat e Comune di Trento e a
potenziare l’informazione sui vantaggi di questa opera. Anche se
l’esponente di Futura ha criticato l’ipotesi dell’uscita
dell’A31 a Trento sostenuta dalla proponente nella premessa.
Roberto Paccher (Lega) ha criticato Zanella definendolo “tuttologo”
per i suoi interventi su ogni argomento. Tra l’altro l’esponente
leghista ha accusato il consigliere di Futura di essersi dimesso da
assessore a Trento per entrare il Consiglio per mere motivazioni
economiche. Paolo Zanella ha ribattuto che un rappresentante politico
ha il dovere di occuparsi di tutti i temi e ha ricordato che la
scelta del Consiglio, rispetto all’assessorato in Comune, è stata
per lui sofferta e non determinata da motivi economici. Anche perché
ha ricordato che con la consigliera Coppola sta restituendo gli
aumenti che anche la Lega ha votato in Consiglio regionale.
Filippo
Degasperi (Onda Civica) ha ricordato che la risoluzione contiene
aspetti che sono stati sollevati anche da Fratelli d’Italia e
quindi il no della Giunta è ancor più incomprensibile. Sul tema del
tunnel del Brennero c’è stata scarsa informazione al punto che ci
sono consiglieri che cadono dalle nuvole quando si ricorda che
l’ipotesi della Destra Adige venne scartata 17 anni fa dalla Pat.
Quindi, chi ha votato contro ha detto no alle azioni informative. La
citazione sul completamento dell’A31 nella premessa è però
inaccettabile anche per Degasperi.
Alex
Marini (Misto – 5 Stelle) ha condiviso il testo del Patt ma avrebbe
allargato la collaborazione anche al Ministero delle infrastrutture.
Centrale l’importanza dell’informazione anche per l’analisi
costi – benefici che non è ancora chiara. Anche Marini ha espresso
dubbi sulla premessa, in particolare l’innesto dell’A31 a Trento
sud. L’arteria, ha affernato, finirebbe per fare concorrenza con
la ferrovia, indebolendo gli interporti del veronese, riducendo la
redditività dell’investimento sull’asse del Brennero.
Per
Pietro De Godenz (UpT) il completamento della A31 a Trento sud è
invece importante e, sul bypass e la linea ferroviaria del Brennero
ha raccomandato di accogliere l’invito a una collaborazione tra Pat
e Comune. Molto condivisibile il dispositivo anche per Lucia Coppola
(Misto – Europa Verde) anche perché, ha ricordato, che gli
abitanti di San Martino hanno manifestato la preoccupazione di un
ritorno agli anni ‘70, quando Piedicastello venne distrutto dalla
tangenziale. C’è insomma il rischio che un quartiere appena
riqualificato ritorni drammaticamente indietro. C’è quindi bisogno
di un momento di riflessione su questo grande progetto.
Ugo
Rossi (Azione), condividendo la risoluzione, ha affermato che Fugatti
ha letto un testo preparato dagli uffici, tranne un passaggio quello
in cui ha citato il protocollo del 2019 da lui firmato e che
garantirebbe l’interramento della ferrovia e della stazione. Fatto
che non corrisponde alla realtà per Rossi, perché questo era già
previsto nel protocollo 2018. I soldi per fare l’opera vengono
dall’Europa, ha sottolineato l’esponente di Azione: quell’Europa
la cui bandiera è stata pubblicamente ammainata da Fugatti. I soldi
del Pnrr, a concluso, non li ha portati Fugatti, li ha messi lo Stato
perché si è trovato lì pronto il progetto.
La
votazione si è svolta in modo separato: 18 no, 3 non partecipanti al
voto 9 astenuti e 5 sì sulla premessa; primo punto e secondo
bocciati con 18 no 14 e 3 astenuti.
Valutare
le soluzioni meno impattanti. No alla proposta Coppola.
La
risoluzione di Lucia Coppola del gruppo Misto - Verdi, bocciata con
14 no, 13 sì, un astenuto e due non partecipanti, voleva impegnare
la Giunta a stabilire assieme al Comune di Trento linee guida per il
trasporto merci e persone che vadano a valutare, nel medio e lungo
periodo, gli effettivi bisogni delle comunità, andando inoltre ad
individuare le soluzioni meno impattanti per il territorio. Dopo il
no espresso dalla Giunta, Marini è intervenuto a favore ricordando
che la riduzione delle emissioni si potrebbe fare già da ora, senza
attendere la costruzione di una ferrovia di queste dimensioni.
Un’opera che richiederà un grande dispendio di energia che non
verrebbe recuperata e che risponde alle necessità basate sulle stime
di RfI che prefigurano un aumento esponenziale delle merci
trasportate. Ma dal 2010 al 2020 c’è stato un calo delle merci
trasportate. In Italia nel 2010 hanno circolato 1527 milioni di
tonnellate, nel 2017 875 milioni. Un calo strutturale, ha detto
Marini, e non legato alla contingenza e che probabilmente sarà
incrementato dal costo delle materie prime. Quindi, si potrebbero
togliere gli incentivi sul diesel incrementando il trasferimento da
gomma a rotaia e trasferendo traffico su altri assi di traffico.
Ugo
Rossi ha manifestato dubbi sulla premessa e ha invece condiviso il
dispositivo anche perché ricalca il protocollo, firmato nel 2019 da
Fugatti alla presenza di Tonina, e che parla di linee guida. Non solo
ma le valutazioni e gli approfondimenti richiesti dal protocollo si
sarebbero dovute fare entro 180 giorni, invece non se ne sa più
nulla. Troppo facile, ha concluso, dire che si sono portati i soldi
per l’opera e lasciare al Comune di Trento la “patata bollente”
di questo progetto.
Paola
Demagri, appoggiando la proposta Coppola, ha lamentato il fatto che
dalla Giunta arrivano solo no secchi, senza alcuna possibilità di
dibattere temi fondamentali per un progetto di queste dimensioni.
Zanella
ha ricordato, da assessore alla mobilità di Trento, di aver studiato
il protocollo e si ragionato sulla mobilità anche dal versante delle
merci. Ma dalla città passerà un’opera sovranazionale e per
l’ipotesi della Destra Adige purtroppo, con un miliardo sul tavolo,
un ripensamento è impossibile.
Giorgio
Tonini (Pd) ha detto che la premessa non è condivisibile perché
mette in dubbio l’opera. Ma è vero che il modo di trasportare le
merci su strada è primitivo dal punto di vista ingegneristico. La
ferrovia, che sembrava superata, ora è tornata ad essere una
tecnologia di punta. E le grandi opere ferroviarie non solo creano
lavoro ma hanno alla loro base la ricerca di punta. Il cantiere del
tunnel del Brennero, ha affermato, assomiglia alla conquista dello
spazio. Una galleria di 50 km fatta da due gallerie che si sono
incontrate al millimetro: un balzo in avanti tecnologico di
proporzioni storiche. Tra l’altro, ha ricordato che la parte
italiana dell’Eurotunnel è più avanti di quella austriaca che è
in ritardo notevole. Insomma, l’opera è importante in sé perché
va nella direzione del futuro. Tonini ha sottolineato che in questo
dibattito è mancata la replica di Fugatti. Un no al dialogo
incomprensibile, così come stravagante appare la scelta della
maggioranza di non presentare una sua risoluzione. Atteggiamenti che
fanno passare il Consiglio come uno sgradevole inconveniente e che
non fanno crescere le istituzioni. Anomalie , ha concluso, che non
sono nell’interesse di nessuno.
Filippo
Degasperi, appoggiando la risoluzione Coppola, ha anche lui
sottolineato la singolarità della mancanza della replica e quindi o
da parte della maggioranza si pensa che il Consiglio non sia degno di
ricevere ipotesi; oppure le risposte, come è probabile, non ci sono.
Ci sono solo boutade per i
giornali. Il tema è complesso, ha
continuato, e ci si dovrebbe
chiedere perché si debbano continuare a spostare merci, anche perché
se dovessimo spostare solo il 10% delle merci che passano su strada
alla ferrovia si dovrebbe raddoppiare
il numero di treni. Infine, Degasperi, ha ricordato che le giunte di
Trento dell’impatto della ferrovia sulla città non si sono mai
occupate.
Una
perizia idrogeologica per scongiurare i rischi per le sorgenti. No a
Marini.
La
proposta di risoluzione del consigliere Alex Marini (Misto
- 5 Stelle), bocciata
con 16 no, 8 sì, 4 astenuti e due non partecipanti al voto,
mirava a impegnare
la Giunta a valutare la redazione di una perizia, da parte del
Servizio Geologico provinciale, per
valutare l'impatto idrogeologico che provocheranno gli scavi
necessari alla costruzione del tunnel, mettendola
a disposizione al
coordinatore del dibattito pubblico, e
pubblicandola sul sito
istituzionale della Provincia. Il
consigliere pentastellato
ha sottolineato i possibili problemi per le ben
222 sorgenti interessate
e per il Fersina che verrebbe
attraversato in profondità dall’opera ferroviaria.
L’assessore
Tonina ha espresso il parere negativo della Giunta perché le
valutazioni di carattere geologiche sono state fatte da Italfer su
incarico di RfI. La Pat inoltre ha fornito tutti i dati e il Servizio
Geologico valuterà anche la qualità degli studi già effettuati.
Lucia
Coppola ha definito
importantissimo il tema delle falde acquifere affrontato da Marini e
Zanella ha ricordato i gravi problemi causati al lago Loppio dalla
costruzione della galleria 60 anni fa e quelli affrontati per la Riva
– Loppio.
Ugo
Rossi ha detto che se si dovessero mettere in evidenza solo i rischi
di un’opera questa non si farebbe mai. Negatività ce ne sono
sempre, ma enfatizzandole si rischia il deficit infrastrutturali come
è accaduto all’Italia per il trasporto del gas. La Pat ha,
ribadito, ha deciso di tenersi fuori da questa grande partita perché
alla maggioranza importano solo i social e la cabina elettorale.
Alessio
Manica (Pd) ha ricordato che mentre si parla dell’opera più
impattante per il territorio Fugatti era a Levico per la conferenza
stampa del Giro d’Italia. Ciò significa che non capire la
gerarchia dell’importanza dei temi. Nello specifico Manica ha
ricordato che l’acqua è in cima alle preoccupazioni dei cittadini
e per questo il Servizio Geologico Pat va coinvolto a pieno titolo.
Anche
Degasperi ha criticato la scelta del presidente della Giunta di
preferire la conferenza stampa del Giro al dibattito consiliare su
un’opera che avrà un grandissimo impatto e che sta preoccupando i
cittadini.
Ivano
Job (Lega) ha ricordato che,
tanti anni fa, la Lega raccolse le firme contro
l’allungamento della Trento – Malè in
Val di Sole chiedendo a
nome di centinaia di cittadini un
rapporto con le istituzioni. Alla fine non venne ascoltato nessuno e
il risultato
è un progetto orribile che deturpa la valle. Per questo
ha detto Job “sulle risoluzioni della
minoranza avrei agito
diversamente”.
Si sarebbe potuta
concordare una risoluzione unica, invece
si è preferito il no e si è
sbagliato perché conveniva a tutti trovare una soluzione che se
poteva andare bene al Consiglio avrebbe potuto andare bene anche
ai trentini.
Luca
Guglielmi (Lista Fassa) ha detto che sono state le minoranze a
chiedere il non contingentamento dei tempi e a presentare 16 mozioni
per
fare ostruzionismo sfruttando questo tema per altre finalità.
Inoltre, ha
ricordato che Fugatti aveva
chiesto l’anticipazione del punto sul bypass proprio perché aveva
per oggi altri impegni.
La
seconda risoluzione Marini mirava a impegnare la Giunta a valutare un
confronto con Governo e RfI per impiegare una quota degli 880 milioni
del Pnrr per il tunnel del Brennero per dimezzare i tempi dei 7
interventi previsti su Trento e degli 80 sul territorio per la
riduzione del rumore.
Giorgio
Tonini ha affermato che il problema è reale e oltre al rumore ha
anche a che fare con la sicurezza. Anche per questo la
circonvallazione ferroviaria di Trento è indispensabile. Treni di 2
mila tonnellate che viaggiano a 80 km in piena città, oltre a rumore
e vibrazioni, rappresentano una bomba, basti ricordare la tragedia di
Viareggio. L’esponente dem ha ricordato poi che non c’è solo
Trento e ci si deve occupare delle zone extracittadine.
Ugo
Rossi ha detto di votare con grande convinzione la risoluzione perché
evidenzia un’occasione straordinaria per la Pat, quella di chiedere
di utilizzare il Pnrr per finanziare queste opere di difesa già
previste da RfI.
Filippo
Degasperi ha ricordato la
decisiva importanza della sicurezza e del rumore e sono tutt’altro
che il nulla come ritiene la maggioranza. Sì alla risoluzione anche
da parte di Zanella, mentre
Michele Dallapiccola del Patt ha criticato l’assenza di Fugatti.
L’impressione, ha aggiunto, è che la Giunta preferisca la
propaganda piuttosto che affrontare le preoccupazioni e qualche volta
la collera dei cittadini.
Roberto
Paccher (Lega) ha sollevato il problema di un uso eccessivo delle
informative che nelle passate legislature
sono state poche mentre in questa siano già a 44. Grandissime
perdite di tempo, secondo Paccher che
ha difeso Fugatti che ha preferito il Giro rispetto ad un dibattito
vuoto e che non tiene conto dei problemi reali del trasferimento
delle merci dalla gomma alla ferrovia.