In Consiglio provinciale nel pomeriggio della seconda giornata
Accolte tutte le risoluzioni presentate contro il linguaggio violento e d'odio
Iniziato l'esame della mozione di Olivi sul turismo
Il
Consiglio provinciale ha concluso
nel pomeriggio di oggi l’esame delle risoluzioni sulla comunicativa
in merito al linguaggio violento, approvando
all’unanimità
tutti
e quattro i documenti: la
risoluzione
di Zanella per un corso di formazione sulla comunicazione non
ostile, le
due risoluzioni di Marini per
affidare al Forum per la Pace un report annuale sull’odio online e
per la promozione di campagne di comunicazione sociale via radio, la
risoluzione di Ferrari per
modificare il regolamento interno al fine di contrastare il ricorso
ad espressioni e comportamenti offensivi dentro
e fuori dall’aula. A seguire, il
Consiglio ha
approvato
la
mozione di Zanella sull’attivazione
di
percorsi di partecipazione e di informazione sulla
circonvallazione ferroviaria di Trento, ampiamente dibattuta nella
precedente seduta e
ha avviato
l’esame della mozione di Olivi che
chiede misure
di emergenza e un piano straordinario per il rilancio del turismo.
Il
dibattito sul linguaggio violento
Roberto
Paccher
(Lega nord) è intervenuto
per
puntualizzare, citando
concreti
esempi, che il linguaggio scorretto, poco rispettoso dei colleghi e
sessista in quest’aula non è mancato nemmeno tra le file delle
Minoranze. Evidentemente il metro non è lo stesso quando si parla di
maggioranza
o minoranza, ha aggiunto, ricordando infine il prezzo delle
dimissioni da Presidente della Lega pagato da Savoi, che con le sue
esternazioni si riferiva ad un contesto di tradimento politico e
personale e
se si vuole coerenza e trasparenza, ha concluso, si dovrebbe
riflettere sulla gravità del cambio di casacca da parte delle
consigliere confluite in Fratelli d’Italia, alle quali sono state
rivolte le sue parole.
Claudio
Cia (Fratelli
d’Italia) ha
chiarito di non
condividere
alcune affermazioni del collega Paccher: quando si parla di coerenza,
questa non è rivolta ad un contrassegno politico, ma ad un pensiero
politico e se vogliamo essere duri e puri fino in fondo lo dovremmo
fare a partire dalla propria esperienza personale, politica ed umana,
ha
dichiarato.
Lucia
Coppola
(Misto) ha aggiunto che una critica anche aspra ci può stare,
diverso è esprimersi con esternazioni come quelle che abbiamo letto
sulla pagina Facebook del consigliere Savoi. In ogni caso questa
discussione
può
essere l’occasione per operare una
riflessione a tutto tondo sull’odio
e sulla
violenza delle affermazioni politiche,
perché la dignità dell’aula e dell’istituzione passano anche da
questo genere di atteggiamenti. Siamo
a metà legislatura, ha concluso, questo è il momento per darci
delle regole e modificare questa brutta maniera di rapportarsi,
respingendo frasi
ed affermazioni offensive e violente.
Sara
Ferrari
(PD) ha sottolineato la gravità di quanto successo e anche
la
gravità dell’assenza di una condanna unanime, chiedendo che quanto
accaduto sia valutato
e si traggano le conseguenti decisioni di rimettere il proprio
mandato, perché non siamo qui a titolo personale, ma siamo qui per
tutti i cittadini trentini. Poco importa il perdono delle dirette
interessate, quanto accaduto rimane inaccettabile e non scusabile.
Dobbiamo
smetterla di assuefarci e dobbiamo reagire per non abbassare la
nostra soglia di disagio, ha concluso.
“Siamo
quello che comunichiamo”,
ha osservato Michele
Dallapiccola (Patt)
e se questo è vero Savoi ha rappresentato se stesso con le frasi
pronunciate. Tuttavia tutto va contestualizzato e certi episodi vanno
ricondotti nel momento e nella trama in
cui si realizzano.
Il
consigliere Paccher
ha ricordato nel
suo intervento episodi
spiacevoli che estrapolati dal contesto assumono un significato
diverso. Occorre dunque estraniarci dal significato specifico di
questo episodio, perdonare
Savoi
ed
assumerci tutti maggiori responsabilità per il futuro.
Le
parole sono come macigni, costruiscono mondi ed hanno effetti e
conseguenze precisi, ha ribattuto Paolo
Zanella (Futura).
Le
parole sessiste, discriminatorie e volgari usate da Savoi non sono
tuttavia un episodio isolato per il consigliere e anche per questo
non possono essere liquidate in maniera superficiale. Certe
affermazioni non si possono giustificare in nessun modo, tanto più
che si tratta di frasi scritte e dunque pensate ed elaborate, non
pronunciate nell’impeto del momento. Di
conseguenza, le dimissioni dalla Lega sono del tutto insufficienti e
il caso richiederebbe le dimissioni dall’aula
che risulta disonorata.
La
replica di Segnana: serve
coerenza, chi
è senza peccato scagli al prima pietra
L’assessora
Stefania
Segnana,
nella replica, ha condannato gli atteggiamenti sessisti e le parole
deprecabili del consigliere Savoi che ha chiesto pubblicamente scusa.
Ci sono parole e minacce che fanno male e persone, anche in
quest’aula, che fanno battute sessiste anche pesanti, come accaduto
solo poche settimane fa con
le espressioni rivolte
ad una senatrice di Italia viva, da parte di consiglieri che sono
intervenuti in quest’aula a condannare le parole del consigliere
Savoi. Va bene tutto, ma cerchiamo di essere tutti coerenti con
quello che diciamo, ha
detto.
Facciamo tutti un personale atto di coscienza, condanniamo questi
atteggiamenti, ma andiamo avanti con maggiore coerenza, ha
suggerito.
Alessio
Manica
(PD) ha replicato
in modo piccato respingendo la
lettura dei
fatti
nei
termini proposti
dall’assessora:
si
facciano i nomi
e cognomi di chi ha usato epiteti “alla Savoi” perché io in
quest’immagine non ci voglio stare, ha
dichiarato.
Via
libera alla risoluzione di Zanella per un corso di formazione sulla
comunicazione non
ostile
La
prima risoluzione, proposta da Paolo
Zanella
e
approvata all’unanimità, impegna
la Giunta ad organizzare per tutti i consiglieri e le consigliere,
valutandone la progressiva estensione a tutto il personale della
Provincia, un corso di formazione sulla comunicazione non ostile e
contro il linguaggio d’odio, con il supporto di esperti/e del
settore. Il
presidente dell’aula Walter
Kaswalder
ha ricordato il corso sulla comunicazione non ostile organizzato
qualche anno fa dal Consiglio che andò quasi deserto. Ferrari
ha auspicato che alla proposta di Zanella segua una reale
partecipazione, differentemente da quanto accadde nella precedente
edizione.
Luca
Guglielmi (Lista
Fassa) ha proposto di riflettere piuttosto sul fatto che un ordine
del giorno
di 14 punti è ancora fermo al punto 1bis, quando ci sono disegni di
legge importanti da
discutere, che
incidono sulle vite dei cittadini e meritano l’attenzione di
quest’aula. Lucia
Coppola
ha replicato che questa
è la democrazia,
non
ci sono argomenti di serie a o di serie b, dopodiché
il caso specifico era degno di attenzione e di indignazione. Le
dimissioni di Savoi dalla Lega,
ha
aggiunto, hanno
ben
poco
valore, il passo indietro
che andrebbe fatto sarebbe
quello da consigliere
provinciale,
perché
qui si è lesa la dignità del
Consiglio e
delle istituzioni che rappresenta.
Mara
Dalzocchio (Lega)
ha sottolineato l’errore gravissimo del collega Savoi, ha ricordato
le scuse tempestivamente presentate dal consigliere, ma si è chiesta
se abbia senso essere qui da giorni a seguire questa singolare agenda
di priorità anziché discutere passaggi con ricadute ben più
importanti per i cittadini trentini in questo momento di particolare
difficoltà. Tanto
più che episodi di volgarità verbale si possono ascrivere anche a
consiglieri di minoranza ha detto, citando alcuni casi, tra i quali
una battuta del consigliere Degasperi.
Filippo
Degasperi (Onda
Civica) ha respinto l’episodio descritto da
Dalzocchio definendolo
una bugia del tutto infondata,
tanto che l’espressione di insofferenza pronunciata dal consigliere
in una seduta di videoconferenza mentre
pensava che il microfono fosse spento, era
rivolta ad
una telefonata in arrivo
e non certo alla collega che stava parlando in quel momento. La
genesi dell’episodio così come descritta da Degasperi è stata
confermata dalla stessa Ferrari, alla quale in un primo momento
sembrava diretta l’espressione di insofferenza.
Accolta
la risoluzione di Marini
per affidare al Forum per la Pace un report
annuale
sull’odio
online e la violenza verbale
La
risoluzione proposta da Alex
Marini (Misto)
accolta
all’unanimità nella forma emendata, impegna
il presidente del Consiglio provinciale a mettere a disposizione
risorse integrative
per le attività svolte dal Forum per la pace affinché possa
redigere annualmente un report sull’odio online e la violenza
verbale. L’impegno
è inoltre
a
promuovere adeguate attività di informazione sui contenuti del
report di cui al punto 1 e
più
in generale dei comportamenti da assumere per disinnescare il
linguaggio d’odio.
Paolo
Zanella
ha respinto le accuse alla minoranza di ostacolare i lavori e ha
dichiarato di essere disposto a fermarsi in aula a discutere di
tutto, ma anche questi temi sono importanti e degni di essere
affrontati.
Sara
Ferrari
ha sostenuto la risoluzione del collega aggiungendo alcune
riflessioni sul sessismo e la comunicazione verbale violenta.
Sì
alla risoluzione di Marini che promuove le campagne di comunicazione
sociale via radio
Approvata
anche la
seconda risoluzione proposta da Marini che
impegna
la Giunta a
promuovere e
intensificare campagne
di comunicazione sociale volte a limitare l’impatto dei conflitti e
delle emergenze sociali sul territorio provinciale, e ad
intensificare le misure di comunicazione sociale avviate dalla Pat
tramite le piccole emittenti radiofoniche e televisive locali per
favorire lo sviluppo di una cultura ispirata al principio della
parità tra uomo e donna e canoni di linguaggio rispettosi e non
violenti. Il
documento è stato sostenuto da Paolo
Zanella.
Disco
verde alla
risoluzione di Ferrari per modificare il regolamento interno al fine
di contrastare il ricorso ad espressioni e comportamenti offensivi
La
quarta e ultima risoluzione proposta da Sara
Ferrari (Pd),
approvata
all’unanimità, impegna
il presidente del Consiglio provinciale a presentare modifiche al
regolamento interno atte a rafforzare norme e sanzioni per
contrastare il ricorso, pur nella legittima polemica politica, ad
espressioni e comportamenti di carattere offensivo, dentro e fuori
dall’aula del Consiglio, tanto più se connotati in termini di odio
e discriminazione ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione.
Ha
appoggiato il documento la consigliera Coppola
che
ha definito questo un segnale forte alla comunità anche in risposta
ai fatti recenti ed
ha apprezzato la sottoscrizione della risoluzione da parte di tutti i
gruppi politici. Sostegno anche da parte di Paola
Demagri (Patt)
che ha respinto l’immobilismo su un tema come questo: non c’è
politica sana senza assunzione di responsabilità e rispetto e se
vogliamo uscire dal circolo della violenza partiamo dal regolamento.
Anche
Claudio
Cia ha
detto di riconoscersi nella preoccupazione manifestata dall’aula e
in questa proposta di tipo preventivo, anche se ha espresso dei dubbi
sull’opportunità che la Presidenza si trasformi in una sorta di
pubblico ministero.
Il
presidente Kaswalder
ha
evidenziato alcuni aspetti problematici emersi nel confronto con il
servizio
legislativo:
non è pensabile che il regolamento interno tenga conto di
comportamenti fuori dall’aula, ha detto, e questo potere
presenterebbe anche pesanti margini di arbitrarietà. Non a caso non
esiste alcun antecedente, ha aggiunto, proponendo di emendare il
documento togliendo la fattispecie “fuori dall’aula”.
La
proposta è stata sostenuta da Dalzocchio
che ha condiviso anche le perplessità espresse dal consigliere Cia:
stiamo attenti a non esagerare, ha detto,
e a non cadere nell’ideologia.
Ugo
Rossi (Misto)
ha sottolineato che la questione non è di carattere politico, ma di
applicabilità. Ha dunque suggerito dunque di fare un approfondimento
in
Ufficio di presidenza
per
comprendere cosa possa essere tradotto
nel concreto.
Zanella
ha aggiunto che il limite non può essere quello dell’aula, è
l’atteggiamento sessista da condannare e il discrimine è
l’utilizzo delle parole in un contesto pubblico (come possono
essere i giornali o i social) oppure privato: sarà l’Ufficio
di presidenza a trovare la formulazione giusta, ma intanto
ufficializziamo il fatto che in quest’aula e fuori dall’aula i
consiglieri provinciali non possono pronunciare parole d’odio. La
risoluzione è stata approvata all’unanimità nella stesura
proposta, già sottoscritta da tutti i capigruppo.
Mozione
323 Paolo Zanella (Futura) (approvata)
Percorsi
di partecipazione sulla circonvallazione ferroviaria di Trento
Il
dispositivo della mozione, approvata in forma emendata, impegna la
Giunta in due direzioni: 1. ad organizzare in tempi brevi insieme al
Comune di Trento e alle Circoscrizioni cittadine interessate,
attraverso l’Osservatorio per lo sviluppo del corridoio del
Brennero e il Comitato tecnico-scientifico, più momenti partecipati
di informazione e condivisione del progetto, delle sue fasi e delle
implicazioni ambientali, sociali ed economiche che l’opera avrà
sul territorio; 2. ad accompagnare l’intero iter progettuale e
realizzativo, non solo attraverso comunicazioni istituzionali
sull’apposito sito, ma anche attraverso momenti di confronto aperto
con la cittadinanza.
Ugo
Rossi (Misto) è intervenuto a sostenere la proposta che arriva a
suo avviso nel momento giusto, giacché c’è lo studio di
fattibilità e la partecipazione va fatta con la documentazione a
disposizione.
Appoggio anche da Luca Guglielmi (Lista Fassa) e
Sara Ferrari (PD) che ha definito il confronto pubblico utile
e necessario.
Alex Marini (5 Stelle) ha espresso il parere
favorevole ricordando che il concetto della partecipazione popolare
nacque proprio con riferimento allo sviluppo di una rete ferroviaria.
Quello del coinvolgimento della popolazione su una grande opera,
dunque, è a suo avviso solo il minimo sindacale, ha aggiunto,
auspicando che il dibattito pubblico avvenga ai sensi del decreto
legislativo del 2018 che lo disciplina.
Simili le argomentazioni di
Filippo Degasperi (Onda
civica): la partecipazione è già prevista dalla legge e
anche da due delibere datate di cui una istituiva l’Infopoint al
Muse con l’impiego anche delle risorse per realizzarlo. Fino ad
oggi non si è fatto nulla perché non c’era nulla da discutere, ha
concluso.
Mozione
324 di Alessandro Olivi (Pd) (discussione in corso)
Misure
di emergenza e un piano straordinario per il rilancio del turismo
Il
consigliere Alessandro Olivi ha annunciato sulla proposta la
richiesta di una sospensione dei lavori, per poter valutare con la
Giunta un emendamento depositato questa mattina. Il consigliere ha
dichiarato di essere certo che il settore del turismo trainerà la
ripresa perché l’Italia ha uno straordinario patrimonio turistico
che potrà dare risposte alle esigenze che emergeranno nel post
pandemia. A questo tema dobbiamo dunque dedicare tutte le nostre
attenzioni e cure, ha detto. La mozione muove da un’analisi della
situazione critica del momento e riguarda le forti cadute di
fatturato dell’industria turistica invernale e l’intero comparto
che vive e si alimenta attorno al turismo delle nostre valli. Il
documento affronta anche in grande sintesi il fatto che dobbiamo
prepararci con un piano di lungo periodo per costruire una nuova
frontiera di competitività, un ragionamento esteso alla necessità
di coinvolgere gli attori della filiera sul modello di sviluppo,
sull’innovazione tecnologica e gli investimenti nel capitale umano
che si renderanno necessari nel post Covid. Chiaro il messaggio
finale: vogliamo essere insieme a voi alleati trasparenti rispetto
alla richiesta al governo nazionale della massima attenzione sulla
necessità di considerare la montagna un ecosistema che va protetto,
slavato e rilanciato. I 700 milioni di euro destinati dal Governo per
tutta la montagna italiana appaiono infatti insufficienti, anche
perché pare che il 70% di queste risorse siano destinate alla sola
filiera sciistica. Alla luce di quello che sembra un comune sentire,
Olivi ha depositato un emendamento che diventerebbe l’elemento di
un comune impegno e ha dato la disponibilità ad elaborare un
dispositivo concordato con l’assessore.
Michele
Dallapiccola (Patt) ha aggiunto alcuni elementi di riflessione.
La riforma del sistema turistico, ha osservato, ha prodotto elementi
supplementari di sofferenza e incertezza nell’affrontare il momento
e il futuro. Nessuno sa quali saranno gli effetti di un diverso asset
delle Apt e dei nuovi compiti ad esse assegnati. Spingere gli
operatori del turismo ad aumentare i versamenti, ad esempio: non è
certo questo il momento di fare simili richieste agli operatori
economici, dal momento che questa situazione di crisi chissà quando
si concluderà. Ci sono tanti elementi da tenere in considerazione a
suo avviso, come evitare ulteriori vessazioni di natura finanziaria
che la norma impone di portare a casa (leggi tassa di soggiorno).
Sarebbe poi il caso di chiarire come avverrà il finanziamento delle
associazioni territoriali di area perché pensiamo che certe formule
potrebbero implementare le divisioni, al netto della gestione e della
regia della Trentino marketing. Sarebbe importante infine a suo
avviso approfittare di questa discussione per chiarire tutte le
criticità e preoccupazioni che vengono dal territorio e sono
prodotte dalla Giunta e non dal contesto economico attuale.
L’assessore
Roberto Failoni ha accolto la proposta di dialogo di Olivi,
pur dichiarando che si sta già lavorando sul decreto sostegni del
Governo, per comprenderne le sfumature e l’evoluzione e molti dei
punti previsti dal dispositivo di Olivi si stanno già realizzando.
Ad esempio, se i criteri saranno quelli delle presenze, pare che
Trento e Bolzano faranno la parte del leone nell’assegnazione delle
risorse destinate alle località sciistiche. Al consigliere
Dallapiccola ha detto di essere fuori dalla realtà: ho un contatto
diretto costante con il territorio e in questi mesi tutti si stanno
adoperando per fare attività che non si facevano dal 2015, ha
dichiarato. Abbiamo sempre dimostrato lucidità, oltre che grande
disponibilità all’ascolto di tutte le categorie: facciamo squadra
e facciamo politica turistica, il resto sono solo chiacchiere, ha
concluso.