I temi trattati dalla II Commissione
Caso Sicor, progetto Lagorai e ddl Olivi su misure economiche anti Covid
Lo stabilimento di Rovereto
La
seconda Commissione guidata da Luca
Guglielmi
ha ospitato questa
mattina i sindacati per aggiornamenti sul caso
Sicor, la
società
privata che nel corso dell’estate disdettò
il
contratto di secondo livello e poi decise
di recedere unilateralmente dal contratto nazionale Metalmeccanici di
Confindustria. Sulla
vicenda si sono confrontati con
i sindacati i
consiglieri ed
è intervenuto l’assessore
Spinelli.
Successivamente
è stato sospeso, con
la definizione però di un preciso percorso
entro l’estate,
l’esame
del disegno di legge 52 di
Olivi, che
reca ulteriori
misure per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia.
Infine,
si è svolto
l’incontro
con l'assessore Mario Tonina sullo stato di attuazione della proposta
di mozione sul progetto Translagorai.
In allegato una sintesi del dibattito emerso.
Sindacati
sul
caso Sicor: serve una posizione ferma e non ambigua delle istituzioni
I
sindacati FIM
CISL e
FIOM CGIL del Trentino hanno
ripercorso la cronologia
dei
rapporti con Sicor dai normali accordi sindacali collaborativi su
gestione del blocco del
lockdown,
sul
dilazionamento
dei pagamenti della
quattrodicesima ecc. fino
al maggio scorso, quando
Sicor pone il problema
del costo del lavoro, legato
più che altro a trattamenti
individuali, gestiti
però collettivamente. In
questo contesto, a
giugno parte incomprensibilmente
una
escalation, con la
richiesta
ai
lavoratori della
rinuncia ad una quota del
salario con la scusa
di introdurre un premio di risultato. Sicor in quel momento è
un’azienda solida e redditizia, pur nella aticipità dell’anno
appena trascorso,
un’azienda sana, ben capitalizzata, in grado
di sostenere il costo del lavoro, insomma. A
quel punto parte il
confronto e l’azienda il 26 giugno comunica
di voler dare la disdetta,
previo incontro con i lavoratori che concordano di istituire una
commissione interna
lavoratori-impresa. Il 10 luglio ci però
si
rende conto che l’azienda ha assorbito in modo illegittimo
l’aumento del
contratto nazionale
togliendolo dal superminimo. In quel momento
si
chiede un chiarimento con
l’azienda che per tutta risposta impone
lo straordinario obbligatorio non concordandolo, un’azione non
necessaria perché la prassi è sempre quella del confronto. Parte la
mobilitazione, l’azienda interferisce e partono gli scioperi e la
solidarietà di altre aziende metalmeccaniche e non, oltre che della
società civile e di tutta l’opinione pubblica. Seguono due
incontri che coinvolgono l’assessorato all’industria in cui si
cerca un confronto corretto, ma il 24 di settembre arriva anche la
disdetta del contratto nazionale Metalmeccanici, disconoscendo di
fatto la rappresentanza sindacale. La Pat da piena disponibilità e
sostegno in
investimenti e ricerca e sviluppo e
cerca di attivare un tavolo, ma l’azienda non vuole condividere
alcun percorso e pretende di sostituire la quattordicesima con un
premio variabile, dichiarando di non avere intenzione di tornare sui
suoi passi. E’
arrivata quindi la denuncia
per
comportamento anti sindacale che ha infine dato ragione ai sindacati
imponendo all’azienda di applicare il contratto nazionale,
ma l’azienda ha continuato con azioni unilaterali, ha
fatto ricorso e la seconda
udienza è convocata per il 26 marzo.
Per
Fiom questa è una vertenza molto grave non solo per Sicor, ma per
l’intero territorio trentino, perché avere una azienda redditizia
che per avere maggiore profitto e fare cassa mina la stabilità dei
lavoratori e tiene un approccio così poco rispettoso anche nei
confronti con la Provincia, è davvero un brutto precedente.
L’azienda, tra l’altro, si evince dal bilancio 2019 sta
beneficiando della coda di un contributo importante ricevuto anni fa:
ci aspettiamo una presa di posizione di tipo morale da parte della
Pat, che difenda il nostro sistema di regole costruttive, trasparenti
e corrette. Il
quadro è dunque molto preoccupante e impone una riflessione anche
come sistema che non ha funzionato. L’analisi non si può chiudere
con la presa d’atto di comportamento, non possiamo permettercelo, è
importante capire come non si sia riusciti a trovare una soluzione e
risolvere la questione in maniera consensuale.
Noi
sindacato, ha aggiunto Michele
Guarda,
non ci stiamo a passare per quelli che hanno atteggiamenti
estremisti. Abbiamo alle spalle anni di crisi aziendali e in Trentino
non c’è stato nessun caso di procedura di licenziamento collettivo
senza un accordo sindacale e una contrattazione con le aziende, anche
quelle più “complicate” e refrattarie alle relazioni sindacali.
La differenza è che in tutti quei casi c’era uno stato di crisi,
ma non si può accettare che un’azienda solida che fa 10 volte gli
utili della Pama che è grande il doppio, possa unilateralmente
abbassare gli stipendi. Questo è l’ABC: le retribuzioni non si
tagliano o quanto meno non in assenza di uno stato di crisi e senza
accordi sindacali. Chiediamo che le istituzioni prendano una
posizione ferma e non ambigua, ha concluso.
Replica
dei consiglieri,
del
sindacato e dell’assessore
Alessandro
Olivi
(PD) ha definito questo un caso “abnorme” dal punto di vista del
rapporto tra un’azienda e il suo territorio e ha scoraggiato la
tendenza ad isolarlo come conseguenza di un manager “bullo”.
Quello che sta accadendo in Sicor va estirpato senza se e senza ma,
con decisione e sena ambiguità: questo è un caso in cui non ci sono
ruoli politici o partitici, occorre essere uniti, ha
detto.
La
Sicor
ha una storia che nasce da accordi con le istituzioni, a partire dal
sito in cui opera, ha ricordato, quindi serve osservare
il percorso
dell’azienda in maniera complessiva, anche se sarebbe sbagliato
fare solo questa operazione. Ovvero, l’incentivo pubblico non è
l’unico elemento che regola la possibilità di un confronto in
termini leali verso una comunità, ha aggiunto. Infine, la scelta di
uscire dal contratto nazionale, ha concluso, è anche la scelta di
negare un qualsiasi rapporto con la rappresentanza, non solo dei
lavoratori: questa impresa deve sentire la solitudine attorno a sé e
non deve pensare di avere alcuna sponda.
Ha
condiviso le riflessioni di Olivi Alex
Marini (5
Stelle) che ha osservato che la percezione è che si voglia
sostituire il vecchio modello produttivo con un modello più
conflittuale che calpesta i diritti dei lavoratori. Marini ha
espresso forte preoccupazione in questo senso, per
il metodo che cerca di spaccare la stessa rappresentanza dei
lavoratori. Se l’obiettivo di Sicor sia distruggere il modello
delle relazioni industriali o spostare la produzione all’estero è
difficile saperlo, ha proseguito,
ma è evidente che questa strategia non può portare a maggiore
produttività. Ci sono evidentemente ragioni che non sappiamo in
questa condotta, ha aggiunto, ma sarebbe importante conoscerle.
Marini ha poi chiesto ai sindacati se possono quantificare
economicamente il danno ai lavoratori derivato dall’applicazione
del nuovo contratto e le ripercussioni sul bilancio dell’azienda.
Filippo
Degasperi (Onda
Civica) ha registrato questa vicenda all’interno dei numerosi
attentati ai diritti del lavoro e alla qualità del lavoro degli
ultimi anni. Parecchie imprese in
passato, anche
con nomi altisonanti, hanno adottato in Trentino
per
i
propri lavoratori trattamenti peggiorativi, senza che siano
state intraprese iniziative politiche ad arginare il
fenomeno.
Nel passato recente ci
sono stati casi di soggetti finanziati dalla Pat che sono passati da
un contratto ad un altro contratto farlocco senza che la politica
intervenisse. Non si può assistere a questi avvenimenti con lo
sguardo dell’arbitro o del ragioniere, ma occorre dire chiaramente
da che parte si sta e intervenire per riequilibrare le posizioni e
supportare la parte fragile che sta subendo l’arroganza.
La
Fim
ha respinto la semplificazione di Marini ed
ha chiesto attenzione anche sui termini e sui dettagli,
chiarendo che la spaccatura dei lavoratori non è nata perché è
entrata la Fim. Guarda
ha evidenziato il paradosso che l’azienda ha attribuito
unilateralmente un contratto scegliendo lei stessa il sindacato di
riferimento, e
sull’aspetto
economico ha chiarito che il nuovo contratto prevede 300 euro lordi
al mese di differenza rispetto a quello dei Metalmeccanici. In
aggiunta, prima
venivano
riconosciute
una quattordicesima intera, una senza il superminimo e un premio di
risultato massimo di 1650 euro: una perdita totale di circa 8.000
euro all’anno per ogni lavoratore.
L’assessore
Achille
Spinelli ha
detto di attendere con ansia la chiusura della vertenza dal punto di
vista giudiziario e ha evidenziato
come i risultati aziendali
della Sicor siano
compromessi per
diversi motivi, non ultimo
per
la ribalta negativa
di
questa vicenda e per
l’atteggiamento
arrogante
della
stessa azienda. Tuttavia,
il
ruolo della
Provincia non
può essere di parte,
ma
deve cercare la conciliazione
delle
due posizioni. Noi abbiamo
cercato di proporre soluzioni
e non abbiamo
trovato permeabilità e feeling con l’imprenditore che viene da un
altro territorio e
forse ha
una visione dei
rapporti con il territorio molto diversa
dalla
nostra.
La rappresentanza
sindacale ha svolto egregiamente il suo ruolo e noi abbiamo sempre
seguito la vertenza. Non ci piace, ha
ribadito, il
comportamento dell’azienda
e
non lo possiamo
sostenere.
Riprenderemo
i rapporti riportando
al centro il tema della contrattazione, anche se sarà
molto
difficile avendo davanti un muro di gomma che disconosce persino il
valore del territorio e che rifiuta qualsiasi sostegno pubblico per
avere le mani libere e potersi
tenere
fuori dal sistema. Io,
ha garantito in chiusura Spinelli,
cerco
e
cercherò
il contributo di tutti per arrivare ad una soluzione positiva per i
lavoratori e nel complesso anche per l’impresa.
Misure
per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia:
sospensione del
ddl,
accompagnata da impegni certi
Su
proposta dell’assessore Spinelli, accolta da Olivi, è stata
sospesa
la trattazione del disegno di legge
del consigliere del PD,
che
reca ulteriori
misure per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia, al
fine di aggiornare
il testo
ad un momento successivo che faccia sintesi con le misure in corso di
elaborazione da parte della Giunta, con tempi che l’assessore ha
pronosticato
nell’ordine di qualche mese.
Olivi
ha precisato che la sua proposta si articola in due parti: da
un lato la sezione
più urgente, su misure non rinviabili, con
la rivisitazione
degli istituti di cui alle precedenti leggi Covid e dall’altro
la sezione dell’innovazione
complessiva più articolata
e complessa.
Il
disegno di legge, ha aggiunto, è ad oggi l’unica
proposta
che sistematicamente
contrasta dal punto di vista economico la pandemia con interventi
finalizzati
alla
ripresa. Olivi
ha ricordato
che il ddl è
sospeso da
un anno
e
quindi ha accettato la sospensione solo se
accompagnata
dal
radicamento di un luogo e un tempo di lavoro
definiti.
Ha
quindi accordato il
rinvio,
chiedendo nel contempo alla Commissione
l’impegno
di fissare
una scaletta
di cose da fare con obiettivo di qui all’estate.
Mozione
Translagorai: lo
stato dell’arte del
progetto già in fase avanzata
L’assessore
Tonina ha ricordato
che
il
tema della
mozione sulla quale rende conto, è
uno dei primi affrontati all’inizio della legislatura a seguito di
sollecitazioni e proposte venute da mondi trasversali. Ha
quindi ripercorso
le tappe del progetto che nel suo complesso si propone di valorizzare
e migliorare la fruibilità escursionistica della
catena del Lagorai,
caratterizzata oltre che da una
indiscussa ricchezza
naturalistica e
paesaggistica,
dalla
presenza di numerose
malghe, diverse
ancora attive e da una rete molto estesa di sentieri. L’accordo di
programma prevede
investimenti
importanti per oltre 1,4 milioni di euro
per
la riqualificazione
di strutture esistenti destinate
a punti tappa e per il potenziamento della rete dei sentieri adesso
carente. L‘ente pubblico garantisce
una
percentuale
di finanziamento importante, mentre
il
20% è sostenuto
dagli
enti
territoriali.
Risale al marzo 2020 una modifica
dell’accordo di programma,
a fronte della volontà di meglio
definire gli interventi presso Malga Lagorai, che dovrà avvenire
salvaguardando il paesaggio e le tradizionali forme di alpeggio. Il
progetto di
riaulaificazione è
in parte in stato già avanzato. E’
stato raggiunto
un accordo con la Sat per la realizzazione di interventi di
sistemazione della sentieristica
di
diversi tracciati, per
il miglioramento
della
transitabilità
pedonale e
per il riposizionamento
della segnaletica sui 170km di sviluppo del percorso.
Ci
sono stati anche
diversi interventi
puntuali
per
assicurare la
transitabilità
per
eventi franosi
o smottamenti che hanno danneggiato i sentieri.
A
beneficio della Comunità di Fiemme sono
stati
già realizzati diverse
azioni
di riqualificazione
di edifici agrituristici,
lavori praticamente
conclusi con
l’avvio
della
gestione
previsto
entro
quest’anno.
Per
Malga
Cadinello, a
beneficio della Magnifica
Comunità di Fiemme si
prevede
il ripristino del vecchio edificio
con aggiunta di posti letto:
i lavori sono
quasi
ultimati. Per
Malga
Lagorai,
sempre
beneficiaria
la
Magnifica
di
Fiemme,
sono
previsti interventi
di
ristrutturazione
dell’edificio
per ricavare spazi per cucina e zona ristoro e due cameroni e idonei
servizi, la
realizzazione
di
un alloggio
per
il pastore
nello stallone e di
una stanza
con bagno per
il conduttore delle
attività agricole. Per questo
sito, l’accordo
con la
Magnifica prevede
la destinazione degli
immobili ad attività agricola per
quanto consentito
dalla
disciplina o la
destinazione
a
bivacco custodito dallo
stesso imprenditore agricolo, con il divieto di alcun
intervento
migliorativo dell’accessibilità: attualmente
siamo
al progetto
definitivo ed
all’avvio
delle
procedure
per l’acquisizione
del titolo edilizio. Conclusi
anche
gli
interventi
di
riqualificazione esterni
per Malga
Valsolero nel
comune
di Telve e
quelli per il Rifugio
Monte Cauriol nel comune
di Ziano, che
sarà
trasformato in agritur, mentre
un
intervento
di
installazione dell’impianto
fotovoltaico e altri
interventi
di risparmio energetico sono
previsti a Malga
Conseria, nel
comune
di Scurelle.
L’assessore
ha dato conto anche delle cifre stanziate per queste opere.
Filippo
Degasperi
ha ribadito la propria visione diversa rispetto allo sviluppo di
quest’area, pur evidenziando la coerenza dell’assessore Tonina
nel portare avanti il suo progetto. Le premesse restano su posizioni
divergenti perché su quest’area si mettono in campo interventi per
rendere quest’area accessibile a tutti snaturandone l’essenza la
ragione Un angolo di Trentino poteva benissimo rimanere prerogativa
di chi cerca un certo tipo di turismo, più impegnativo e meno
massificato.
Pietro
Degodenz (UPT)
ha apprezzato la relazione dell’assessore.
Malga Lagorai è diventata una battaglia
di alcuni e non si comprende quale sfruttamento dovrebbe esserci a
livello commerciale. Senza un intervento la malga infatti andrebbe a
morire. Bene dunque a suo avviso il recupero agricolo della malga e
anche commerciale per chi la gestisce, pur mantenendo una certa
sensibilità nell’impedire
l’accesso
massificato: non possiamo pretendere che il Lagorai sia un parco o
una riserva per pochi, ma
se vogliamo costruire un progetto turistico alternativo, occorre
creare anche il prodotto di riferimento.
Gianluca
Cavada
(Lega) ha condiviso pienamente la posizione di Degodenz, approvando
la sistemazione di Malga Lagorai a beneficio del pastore e degli
animali.
Nella
replica, Mario
Tonina
ha ribadito la volontà di recuperare, migliorare, valorizzare le
strutture per dare la possibilità a chi da anni garantisce
un’attività di alpeggio sul Lagorai di poterla svolgere
agevolmente anche in futuro. Un lavoro importante che da anni stanno
svolgendo e che potrà avere in questo modo sempre maggiore
attrattiva e soddisfazione. Mi sento di dire, ha aggiunto,
che nel contesto della pandemia che
stiamo vivendo, l’attenzione verso
il territorio di montagna e
i lavori della montagna, sarà
sempre maggiore. A
maggior ragione adesso la politica deve essere attenta e sensibile,
ha concluso, per evitare che avvenga lo spopolamento della montagna,
come in diversi territori a noi vicini.