Sì della IV Commissione alla semplificazione delle procedure
Ecco come cambia l’assegno unico dal luglio di quest’anno
Decise altre audizioni sull'accreditamento e l'affidamento dei servizi socio-assistenziali
Assente
l’assessora Segnana che
ha presenziato
alle esequie di
Deborah Saltori, la IV
Commissione guidata da Claudio Cia (FdI) ha
discusso oggi
di
due
delibere proposte dalla Giunta
in
materia di “abitare
sociale delle persone con disabilità” e
assegno unico,
esprimendosi
all’unanimità
a
favore della seconda e rinviando
il
voto
sulla prima
alla
prossima seduta per consentire un’audizione.
E
ha poi ripreso ad
occuparsi delle nuove regole per l’accreditamento
e l’affidamento
dei servizi socio-assistenziali al
Terzo Settore e alle Comunità di valle,
argomento già
trattato a lungo nel 2019 e 2020 ma sul quale sono state decise
all’unanimità nuove audizioni che, come previsto da una
Risoluzione approvata il 2 febbraio, coinvolgeranno anche la I
Commissione in vista delle scadenze di fine giugno e fine dicembre di
quest’anno.
“ABITARE
SOCIALE”, INTERVENTO DA 680.000 EURO L’ANNO.
La
prima delibera
proposta dall’esecutivo fissa
i
criteri
e le modalità di
attuazione della legge
provinciale 8
del
2003 sulle
politiche a
favore dei
soggetti portatori di handicap
e
concernenti
“l'abitare sociale delle persone con disabilità”. Ad
illustrare il provvedimento è stata Federica
Sartori
del
Servizio politiche sociali della Provincia, che dopo aver ricordato
il parere favorevole già espresso dal Consiglio delle autonomie
locali, ha precisato che i criteri e le modalità in questione
riguardano la legge sul “dopo
di noi”, vale
a dire percorsi
di abitare sociale per persone disabili fuori dalla famiglia. La
legge risale
al 2018
e
questa disciplina di attuazione arriva quindi in ritardo ma – ha
osservato Sartori – i percorsi sono comunque già
partiti. La delibera estende la possibilità di sostegno agli enti
locali perché possano offrire questi percorsi di abitare sociale tra
persone disabili. Le
possibilità di sostegno
a questi percorsi sono
tre:
il finanziamento diretto alle Comunità di valle; l’affidamento
del
servizio a
soggetti del Terzo Settore; il riconoscimento di voucher di
inclusione, cioè
di un
buono di servizio alla persona disabile perché la famiglia possa
definire un progetto relativo
al suo
“abitare sociale”.
L’intervento della
Provincia fa
tesoro di tutte le esperienze che le Comunità
hanno
già iniziato a realizzare con bandi specifici riguardanti il “dopo
di noi”. Oltre
a promuovere la
diffusione sul
territorio di
questa iniziativa, la
nuova disciplina crea
un’uniformità di
approccio e
prevede il
monitoraggio
delle esperienze, in modo tale
da
migliorarne l’attuazione nel tempo. La
legge
del 2018 – ha
concluso Sartori – ha permesso alla Provincia di mettere a
disposizione dell’intervento 680.000
euro all’anno ripartiti tra i diversi territori.
Voucher
da 700 a 1.500 euro al mese. Prima
del voto sarà sentito il Consolida.
Paola
Demagri
(Patt)
ha
chiesto quante esperienze sono partite sul territorio, quanti casi di
percorsi individuali si prevede di attivare, se
viene escluso
dai criteri chi ha già un progetto di vita indipendente, se oltre
al voucher rimangano anche le
prime due possibilità di
sostegno previste
dalla legge e,
infine, se
ad effettuare il monitoraggio sarà il servizio politiche sociali
della Provincia o qualche
altro soggetto.
Sartori ha risposto che il monitoraggio sarà curato
dal servizio
politiche
sociali della Provincia, che le tre tipologie di sostegno sono
cumulabili, che
vi è compatibilità anche con chi
ha un progetto
di vita indipendente e
che per il riparto
dei 680.000 si
terrà conto dei 120 progetti di abitare sociali già attivati e, ad
oggi, censiti, ma non è stata predefinita una capienza massima.
Rispondendo
a un’altra domanda posta da Alessia
Ambrosi
(FdI)
Sartori
ha
precisato
che l’entità dei voucher va da 750
a
1.500
euro mensili, con possibilità di aumentare questo importo per
eventuali bisogni aggiuntivi o riconversione di interventi
tradizionali.
Paolo
Zanella
(Futura)
e
Luca Zeni
(Pd) hanno osservato
che la
delibera attua in modo organico e puntuale la legge coinvolgendo
anche il Terzo Settore nella co-progettazione degli interventi
personalizzati per l’autonomia di queste persone con disabilità, e
perché favorisce
l’allungamento
delle aspettative di vita delle persona disabili.
Claudio
Cia
(FdI) ha ricordato che a questa norma aveva lavorato in particolare
l’ex consigliere Walter Viola, il
quale oggi
sarebbe soddisfatto di
questa disciplina attuativa.
La
Commissione ha poi
accolto
all’unanimità
la
richiesta di audizione del
Consolida su questo argomento. E
si esprimerà quindi su questa
delibera dopo la
consultazione.
COME
CAMBIA L’ASSEGNO UNICO. EROGAZIONI
VELOCIZZATE.
L’organismo
ha espresso poi all’unanimità
parere favorevole alla
nuova
disciplina proposta
della
Giunta
sull'assegno
unico provinciale per il periodo 1° luglio 2021 - 30 giugno 2022.
Gianfranco
Zoppi, dirigente
dell’agenzia
provinciale per l’assistenza e la previdenza, ha
spiegato che la delibera semplifica
le procedure unificando due domande finora distinte: la
domanda di assegno unico e la domanda di assegno di natalità. Ora
basterà presentare una sola
domanda con una
piccola integrazione della prima. Le prime erogazioni riguarderanno
i
nati a
partire dall’inizio del 2020
con
100
euro
per
il
primo
figlio,
120 per il secondo e 200 per il terzo. La seconda modifica semplifica
la convivenza
tra la
quota
A dell’assegno unico e il
reddito
di cittadinanza, che
sarà calcolato ex ante in modo teorico per permettere una tempestiva
erogazione del conseguente conguaglio per ricevere il quale oggi
bisogna attendere due mesi. Un’altra modifica permette l’erogazione
per intero della quota parte dell’assegno unico legata all’utilizzo
della mensa in
considerazione delle persistenti difficoltà economiche delle
famiglie. Viene poi aumentata
sensibilmente
la
deduzione per il lavoro femminile che
passa da 4000
a 6000 euro ed
è prevista anche l’introduzione della
Carta Acquisti. Zoppi
ha annunciato che la Provincia sta
raccogliendo delle pre-offerte per
chiarire come si potrebbe gestire la Card e nel corso di quest’anno
presenterà un
progetto che
dovrà essere preceduto da un
aggiornamento della disciplina e
quindi anche da un’illustrazione della
Card, che
si è orientati a collegare ad
una App per de-materializzare completamente la procedura di
erogazione. Zoppi
ha ricordato che la
quota sport dell’assegno
unico è
stata tolta perché partirà
dal 1°
aprile
un
nuovo
progetto di sostegno alle
famiglie per l’attività
sportiva dei ragazzi
legato
alle Comunità, ai Comuni e con il coordinamento dell’Agenzia
della famiglia. Il
Cal
si è già espresso a favore di questa delibera.
L’attualizzazione.
Dal
15
marzo la
raccolta delle domande
per
l’assegno
2020.
Sollecitato
da Zanella a fornire precisazioni sul tema dell’attualizzazione,
Zoppi ha spiegato che riguarderà
l’assegno
unico del 2020, ricordando che in questo periodo di emergenza Covid
si
possono approvare criteri
di erogazione di contributi in deroga alla disciplina vigente. Per
procedere più in fretta è stata introdotta
una
modifica che
prevede il
passaggio da 0,16 a 0,18 dell’indicatore Icef e un
importo
minimo di 150 euro. L’attualizzazione è aperta a tutti i
lavoratori a tempo determinato, stagionali o somministrati che
abbiano lavorato dal 1 dicembre 2019 al 29 febbraio 2020 almeno
2
mesi, vale a dire 8 settimane e quest’inverno al massimo 2
settimane o che
non
abbiano lavorato affatto. Qualche lavoratore era stato infatti
richiamato in servizio per far
partire gli impianti
di risalita ma
poi non se ne è fatto nulla.
Ancora,
la franchigia
sui depositi passa da 3.000 a 5.000 euro
perché
le famiglie trentine sono tradizionalmente parsimoniose.
Tutte queste modifiche hanno comportato modifiche ai programmi
intervenute parallelamente al nuovo assegno. Con lunedì 15 marzo la
Giunta partirà anche con la raccolta delle domande sull’assegno
2020 per l’attualizzazione
con l’erogazione di almeno 250 euro da aprile a giugno. Secondo
Zeni
la delibera va nella giusta direzione favorendo maggiore sinergia tra
provvedimenti provinciali e nazionali.
DECISE NUOVE
AUDIZIONI IN VISTA DELLE SCADENZE DI QUEST’ANNO PER
L’ACCREDITAMENTO DEI SOGGETTI DEL TERZO SETTORE E PER L’AFFIDAMENTO
DEI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI.
Infine
la IV
Commissione ha avviato
l’esame
della Risoluzione
35
approvata dal Consiglio provinciale il 2 febbraio scorso sull’iter
di accreditamento e affidamento dei servizi socio-assitenziali per le
organizzazioni del Terzo Settore e le Comunità di valle. Il
dispositivo impegna
la Giunta a favorire
la convocazione della
Prima e della Quarta commissione permanente in un'unica seduta
congiunta, per ascoltare in audizione i membri della Consulta
provinciale delle politiche sociali, i dirigenti dei servizi
competenti, i rappresentanti sindacali dei lavoratori impiegati nel
Terzo settore e i rappresentanti delle organizzazioni di secondo
livello e delle categorie operanti nel settore. Obiettivo:
aggiornare
l’assemblea
legislativa sull'iter
di accreditamento e di affidamento dei servizi socio-assistenziali in
considerazione delle scadenze connesse all'attuazione
della legge provinciale sulle politiche sociali n. 13 del 2007 e
delle problematiche connesse all'emergenza sanitaria Covid-19.
La
storia dell’attuazione del regolamento entrato in vigore
nell’agosto del 2018.
Dopo
che il presidente Cia ha ricordato
il
lungo lavoro già svolto dalla IV Commissione su
questo tema con
molte
audizioni
iniziate
nel 2019
e
concluse nei primi mesi del 2020, Federica
Sartori
ha indicato
il
punto di partenza della vicenda nel regolamento che,
entrato
in vigore nell’agosto 2018, aveva
ridisegnato
le norme sui servizi socio-assistenziali. Dando
tempo
tre anni alle
organizzazioni
interessate
del
Terzo Settore per presentare
domanda di
accreditamento in
modo conforme alla nuova disciplina. Nel febbraio
2020 la
Giunta provinciale aveva approvato due
delibere: la prima sul Catalogo
riguardante
l’insieme di
tutte le tipologie di servizio afferenti all’area degli anziani,
dei minori, dei disabili, degli adulti, ecc.;
la
seconda sulle Linee guida che
definiscono le modalità
di affidamento dei servizi per
dare ai soggetti del Terzo Settore e alle Comunità
di valle, anche
in alternativa all’appalto.
A
seguire l’emergenza Covid ha spinto la Giunta provinciale nel 2020
a
spostare per legge la scadenza
per l’affidamento
dei servizi al
31 dicembre del 2021, o comunque fino alla conclusione delle
procedure in atto. Il ministero ha però minacciato
la Provincia di impugnare la norma sulla possibilità di un ulteriore
motivato dalla “conclusione delle procedure in atto”, per cui il
Consiglio
ha
modificato l’articolo in modo tale che il
30 giugno 2021
resta l’ultima data
utile
per
presentare
la richiesta
di accreditamento e il 31 dicembre
di quest’anno per
la conclusione delle procedure di affidamento. A
questo punto l’assessorato
intende
far rispettare i tempi,
anche
perché
i requisiti per
l’accreditamento
sono noti dal 2018 e le
organizzazioni del Terzo Settore hanno avuto 3
anni di tempo per adeguarsi. Questo
non significa che la Provincia sia stata inattiva, offrendo anzi
corsi di formazione ai
soggetti interessati per acquisire familiarità con le procedure e
uno
dei requisiti necessari all’accreditamento.
L’importante,
ha concluso Federica Sartori, è
che entro il 30 giugno prossimo
tutti
i soggetti interessati presentino la domanda per superare questa fase
transitoria e compiere finalmente
un
passo in avanti. L’assessorato è consapevole della complessità
della questione e
del fatto che eventuali procedure che necessitino di gara
europea causeranno uno slittamento oltre questa
scadenza.
La Pat intende supportare il lavoro delle Comunità di valle
avvalendosi
anche della collaborazione della Fondazione
Demarchi per
dosporre di un team di persone preparate sul tema.
Avviati
corsi di formazione che permetteranno l’accreditamento entro il 30
giugno.
Zeni
(Pd)
ha riconosciuto che l’iter di attuazione del nuovo sistema è molto
complesso anche per le Comunità
interessate. Ha aggiunto che il Covid non possa essere utilizzato per
ottenere delle deroghe. Vi è un sistema trentino che si fonda da
tantissimi anni sulle proroghe. Questo meccanismo non va bene né nel
merito né sul piano giuridico se emergono contenziosi. La
Pat
dovrà
quindi sforzarsi di garantire
un costante dialogo con gli operatori per aggiustare il sistema in
itinere.
Zanella
(Futura) ha osservato
che
in questo delicato
settore
le proroghe si giustifichino tenuto
conto che anche enti come il Comune di Trento ad oggi non si è
ancora adeguato alle nuove regole.
Il consigliere ha chiesto quanti sono stati fin’ora
gli
accreditamenti.
Demagri
(Patt)
ha ricordato che il settore aveva manifestato nelle audizioni
difficoltà a rispettare
i termini
temporali previsti. Una nuova audizione da
parte delle Commissioni consiliari potrebbe
quindi
essere utile per spiegare
eventuali richieste di proroga chiarendo
le motivazioni.
L’iter
amministrativo è corposo e da qui nasce la domanda se sia
stata
rivolta al Servizio politiche sociali della Pat di accompagnare e
sostenere i soggetti del Terzo
Settore nel
questo percorso di accreditamento
Federica
Sartori
ha risposto che gli accreditati definitivi ad oggi sono
solo poche
unità su un totale di circa 100 soggetti temporaneamente
accreditati. Proprio
in queste settimane – ha
aggiunto – si sta
però
svolgendo
un percorso formativo sul tema con una massiccia partecipazione di
soggetti del
Terzo
Settore. Probabile,
quindi, per Sartori, che entro la scadenza del prossimo 30 giugno
arriverà il
grosso delle domande di accreditamento. La
frequenza delle richieste di chiarimento e affiancamento rivolte al
servizio politiche sociali da
soggetti
del Terzo Settore e Comunità di valle è notevole.
Mara
Dalzocchio
(Lega) ha espresso il proprio parere favorevole alle
audizioni da effettuare insieme alla
Prima commissione perché emergano le esigenze sopraggiunte in
questo periodo di difficoltà dovuta
alla pandemia.
Alex
Marini (Gruppo
misto) ha chiesto di procedere, prima di discutere
di eventuali
proroghe
dei termini per
accreditamento e affidamento dei servizi,
ad un’operazione ascolto dei soggetti del Terzo Settore e delle
Comunità interessate. A
maggior ragione per le Comunità
che in questa fase sono oltretutto commissariate in attesa della
riforma istituzionale.
Anche
su
sua proposta la Commissione ha infine
approvato all’unanimità l’elenco dei soggetti da invitare ad
esprimersi nelle
consultazioni su
questo tema: la Consulta provinciale delle politiche
sociali, Federazione trentina
della cooperazione,
Consolida, Forum del Terzo Settore, il Centro servizi volontariato,
Coordinamento inclusione
e prevenzione,
Coordinamento
nazionale comunità di accoglienza, Anffas, Associazione provinciale
per minori, Organizzazioni sindacali Cgil ,Cisl e Uil, ordine
infermieri, assistenti sociali, associazione psicologi, associazione
educatori, Consiglio
delle autonomie locali, Fondazione Demarchi.