In Prima Commissione
Audizioni sulla manovra terminate con il Cal, la Camera di commercio, le sigle sindacali e gli imprenditori
Fausto Manzana, presidente Confindustria. In allegato, tutti i documenti distribuiti per i lavori
Dopo
aver ascoltato gli assessori nella giornata di ieri e nella mattina
di oggi, la prima Commissione permanente, organismo presieduto da
Vanessa Masè (Civica Trentina), ha ospitato nel pomeriggio le
audizioni alla manovra di bilancio della Giunta Fugatti, che il
Consiglio provinciale discuterà nel mese di dicembre. Di seguito
diamo una sintesi delle posizioni emerse dall’ascolto dei soggetti
consultati.
Consiglio
autonomie locali
Il
Presidente del Cal Paride Gianmoena ha esordito evidenziando i
temi strategici di questa manovra. Primo tra tutti, quello del
protocollo di finanza locale, approvato la scorsa settimana e frutto
di un importante lavoro, che ha messo in evidenza il senso di
responsabilità dei comuni, introducendo nuove modalità di
trasferimento dei fondi che comportano una rivoluzione rispetto al
passato. L’idea che si è fatta strada è quella di togliere i
vincoli e dare maggiore libertà ai comuni, tuttavia serve a suo
avviso incentivare chi sposa l’idea di collaborare nella gestione
associata. In quest’ottica è importante proseguire il confronto
tra Giunta e comuni e conoscere gli investimenti provinciali per
comprendere com’è inserito il protocollo all’interno della
programmazione provinciale. Altro tema rilevante messo in evidenza e
contenuto nell’articolo 14 e rispetto al quale è stato espresso
disaccordo con la Giunta, riguarda la norma sugli alloggi Itea.
Gianmoena ha rilevato delle perplessità sul meccanismo, considerato
ingiusto, della perdita dell’alloggio Itea da parte dell’intera
famiglia in caso di condanna, ad esempio di un figlio, ad una pena
superiore a 5 anni. Infine, buona l’idea di agevolare i negozi
periferici e con riferimento a questo argomento è giunta dai comuni
la richiesta di trovare delle risorse per ristrutturare un immobile a
disposizione ed affidarlo ad un soggetto che ne garantisca la
gestione.
Paolo
Ghezzi (Futura) ha ringraziato Gianmoena per l’accenno
esplicito ed esauriente all’articolo 14. Giorgio Tonini (PD)
si è associato, condividendo le obiezioni a quella norma che
diventerebbe di fatto una pena accessoria a carico dei familiari del
condannato. La questione del superamento delle gestioni associate,
invece è a suo avviso poco chiara: rimuovere il vincolo giuridico
senza una reale autonomia dei comuni diventa un po’ difficile ha
osservato.
I
modelli organizzativi sono sostanzialmente due, ha replicato
Gianmoena: le fusioni e le gestioni associate. Le norme sulle
prime sono rimaste identiche, mentre le gestioni associate non sono
altro che convenzioni in cui si cerca di organizzare la struttura dei
comuni. Gianmoena ha ricordato che la norma, allorché fu introdotta
nel 2015, era inserita in un contesto difficile a a budget
zero, senza possibilità di sostituire i dipendenti. Gli ambiti di
quella norma erano troppo grandi, ha aggiunto e ha ribadito come oggi
in un mutato contesto sia opportuno incentivare e agevolare le
gestioni associate in forma libera e con la possibilità di assumere.
Ugo
Rossi (Patt), considerando l’introduzione virtuosa di una
premialità per i comuni che si affidano alla gestione associata, ha
chiesto quale sia il calo di risorse umane che si osserva nel
comparto rispetto al 2015. Inoltre, ha invitato a chiarire, dal punto
di vista del messaggio politico, se ad avviso del Cal occorra tornare
indietro dalle gestioni associate oppure se sia positivo spingere in
quella direzione. Sul primo punto Gianmoena ha detto che “si parla
di un di più, ma su un di meno”: abbiamo perso più o meno 400
dipendenti dal 2015 e con questo protocollo la pubblica
amministrazione non tornerà ad avere quell’organico, ma sarà
fatto comunque un passetto avanti. Quanto alle gestioni associate i
comuni non potranno farne a meno perché non abbiamo comuni
sufficientemente strutturati per essere in tutto autonomi. La
necessità di formazione, di specializzazione, di collaborazione
stanno aumentando perchè il sistema è sempre più complesso. L’idea
politica è quella di incentivare lo strumento delle gestioni
associate, dunque, altrimenti il protocollo non avrebbe ragione di
esistere.
Lorenzo
Ossanna (Patt) ha chiesto se i 20 milioni di euro per i comuni
sono ad avviso della Cal sufficienti. Lo consideriamo un budget
semestrale, ha chiarito Gianmoena, che ha osservato che
nel 2015 il budget era zero. Nel contesto di una valutazione
complessiva 40 milioni di euro potrebbero essere a suo parere una
cifra adeguata. Per comprendere l’ordine di grandezza, parliamo di
circa 1007120.000 euro per un comune di 900/1000 abitanti, una cifra
che permetterà di fare fronte ad alcune piccole opere o manutentare
quello che già c’è.
Camera
di commercio, industria, artigianato e agricoltura
A
seguire sono intervenuti per la Camera di Commercio Giovanni Bort
(Presidente), Alberto Olivo (segretario generale) e Massimo
Pavanelli (Ufficio studi e ricerche). Bort ha svolto alcune
riflessioni a cominciare dalla stagnazione economica e dal
rallentamento dell’economia dovuto a una serie di fattori
internazionali. Bort ha espresso un sincero apprezzamento per il
metodo fortemente orientato al confronto con tutti i soggetti, basato
su temi e proposte concrete, adottato dalla Giunta nella costruzione
di queste norme ed ha assicurato sinergie e collaborazioni nella
formulazione di proposte e indirizzi allo sviluppo. Positivo il
parere complessivamente rivolto alla manovra.
Rispondendo
ad una sollecitazione di Alex Marini (5 Stelle) e di Sara
Ferrari (PD) Alberto Olivo ha detto che il gruppo di
lavoro sull’andamento dell’economia e la ricaduta delle politiche
economiche annunciato dal presidente Fugatti risponde ad un’esigenza
già ravvisata dalla Giunta della passata legislatura. La forma di
collaborazione deve ancora essere strutturata e gli strumenti non
sono ancora stati individuati e concretizzati, ma la disponibilità a
collaborare c’è. Massimo Pavanelli ha notato che valutare
tutte le politiche pubbliche è pressoché impossibile, servirà
individuarne alcune e mettere a fattore comune tutta una serie di
professionalità esistenti per sperimentare una forma di analisi: un
esercizio complesso, ambizioso, ma meritevole di attenzione.
Sigle sindacali
Andrea
Grosselli (Cgil) ha illustrato il documento unitario che parte da
un’analisi del contesto nazionale in rallentamento che incide anche
sulle dinamiche economiche ed occupazionali in Trentino. La prima
vera sfida dovrebbe dunque essere rinvigorire il tasso di crescita
dell’economia e rafforzare il ruolo di supporto della pubblica
amministrazione ad aziende e cittadini. Purtroppo, invece di premere
sull’acceleratore la Giunta con questa manovra sta prendendo tempo,
ha proseguito Grosselli, spostando in là e rimandando scelte che
sarebbero strategiche. Ci saremmo aspettati più coraggio e indirizzi
di politica più robusti, ha proseguito, perché rimandare le scelte
non è mai una buona idea. In generale si chiede un’analisi della
domanda di beni e servizi perché da lì passa la capacità di essere
innovativi e performanti. Manca in queste norme un disegno
complessivo sull’assetto istituzionale del Trentino e si torna
indietro su alcune questioni senza una cornice complessiva. Mancano
del tutto le risorse minime necessarie per il rinnovo del contratto
dei lavoratori pubblici. Sul welfare c’è un rallentamento
dell’attività riformatrice e stiamo in attesa dell’urgente varo
della prima sperimentazione dello Spazio Argento. Per il sociale,
abbiamo accolto favorevolmente le rassicurazioni sulla copertura dei
maggiori oneri derivanti dal rinnovo, dopo otto anni, del contratto
collettivo delle cooperative sociali, anche se a bilancio non si
vedono. Stiamo aspettando un quadro complessivo sugli affidamenti del
terzo settore, mentre va prevista un’estensione del regime
transitorio degli affidamenti dei servizi socio-assistenziali. Manca
un riferimento a investimenti in nuove costruzioni da parte di Itea e
in questo contesto chiediamo anche uno stralcio dell’articolo 14
che modifica i requisiti di accesso e permanenza negli alloggi a
canone sostenibile. Crediamo che debbano essere garantiti i servizi
ovunque in Trentino, oltre che gestire le risorse in modo tale che si
facciano investimenti anche laddove ci sono reali difficoltà. Sulla
famiglia, il bonus nido statale e la quota B2 dell’assegno unico
per l’abbattimento delle rette dei nido sono di fatto
inconciliabili. Rinunciare alle risorse statali significherebbe fare
un torto al Trentino e su questo aspettiamo di poter interloquire con
la Giunta. C’è una riduzione dei finanziamenti su lavoro e
formazione, quando invece servirebbe uno stanziamento straordinario
anche sull’invecchiamento della forza lavoro, sulla sicurezza sui
luoghi di lavoro, sull’occupazione femminile, sulle retribuzioni
nel pubblico e nel privato che non garantiscono il potere di
acquisto. Serve maggiore equità fiscale e vorremmo ragionare su una
diversa modalità per scaglionare le aliquote Irpef. Sullo sfondo il
tema dei cambiamenti climatici in atto e il riflesso sulla
sostenibilità dello sviluppo: ad un anno da Vaia serve un
investimento massiccio e occorre fare molto di più. Infine, serve
rilanciare un patto per l’autonomia e una nuova responsabilità,
basta con la stagione degli slogan per arrivare ad un impegno
concreto e comune per decidere insieme della nostra terra, perché
per noi vengono sempre prima il Trentino e la sua Autonomia.
Walter
Alotti (Uil) ha rimarcato la parte del bilancio che riguarda le
entrate: oltre a rimodulare l’Irap si dovrebbero aumentare le tasse
di concessione provinciale come acque termali, cave, miniere e
impianti funiviari e piste da sci. E’ possibile risparmiare andando
a rivedere la gestione del debito provinciale e lavorando sullo
spread applicato ai tassi d’interesse sui prestiti acquisiti
sul mercato europeo. Una proposta lanciata dalla Uil è quella di
attivare il corpo di polizia municipale dei nuclei specializzati e il
corpo forestale rispetto alla sicurezza sul lavoro. Infine,
un’osservazione rispetto alla questione casa: il taglio di
investimenti sull’edilizia pubblica è un segnale negativo sul
quale si auspica si faccia marcia indietro: l’edilizia può essere
un importante volano economico rispetto agli investimenti, al lavoro
e alle imprese.
Due
note ad integrazione le ha poste per la scuola Michele Bezzi
(Cisl) che ha sollevato il problema di rinnovo dei contratti,
invitando la Giunta a stanziare almeno la quota del 3,5% dell’Ipca:
in questo contesto per la prima volta nella storia arriviamo dopo
anche il livello nazionale. Di pari passo alla trattativa economica
si dovrebbe inoltre aprire anche la partita ordinamentale e
giuridica, oltre che dare una continuità didattica e dei servizi e
garantire la stabilizzazione del precariato.
Ci
ha molto colpito, ha aggiunto Franco Janeselli (Cgil), oltre
all’assenza di risorse per il rinnovo dei contratti e alle poche
idee contenute nella manovra, leggere nel documento di economia e
finanza che ci rassegniamo ad avere 10 punti base di crescita
ulteriore nei prossimi anni rispetto ad una crescita già asfittica
per l’Italia. Questo è molto preoccupante, ha osservato, non per
una parte politica, ma per l’intera comunità.
Maurizio
Valentinotti (Fenalt) ha esordito dicendo che, rappresentando il pubblico impiego, il nodo è avere le risorse per un rinnovo contrattuale dignitoso, che non può fermarsi all'Ipca e deve avere a riferimento i ragionamenti fatti dalla Provincia di Bolzano. Oltre alle risorse per nuove assunzioni e altre partite come quella del nuovo ordinamento professionale. Valentinotti ha poi fatto un accenno a Sanifonds che
fatto così com’è serve a poco o a niente: visto che
l’amministrazione decide ancora adesso di investirci faccia in modo
da condizionare le scelte e da farlo diventare una cosa seria.
L’articolo che riguarda l’inserimento dei giornalisti nel
contratto delle autonomie locali è pasticciato: sono un sostenitore
del fatto che questa categoria debba essere contrattualmente
autonoma, ha aggiunto. Assurda e non costituzionale la norma 14
sull’Itea. Ennio Montefusco (Satos) ha evidenziato le
contraddizioni del comparto scuola che per come sono attualmente
messe le cose, per 5 anni avrà zero aumenti. Non parliamo del
personale Ata, gli “invisibili”, gli ultimi degli ultimi, per i
quali servirebbe maggiore attenzione: all’articolo 17 si propone
una piccola modifica con l’introduzione di medesime modalità di
concorso per personale che fa parte dello stesso comparto.
Antonella
Chiusole (Dirpat) ha osservato che questa manovra non valorizza
il personale della pubblica amministrazione. Rinnoviamo la scelta di
escludere il ricorso a dirigenti esterni quando vi sono dirigenti
messi a disposizione e senza incarico, ha detto.
Ugo
Rossi (Patt) ha chiesto il parere dei sindacati rispetto al tema
della definizione degli strumenti di agevolazione, ai fini della
sostenibilità del bilancio. Grosselli ha replicato che la
revisione delle aliquote Irap non è una novità e Janeselli ha
detto che l’associazione artigiani ha comunicato che c’è un
tavolo in atto per rivedere il sistema delle agevolazioni nel quale i
sindacati non sono coinvolti. Sull’Irap Walter Alotti ha
rilevato l’incertezza di un “bilancio preventivo provvisorio”:
sarebbe stato il caso di pensare ad interventi rispetto alle entrate
facendo un prelievo fiscale su quelle categorie che hanno
maggiormente beneficiato dell’intervento pubblico nel corso degli
anni.
In
sintonia con la preoccupazione espressa per la crescita si è detto
Giorgio Tonini (PD) che ha chiesto un’opinione sulle imprese
con riferimento al tasso di apertura ai mercati internazionali
particolarmente basso in Trentino. Janeselli ha risposto che è
evidente la scarsa apertura del nostro sistema
all’internazionalizzazione che comporta un rallentamento della
crescita e il posizionamento delle imprese locali nelle catene
produttive del valore: per questo è molto preoccupante la tendenza
al disinvestimento nelle politiche del lavoro e nella formazione
continua, ha aggiunto.
Imprenditori,
Ance, Agricoltori
Per
il Coordinamento provinciale Imprenditori, Fausto Manzana ha
evidenziato l’aspetto delicato di questa manovra che risiede nella
contrazione delle risorse che renderebbero necessaria una
razionalizzazione della spesa corrente e degli investimenti che
questa manovra non contiene. Tuttavia è impossibile valutare
compiutamente questo progetto di bilancio senza poter ragionare
sull’assestamento e con un tempo superiore rispetto ai pochi giorni
che abbiamo avuto a disposizione in questa occasione. Ai fini di
comprendere meglio la manovra sarebbe necessario conoscere come
questa si declina nei diversi capitoli, già integrati delle ipotesi
dell’assestamento: avere un’idea di quanto accadrà a valle
sarebbe particolarmente rilevante. Allentare i vincoli di bilancio in
capo ai comuni con il superamento delle gestioni associate, del turn
over del personale desta non poca preoccupazione, ha osservato.
Bene il fondo sulla green economy, mentre non c’è traccia
del fondo per il sostegno alla crescita delle imprese e questo appare
emblematico. Apprezzato l’aumento dell’aliquota Irap agevolata al
2,68, mentre si chiede l’eliminazione della maggiorazione per le
holding industriali penalizzate in Trentino rispetto ad altri
territori del paese. Si lamenta la difficoltà di reperimento di
risorse umane per le imprese, quindi si cheide di essere maggiormente
inclusivi nei confronti di coloro che desiderano integrarsi nella
comunità e il sostegno a politiche attive del lavoro. Abbiamo
apprezzato gli stati generali della montagna e il forum della
ricerca, ha dett manzana, ma ci piacerebbe capire quali risorse si
intendano dare all’innovazione. Quanto al ruolo della Camera di
Commercio, va potenziato il Centro studi per trovare le risposte
necessarie sul funzionamento delle misure, sopratutto in un contesto
di ristrettezza di risorse. Sarà anche importante confrontarsi con
il governo per discutere il nostro contributo alle risorse
finanziarie e contestualmente capire quante sono le risorse europee
di cui potremo disporre. In sintesi Manzana ha fatto rimando alle
proposte specifiche di modifica e integrazone elaborate e contenute
in un documento consegnato ai commissari. La presidente della
Federazione cooperazione Marina Mattarei ha ribadito la
difficoltà di fare sintesi nella ristrettezza di tempi in cui ci sie
è trovati ad elaborare le osservazioni.
Il
presidente dell’Ance Giulio Misconel ha espresso
preoccupazione per la flessione di risorse complessiva di quasi 500
milioni di euro di qui al 2022. Tuttavia, senza investimenti non si
va da nessuna parte ed occorre dunque tenerne conto, anche
considerando che nel 2026 ci attendono le Olimpiadi e gli
investimenti al riguardo occorre pensarli subito, ha aggiunto. Sul
tema appalti pubblici servono a suo avviso una maggiore efficienza e
un testo normativo serio e condiviso, che premi le aziende con mezzi
propri e attrezzature. Bene lo stanziamento dei 10 milioni per
l’abbattimento dei mutui, gli stanziamenti per Itea per la
riqualificazione energetica e la semplificazione amministrativa nel
cambio di destinazione d’uso, così come positiva è la
riconduzione alle finalità originarie del Progettone e sono
apprezzabili il mantenimento dell’Irap e l’estensione delle
agevolazioni sull’Imis. Iniqua invece appare la misura che prevede
l’abbattimento degli oneri assicurativi dei familiari a favore
esclusivamente dei dipendenti pubblici.
Per
Codiretti il direttore Mauro Fiamozzi ha rilevato l’incertezza
in merito alla Pac. Sono condivise le osservazioni contenute nella
Nota di aggiornamento per il settore agricolo sulle linee guida e
interventi nel medio e lungo periodo che rispondono alla visione di
Coldiretti per il settore. Si confida che le risorse stanziate siano
sufficienti. In particolare, l’obiettivo di realizzare un progetto
di razionalizzazione dell’utilizzo dell’acqua in agricoltura in
val di Non con l’utilizzazione di tecnologie innovative, deve
diventare occasione e opportunità di fare sistema per ottenere
ricadute positive all’intero comparto. Infine, Fiamozzi ha
evidenziato il ruolo sempre più importante dei giovani agricoltori,
nell’ottica di una politica agricola legata all’innovazione.
L’agroalimentare, ha concluso, è un pilastro fondamentale che se
vale il 25% a livello nazionale, in Trentino vale sicuramente
qualcosa in più.
Paolo
Calovi (CIA) ha rilevato l’importanza delle risorse idriche
anche in relazione ai cambiamenti climatici. Servono impianti di
nuova generazione, rispondenti a tecnologie all’avanguardia e vanno
creati dei bacini di accumulo. Per le aziende zootecniche serve un
ragionamento serio, così come appena possibile sono auspicabili
nuovi fondi per il settore.
Il
presidente degli allevatori trentini Mauro Fezzi ha
evidenziato la necessità di avere garanzie sul 2020 per le misure
del piano di sviluppo rurale. In una situazione tutto sommato
positiva perché il mondo del latte sta dando buone risposte si
auspica che proseguano gli interventi legati alla promozione dei
prodotti e alla green economy di presidio delle valli. Senza
allevamento e agricoltura in montagna muore tutto, ha detto. Tutti i
fondi messi a disposizione per mantenere il presidio della montagna
sono a suo avviso fondi investiti bene.
Ugo
Rossi (Patt) ha notato che stiamo discutendo il bilancio con
continui rimandi all’assestamento. Come giustamente rilevato dagli
imprenditori servirebbero dunque maggiori dettagli sull’assestamento,
sopratutto considerando che i dati di Banca d’Italia evidenziano
che c’è necessità di mantenere la massima continuità possibile.
C’è la possibilità nelle norme, ha aggiunto, di anticipare sul
bilancio di previsione ciò che sarà nell’assestamento e occorre
essere lungimiranti e strategici per utilizzarle in tal senso: questa
è la prima risposta da dare, anticipando nel bilancio di previsione
gli investimenti su tutti i capitoli e programmando in maniera
completa e compiuta. Altra questione strategica a suo parere, vista
la carenza di risorse e aldilà delle Olimpiadi, la leva del debito.
Chi riduce il debito può farne a meno e dunque strategicamente
l’impegno della Provincia è andare a modificare quelle norme.
Serve un patto forte su questo aspetto, ha concluso.
Giorgio
Tonini (PD) ha fatto un rilievo sul metodo che ha molto a che
vedere con la qualità della produzione legislativa: da domani
dovremo votare tutta questa massa di materiale in una sola giornata.
In seconda battuta ha rilevato l’aspetto della crescita, un tema
posto a suo parere non con la necessaria consapevolezza della
drammaticità del passaggio. In base ai dati di previsione
dell’andamento della nostra economia noi saremo l’ultima regione
del Nord e appena sopra la media nazionale e questo non può essere
accettato e subito, ma vanno messe in campo tutte le risorse a
servizio di un obiettivo programmatico diverso dal tendenziale.
Manzana
ha replicato sulla questione debito ritenuta preoccupante: senza
gli investimenti il declino è facilmente prevedibile, ha detto. Va
prestata la massima attenzione alla spesa corrente, ha aggiunto, e va
immaginata una provincia che investe di più, adesso, sulle
infrastrutture turistico alberghiere e che innova sull’ospitalità
che muove un indotto incredibile. Ci aspettiamo di poter dare il
nostro contributo, ha concluso.