Ecco com'è andata la Conferenza di informazione organizzata dal Consiglio provinciale
Rivoluzione 5G tra opportunità e preoccupazioni. L’appello: scienza e industria unite per evitare i rischi
Foto allegate
Viaggeremo su auto senza
conducenti e senza rischi di incidenti lungo strade europee “connesse”, con un risparmio medio di 15 anni di vita che oggi
trascorriamo al volante. Grazie alla telechirurgia gli specialisti
opereranno i pazienti anche a distanza. Un pompiere con la “realtà
aumentata” nel casco durante l’incendio di una casa avrà
informazioni sull’edificio tali da poter salvare più vite umane.
Ma al suo posto si potrà impiegare anche un robot. Eccetera,
eccetera. Non si tratta di fantascienza ma di quello che potrebbe
realmente accadere tra pochissimi anni – stando al piano
dell’Unione europea già a partire dal 2025 – con l’applicazione
diffusa della tecnologia 5G, la rete di quinta generazione. Una sorta
di internet superveloce, suscettibile appunto di molteplici utilizzi,
dalla telefonia agli oggetti che maneggiamo ogni giorno: auto,
vestiti, sedie, bicchieri. Insomma, una rete superveloce che potrebbe
però viaggiare sulla fibra ottica, per la cui posa la Provincia ha già
molto investito. Tecnologia, la 5G, in fase di studio, ma destinata a
rivoluzionare presto la nostra vita quotidiana e con un enorme
impatto sull’economia, l’industria, il turismo, il lavoro, i
servizi e il mondo dell’intrattenimento. Un impatto reso possibile,
appunto, dall’incredibile velocità di trasmissione dei dati che la
5G garantisce. C’è però anche qui un “ma”. La 5G potrebbe
infatti comportare rischi per la salute umana, dovuti alle onde
elettromagnetiche messe in circolazione dalle antenne, che per
mettere in funzione il sistema si dovranno moltiplicare e i cui
effetti non sono stati ancora chiariti. Questi e tanti altri spunti
di riflessione sulle opportunità e sui pericoli derivanti per la
salute dalla tecnologia 5G, sono emersi oggi pomeriggio dalla prima
Conferenza
di informazione organizzata nella
XVI legislatura dal
Consiglio provinciale. A
tema, appunto la novità della rete 5G
riguardante
la telefonia
mobile ma
in prospettiva molto altro ancora.
L'iniziativa, ospitata
nella
sala convegni del Consiglio delle autonomie locali di
Trento e
trasmessa in diretta streaming,
è partita da una richiesta di Vanessa
Masè di
Civica
Trentina, alla
quale si sono associati numerosi altri consiglieri di maggioranza e
minoranza. Ottenuto l’ok dei capigruppo, la conferenza ha coinvolto
numerosi esperti e tecnici del settore le cui relazioni hanno lo
scopo di mettere a disposizione dei consiglieri elementi conoscitivi
sul 5G che potranno servire loro per elaborare atti politici: disegni
di legge, proposte di mozione e
interrogazioni.
Il
presidente Kaswalder:
vogliamo acquisire conoscenze con rigore scientifico.
Lo
ha ricordato in apertura il presidente del Consiglio Walter Kaswalder
dopo
aver salutato le numerose autorità
istituzionali
e politiche presenti.
“Il
tema della tecnologia 5G è stato condiviso trasversalmente – ha
ricordato – per acquisire
un’informazione oggettiva che con rigore scientifico mostri i vari
profili dell’argomento. Proprio perché destinata ad entrare a far
parte delle nostra vita quotidiana – ha aggiunto Kaswalder –
occorre fare chiarezza sull’impatto di questa tecnologia sulla
salute umana e sull’ambiente. Già oggi – ha proseguito il
presidente – vediamo che i cellulari sono in mano anche ai bambini
la cui struttura non si è ancora formata e non sappiamo se potranno
esservi ripercussioni sulla loro crescita. Su questa sfida, che è
già oggetto dell’interrogazione numero 598 presentata dal
consigliere Marini (5 stelle), è al lavoro la Commissione nona dei
trasporti e comunicazione della Camera, con un’indagine conoscitiva
avviata nel settembre 2018 e ancora in corso. Indagine i cui
sviluppi sono accessibili per gli interessati dal link al sito della
Camera. Il presidente ha ricordato che della Conferenza di
informazione il Consiglio provinciale pubblicherà subito gli atti.
Job: seminario rivolto ai
consiglieri ma anche aperto a tutti i soggetti interessati.
Ivano Job, presidente della
Terza Commissione, organismo del Consiglio provinciale competente in
questa materia, ha ribadito lo scopo della conferenza di
informazione, strumento conoscitivo rivolto principalmente ai
consiglieri provinciali perché possano esercitare la loro funzione
legislativa, di indirizzo e controllo politico. Non si tratta quindi
di un convegno pubblico aperto alla cittadinanza ma di un seminario
riservato al quale tuttavia i capigruppo hanno deciso di invitare
tutti i soggetti pubblici e privati interessati sul territorio, dando
all’iniziativa adeguata pubblicità attraverso il sito del
Consiglio e gli organi di informazione.
Masè: tema divisivo da
affrontare senza spingere in un senso o nell’altro.
Vanessa Masè (Civica
Trentina) prima firmataria della richiesta della Conferenza, ha
ricordato che l’iniziativa è stata organizzata in poco tempo anche
per l’urgenza di affrontare l’argomento che sta rapidamente
interessando tutti. “Il 5G – ha osservato Masè – è un tema
potenzialmente divisivo e di grande impatto perché si tratta di una
tecnologia nuova che ancora non si sa ancora cosa comporterà
esattamente in termini sia di opportunità che da essa saranno aperte
sia di criticità che giustificano certi timori. La Conferenza – ha
concluso la consigliera di Civica Trentina, non vuole spingere a
compiere scelte a favore o contro il 5G, ma solo fornire ai
consiglieri conoscenze per affrontare il tema in modo serio,
responsabile e possibilmente condiviso. “Per essere attori più
consapevoli di questo passaggio!.
Tonina: la Giunta vuole
dare un servizio di telecomunicazione efficiente per la montagna
trentina. Ascolteremo tutti e decideremo in modo da dare garanzie.
Il vicepresidente della
Provincia Mario Tonina ha ringraziato la consigliera Masè per aver
sollecitato questa iniziativa allo scopo di fare chiarezza
sull’argomento. Tonina ha sottolineato che la Provincia vuole
mettere la tecnologia 5G a servizio delle telecomunicazioni
assicurando lo sviluppo e l’accesso più ampi possibili. In questo
senso la legge di bilancio della Provincia farà suoi gli obiettivi
definiti a livello comunitario per il lancio della 5G entro il 2020 e
il raggiungimento entro il 2015 di una copertura delle linee urbane e
di trasporto terrestre. Tonina ha ricordato che l’avvio della rete
5G nei Comuni trentini Valfloriana, Sover, Castel Condino e
Terragnolo, inclusi nell’elenco dei 120 centri italiani coinvolti
dal programma, non risponde all’obiettivo di una “sperimentazione”
ma ha il solo scopo di garantire alle popolazioni residenti un
servizio di copertura adeguato e capaci di rispondere ai bisogni, al
pari di tutti gli altri territori interessati. La Provincia – ha
aggiunto il vicepresidente – promuoverà iniziative di informazione
e di dibattito sulle modalità di funzionamento e di introduzione
della nuova tecnologia sul territorio del Trentino, anche avvalendosi
di esperti dei vari settori coinvolti, compresa l’Azienda
sanitaria, tenuto conto di tutte le preoccupazioni emerse.
L’obiettivo è solo quello
di assicurare più velocità e sicurezza nella trasmissione dei dati,
cosa che le tecnologie attuali non sono in grado di garantire,
mettendo il Trentino al passo con il resto del mondo. Anche dagli
Stati generali della montagna – ha proseguito Tonina – è emersa
la necessità di assicurare in tal modo servizi a tutte le valli. La
Giunta si è impegnata ad evitare lo spopolamento della montagna
trentina, e per riuscirci vuole coinvolgere soprattutto i giovani
garantendo servizi innovativi ed efficienti come questo nell’ambito
delle telecomunicazioni. Nell’introdurre la nuova rete – ha
concluso Tonina – faremo tesoro delle istanze, delle osservazioni e
dei contributi trasmessi alla Provincia attraverso gli Stati generali
della montagna. Ma – ha rassicurato – teniamo conto che la
normativa nazionale in materia di sicurezza è più severa rispetto
al resto d’Europa. Si tratta per la Provinvcia di pianificare bene
la localizzazione dei nuovi impianti, individuando luoghi idonei al
di fuori dei siti sensibili-. “Questo – ha concluso – sarà il
mio compiuto. Come Giunta ascolteremo tutti con attenzione e
tradurremo quanto avremo raccolto in atti politici che diano il
massimo della garanzia”.
Segnana: tecnologie
necessarie alla sanità. Staremo attenti a un utilizzo corretto.
L’assessore alla salute
Stefania Segnana ha sottolineato che anche per la sanità trentina
c’è sempre più bisogno di comunicare e scaricare dati in quantità
massiccia e veloce. Giù oggi – ha ricordato – utilizziamo la
tecnologia ad esempio per controllare i pazienti che hanno patologie
croniche come il diabete. Senza una tecnologia che permetta un veloce
scambio quotidiano e massiccio di dati oggi non si può più vivere,
ha aggiunto. Tuttavia – ha avvertito – bisogna tener conto della
necessità di monitorare costantemente la salute delle persone in
relazione alla localizzazione delle antenne: per questo – ha
promesso – sia l’assessorato alla salute sia quello all’ambiente
terranno sotto controllo e sotto costante supervisione la nuova
tecnologia 5G. “Perché – ha ricordato – la salute viene prima
di tutto. Non dimentichiamo che l’utilizzo scorretto e
incontrollato dei cellulari soprattutto tra i bambini è già una
frontiera sulla quale lavorare perchè i problemi oggi nascono
soprattutto da questo fenomeno. Si tratterà quindi per Segnana di
educare ad un utilizzo corretto anche di questa nuova tecnologia.
Malacarne del Sava: con le
reti 5G si moltiplicheranno le antenne soggette alle stesse procedure
autorizzative utilizzate per la valutazione degli altri impianti.
A proposito delle normative
sui campi elettromagnetici e sugli iter procedurali è intervenuta
Carla Malacarne, del Sava, il Servizio autorizzazioni e valutazioni
ambientali della Provincia, struttura responsabile del rilascio delle
autorizzazioni per l’installazione di impianti di telecomunicazione
nel territorio del Trentino. Malacarne ha ricordato la legge quadro
nazionale, che è la 36 del 2001 sulla protezione dalle esposizioni a
campi elettromagnetici, magnetici ed elettrici, e si è soffermata in
particolare sulla valutazione dei possibili effetti a lungo termine
dell’esposizione a questi campi sulla salute. Per prudenza l’Italia
ha adottato il principio di precauzione previsto dall’articolo 174
del Trattato istitutivo dell’Unione europea. Si tratta di
minimizzare i livelli di esposizione. La legge quadro – ha
proseguito – non definisce limiti ma definisce tre cose: i limiti
di esposizione, riguardanti i valori di campo elettrico, magnetico ed
elettromagnetico che non devono essere superati; il valore di
attenzione, più restrittivo perché riguardante gli ambienti
abitativi e scolastici e i luoghi di permanenza oltre le 4 ore
giornaliere; e infine gli obiettivi di qualità relativi ai criteri
localizzativi degli impianti. Finora l’unico limite è stato
indicato dal decreto attuativo dell’8 luglio 2003 tra i 100
kilohertz e i 300 gigahertz. E’ scientificamente dimostrato che il
corpo umano assorbe diversamente al variare della frequenza.
La normativa provinciale di
riferimento è la legge 9 del 1997, riguardante l’individuazione
dei siti per la localizzazione di impianti di radiodiffusione, e il
decreto del Presidente della Provincia del 20 dicembre 2012
“Disposizioni regolamentari concernenti la protezione
dall’esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”.
Malacarne ha infine descritto la procedura seguita dal Sava per
arrivare all’autorizzazione degli impianti. Le strutture
provinciali attori del processo sono quella competente in materia
urbanistica e del paesaggio, l’Apss che risponde per gli aspetti
sanitari, e quella competente in materia di telecomunicazioni che
verifica che non vi siano interferenze con altre reti di servizio e
linee di emergenza o protezione civile. Finora – ha ricordato
Malacarne – nessun gestore ha proposto di realizzare impianti
all’interno di siti sensibili. Compito dei Comuni è di adottare
disposizioni per assicurare il corretto insediamento urbanistico e
territoriale definendo i siti sensibili (scuole, ospedali)
compatibilmente con i criteri di localizzazione provinciali.
Obiettivo del Sava è la valutazione preventiva dei progetti per
garantire il rispetto dei limiti di esposizione con un’istruttoria
tecnica in ogni condizione operativa dell’impianto utilizzato alla
massima potenza. I fattori che influenzano l’esposizione sono la
potenza irradiata da un impianto, il diagramma di radiazione delle
antenne che precisa come viene distribuita la potenza nello spazio
circostante, la distanza dall’antenna. Lungo la direzione
principale di diramazione l’intensità del campo elettrico è
inversamente proporzionale alla distanza. Anche la nuova tecnologia
5G, ha proseguito Malacarne. è soggetta alla stessa procedura di
autorizzazione degli impianti: cambiano solo le antenne, che si
adatteranno alle utenze e saranno per questo molto numerose ma di
dimensione e potenza ridotte. Attualmente nel Trentino vi sono 1.200
strutture che ospitano 1 o più impianti per telefonia mobile o
televisione. Con il 5g l’aumento stimato di questi impianti si
aggira tra il 50 e il 100%, con conseguente incremento anche delle
celle. Sarà compito dei soggetti pubblici responsabili effettuare i
dovuti controlli.
Pegoretti (Appa): le
antenne 5G concentrano il segnale sull’utente. Ridimensionare la
percezione del rischio alimentate da incertezze e fake news.
Stefano Pegoretti, dell’Appa
ha parlato delle attività di misurazione, monitoraggio e controllo
che spettano all’agenzia provinciale per la protezione
dell’ambiente. Appa che è chiamata a verificare se le antenne
autorizzate rispettano i limiti di legge previsti per l’esposizione,
ma soprattutto i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità. E
ha poi spiegato come viene effettuata una campagna di
misurazione-tipo sul territorio e specialmente nelle zone
potenzialmente critiche. da parte dell’Appa. In sostanza i tecnici
si recano sul posto e misurano i valori di campo presenti all’interno
delle abitazioni vicine. Dal 2012 la durata delle misurazioni è di
24 ore. Poi si prosegue con un monitoraggio continuo per il tempo
necessario ad effettuare 10-15 misure. Il monitoraggio dura quindi
alcune settimane. Per il 5G ora a livello provinciale vi sono ancora
impianti accesi, mentre in Italia sono stati autorizzati a Milano,
Prato l’Aquila, Bari e Matera. Le misurazioni per questo nuovo tipo
di segnale sono più difficili perché devono tener conto
dell’incremento della velocità e della capacità di trasmissione
dei dati, ma anche dell’elevato numero di dispositivi connessi
simultaneamente. La caratteristica delle antenne 5G, non a caso dette
smart, è di indirizzare il fascio sull’utente finale, direzionando
e concentrando il segnale verso la posizione fisica del dispositivo
del cliente. Per Pegoretti fondamentale sarà aprire dei tavoli
tecnici di confronto tra le regioni per definire riferimenti
condivisi e omogenei e prevedere nuove modalità di misura che
garantiscano interventi agili e tempestivi, consentendo di valutare
il campo elettromagnetico. Si arriverà così anche a ridimensionare
la percezione del rischio da parte dell’opinione pubblica, spesso
alimentata da incertezze, errori di comunicazione e fake news.
Salvadori: progetto di FBK
già sottoposto all’Ue per applicare il 5G all’A22.
A seguire Elio Salvadori
direttore di Create Net della FBK ha messo a fuoco gli aspetti
tecnologici e applicativi della rete 5g. “Il 5g – ha esordito –
viene percepito come la nova rete radiomobile che permette velocità
sempre pi spinte rispetto all’attuale traffico telefonico. Si è
passati dall’applicazione voce all’applicazione dati. Il 5G è un
4G evoluto: dai primi telefonini che permettevano di trasmettere
messaggi si è arrivati all’avvento dell’iphone fino all’attuale
cellulare che oggi offre servizi avanzati. Il 5G sposta ulteriormente
il focus sui servizi in generale, permettendo di puntare al
miglioramento della mobilità sulle strade con auto a guida autonoma,
alla possibilità di fare operazioni e consulenza sanitaria a
distanza per le zone in cui non vi sono ospedali, fino
all’intrattenimento. A questo punto – ha spiegato Salvadori –
il telefonino è come se sparisse. La rete 5G ha tre caratteristiche:
rende possibile la connettività a banda ultralarga avanzata in
continuità con le precedenti generazioni, con un forte uso della
velocità di trasmissione; punta sulla connettività alle cose e agli
oggetti che potranno essere molti di più di quelli oggi considerati
(qualsiasi oggetto potrà essere connessa, comprese le sedie, i
vestiti o i bicchieri); infine apre alla prospettiva di nuovi servizi
come le auto a guida autonoma, l’automazione a livello industriale
e i robot controllati a distanza. Salvadori ha prefigurato un
possibile riutilizzo a questi scopi dei siti già esistenti in
Italia. Alcuni stanno pensando alla rimozione dei 3G per recuperare
spazio e budget. Le antenne pongono il problema della propagazione
delle onde millimetriche, che non potranno diffondersi ovunque per
l’obbligo di rispettare i limiti imposti dalla legge. Fisicamente
la rete 5G potrà lavorare
in sinergia con la fibra
ottica. La differenza
riguarda i tassi di velocità attraverso la fibra. Secondo Salvatori
servirà molta più fibra sul territorio: bene quindi gli
investimenti fatti fino ad oggi nel Trentino per la fibra.
L’architettura sarà a macrocella con antennoni sui tetti delle
case connessi via fibra. Ma la connettività con 5G potrà viaggiare
anche via satellite a servizio delle località di montagna dove c’è
poca infrastruttura. Sarà garantita una velocità attorno ai 100
megabit per secondo. Con il 5G, ha proseguito Salvadoti, cambierà
soprattutto la vita di chi opera: per la prima volta una rete sarà
programmabile e quindi si potrà manipolare il comportamento in
maniera deterministica. Certo il 5G ripropone la sfida della
sicurezza della protezione dei dati ma – ha aggiunto l’esperto di
FBK – si tratta di un problema sempre esistito e che sempre
esisterà. L’interesse politico è molto forte, ha proseguito, e si
tratterà di dare ai cittadini delle garanzie per la privay, perché
i potenziali attacchi potranno essere molto dannosi. Infine Salvadori
ha ricordato che oggi in Europa vi sono 170 sperimentazioni in corso
che vanno dal mondo dell’industria a quelli delle smart city, del
trasporto, dell’agricoltura sulle quali i progettisti stanno
lavorando. Come tutte le tecnologie anche questa non è neutrale ed è
destinata quindi ad avere un impatto sociale importante. Ma questo
anche in termini di potenziali benefici alla società.
Per la mobilità, la
connessione 5G permetterebbe la realizzazione di auto sulle quali
poter viaggiare senza conducente lungo tutte le strade europee. A
questo già si sta pensando concretamente grazie alla gran mole di
informazioni che si possono trasmettere in 5G lungo le strade del
continente. Si è calcolato che ciascuno di noi risparmierebbe 15
anni di tempo trascorsi oggi in media dietro ad un volante. La
visione ultima della guida autonoma è anche quella delle strade
senza incidenti (la cosiddetta vision zero). Su questo
aspetto, ha preannunciato Salvadori, la FBK sta lavorando ad un
progetto già sottoposto all’Ue, ambientato sul corridoio di
collegamento Monaco-Bologna, che studia come si può utilizzare il 5G
come livello di automazione per la sicurezza delle manovre in
autostrada e minimizzare l’inquinamento lungo l’Autobrennero.
Altri campi di applicazione del 5G citati da Salvadori: la
telechirurgia con un chirurgo che da 30-40 km di distanza già
sperimentata con un chirurgo che opera a distanza un animale di
grossa stazza. Un approccio che può rivoluzionare il mondo della
salute. Nel settore dell’intrattenimento si possono ad esempio
proiettare immagini di draghi che sorvolano lo stadio durante una
partita di calcio. Altro comparto: l’agricoltura di precisione, con
la possibilità di fornire informazioni molto più accurate agli
agricoltori per l’efficientamento dell’utilizzo di acqua e
pesticidi. Servizi di pubblica sicurezza avanzati: un pompiere con un
casco che grazie alla realtà aumentata ottiene informazioni molto
ricche sulla strutturazione di una casa per poter in caso di incendio
salvare una persona. Ma analoghe situazioni di emergenza si potranno
affrontare anche con robot. Impatti sull’economia: molti sono in
corso in merito ai possibili ricavi addizionali derivanti
dall’utilizzo del 5G non solo per l’industria ma anche nelle
piccole imprese. Vi sono stime sul numero di nuovi posti di lavoro
che potrebbero essere generati dal 5G. In ogni caso il piano europeo
d’azione prevede entro il 2020 lancio commerciale del 5G in almeno
una città di ogni Stato membro, ed entro il 2025 in tutte le zone
urbane e i corridoi di trasporto automobilistici e di trasporto per
garantire 100 megabyte al secondo. Naturalmente l’idea è che una
volta iniziata la commercializzazione i privati contribuiscano a
questi obiettivi, che non si potranno raggiungere solo con fondi
pubblici. In Italia sono già stati annunciati a brevissimo lanci
commerciali da parte di Vodafone e Tim. In conclusione, per Salvadori
il 5 G è sicuramente un ecosistema aperto che cambierà il mercato
della fornitura di servizi. Vi saranno molti nuovi stakeholder che
inizieranno a partecipare. Lo smartphone non sarà l’attore
principale della nuova rete: lo saranno invece le auto, le case, i
robot, i droni, ecc.. Per la trasformazione digitale che comporterà,
si tratta di una grande opportunità di sviluppo per l’Italia e
l’Europa. Opportunità da prendere però – ha concluso – con la
dovuta cautela, tenuto conto delle preoccupazioni sociali per
l’impatto elettromagnetico.
La seconda parte della Conferenza di informazione.
La seconda parte della
Conferenza di informazione sul 5g si è aperta con l’intervento
della professoressa Fiorella Belpoggi, direttrice del centro per la
ricerca sul cancro Cesare Maltoni dell’istituto Ramazzini di
Bologna che ha messo in guardia dai rischi, alla luce di due ricerche sugli
effetti sulla salute dei campi magnetici, una effettuata da un
istituto di ricerca americano ( 4000 mila dipendenti, investimenti di
25 milioni di euro sul progetto), e l’altra dal suo istituto che ha
21 ricercatori e a disposizione per la ricerca 1,5 milioni di euro.
Le due ricerche, effettuate sui ratti, hanno messo in evidenza
l’aumento di tumori gliali maligni molto rari nel cuore e nel
cervello. Malattie, ha detto la specialista bolognese, che sono
insorte in seguito all’esposizione, per tutta il corso della vita
naturale dei ratti (in media tre anni), a frequenze da 5;25;50 volt
al metro. Insomma, secondo la professoressa Belpoggi, lo studio
mostra che i rischi ci sono e che lo Stato, che con la vendita delle
frequenze per il 5g, ha incassato 6,5 miliardi, dovrebbe destinarne
una piccola parte di questa cifra alla ricerca sui rischi sanitari.
Anche perché la ricerca del Ramazzini è stata finanziata in gran
parte da fondi provenienti da privati, ma, ha sottolineato la
ricercatrice, non è più possibile andare avanti con il 5 per mille.
Insomma, a fronte di tecnologie portate avanti dalle maggiori
compagnie internazionali e ai profitti che ne derivano, servono
ricerche vaste e di conseguenza costose. “Io non sono contraria al
5g – ha detto la ricercatrice –. Sono contraria al fatto che
questa tecnologia venga diffusa senza studi appropriati sui rischi.
Io i tumori li ho visti e non posso tacere”. Ma ha anche aggiunto
che su questi problemi non cideve essere un noi e un voi. Industria e
scienza non devono essere nemici per forza. Per questo Fiorella Belpoggi ha
auspicato un ritorno allo spirito che, negli anni ‘80 e ‘90, ha
portato l’industria, quella chimica in particolare, a lavorare con
la ricerca per superare o perlomeno contenere i rischi. “Perché –
ha concluso – o questa partita si vince assieme o si perde
assieme”.
Il professor Paolo Rocca, del
dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’informazione
dell’Università di Trento, ha spiegato la “filosofia”
tecnologica del 5g che rivoluzione l’impianto dell’attuale 4g.
Ricordando che, nel campo della ricerca, si sta già lavorando al 6g.
Il docente trentino ha detto che la nuova tecnologia porterà
vantaggi nel campo della sicurezza stradale, con le auto a guida
autonoma, permettendo alle persone di recuperare tempo di vita (oggi
un lavoratore passa 15 anni della sua esistenza in auto per andare e
tornare dal lavoro) incrementando le possibilità di lavorare da
casa.
Il dottor Francesco Pizzo,
dell’Unità operativa Igiene e sanità pubblica dell’Azienda
sanitaria ha ricordato che i rischi riguardano, almeno per la massa
della popolazione, l’uso del cellulare. Per il semplice motivo che
viene portato vicino alla testa, perché il grado di pericolosità
delle esposizioni ai campi magnetici è molto influenzato dalla
distanza dalla fonte e dai livelli di schermatura. Secondo Pizzo, in
base al principio di precauzione, ci si deve concentrare quindi su
campagne informative sull’uso razionale del cellulare, soprattutto
nei confronti dei giovani. Comunque, ha concluso, i rischi vanno
valutati con i benefici che vengono portati da queste tecnologie.
Il dibattito.
Il primo intervento è stato
quello di Marco Bardino dell’associazione Obiettivo sensibile, che
raccoglie le persone che soffrono di sensibilità chimica e
ipersensibilità ai campi magnetici. Secondo Bardino sta avvenendo
per il 5g quello che è avvenuto per la globalizzazione che,
descritta come soluzione per i mali dell’umanità, si è invece
dimostrata il contrario. Rivolgendosi poi agli amministratori ha
ricordato che l’articolo 41 della Costituzione prevede la terzietà
delle istituzioni rispetto alle imprese. Quindi, lo sviluppo di
queste tecnologie non può avvenire ai danni dei cittadini. Gli
amministratori, secondo Bardino, dovrebbero capire lo scenario
futuro, avere un quadro dell’impatto di questi cambiamenti, non
solo sulla salute, ma anche sull’occupazione e la società. Quadro
che la classe politica non pare avere.
Critico anche l’intervento
di Andrea Maschio, consigliere comunale a Trento, il quale ha detto
che la normativa sull’esposizione ai campi magnetici è vecchia,
del 2001; che il 5g aumenterà esponenzialmente le fonti di emissione
fino a un milione di elementi per km quadrato. Inoltre, ha chiesto
che fine faranno gli investimenti milionari serviti a cablare il
Trentino.
Fabio Peterlongo, giornalista, ha puntato l’attenzione
sull’impatto che il 5g avrà sull’occupazione già duramente
colpita dalle tecnologie informatiche. Inoltre, visto che nel corso
della conferenza si è detto che il 5g potrà servire a sviluppare
nuove forme di intrattenimento, ha chiesto se non sia il caso di
pensare a svaghi più umani per i ragazzi.
Amelia Ress ha chiesto
quali precauzioni si possono attivare per limitare i rischi e il
sindaco di Valfloriana, Michele Tonini, uno dei comuni trentini nei
quali verrà introdotto il 5g, ha detto che la popolazione e lui
stesso ha accolto questa tecnologica con due sentimenti contrastanti:
da una parte preoccupazione e dall’altro entusiasmo per le
possibilità che può aprire ad una comunità di montagna. Il primo
cittadino del comune della Val di Cembra ha ricordato, infine, che il
Consiglio ha votato una mozione che riassume questi due sentimenti,
chiedendo però alla Provincia di fare tutto il possibile per la
tutela della salute.
Dubbi sullo sviluppo della
nuova tecnologia 5g ha manifestato anche il consigliere di Riva del
Garda, Andrea Matteotti, secondo il quale questo internet delle cose
servirà più alle cose che ai cittadini. Secondo Matteotti, inoltre,
la fibra ottica è più che sufficiente per le esigenze del
territorio e ha chiesto se la Pat sia disposta a mettere dei soldi
per ricerche sugli impatti sulla salute del 5g.
La professoressa Belpoggi,
nella risposta, ha ricordato che il suo istituto ha da tempo avviato
una campagna nelle scuole per un uso razionale del cellulare e che la
sentenza del Tar di Roma, impugnata dal Governo, obbliga lo Stato a
sensibilizzare i cittadini sui rischi dell’esposizione.
Il
professor Rocca ha ricordato che il 5g non arriverà in ogni angolo
del Trentino così come non è arrivata la fibra; mentre il direttore
di Create – Net dell’Fbk ha messo in guardia da posizioni
ideologiche ricordando che le tecnologie, storicamente, hanno
migliorato le condizioni dell’uomo.
Infine, Carla Malacarne, del
servizio autorizzazioni e valutazioni ambientali, ha affermato che le
norme sono state aggiornate dal 2001 e si sta lavorando a linee guida
sui rilevamenti. Infine, ha smentito che, come affermato dalla
professoressa Belpoggi, la Germania abbia bloccato il 5g, perché il
5 giugno a Berlino si è conclusa l’asta per le concessioni per 6,5
miliardi di euro.
L’incontro
si è chiuso con l’intervento di Vanessa Masè
(Civica Trentina) la quale ha affermato che la conferenza di
informazione è servita a raccogliere, com’era nelle sue
intenzioni, informazioni per
andare, dopo il momento della sintesi, nella direzione giusta.
Il
Presidente Kaswalder ha salutato gli ospiti con una nota amara,
sottolineando cioè la scarsa partecipazione dei consiglieri alla
conferenza di informazione. Nota amara attenuata dalla notizia
dell’assegnazione all’Italia, quindi anche al Trentino, delle
olimpiadi invernali. Infine, condividendo l’invito all’unità
della professoressa Belpoggi, ha ricordato il motto della
Cooperazione: “Insieme si può”.