In Consiglio provinciale con gli interventi del presidente Fugatti, poi di Rossi e di Tonini
Iniziata la discussione generale sul disegno di legge relativo alla variazione del bilancio
Il capogruppo del Pd Giorgio Tonini. In allegato, il testo del provvedimento

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alla discussione generale sulla variazione di bilancio. Dopo la
relazione del Presidente Fugatti, il quale ha ricordato che questa
manovra è stata determinata dai danni ingenti causati dal maltempo
di fine ottobre, sono intervenuti il capogruppo del Patt, Ugo Rossi
il quale ha chiesto a Fugatti di non recepire semplicemente il
reddito di cittadinanza ma di riportarlo nell’alveo della
legislatura della nostra autonomia, in base al principio che le
decisioni vanno prese a Trento e non a Roma. Il capogruppo del Pd,
Giorgio Tonini, ha invece chiesto di aspettare, sempre sul reddito di
cittadinanza, la trasformazione in legge del decreto per avere, a
bocce ferme, un quadro certo dell’impatto finanziario sul bilancio
Pat. Uno stop di poche settimane che permettere alla Pat di adottare
una legge specifica anche a tutela dell’Autonomia. Inoltre, il
capogruppo Pd ha lamentato che in questo ddl, oltre ad alimentare la
confusione normativa, non prevede alcuna manovra per contrastare la
recessione.
La
discussione riprenderà domattina alle 10.
Dopo
una sospensione di circa un’ora, poco prima delle 17, la seduta del
Consiglio è ripresa. Il Presidente Kaswalder ha ricordato che nella
conferenza dei capigruppo si è deciso di allungare i tempi di
discussione della variazione di bilancio che sono stati portati,
complessivamente, da 10 ore a 14 per permettere una discussione più
approfondita del ddl.
Fugatti:
manovra urgente, in attesa dei soldi dello Stato.
Il
Presidente della Giunta, Maurizio Fugatti, nella sua relazione
introduttiva ha affermato che la variazione è stata determinata dai
danni causati dalla tempesta di fine ottobre. Con questa manovra sono
state trovare risorse, su 250 milioni di danni, per le necessità
immediate: 60 milioni di accantonamento, rinviando spese per 33
milioni, mentre altre opere già finanziate sono state riviste e in
parte recuperate con il ricorso al debito alla Bei con un mutuo di
100 milioni. Inoltre, 14,8 milioni sono stati recuperati sul Not, la
cui previsione di spesa è passata da 160 a 148 milioni. La
variazione è urgente, ha sottolineato Fugatti, ma temporanea. Il
Governo, ha ricordato, ha già assegnato 2,5 milioni sui 53 stanziati
a livello nazionale. Il decreto fiscale sul 2019 ha messo a
disposizione 480 milioni che verranno distribuiti nei prossimi giorni
tra le regioni colpite dal maltempo. In più, sempre sul 2019, ci
sono 800 milioni sulla finanziaria. Quindi, ha aggiunto il
Presidente, i 2,5 milioni sono solo una prima parte in attesa della
ripartizione definitiva. Nel ddl ha ricordato ancora Fugatti ci sono
gli interventi sull’assicurazione dei Vvff volontari; si interviene
sulla reperibilità dei medici, per riaprire alcune guardie mediche,
a cominciare dal Tesino e dalla Val di Ledro. Il problema, ha però
aggiunto, è di trovare i medici. Poi ci sono le gestioni associate
che verranno sospese in vista di una riforma. Si può ragionare, ha
detto infine il Presidente della Giunta rivolto all’opposizione, su
come porre un limite temporale a questa sospensione. Anche sul
ricorso al debito c’è la volontà di valutare alcuni odg.
Rossi:
dobbiamo decidere noi, non Roma.
Rossi
ha ricordato di aver chiesto a Fugatti, non di rinunciare alla
modifica del reddito di cittadinanza, ma di poter discutere, in modo
specifico, del tema della relazione che c’è tra le norme nazionali
e prerogative della nostra autonomia speciale. Come è stato fatto
nella scorsa legislatura. Un parlamento autonomo e una Giunta
autonoma, ha aggiunto, dovrebbe fare valere sempre la possibilità di
decidere e di liberare. Non si può rinunciare, perché se rinunciamo
una volta, la seconda saremmo costretti a pentircene. Questo va
fatto, ha ribadito Rossi, nei confronti dello Stato non del Governo.
Potremmo anche decidere di fare 20 anni di permanenza per il reddito
di cittadinanza, ma di farlo qui. Perché se andiamo avanti a
recepimenti di provvedimenti nazionali il Consiglio diventerà
inutile e le strane teorie delle macro regioni, con i tedeschi da
un’altra parte, diventeranno realtà. Con l’emendamento sulla
cittadinanza, ha detto inoltre, si sta rinunciando alla difesa
dell’autonomia in nome di un’obbedienza assoluta al capo che
detta la linea. Linea che può essere anche condivisa, ma dobbiamo
deciderlo qui, con un apposito ddl. Inoltre, il capogruppo Patt, a
affermato che, come ha confermato lo stesso Fugatti, il decreto sul
reddito di cittadinanza non chiarisce i rapporti con le norme della
Pat. Quindi, ha chiesto Rossi, perché non aspettare 15 giorni con un
decreto nazionale convertito in legge e di decidere qui in tutto e
per tutto senza pericoli che la norma possa cambiare ancora? L’unica
ragione per il no a questa proposta è che un eventuale rinvio possa
essere visto come una sconfitta dalla maggioranza. Un’eventualità
che il Patt, ha detto Rossi, non vuole cavalcare. L’importante è
che la nostra autonomia venga posta sullo stesso piano dello Stato.
Infine,
il capogruppo Pat ha detto che, anziché prendere le risorse
destinate all’agricoltura, al turismo e alla scuola, si potrebbero
fare 40 – 50 milioni di euro di indebitamento, niente rispetto a
quello che si sta facendo a Roma, per poi rientrare con le
“fantasmagoriche” risorse promesse dallo Stato, che, non si
capisce con quale logica, dovrebbe pagare ai comuni i danni del
maltempo al posto della Pat. Sulla valutazione dei danni, ha
ricordato Rossi, nel mondo agricolo gli uffici Pat stanno
complicando, con una burocrazia cervellotica, la vita ai contadini
che hanno presentato le relazioni delle stime dei danni fatti dai
tecnici. Sui boschi, è vero che non bisogna depauperare il valore,
ma non tutti gli alberi hanno il valore di quelli di Pampeago, c’è
anche legname di poco conto. Quindi, non si può dire che in Alto
Adige hanno sbagliato a fare in fretta, perché il danno c’è stato
e non può essere ristorato con un’ipotetica filiera. Vanno
ripristinate le zone a valenza turistica, tutelando il valore del
paesaggio a scapito di quello del legname.
Sul
tema dei comuni, Rossi ha chiuso, ricordando che l’emendamento del
Patt cerca di fissare un impegno sui tempi della sospensione delle
gestioni associate a tutela della buona fede della Giunta e di quelli
che in passato hanno ottemperato alla normativa.
Tonini:
un ddl che confonde le mele con le pere.
Giorgio
Tonini, capogruppo Pd, ha detto che questa prima manovra della Giunta
Fugatti non contiene misure anticicliche, in una fase di recessione,
per far crescere la nostra economia e quindi le entrate della Pat, le
misure di welfare e l’occupazione. Invece, il ddl pone al centro
tre cose: le spese per i danni all’ondata di maltempo; la flat
tax che, decisa del Governo, ha prodotto un calo di gettito;
terzo, anche questa una decisione presa a Roma, l’istituzione del
reddito di cittadinanza che comporta adattamenti alla nostra
legislazione provinciale. Il ddl è stato utilizzato per svuotare
qualche cassetto politico e di propaganda, introducendo anche misure
che con la variazione di bilancio non hanno nulla da vedere. Rilievi,
ha aggiunto Tonini, in parte evidenziati dallo stesso Presidente
Kaswalder, che possono sembrare pedanti, ma che sono fondamentali per
la lotta al “mostro” della burocrazia. Il disordine legislativo,
infatti, ha affermato il capigruppo Pd, sta alla base di tutti gli
inghippi burocratici. Per questo non si devono mischiare norme
finanziarie con quelle ordinamentali. Questo è inveceun ddl omnibus,
dove la variazione di bilancio è marginale.
Nel
merito, le criticità delle gestioni associate sono evidenti, ha
detto Tonini, ma una riforma così importante va fatta con una
variazione di bilancio? Non se ne capisce il senso, anche perché si
sospendono le gestioni associate pur mantenendo gli obiettivi di
risparmio stabiliti. Il Presidente del Cal Gianmoena, ha ricordato
che le spese sono state ridotte con il taglio del personale al quale
si è però fatto fronte proprio con le gestioni associate. Quindi
sarebbe stato fatto meglio dire: basta gestioni associate ma diamo ai
comuni più flessibilità sul personale. Altrimenti, scritta com’è,
questa norma rappresenta un manifestino politico. Un’ulteriore
testimonianza che mischiare le mele con le pere significa peggiorare
la qualità legislativa. Sull’emendamento sui 10 anni per l’assegno
unico provinciale, Tonini ha detto che si tratta di una norma cattiva
e aberrante perché dice: si taglia a chi viene da fuori e furba
perché riduce la platea perché i soldi per il reddito di garanzia
non ci sono. Sulla norma provinciale, il Presidente Fugatti ha
fornito alcuni numeri ma che presuppongono che il decreto cambi nel
suo iter parlamentare e da ciò è evidente che oggi non siamo in
grado di valutarne l’impatto finanziario sul bilancio Pat. Quindi,
ha detto, buona legislazione vorrebbe che si aspettasse la certezza
della norma nazionale per poi, a bocce ferme, fare, qui, un ddl
chiaro. Questo non si vuole fare, ha concluso, perché si vuol fare,
anche qui, un manifestino politico. Grande sollievo da parte del
capogruppo Pd di fronte alla dichiarazione del Presidente Kaswalder
fatta nella conferenza dei capigruppo di aver dichiarato
inammissibile l’emendamento che intendeva introdurre una modifica
del Pup.