Interrogazione di Futura 2018 dopo il suicidio e la rivolta del 22 dicembre scorso
Cosa vuol fare la Giunta per migliorare la vivibilità del carcere di Spini di Gardolo?
Testo allegato
Pochi giorni dopo il
suicidio di uno dei reclusi e la conseguente, violenta rivolta dei detenuti
avvenuta nella casa circondariale di Spini di Gardolo, i due consiglieri provinciali di Futura 201, Paolo Ghezzi
e Lucia Coppola, chiedono in un'interrogazione scritta – la numero 130 – al
presidente della Provincia Fugatti, cosa intende fare la Giunta per
ripristinare una situazione di vivibilità nella casa circondariale
di Spini di Gardolo.
"Testimoni e
voci interne – evidenziano nella premessa –
riferiscono che il livello di tensione all’interno del carcere di
Trento, tra la direzione e la polizia penitenziaria e tra gli agenti
e i detenuti ha raggiunto livelli di guardia". Inoltre –
proseguono i consiglieri – la garante dei diritti dei detenuti
Antonia Menghini sottolinea alcune problematiche rilevanti, come la
difficoltà di accesso al lavoro interno e al trattamento
rieducativo; il numero troppo scarso di educatori (solo 3 per oltre
300 detenuti); tempi di risposta eccessivamente lunghi sia alle
domande di trasferimento dei detenuti che vorrebbero avvicinarsi alle
famiglie, sia per ottenere il permesso di telefonare alle famiglie.
Ancora: Menghini segnala che per i detenuti stranieri che vogliono
inviare alle famiglie d'origine il denaro guadagnato lavorando in
carcere, non è più possibile effettuare l'operazione tramite una
delega; e infine il disagio psichico che va monitorato.
Alla luce di questa
situazione, i due esponenti di Futura 2018 pongono al presidente della
Provincia alcune domande. Voglio sapere, in primis, se il
governatore condivide l’idea che la pena debba avere, secondo i
principi della nostra civiltà giuridica, una funzione socialmente
riabilitativa. Poi «che cosa intenda fare la giunta provinciale, per
quanto di propria competenza, per ripristinare una situazione di
vivibilità nella casa circondariale di Spini di Gardolo». E ancora, che cosa
intenda fare l'esecutivo per fronteggiare questi problemi e in particolare per
risolvere quello della mancata copertura sanitaria 24 ore su 24 (oggi
la presenza sanitaria è garantita dalle 7 alle 21), considerando
soprattutto il disagio psichico dei detenuti tossicodipendenti.
Infine Ghezzi e Coppola chiedono se il presidente Fugatti inserirà
tra le priorità della giunta provinciale, «in coordinamento con gli
organismi statali competenti, una efficace revisione del sistema di
assistenza sociale nel carcere di Trento, per abbassare il rischio
che si ripetano gravissimi episodi come i suicidi e la rivolta dei
detenuti; e per tutelare i diritti umani e civili delle donne e degli
uomini reclusi».