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12/07/2016 - In aula o in commissione

I 19 question time discussi in aula con la Giunta

Consiglio provinciale, prima giornata. I lavori proseguono domattina

I 19 question time discussi in aula con la Giunta

In allegato la convoncazione con l'ordine del giorno e i link ai testi

I 19 question time discussi in aula con la Giunta

​​​​Prima dell'esame dei 19 question time, con una riunione convocata in aperutra dal presidente Dorigatti, i capigruppo hanno deciso di revocare la seduta pomeridiana in aula per partecipare agli eventi dedicati al centenario dell'uccisione di Cesare Battisti. I lavori riprenderanno quindi domattina alle 10 con la discussione del rendiconto 2015 e dell'assestamento del bilancio, entrambi relativi al Consiglio provinciale.

Donata Borgonovo Re (Pd)

Numero di affidamenti

di forniture alle

cooperative di tipo B

Nella delibera con cui nel 2014 la Giunta emanava linee guida per l'affidamento a cooperative sociali di tipo B e per la disciplina dell'obbligo di impiego di persone svantaggiate nei contratti pubblici di forniture di beni e servizi, era considerato un obiettivo strategico per la Pat assicurare una quota indicativa tendenziale del 10% dell'importo delle forniture di beni e servizi sotto soglia attraverso l'affidamento a queste cooperative. Ora la consigliera chiede se questo obiettivo sia stato raggiunto, quante convenzioni dirette sono state sottoscritte con cooperative di tipo B, quanti affidamenti in trattativa privata sono stati effettuati, quanti inviti a presentare manifestazioni di interesse sono stati pubblicati, qual è stato l'ammontare complessivo delle forniture di beni e servizi affidati e a quanto all'incirca ammonterà nel 2016 questo tipo di affidamento rispetto agli affidamenti complessivi.

La risposta. L'assessore Gilmozzi ha segnalato che la percentuale degli affidamenti a queste cooperative è stata del 2,6% nel 2014 e del 3,3% nel 2015. "Siamo quindi abbastanza lontani – ha riconosciuto – dall'obiettivo tendenziale del 10%. Abbiamo cercato di migliorare le cose anche con la legge 2 del 2016 recependo le direttive europee per facilitare gli affidamenti alle cooperative di tipo B a favore dei lavoratori svantaggiati. Tuttavia – ha proseguito Gilmozzi – consapevoli che un problema esiste, abbiamo attivato un Tavolo degli appalti coinvolgendo tutti i soggetti interessati per promuovere un'azione nella comunità pubblica allargata con l'obiettivo di definire un elenco delle cooperative di tipo B distinte per categorie merceologiche, per conoscere i settori "coperti" e perché queste cooperative vengano coinvolte. Con il Tavolo degli appalti stiamo dunque lavorando in questa direzione anche se per raggiungere l'obiettivo basta una norma: occorre creare e diffondere una cultura".

La replica. Borgonovo Re ha assicurato di poter fornire lei stessa all'assessore l'elenco delle cooperative di tipo B, che sono solo una ventina, con le relative competenze. Ma il problema vero è, a suo avviso, politico, "perché le strutture provinciali non hanno frequentato le linee guida adottate dalla Giunta con la delibera del 2014". Ecco perché non sono stati utilizzati gli strumenti previsti e disponibili. "Compito della politica, della Giunta e del Consiglio – ha concluso la consigliera – è quello di promuovere il cambiamento culturale cui l'assessore ha accennato".

Luca Giuliani

Arco, tempi per

l'abbattimento di

palazzo Le Palme

In merito al palazzo Le Palme ad Arco che ospita oggi gli uffici dell'Azienda sanitaria, struttura danneggiata e tuttavia importante dal punto di vista architettonico, culturale e turistico, Giuliani chiede la tempistica fissata dalla Giunta con il Comune per l'abbattimento dell'edificio e i progetti predisposti per la riqualificazione del complesso immobiliare, per rendere l'intera area verde fruibile dalla cittadinanza.

La risposta. L'assessore Zeni ha ricordato che da dicembre 2015 in poi vi sono stati diversi incontri e sopralluoghi dell'azienda sanitaria provinciale con l'amministrazione comunale per il possibile utilizzo del palazzo e alla recinzione lungo il viale delle magnolie. Sono state esaminate tutte le problematiche relative alla sistemazione delle parti lesionate e in particolare l'ex palazzina uffici. Questo ha reso possibile accertare tutte le necessità. L'Apss è ora in attesa di ricevere le proposte definitive e le relative soluzioni progettuali da parte del Comune di Arco.

La replica. Giuliani ha preannunciato l'intenzione di prendere contatto con il Sindaco per conoscere la tempistica del Comune al riguardo.

Mario Tonina (UpT)

Adeguamenti

della viabilità

alle Sarche

Visti i rallentamenti dei veicoli e le soste prolungate dovute al passaggio giornaliero di 7.000 veicoli lungo la SS 237 del Caffaro e la SS 45 bis Gardesana occidentale in località Sarche, il consigliere chiede di adottare interventi quali la realizzazione di una rotatoria per fluidificare il traffico nel tratto stradale in questione, tenuto conto dell'innesto di due tratti della rete viaria di primo livello, valutando anche soluzioni temporanee per mettere in sicurezza l'intersezione delle due strade statali.

La risposta.  L'assessore Gilmozzi ha condiviso le osservazioni di Tonina circa la criticità dell'incrocio delle Sarche, tenuto conto del carico di veicoli diretti verso le valli Giudicarie e Madonna di Campiglio. Inoltre, ha ricordato l'assessore, la zona dell'incrocio è urbanizzata, per cui l'ipotesi di realizzare una rotatoria è interessante ma genererebbe un altro problema, dovuto all'ingombro che sarebbe di circa 40 metri e andrebbe ad invadere le aree commerciali limitrofe. Si sta quindi studiando una soluzione strutturale migliore. Nel frattempo la Provincia sta pensando di installare semafori che diano la giusta priorità anche a chi proviene dalle Giudicarie, per evitare immissioni che possono risultare rischiose nella SS 45 bis.

La replica. Tonina ha ammesso che la soluzione non è facile, ma ha ribadito la necessità di affrontare il problema, che esiste ed è importante. Se non fosse possibile realizzare una rotatoria, ha aggiunto, occorre intervenire almeno con una soluzione temporanea, che garantisca maggiore fluidità del traffico sia per i residenti sia per chi proviene dalle Giudicarie. "Quel che conta è che si intervenga rapidamente da tutti i punti di vista".

Claudio Cia (Misto)

I buoni pasto

del Progettone

non vengono accettati

Il consigliere chiede al Presidente della Giunta se corrisponde al vero che i buoni pasto dei lavoratori del Progettone non sono accettati in diversi punti vendita e cosa s'intenda fare per compensare i disagi subiti dai lavoratori.

La risposta. L'assessore Olivi ha ricordato che la Pat sta investendo ogni anno più risorse nelle politiche di inclusione attraverso i lavori socialmente utili. Ha tuttavia riconosciuto che il consigliere ha colto un disserviziio reale, perché non tutti i punti vendita e gli esercenti convenzionati risultano collegati dalla società blu ticket nel sistema di rilevamento del buono pasto. Quindi oggi una parte dei lavoratori del Progettone sul territorio non possono beneficiare del buono pasto. "Abbiamo avuto assicurazioni dell'impegno concreto da parte del CLA affinché tutti i punti venditra ed esercenti siano dotati dell'apparecchiatura di rilevazione dei buoni pasto. Olivi ha evidenziato anche come attraverso il contratto sia stato istituito un comitato tecnico di confronto, incaricato di monitorare l'applicazione delle regole con valutazioni che possono produrre aggiustamenti e modifiche in progress. L'assessore ha annunciato che proprio domani, mercoledì 13 luglio, il comitato tecnico si riunirà per adottare una sorta di indennità che vada a ristorare e compensare quei lavoratori che in questi ultimi tempi non hanno potuto beneficiare del buono pasto.

La replica. Cia ha preso atto della volontà di indennizzare i lavoratori ma ha ribadito che vi è stata comunque una riduzione della parte del reddito che concorre a definire la pensione e la buona uscita di queste persone. Positiva è a suo avviso stata la scelta di assumere altre 80 persone nel Progettone, "ma invece di attingere per questo dal trattamento degli altri lavoratori del settore, già precari e in ristrettezze economiche, si potevano reperire le risorse dai 35 milioni recuperabili dai vitalizi".

Chiara Avanzo (Patt)

A che punto è

il Progetto

per il Tesino?

La consigliera del Patt chiede alla Giunta a quale punto è arrivato il Progetto aree interne nella Conca del Tesino per finanziare con quasi 7 milioni e mezzo di euro, dei quali 3.720.000 euro per progetti di sviluppo locale e 3.720.000 euro per opere infrastrutturali. E vuole sapere se il tavolo di lavoro abbia individuato gli interventi da sostenere e i tempi per passare alla fase operativa.

La risposta.  L'assessore Zeni ha ricordato che sul progetto aree interne nel Tesino sono stati realizzati sei incontri tematici arrivando a produrre un documento preliminare di strategia. Attualmente si sta mettendo a punto la versione finale del format sulla base delle osservazioni pervenute. La versione finale dovrà essere inviata a Roma per l'approvazione del Comitato aree interne. Oggi non si possono indicare le azioni strategiche che dovranno comunque essere 7-8. Il finanziamento dei progetti ha due linee convergenti: uno volto a promuovere lo sviluppo, l'altro diretto ad assicurare servizi essenziali nei settori della salute, dell'istruzione e della mobilità. Per la realizzazione dei progetti ciascuna area dovrà provvedere per 3,7 milioni. Alcune azioni strategiche partiranno nel 2016.

La replica. Avanzo si è detta soddisfatta per la risposta esaustiva, ma ha espresso dispiacere per le tempistiche, che risultano molto più lunghe del previsto, visto che quest'anno si riuscirà a produrre solo il documento definitivo e poi si dovranno predisporre i bandi. "Non è comunque il caso di lamentarsi – ha concluso – perché si sta lavorando nella giusta direzione". Di ciò Avanzo ha ringraziato anche l'assessore Daldoss.

Gianpiero Passamani (UpT)

Quali iniziative

contro la mosca

suzukii?

Il consigliere chiede alla Giunta quali sono stati gli interventi messi in campo per combattere la Drosophila suzukii, una mosca parassita dei piccoli frutti, e se l'assessorato abbia intenzione di autorizzare nuovamente protocolli che sono stati utilizzati negli ultimi anni, come il dimetoato, prodotto utile per rispondere al problema, e se intenda attivare strumenti finanziari a favore degli agricoltori.

La risposta. Il presidente Rossi ha segnalato che al di là degli aiuti economici effettuati in passato, sono stati messi in campo interventi strutturali con maglie di spessore nel 2014 e 2015 per difendere le colture oggetto di attacchi. Con Codipra è stato istituito un fondo per ridurre le perdite. Per quanto riguarda infine i principi attivi, Apot ha presentato ai ministeri competenti la richiesta di una deroga per uso eccezionale di questi prodotti. Come Provincia si sta lavorando ancora in questa direzione, anche attraverso la nostra delegazione parlamentare.

La replica. Passamani si è dichiarato parzialmente soddisfatto "perché la rete non risolve il problema". A suo avviso con i bandi sarebbe quindi meglio concentrarsi su altre soluzioni, "perché questa mosca sverna solo per una o due volte e se si alza la rete per tagliare l'erba o per altri interventi il verme entra con le conseguenze note. I prodotti finora utilizzati non hanno avuto effetto per cui ora la situazione è drammatica. Ben venga quindi la ricerca di una risposta del ministero per l'utilizzo di altri prodotti".

Filippo Degasperi (5 Stelle)

Stanziati i soldi

per riqualificare

i centri storici?

Il consigliere del movimento 5 Stelle chiede alla Giunta  a che punto sia lo stato di attuazione dell'ordine del giorno legato alla legge urbanistica del 2015 che impegnava il governo provinciale a stabilire una dotazione finanziaria per i comuni per la riqualificazione, conservazione e sistemazione degli insediamenti storici e del paesaggio.

La risposta. Assente Daldoss a rispondere è stato l'assessore Zeni che ha ricordato come il 24 giugno scorso la Giunta abbia approvato il regolamento di esecuzione della legge 3 del 2006 sulla partecipazione nelle Comunità, chiedendo il parere del Consiglio delle autonomie locali. E' stato anche attivato un consistente lavoro di informazione e formazione coinvolgendo i tecnici degli enti locali. Zeni ha segnalato anche che l'assessore Daldoss ha convocato un tavolo per discutere del regolamento con tutti i soggetti interessati. Quanto ai criteri di tutela degli insediamenti storici, considerata la rilevanza del documento per tutelare gli antichi insediamenti e il loro recupero, è stato predisposto un bando per lo studio della pianificazione di questi interventi. La Giunta ha stanziato nel bilancio 300.000 euro destinati al fondo per il paesaggio e 2.700.000 euro per la sistemazione del paesaggio montano. Per la Banca della terra è stata definita una proposta di deliberazione presentata al presidente del Cal e già adottata in via preliminare dalla Giunta.

La replica. Degasperi si è detto soddisfatto perché qualcosa si sta muovendo anche se in molte parti le norme rimangono dichiarazioni di principio. Al momento spiace dover dire che molti degli impegni assunti rimangono lettera morta.

Giuseppe Detomas (Ual)

Jouf de Ciareja

è passo Carezza

non Costalunga

Il consigliere chiede spiegazioni sull'errore commesso dal Servizio strade della Pat che ha riportato sulla cartellonistica il nome di "Passo di Costalunga" anziché di Passo Carezza corrispondente al toponimo ladino Jouf de Ciareja. Detomas vuole sapere se si è trattato di una scelta consapevole e contrastante col Repertorio Repertorio dei Toponimi Ladini che occorrerebbe invece rispettare, oppure di un semplice errore.

La risposta. Il presidente Rossi ha precisato che da un punto di vista dell'esposizione della cartellonistica, il nome in lingua italiana è solitamente preceduto dal toponimo ladino. "Qui però si tratta di capire qual è l'indicazione migliore ai fini della riconoscibilità della strada o del luogo. E il fatto che il Passo di Costalunga sia sempre stato chiamato così rende probabilmente questa denominazione più riconoscibile. Peraltro gli uffici hanno fatto pervenire altre indicazioni, da cui emergerebbe l'esigenza di utilizzare il nome "Passo Carezza" come traduzione dal toponimo ladino.

La replica. Detomas ha riconosciuto che possa generare confusione conciliare la toponomastica ladina con quella più invalsa come nel caso del Passo di Colstalunga. A suo avviso però anche Passo Carezza non è una denominazione nuova. "Il problema vero riguarda i GPS che riportano la dizione Passo di Costalunga ma che vengono aggiornati ogni due anni. Questa segnalazione – ha concluso Detomas – viene dagli uffici turistici della val di Fassa che hanno sollecitato la Provincia a rivedere la denominazione. Urge quindi una scelta da comunicare all'Anas e alle autorità cui si riferisce anche chi gestisce i GPS.

Maurizio Fugatti (Lega)

Come procede

il finanziamento

alla Keynet?

Il consigliere interroga la Giunta sul fallimento della Keynet e Telemedika. Fugatti chiede come procede il finanziamento di 244 mila euro, concesso a Keynet per il progetto di ricerca Telemedika e – health, a seguito del fallimento della società; se Apiae ha controllato la presenza di fiduciarie nella compagine societaria di Keynet prima di erogare il contributo e quali sono per la Pat le reali garanzie in base alla polizza fideiussoria emessa da Axa assicurazioni a garanzia dell'acconto di 244 mila euro del finanziamento della Provincia.

La risposta. Il presidente Rossi ha spiegato che come avviene per tutte le concessioni di contributo, quando vi è l'anticipo del 50%, vi è la necessità di presentare un'idonea garanzia fideiussoria attraverso una polizza di entità tale da "coprire" il finanziamento. "L'escussione – ha proseguito – avviene in seguito al fallimento del soggetto destinatario entro cinque anni e comporta la revoca totale delle agevolazioni concesse. In questo caso i contributi della Provincia saranno quindi totalmente revocati".

La replica. Fugatti ha preso atto dell'intenzione di incassare questa polizza fideiussoria che copriva il finanziamento. La domanda, ha però precisato, era per quale motivo Apiae ha erogato finanziamenti ad una società partecipata da una fiduciara. "Non mi si venga a dire – ha esclamato Fugatti – che Apiae non sapeva che dentro Keynet c'era una società fiduciaria. I documenti lo provano. Nonostante questo il finanziamento è stato ugualmente concesso. Si tratta di un modo di agire opaco riguardante una cifra non esigua, di 488.000 euro. In questa risposta quindi – ha concluso il consigliere della Lega – il presidente non ha spiegato perché nonostante la presenza di una fiduciaria il finanziamento è stato concesso".

Rodolfo Borga (Civica Trentina)

Perché ci sono ritardi

per i premi Pac

per i contadini?

Il consigliere chiede di sapere quanti sono gli agricoltori che hanno diritto ai premi Pac , somme non irrilevanti che data la crisi del comparto assumono per molte aziende un'importanza fondamentale; quanti li hanno già ricevuti; a quanto ammontano quelli ancora da corrispondere e quelli liquidati; quali sono le ragioni dei ritardi e se la Giunta intenda anticipare i pagamenti.

La risposta.  Il presidente Rossi ha detto che la risposta è analoga a quella già data. Rispetto alle 4526 domande presentate, 4400 sono state riconosciute come aventi diritto. Saranno liquidate 4000 aziende con 10 milioni di euro rispetto al totale di 12 milioni di euro. Dall'analisi delle restanti aziende sono emerse problematiche di carattere informatico dovute allo spostamento di superfici superiori al 20% e ad altre variazioni. Le domande saranno comunque accolte mano a mano che saranno risolte le anomalie riscontrate. Gli anticipi verranno garantiti da Cassa centrale nei limiti del 50% della domanda così come avviene sul territorio nazionale tramite l'Associazione bancaria italiana. La Pat ha completato l'istruttoria per 15 milioni di euro relativi ad indennità compensativa e sfalcio.

La replica. Borga si è dichiarato non soddisfatto perché la prima parte della risposta è analoga a quella data a Kaewalder, da cui risulta che ci sono 400 aziende che devono essere ancora liquidate per problemi che appartengono alla Provincia autonoma e non alla regione o allo Stato. Siamo noi ad essere in ritardo e visto che il termine ultimo del 30 giugno, queste 400 aziende non hanno ricevuto il dovuto e anche quanto sarà anticipato sarà poco. Gli unici che non ci devono rimettere neanche un euro sono gli allevatori. La causa di questi ritardi è la società che gestisce i servizi informatici. I 17 milioni di indennità compensativa e sfalcio che a detta di Rossi saranno pagati, anche se in ritardo, entro qualche settimana, sono il segno per Borga che qualcosa non va, perché in altre regioni del nord questi premi vengono puntualmente corrisposti. Non si può glissare su ritardi che per determinate imprese sono di assoluta gravità e si dovrà quindi individuare un responsabile di questo problema.

Lucia Maestri (Pd)

Cultura: criteri attuativi

mancanti per le

agevolazioni fiscali

La consigliera vuole sapere perché, nonostante siano trascorsi più di 180 giorni dall'entrata in vigore della legge provinciale 17 del 2015 che detta agevolazioni fiscali in materia di promozione di attività culturali, valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio trentino, la Giunta non abbia ancora adottato i criteri attuativi da sottoporre al parere della Commissione consiliare. Maestri chiede quando verrà presentata la relativa delibera alla Commissione competente e se non vi sia il rischio che il ritardo accumulato renda inefficace la legge per il 2016 facendone slittare la decorrenza al 2017.

La risposta. L'assessore Tiziano Mellarini ha spiegato che sulla norma, di grande significato per il settore culturale, la ragioneria dello Stato ha chiesto chiarimenti rispetto alla copertura finanziaria. Il responsabile del settore culturale ha comunicato che gli uffici stanno ultimando il regolamento attuativo che sarà sottoposto all'attenzione della competente Commissione consiliare entro la fine del corrente mese.

La replica. Maestri si è detta contenta che il regolamento arrivi al più presto in Commissione perché molti enti culturali hanno già fatto numerose sollecitazioni al riguardo. Non è solo importante "fare" leggi, quanto "applicarle".

Claudio Civettini (Ct)

Imprese escluse

dagli appalti

per opere stradali

Civettini chiede perché le imprese delle valli di Fiemme e Fassa non siano state neppure interpellate per presentare offerte per la realizzazione di opere pubbliche stradali appaltati, nella primavera di quest'anno, ad aziende non solo esterne all'ambito locale ma anche non trentine. Il Consigliere vuole sapere di che lavori si tratti e come si concili questa logica con l'impegno assunto dalla Giunta anche in aula di favorire per queste opere la cosiddetta "filiera corta", a km zero utilizzando manodopera e imprese locali.

La risposta. L'assessore Mauro Gilmozzi ha precisato che è stata emanata una circolare chiarificatrice rispetto al caso dove si fa esplicito riferimento alla necessità di effettuare la verifica delle aziende locali capaci di produrre le stesse prestazioni, pur ribadendo che ci sono delle norme che vanno rispettate come quelle della concorrenza. Gilmozzi ha fornito l'elenco dei nomi e le tipologie dei cottimi fiduciari affidati nel 2016 nel comparto Fiemme Fassa per messa in sicurezza, per rifacimento barriere di sicurezza, per asfaltatura, per rifacimento della segnaletica stradale ecc.

La replica: credo che si giochi a buttare la polvere negli occhi e che in val di Fiemme stia succedendo qualcosa, ha detto Civettini: occorre approfondire, ha aggiunto, perché penso ci sia stata una gestione di potentati a fini personali su cui va fatta luce.

Manuela Bottamedi (Misto)

Cosa intende fare

la Giunta per

l'Alto Garda

La consigliera chiede alla Giunta come intenda dare risposta agli annosi problemi viari della zona Alto Garda e Ledro, un territorio che produce 1/3 del Pil provinciale e dove risiedono 150.000 persone, che richiama milioni di turisti e che però sembra essere stato totalmente abbandonato; Bottamedi chiede come la Pat intenda agire anche per garantire le potenzialità e le professionalità dell'ospedale di Arco e se intenda rispondere alla richiesta dei cittadini di Riva di acquisire l'area ex Cattoi, strategica per lo sviluppo economico.

La risposta: L'assessore Zeni ha premesso che per gli investimenti pubblici la zona in questione non è affatto dimenticata. Per il collegamento viario citato, entro l'anno partiranno i primi appalti per l'opera. Sul punto nascita Zeni ha precisato che la competenza legislativa della Pat è di tipo concorrente (ai sensi dell'art. 9 dello statuto speciale) e le norme in materia di sicurezza non sono derogabili da parte della Provincia. Non risulta tecnicamente possibile chiedere una rivalutazione dell'istruttoria perché questa non è contemplata per i punti nascita con meno di 500 parti all'anno. La deroga è stata richiesta sulla base dei dati di 5 anni, ma si tratta comunque di una procedura eccezionale non prevista dalla norma, dato che lo standard nazionale è rappresentato da 1000 parti all'anno. Per il terzo punto, ovvero l'area ex Cattoi, come già chiarito in numerose risposte ad interrogazioni, Zeni ha evidenziato che mescolare l'intervento pubblico su interventi privati rischia di far insorgere il tema della turbativa d'asta. Dentro le legittime attività consentite, all'area ci penserà il comune di Riva del Garda, dunque, fermo restando che una delle poche opere che genera sostenibilità degli investimenti è quella della realizzazione di parcheggi.

La replica. Bottamedi ha precisato che nell'area ex Cattoi, fortemente strategica, i 700 posti auto non ci sono più e domenica scorsa i turisti esasperati hanno tolto le transenne gettandole nel torrente Varone: Riva ha urgenza di risposte su quest'area e su altre tematiche. Ci sono società pubbliche che possono intervenire, se la Provincia direttamente non lo può fare: "il mio è un grido d'allarme su questo tema, così come per l'ospedale" ha aggiunto: "il parere del Comitato nazionale si basa su dati falsati ed erronei, occorre fare un tentativo di revisione di tale parere, l'ultimo tentativo sulla base di dati reali.

Nerio Giovanazzi (AT)

Vigili del fuoco,

perché lo scontro

con il presidente?

Il consigliere chiede all'assessore competente quali sono i motivi dello scontro tra la presidenza dei pompieri volontari e i Vigili del fuoco; se ci sono responsabilità; e se si pensa di intervenire e secondo quali modalità.

La risposta. L'assessore Mellarini ha premesso alcune considerazioni sulla realtà dei Vigili del Fuoco del Trentino, punto di riferimento per le realtà locali. L'assessore ha fatto una cronaca dei fatti, rilevando i disagi emersi tra i singoli corpi, raccontando di come l'ultima relazione programmatica sia stata bocciata e di come sia emersa una grave frattura che risiede principalmente nella richiesta di riformare il sistema di elezione del Presidente secondo una formula che sia maggiormente rappresentativa della base rispetto all'attuale. Nella recente assemblea del primo luglio sono emerse critiche rispetto alle modalità di gestione del bilancio e di altri aspetti. A fronte di questa situazione, che desta forte preoccupazione in un contesto solitamente caratterizzato da unità di intenti, occorre a suo avviso intervenire, pur nel pieno rispetto dell'autonomia dell'organismo di rappresentanza dei vigili del fuoco volontari, adoperandosi per allacciare i rapporti deteriorati e recuperare un percorso che faccia ritrovare serenità e spirito di collaborazione dai quali non è possibile prescindere per il bene dell'organismo e dei giovani allievi che danno un servizio importante e che rappresenta il fiore all'occhiello dell'autonomia, forza trainante del nostro territorio e del volontariato.

La replica. Nel ribadire l'importanza del Corpo dei vigili del Fuoco trentini Giovanazzi si è dichiarato assolutamente soddisfatto della risposta dell'assessore, di cui ha condiviso lo spirito e le finalità espresse.

Gianfranco Zanon (PT)

La regola del 15%

sta bloccando

gli appalti

Il consigliere di Progetto Trentino chiede alla Giunta se intenda modificare il sistema messo a punto dall'Agenzia per gli appalti della media mediata che esclude automaticamente le aziende edili che si scostano del 15% dalla media dei ribassi. Una misura, afferma Zanon, che ha di fatto bloccato gli appalti.

La risposta. Il Presidente Rossi ha chiarito che è stata fatta una verifica sulle procedure dei tre casi cui sottende l'interrogazione, rispetto ai quali ha precisato che è stato applicato il sistema del cosiddetto "percentile". Occorre fare un lavoro di rivisitazione puntuale rispetto a questo tipo di applicazione che potrebbe comportare un ritocco della norma, qualora si verificasse che la stessa non coglie l'obiettivo che si era prefissata, ha ammesso Rossi.

La replica. Questo era lo scopo dell'interrogazione, ha replicato Zanon: anche se il numero delle gare è esiguo credo che il caso meriti una valutazione e fa piacere che la stessa Giunta riconosca che qualche ritocco della norma forse occorra farlo.

Pietro De Godenz (UpT)

Modificare

le regole

per gli hobbisti

Il consigliere dell'Upt chiede alla Giunta se sia possibile modificare i vincoli normativi per gli hobbisti per evitare l'abbandono dei mercatini pur mantenendo una regolamentazione corretta nei confronti di artigiani e commercianti.

La risposta. L'assessora Ferrari ha chiarito gli estremi della legge di riferimento e ripreso i contenuti del regolamento sulla fattispecie dell'attività oggetto dell'interrogazione. In Trentino era assente qualsiasi forma di regolamentazione, ha ribadito. E' stata fatta una reinterpretazione e un adattamento alle esigenze locali di regole individuate dalle altre regioni. La norma di fatto traccia un confine tra soggetti professionali e soggetti che svolgono l'attività in forma occasionale. Il calo delle presenze dimostra il raggiungimento dello scopo della norma, che ha selezionato i veri hobbisti da coloro che svolgevano un'attività professionale: l'anomalia è da individuare nel passato. Ciò non toglie che sugli effetti delle norme, che stanno delineando una situazione prima sconosciuta, non si debbano fare delle riflessioni per rispondere ad esigenze di attrattività turistica.

La replica. De Godenz si è dichiarato soddisfatto solo della parte finale della risposta, ovvero quella che esprime la necessità di operare una riflessione: non è possibile che ci sia una tale caduta di partecipazione, ha detto: significa che qualcosa è cambiato radicalmente e se è vero che abbiamo "scovato" delle scorrettezze è anche vero che dovremo "ritarare" la norma.

Walter Kaswalder (Patt)

Perché i premi

per gli allevatori

sono i ritardo

Il consigliere del Patt chiede alla Giunta perché anche quest'anno i premi per gli allevatori, alla scadenza del 30 giugno, com'è accaduto negli anni scorsi, non sono stati liquidati e quali misure intende mettere in campo per rispettare gli impegni in futuro.

La risposta. Il Presidente Rossi ha precisato che per quanto riguarda il tema degli allevatori, il post quote latte ha portato turbolenze su tutti i mercati e il Trentino non risulta indenne, anche se le garanzie consentite dal nostro sistema al settore ne consente una sostanziale tenuta. Andando allo specifico tema dell'interrogazione, Rossi ha precisato che le domande sono state 4726 di cui 4400 hanno diritto al premio e al 30 giugno ne sono state liquidate circa 4000 per un importo di 12 milioni di euro. La liquidazione totale non è stata possibile in seguito ad anomalie bloccanti del sistema informatico, che si sta cercando di risolvere. Nel frattempo, per andare incontro al fabbisogno di liquidità, Cassa centrale si è attivata per garantire l'anticipo al 50% della domanda unica del 2016. Rossi ha poi illustrato le misure messe in campo e citato tutte le risorse destinate alle azioni previste a sostegno del settore.

La replica. L'Europa questi soldi li ha già messi a disposizione e Lombardia e Veneto ne usano erogare un anticipo già a dicembre, ha osservato Kaswalder. Gli agricoltori così non sia aiutano e sono sempre più in difficoltà, ha aggiunto: bisogna darsi delle priorità.

Marino Simoni (PT)

Deroghe per

le gestioni associate

per alcuni comuni

Il consigliere di PT chiede alla Giunta se non ritenga opportuno dare la possibilità di derogare per i percorsi delle gestioni associate obbligatorie nel caso di comuni che hanno caratteristiche particolari come quelli di Sagron Mis e Roveré della Luna. Chiede inoltre se in questi percorsi possa essere coinvolta la Comunità di valle e se si possono incentivare le convenzioni solo per specifici servizi comunali.

La risposta. L'assessore Zeni (per conto dell'assessore Daldoss) ha risposto citando l'articolo 9 bis della legge del 2006 di revisione della riforma istituzionale che prevede l'unicità della gestione associata e l'obbligo di associarsi. Nel 2015 sono stati individuati gli ambiti e gli obiettivi e la tempistica da raggiungere entro tre anni. Sia per Sagron Mis che per Roverè della Luna la scelta attuata è stata definita ottimale. In merito al possibile ruolo delle Comunità l'articolo 9 bis della già citata legge prevede la possibilità per i comuni di avvalersi delle stesse per determinati servizi.

La replica. Simoni si è dichiarato del tutto insoddisfatto: tutto quello riferito da Zeni, che ha dato lettura di una nota preparata dall'assessore Daldoss, già si sapeva. Per Sagron Mis e Roverè della Luna occorre a suo parere trovare soluzioni nei meccanismi di deroghe già adottati per altre situazioni.

Walter Viola (Pt)

Cosa s'intende fare

per il punto nascite

dell'Alto Garda?

Alla luce dei diversi interventi di amministratori e politici locali e delle numerose firme raccolte per chiedere la piena operatività del punto nascite dell'ospedale di Arco, Viola chiede come la Giunta abbia tenuto in considerazione le istanze presentate da Sindaci e cittadini, quali siano i dati numerici e tecnici forniti al Ministero per quanto riguarda questo punto nascite, e se e come intenda far valere le ragioni di chi vede nella piena operatività del punto nascite dell'Alto Garda un importante servizio per il territorio sud-orientale del Trentino e dei territori regionali limitrofi.

La risposta. L'assessore Luca Zeni ha chiarito che la volontà della Pat era quella di mantenere i punti nascita di valle, come testimoniano le richieste di deroga anche sul caso specifico, redatte secondo le richieste del Ministero e fornendo i dati a partire dal 2011. Tali dati sono stati ricavati da fonti informative pubbliche e la valutazione del Comitato nazionale si è basata sugli ultimi 5 anni. Come più volte rilevato, non risulta tecnicamente possibile chiedere una revisione del parere, dato che non è prevista dal protocollo metodologico per volumi inferiori ai 500 parti all'anno. La possibilità di richiesta di deroga è una procedura eccezionale non contemplata dalla norma e si ritiene non vi siano spazi per un'ulteriore azione politica.

La replica. Viola si è detto parzialmente soddisfatto: non si comprende come mai la deroga per altri ospedali è stata data, mentre per Arco no, ha detto: a suo parere sono state soppesate in maniera diversa situazioni dove i dati dicono ben altro. In secondo luogo dispiace non ci siano più spazi per azioni politiche: mi auguro che permanga comunque sul territorio un servizio adeguato.

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