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Seconde case: il disegno di legge Penasa riapre la discussione

Le audizioni fanno emergere la grave crisi del settore edilizio e immobiliare

Seconde case: il disegno di legge Penasa riapre la discussione

Si sono svolte oggi nella terza Commissione di Roberto Bombarda le audizioni al disegno di legge 180 della Lega nord (primo firmatario Franca Penasa) che introduce una sospensione delle limitazioni relative agli alloggi per tempo libero e vacanze (legge urbanistica Gilmozzi).
La norma, come precisato dalla stessa consigliera del Carroccio mira a rimuovere, per un periodo di due anni, i pesanti vincoli dell'articolo 57 della legge Gilmozzi, "ponendosi su un piano di apertura in termini di mercato ed a sostegno del settore dell'edilizia e delle piccole e medie imprese, da sempre asse portante del comparto economico e sociale trentini".

Il Consiglio delle autonomie ha fatto pervenire una nota scritta nella quale si legge "la necessità di interrogarsi sull'efficacia dei limiti imposti dalla legge 16/2005, che ha introdotto nella disciplina urbanistica provinciale il vincolo del dimensionamento degli interventi destinati ad alloggi per il tempo libero". In particolare, sarebbe opportuno accertare e verificare, attraverso un'"indagine specifica", quali siano stati gli effetti concreti sul territorio di quella legge.

Per il Servizio Statistica della PAT, ha fatto il punto della situazione dell'edilizia e del comparto immobiliare la dirigente Giovanna Fambri, che ha contestualizzato la problematica: "stiamo lavorando in una congiuntura economica estremamente difficile e complicata, come appare dal calo significativo dell'andamento del Pil dal 2008 ad oggi, con problemi sul credito e l'intero sistema produttivo". La situazione immobiliare sia in Italia che in Trentino è debole. Le prospettive, dati alla mano, sono positive solo per i lavori di miglioramento del patrimonio esistente (ristrutturazioni) e per la green economy. In Trentino c'è un buon patrimonio edilizio di proprietà (il 75% delle abitazioni) e nei comuni piccoli il dato si alza ulteriormente arrivando vicino all'80%. Ci sono poi molti alloggi vuoti (i cosiddetti "letti freddi"), che aumentano molto nei comuni piccoli rispetto a quelli grandi come ad esempio Trento, dove si parla di un totale di 4000 alloggi. Se incrociamo i dati con quelli della produzione, tuttavia, leggiamo un dato negativo, con un ridimensionamento anche dei dati della compravendita ("il mercato è tutt'altro che vivace"). In conclusione possiamo dire che il settore delle costruzioni è in sofferenza, così come quello immobiliare per il quale non si intravedono prospettive di ripresa a breve termine. Un surplus di offerta con prezzi paradossalmente più in crescita che in calo fa pensare ad una ripresa difficile. Difficoltà di natura congiunturale, ma anche strutturale, per un settore, quello dell'edilizia, per il quale si impongono delle "ristrutturazioni".

L'assessore Mauro Gilmozzi ha precisato come l'incidenza in Trentino del settore delle costruzioni si attesti attorno al 7,2% del Pil. Di questo, il 40% riguarda lavori pubblici, il 60% lavori privati, omnicomprensivi. Dentro questo 60%, circa 30 punti interessano la costruzione di nuovi alloggi o ampliamenti di alloggi. Quando si parla di edilizia nei comuni soggetti alla legge Gilmozzi si parla di uno 0,5% del Pil, all'interno del quale non ci sono solo le seconde case, ma soprattutto prime abitazioni: in termini generali dunque, il settore dei fabbricati residenziali (seconde case) pesa relativamente poco. L'assessore ha anche rilevato come la politica dell'Alto Adige insegni che investire sulle seconde case non paga: bisogna puntare piuttosto all'incremento dei posti letto alberghieri e su scelte di qualità, che a distanza danno sicuramente migliori risultati.

Franca Penasa, ha replicato che la questione in ballo non è quella di aumentare le seconde case. Il vero problema è che la programmazione dal punto di vista urbanistico è della Provincia che definisce comuni di serie A e comuni di serie B. "Non accetto il paragone con la situazione altoatesina che è assolutamente diversa" ha aggiunto l'esponente del Carroccio "e prendo atto del fatto che, come ho sempre contestato, tutto si basa su dati statistici. In presenza di una crisi come quella attuale, se possiamo fondare la nostra amministrazione su studi bibliografici e statistici significa che stiamo bene, ma purtroppo sappiamo che non è così".

Davide Cardella per il Coordinamento imprenditori ha osservato come l'attuale difficoltà del comparto edilizio meriti qualche riflessione. Le strategie in tal senso devono essere "concerete, ma anche corrette nei confronti del territorio e della sostenibilità". La previsione legislativa in oggetto, dunque, letta come una misura volta ad incrementare la costruzione di seconde case avrebbe "effetti negativi sulla gestione del territorio e il rispetto dell'ambiente, causando problematiche collegate alla gestione dei rifiuti e difficoltà per le giovani coppie nel reperire alloggi a prezzi coerenti con il mercato immobiliare". Il concetto è stato ribadito anche dalla Federazione trentina della cooperazione (Bernardino Santoni). Confesercenti (Aldi Cekrezi dell'area sindacale), pur condividendo le osservazioni degli imprenditori, ha evidenziato come lo spirito della legge in discussione sia apprezzabile e corretto, se letto come un segnale nella direzione della vivacizzazione dell'economia trentina. "Dobbiamo solo trovare la modalità giusta" ha aggiunto. Per l'Unione Commercio e Turismo, Paolo Mondini ha dato lettura di una serie di osservazioni pervenute da parte del Consiglio dei Ministri in risposta a una lettera di obiezioni alla legge Gilmozzi fatte ai tempi dell'approvazione a nome dell'Associazione grossisti e piccole e medie imprese. "Una legge che ha penalizzato fortemente le piccole imprese edili, gli artigiani, il territorio: rivedere questa legge è necessario" ha concluso.

"Strano che aspetti come la raccolta dei rifiuti e i problemi delle giovani coppie siano tirati in ballo in un contesto di crisi che riguarda il comparto edilizio e soprattutto da parte degli imprenditori" ha osservato Franca Penasa. Quello che ci deve riguardare è la ripresa del lavoro, la riqualificazione del settore edilizio. "E' vero che il contesto specifico di questo intervento, come ha precisato l'assessore Gilmozzi, è marginale rispetto alla crisi globale del settore" ha aggiunto, "ma come ex amministratore comunale, che ha subito direttamente i risvolti di questa norma, credo che ci sia comunque una sottovalutazione dell'argomento".

Per le organizzazioni sindacali è intervenuto Andrea Grosselli di CGIL che ha evidenziato l'acuto momento di crisi che il comparto edilizio sta attraversando, dimostrato anche dal 3,6% di iscritti in meno alla cassa edile nell'agosto di quest'anno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con una differenza negativa del 2,9% delle ore lavorate. Ben vengano dunque tutte le iniziative che sostengono l'occupazione in questo settore, pur con alcuni principi di fondo: "regolarità, qualità dell'occupazione e anche attualità della produzione". Dati alla mano però, in Trentino si registra un'altissima incidenza delle abitazioni non occupate (che rappresentano circa il 32,75%) sul totale delle abitazioni: sarebbe dunque più opportuno intervenire con misure che vanno direttamente a vantaggio di imprese e lavoratori, come per esempio incentivare le ristrutturazioni del patrimonio esistente. Il disegno di legge in oggetto, che ha il pregio di individuare uno strumento a vantaggio del settore, ha una dubbia efficacia, in un momento di grave contrazione degli investimenti privati. Pur valutando dunque lo spirito positivo che ispira il disegno di legge della consigliera Penasa, la CIGIL ritiene non sussistano i presupposti per alterare la norma esistente.

Gli ordini professionali (architetto Mario Agostini e ingegner Antonio Armani) si sono espressi positivamente in merito al modello turistico sotteso alla legge Gilmozzi. E' pur vero che il momento congiunturale è difficile, tuttavia questo non toglie che si debbano adottare cambi di rotta in questa direzione, vanificando le finalità virtuose della legge 16/2005. Un suggerimento, che ricalca il modello altoatesino, sarebbe a loro avviso quello di estendere anche al tempo libero, la residenza per gli immobili vincolati attualmente a residenza ordinaria, con una possibilità di accesso al mercato delle seconde case per i trentini. "Una proposta", ad avviso di Penasa, "che servirebbe a smuovere ben poco, rispetto al tema che stiamo trattando".

La Confagricoltura (Flavio Pezzi e Massimo Tomasi) ha evidenziato i risvolti della crisi economica anche in Trentino, in parte imputabile, almeno nel passato, ad una corsa troppo accentuata alla speculazione edilizia. Se guardiamo il vicino Alto Adige ci accorgiamo come il fenomeno delle seconde case é tutto trentino: il turismo alberghiero in Alto Adige rappresenta il 70% del turismo globale, mentre in Trentino è esattamente l'opposto. Lo stesso si può dire del settore agrituristico: 2050 le aziende in Alto Adige, 320 in Trentino. Con questi presupposti appare evidente il dissenso nei confronti della norma Penasa di modifica della legge Gilmozzi.

Per Coldiretti sono intervenuti Luigi Stefani e Ezio Dandrea che hanno espresso la propria contrarietà alla modifica proposta da Penasa dell'articolo 57, articolo a suo tempo salutato con molto favore e sostenuto con convinzione. Convinzione che rimane a tutt'oggi valida.

Contrari alla norma proposta da Penasa anche Francesco Borzaga (WWF), Paolo Mayr di Italia Nostra e Maddalena di Tolla (Legambiente). "Se c'è una cosa di cui non c'è bisogno oggi è di proseguire in quella politica immobiliarista folle, cominciata ai tempi di Kessler, che ha raggiunto i limiti della sostenibilità e concorso alla grave crisi del sistema", ha osservato Borzaga. Similmente si è espresso Mayr. Di Tolla ha evidenziato come la crisi delle nuove costruzioni sia "strutturale", "di mercato" e dunque non imputabile alla legge Gilmozzi. Non ci sarebbe a suo avviso una restituzione in termini economici nella previsione di modifica proposta da Penasa: sarebbe interessante comprendere quanti posti di lavoro si sono persi in seguito alla legge e per contro capire come la Provincia possa aiutare le imprese: "non sospendiamo l'articolo, favoriamo piuttosto la capacità di essere competitivi di queste aziende e facciamoci un quadro preciso della situazione".

Il "pacchetto" di disegni di legge su ambiente ed energia

Si è parlato anche di ambiente ed energia oggi in terza Commissione. L'organismo ha completato l'"apertura" di ben sette disegni di legge in materia, ed avviato il percorso verso un testo unico. Per la predisposizione del documento unitario è stato costituito un gruppo di lavoro che si metterà all'opera in gennaio, non appena superato lo scoglio della manovra finanziaria.
Nello specifico, i disegni di legge sono il 188 (Anderle) su energia e sviluppo sostenibile, il 227 (Bombarda) sulla partecipazione dei comuni all'azionariato diffuso in materia energetica, il 228 (Bombarda) sulla "destinazione del canone ambientale", il 229 (Bombarda) per favorire la diffusione della geotermia, il 245 (Dallapiccola) sull'incentivazione alla diffusione dei veicoli a basso impatto ambientale, il 253 (Civico) che reca interventi a favore della mobilità sostenibile e infine il 265 (Dominici) che integra il protocollo d'intesa sulla finanza locale in materia d'energia.