Giornale Online
16/04/2018 - Dai Consiglieri e dai gruppi
La risposta dell'assessore Zeni a un'interrogazione del consigliere Borga
In crescita gli atti violenti compiuti da italiani ed extracomunitari ai danni di operatori sociali e sanitari
Testi allegati. Spesso le situazioni di ostilità e conflittualità non vengono neppure rilevate
La risposta dell'assessore Zeni a un'interrogazione del consigliere Borga
In crescita gli atti violenti compiuti da italiani ed extracomunitari ai danni di operatori sociali e sanitari
Testi allegati. Spesso le situazioni di ostilità e conflittualità non vengono neppure rilevate
Con
un'interrogazione del 5 febbraio scorso, Rodolfo Borga (Civica
Trentina), chiedeva, riferendosi agli anni 2015, 2016 e 2017 quanti
sono stati gli atti ostili, aggressivi e violenti posti in essere nei
confronti dei professionisti dei servizi sociali e della sanità, e
quanti di questi atti sono stati compiuti da cittadini italiani, da
cittadini comunitari e da cittadini extracomunitari.
Nella sua risposta
scritta, l'assessore alla salute e politiche sociali Luca Zeni
premette che per quanto riguarda il personale dell'Azienda
provinciale per i servizi sanitari (Apss), quando si descrivono
aggressioni e atti di violenza che causano un danno fisico
all'operatore, "non viene mai indicata la provenienza o la
nazionalità dell'autore". Questo perché, prosegue Zeni, "tale
dato, se fosse raccolto, potrebbe risultare discriminante e, inoltre,
non fornisce un'informazione utile ai fini della prevenzione e
riduzione del rischio". L'assessore precisa poi che i dati
disponibili riguardano solo il 2015 e il 2016 perché quelli relativi
al 2017 saranno disponibili nel maggio di quest'anno. Chiarito ciò,
Zeni segnala che gli infortuni per aggressioni di operatori dell'Apss
sono stati 17 nel 2015 e 21 nel 2016. Per quanto riguarda invece il
personale dei settori sociali, l'assessore spiega che nelle Comunità
e nei Comuni di Trento e Rovereto "capita sovente agli operatori
di dover gestire situazioni di ostilità/conflittualità almeno
verbale (non sempre rilevate) e che nei casi di colloqui programmati
e definibili a rischio è consuetudine diffusa coinvolgere le forze
dell'ordine o la polizia locale". Inoltre, prosegue Zeni, "non
tutte le Comunità rilevano queste situazioni" e ricorda che "in
5 Comunità non si sono verificati casi e che il maggior numero di
situazioni ostili si è verificato nei Comuni di Trento e Rovereto e
nella Comunità Alto Garda e Ledro".
Ma ecco, forniti
dall'assessore, i dati sul numero degli atti ostili, aggressivi e
violenti subiti da professionisti assistenti sociali operanti nelle
Comunità e nei Comuni di Trento e Rovereto: causati da italiani 12
nel 2015, 16 nel 2016 e 15 nel 2017; causati da comunitari uno solo
nel 2015; causati da extracomunitari 5 nel 2015, 7 nel 2016 e 12 nel
2017. In tutto si è passati quindi da 18 atti violenti compiuti nel
2015 ai danni da assistenti sociali e operatori del settore, ai 23
del 2016 fino ai 27 del 2017.