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24/07/2018 - In aula o in commissione

Via alla discussione sull'assestamento del bilancio provinciale. Le opposizioni: Rossi troppo ottimista

Nell'aula del Consiglio provinciale. "Manovra elettoralistica" secondo molti esponenti di minoranza

Via alla discussione sull'assestamento del bilancio provinciale. Le opposizioni: Rossi troppo ottimista

Claudio Cia ha messo in luce i problemi della sanità. In allegato testi e programma dei lavori

​​Si è aperta stamane nell’aula del Consiglio provinciale la discussione generale della manovra di assestamento introdotta ieri dal presidente della Giunta Rossi. Manovra composta da cinque provvedimenti: il ddl 233 sul rendiconto della Provincia per il 2017, il rendiconto consolidato per l’esercizio finanziario 2017, il ddl 232 sull’assestamento 2018-2020 e il Documento di economia e finanza provinciale 2018. Tutti delle opposizioni i primi interventi: Borga (CT) e Degasperi (M5s) hanno contestato i dati giudicati "troppo ottimistici" sull'andamento economico forniti ieri dal governatore; Civettini e Cia hanno concentrato l'attenzione rispettivamente sui problemi del lavoro e della sanità a loro avviso elusi da Rossi, mentre Savoi (Lega) e Giovanazzi (AT) hanno criticato l'assenza di un confronto con la situazione della Provincia di Bolzano. Solo Simoni (PT), pur contrario alla manovra che a suo dire non affronta alcune questioni importanti per il territorio come l'allacciamento alle dorsali della banda larga, non ha accusato il presidente della Giunta di fare con quest'assestamento campagna elettorale. Il presidente del Consiglio Dorigatti ha ricordato che le ore complessivamente previste per l’esame del “pacchetto” assestamento sono 28. La discussione prosegue nel pomeriggio a partire dalle 15.00.


Il primo ad intervenire è stato Rodolfo Borga (Civica Trentina), che ha definito “eccessivamente ottimista” la relazione del presidente Rossi laddove ha previsto una crescita dell’1,9% del Pil provinciale. Si registra invece un sostanziale allineamento del Pil trentino alla media di crescita insufficiente del Pil nazionale. Secondo Borga da anni si è accentuato il divario tra la situazione economica del Trentino rispetto a quella dell’Alto Adige-Suedtirol. Lo stesso Ispat, l'istituto di statistica della Provincia, ha corretto al ribasso le previsioni di crescita del Pil rispetto al 2016. Per il consigliere Rossi avrebbe manifestato troppo ottimismo anche sull’occupazione, visto che in questa rientrano anche le persone che lavorano solo poche ore alla settimana ed il Trentino è tra le quattro regioni e province autonome in cui si registra un aumento della cassa integrazione. Ancora: nonostante il presidente della Provincia abbia evidenziato come il rischio povertà nel nostro territorio sia in calo, per Borga i dati degli ultimi anni dimostrano esattamente l'opposto. La verità a suo avviso è che con questo assestamento la Giunta Borga mette in atto un affannoso tentativo di recuperare il terreno perduto in questa legislatura. Ad esempio sugli appalti dove le risorse effettivamente spendibili sono molto meno del tesoretto di cui ha parlato Rossi: quella del presidente della Provincia è per Borga pura propaganda elettorale che serve a gettare un po’ di fumo negli occhi. L'esponente di Civica Trentina ha accusato le politiche della Giunta di aver teso non a caso solo ora la mano ai Comuni sulle gestioni associate. Inoltre gli unici risparmi ottenuti con questa riforma – perché questo era l'obiettivo dichiarato dalla Giunta – sono derivati dal drastico taglio del turnover che per cinque anni hanno generato il caos negli enti locali. Secondo Borga il messaggio politico del presidente è rivolto più che ai trentini alla propria maggioranza. Comprensibile è a suo avviso che il presidente tenti una strenua difesa in extremis del lavoro svolto, ma lo sforzo è vano e il voto di Civica Trentina sarà quindi contrario. E non, ha concluso Borga, perché non vi siano nell'assestamento interventi condivisibili, bensì per l’ottimismo infondato e il carattere elettoralistico della manovra e dell’intervento di Rossi.


Filippo Degasperi (M5stelle) si è aggiunto a Borga nel contestare il valore positivo assegnato dal presidente Rossi ai dati macroeconomici sul Trentino in tema di Pil, di investimenti pubblici rispetto al resto d’Italia (che dimostrano solo come la Provincia abbia sottratto spazi agli interventi privati e all’iniziativa del tessuto economico), e di disoccupazione. I dati dimostrano che su questi e altri punti il Trentino sia ancora in piena crisi. Un esempio? Degasperi ha ricordato il saldo negativo tra i nati e i morti, giudicando questo dato "drammatico” e denunciando l'assenza di misure che in questo assestamento affrontino a sufficienza il problema. Quanto alle risorse aggiuntive che alimentano questa manovra, Degasperi ha segnalato che derivano soprattutto da un aumento del gettito. “Ma se aumenta il gettito – ha osservato – significa che famiglie e imprese pagano più imposte a causa dell'aumento della pressione fiscale. Il merito delle maggiori entrate non è quindi di questa maggioranza, ma dei cittadini, dei lavoratori e delle imprese che hanno pagato di più”. Non si capisce poi per il consigliere come il Pil possa essere in crescita visto lo scivolamento delle entrate derivanti dall'Ires, che dai 280 milioni del 2018 scivolerebbe a 270 milioni nel 2019. Tanto più che anche l’Irpef è immobile. Degasperi ha concluso che tutte le prospettive rosee delineate dal presidente della Giunta non trovano riscontro nei numeri di questo assestamento. Tranne che nel caso di una voce in forte crescita: l’imposta sui giochi e sulle scommesse. Avevamo approvato una legge all’unanimità per limitare questo problema – ha ricordato –, eppure l’assestamento per il 2019 e il 2020 prevede un incremento di 15 milioni di euro. Per Degasperi con l’assestamento si poveva eliminare almeno l’imposta di soggiorno che ha prodotto solo 17 milioni di euro. Visto il volume di risorse a disposizione di questa manovra "avremmo potuto essere l’unica provincia d’Italia dove gli ospiti non pagano l’imposta di soggiorno", ha lamentato. Quanto all'azzeramento dell'Irap a favore delle imprese che aumentano del 20% la retribuzione dei lavoratori, un tale incremento retributivo a Degasperi sembra totalmente fuori della realtà. E ha chiesto infine il dettaglio in merito ai 50 milioni di euro derivanti dall'alienazione di beni materiali e dei 37 milioni di euro dovuti a cessioni non meglio precisate nell'assestamento.


Claudio Civettini (Civica Trentina) ha giudicato la manovra “un chiaro assestamento elettoralistico”. Per Civettini l’autonomia non è stata gestita in modo da generare progresso. Nel settore sanitario ad esempio sono stati tagliati i rientri con ambulanze dell'Apss dei trentini ricoverati fuori provincia. Il sistema sanitario resiste, ha osservato il consigliere, ma subisce continue riduzioni di personale e di servizi. Anche nel settore della scuola per Civettini resta il problema del precariato manca una programmazione. Sul lavoro per il consigliere con Azione 19 si tengono in piedi servizi che avrebbero invece bisogno di un progetto di interventi razionali in vari settori economici e sociali. Anziché prevedere un inserimento stabile di lavoratori in azienda con appositi percorsi formativi, si impiegano persone nel Progettone a 500 euro al mese e con pochissimi diritti. Giovani e università: per Civettini la Provincia premia chi viene da fuori provincia e non valorizza gli studenti trentini. Occorrerebbe a suo avviso collegare meglio la formazione universitaria alle attività economiche del Trentino. La Fondazione Mach sostiene ad esempio chi viene da Paesi stranieri mentre i giovani trentini sono costretti a cercare lavoro fuori del nostro territorio. E’ sbagliato, insomma, per Civettini continuare a dire che in Trentino tutto va bene. Serve invece una progettazione che mire ad una crescita non assistita, con programmi capaci di sostenere lo sviluppo per ricavare le risorse necessarie all'erogazione dei servizi. Competitività e internazionalizzazione: vi sono imprese che potrebbero svilupparsi nella direzione dell’export, per le quali la Provincia di Trento non ha fatto nulla. Dopo aver ricordato le sue richieste sull’utilizzo A22 a favore dei trentini e sulla defiscalizzazione dei paesi di montagna, Civettini ha concluso parlando dell’Itea, che a suo avviso dovrebbe mettere le case a disposizione dei trentini che ne hanno davvero bisogno, mentre l’attuale gestione ha trasformato l’istituto in una spa insensibile alle persone con gravi problemi sociali.


Alessandro Savoi (Lega) ha messo l’accento sulla velocità di gran lunga superiore con cui dal punto di vista economico la Provincia di Bolzano "viaggia" rispetto a quella di Trento. E’ con l'Alto Adige dotato come noi di autonomia e di analoghe risorse e competenze, che la Provincia di Trento dovrebbe confrontarsi, non con le altre regioni d’Italia. In definita per Savoi con questo assestamento di bilancio la Giunta “cerca di mettere una pezza” sulle scelte sbagliate compiute nel corso dell’intera legislatura. "Ma non è così – ha concluso – che si soddisfano i trentini”.


Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) ha notato come questo dibattito parta "già stanco e privo di interesse”. A proposito della crescita del Pil segnalata ieri dal presidente Rossi, anche per Giovanazzi non è corretto il confronto con il Pil nazionale, viste le risorse di cui la Provincia dispone mentre l’Italia comprende anche le regioni povere del sud. “Non è sulla base di un paragone come questo che ci si può vantare di essere bravi”. Se è vero che il Pil è tornato a livelli pre-crisi, ha osservato il consigliere, ciò è avvenuto a causa di una ripresa economica avvenuta in larga misura in modo indipendente dalla politica. Quanto al sostegno all’agricoltura di montagna e agli allevatori, Giovanazzi ha ricordato che a questi ultimi non sono stati pagati i premi per gli alpeggi e nemmeno gli arretrati. Irap: giusto per Giovanazzi favorire le imprese ma le misure adottate sono quelle chieste da sempre invano dalle opposizioni. Perché – sorge allora la domanda – non state introdotte prima? Secondo Giovanazzi il presidente Rossi ha citato poi interventi che agevolerebbero l’accesso al credito delle imprese, che in realtà non ci sono. Anche l'eliminazione del valore della casa di abitazioni a fini Icef, era una misura chiesta dalle minoranze che la Giunta poteva adottare prima. Bene, invece, per Giovanazzi il sostegno ai lavori socialmente utili che l’assestamento prevede, come anche il progetto Euregio, mentre sulla sanità il consigliere ha detto di seguire con molto interesse la questione del punto nascita di Cavalese, che gli sembra denoti "più che altro l'ansia della Giunta di rivendicare il merito della riapertura". Infine per quanto riguarda le gestioni associate, secondo Giovanazzi il problema vero è che occorrerebbe eliminare le Comunità di valle, a suo avviso prive di senso in quanto non elette dal popolo. A suo avviso andrebbero restituite risorse e autonomia ai Comuni.


Marino Simoni (Progetto Trentino) ha detto che dalla relazione letta ieri dal presidente Rossi si aspettava di più. Certo, ha aggiunto, nessuno può contestare concetti come quello di responsabilità, solidarietà e altri attorno ai quali Rossi ha costruito il suo intervento, ma il presidente non ha neppure accennato ad un problema complesso come ad esempio quello della bassissima natalità che impoverisce il Trentino. Occorre invece chiedersi perché questo accade da noi e non in provincia di Bolzano, dove invece le nascite crescono. Per Simoni questo assestamento non è una manovra da campagna elettorale anche perché contiene misure condivisibili ad esempio in termini di agevolazioni fiscali alle imprese virtuose e di stabilizzazione del lavoro, da estendere però anche a tutti i settori compresa la sanità. Per il consigliere la Giunta dovrebbe poi impegnarsi per dotare di internet l’intero territorio provinciale rendendo realmente "smart" il Trentino in ogni valle. Il problema per Simoni è che la Giunta non spiega come questo avverrà. Rimane aperto il problema dell’ultimo miglio per allacciarsi al quale i costi dei privati sono eccessivi. Mancano inoltre nella manovra riferimenti ai temi del risparmio energetico, della gestione dei rifiuti e degli acquedotti che interessano – e molto – ai Comuni.


Claudio Civettini (CT) ha nuovamente preso la pasola per presentare i propri ordini del giorno ed emendamenti in merito all'A22, al gpl per uso domestico, all’assenza di punti di ricarica delle bici elettriche. Tra gli emendamenti ha citato la proposta relativa alla differenziazione dell’imposta di soggiorno a seconda degli ambiti turistici.


Claudio Cia (Gruppo misto) ha messo soprattutto l'accento sui problemi della sanità. A suo avviso il presidente Rossi descrivendo il Trentino frutto del lavoro della Giunta da lui guidata “ha dipinto una situazione eccellente” mentre "quest’isola felice in realtà non c’è". Dimenticando completamente delle criticità. “Ma – ha osservato Cia – gli elettori non si lasciano più prendere in giro”. Non tutto nel Trentino va bene come Rossi vorrebbe dare da intendere, perché – ha evidenziato Cia – i numeri dicono il contrario. Un esempio? Il rischio povertà ed esclusione sociale: se nel 2013 superava di poco il 13%, nel 2016 è diventato il 23,5%. Tornando alla sanità, il consigliere ha voluto smentire che quella del Trentino secondo il presidente Rossi sarebbe tra i migliori d’Italia. Cia ha ricordato che in base ad un recente sondaggio da lui promosso, alla sanità trentina i cittadini su una scala da 1 a 10 assegnano un 6,63. Questo dimostra, ha aggiunto, che non si è trattato di un “sondaggio strumentale" come l’aveva definito l’assessore alla salute Zeni. Ma – ha proseguito – se il voto dato alla sanità del Trentino è più che sufficiente, il merito è del personale che, seppur depotenziato nei numeri e mortificato sul piano professionale, ha garantito ugualmente le prestazioni moltiplicando il proprio lavoro. Sempre in base allo stesso sondaggio, il 70% delle persone ha dichiarato che per poter ottenere un esame o una prestazione ambulatoriale, ha dovuto pagare la visita privata perché i tempi di attesa nel pubblico erano troppo lunghi. Ciò significa per Cia che la Provincia con la riorganizzazione del settore sta gradualmente e "volutamente" spingendo i cittadini a spostarsi dalla sanità pubblica a quella privata. Infatti i pazienti non possono più scegliere tra l'una e l'altra ma sono obbligati a rivolgersi al privato in quanto il pubblico può più garantire prestazioni in tempi accettabili. Le liste di attesa si allungano per l'impossibilità oggettiva dei medici disponibili. La Giunta – ha protestato il consigliere – premia il direttore sanitario dell’azienda sanitaria con 40.000 euro per la produttività, mentre i tempi di attesa dell’Apss per esami specialistici urgenti come la colonscopia sono passati da un tempo medio di 43 giorni nel 2015 (già troppo per escludere gravi patologie), ad una media di 79 giorni nel 2017. Come ci si può aspettare – ha chiesto – che le persone non si rivolgano al privato? Anche le visite urologiche sono passate da una media di 30 giorni nel 2015 a 63 giorni del 2017. Ecco perché le visite intramoenia sono aumentate del 12%. I dati smentiscono Rossi anche in altri casi. Per ordine della Provincia la commissione incaricata di esaminare i disabili che chiedono la visita medico-legale per la patente, lavora un solo giorno al mese. Risultato: 80 visite al giorno con inevitabile stress dei "commissari" oltre a notevoli costi aggiuntivi a carico dei disabili per procurarsi in altro modo il diritto alla patente. Dove sono l'empatia e la vicinanza nei confronti di chi resta indietro di cui ha parlato nella sua relazione il presidente Rossi? Ultima denuncia di Cia: troppi sono i giovani che abbandonano il Trentino per cercare lavoro. La stragrande maggioranza di loro non fa stages o tirocini lavorativi presso aziende o privati ma nelle pubbliche amministrazioni. E le attività svolte non hanno nulla a che vedere con gli sbocchi lavorativi adatti al percorso di studio.


La discussione prosegue nel pomeriggio.