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05/07/2018 - In aula o in commissione

Approvato in aula il disegno di legge sul lupo con l'astensione di 5 esponenti dem

Consiglio provinciale. Unico contrario Degasperi (M5stelle). Cia (misto) non partecipa al voto

Approvato in aula il disegno di legge sul lupo con l'astensione di 5 esponenti dem

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Approvato in aula il disegno di legge sul lupo con l'astensione di 5 esponenti dem

​Alla ripresa pomeridiana dei lavori, il Consiglio ha approvato in aula il disegno di legge 230 proposto dalla Giunta con l'assessore Dallapiccola, che chiede per la Provincia la gestione autonoma del lupo e dell’orso. Hanno votato a favore 25 consiglieri, compresi gli assessori del Pd e il presidente Dorigatti, mentre si sono astenuti in 6: gli altri esponenti dem e Manuela Bottamedi (FI). L’unico “no” è stato di Filippo Degasperi (M5stelle). Non ha invece partecipato al voto Claudio Cia (misto).

Detomas “anticonformista” a favore del ddl. Sì convinto di Lozzer (Patt).

Giuseppe Detomas (Ual) ha motivato il prorpio voto favorevole al ddl, ”che non prevede una caccia indiscriminata a specie in via di estinzione, ma criteri per controllare la presenza del lupo da cui è stato il nostro territorio creando disagi ad alcune attività economiche che hanno reso questo territorio una montagna curata e vissuta al punto da risultare turisticamente attrattivo”. “Poiché mi piace essere anticonformista – ha dichiarato Detomas – sposo questo disegno di legge che, andando al di là delle ideologie, esprime una posizione minoritaria e di periferia, diversa dalla cultura della maggior parte della popolazione residente nelle città. Anche Reinhold Messner ha dimostrato il coraggio dell’anticonformismo”. Il consigliere dell’Ual ha giudicato corretto attribuire alla Provincia autonoma di Trento la competenza politica di controllo sui predatori. Si tratta per Detomas “di rivendicare all’autonomia uno spazio che gli è proprio” e che lo Stato oggi possa attribuire questo potere alla Provincia con una lettura costituzionalmente corretta delle norme”.

Graziano Lozzer (Patt) ha ribadito il voto favorevole del Patt e ha espresso soddisfazione perché il consiglio grazie a questo ddl ha parlato finalmente di montagna. Anche gli ordini del giorno e il dibattito tra le varie componenti politiche hanno arricchito l’esame di questo provvedimento. “Non abbandoneremo la montagna del Trentino né come istituzioni né come famiglie che vivono di agricoltura in quota”. Anche i turisti, ha sottolineato Lozzer, apprezzano la salvaguardia delle montagne trentine garantita dagli allevatori, dalle aziende agricole e dalle malghe. Sempre più i territori della Provincia vivono di turismo e quindi occorre dare agli ospiti un’immagine del Trentino come quella che questo ddl promuove.

Nella seduta di questa mattina si era concluso l'esame degli ordini del giorno e il Consiglio è passato alle dichiarazioni conclusive prima del voto. Eccone la sintesi.

In merito al ddl dell'assessore Dallapiccola sulla gestione di lupo e orso, si è conclusa stamane nell'aula del Consiglio provinciale la discussione sull’ordine del giorno 7 di Mario Tonina e colleghi di UpT, discussione iniziata ieri ampiamente illustrato e argomentato nel pomeriggio di ieri. La discussione è proseguita poi sull’unico articolo (ritirati tutti tranne due emendamenti di Savoi) e con le numerose dichiarazioni di voto. I lavori riprenderanno alle ore 15.00 con le dichiarazioni di voto dei consiglieri Giuseppe Detomas e Lorenzo Ossanna.

Si preannunciano 6 astensioni (PD e Bottamedi) una non partecipazione al voto (Cia) e un consigliere contrario (Degasperi).

Odg 7, Tonina (UpT): salvaguardare da lupo e orso le attività agricole e di allevamento e sensibilizzare i parlamentari su una norma di attuazione specifica. Il Pd chiede di votare per parti separate (approvato)

Il testo impegna, tra l’altro la Giunta a sollecitare l'adozione di iniziative per fronteggiare in modo adeguato e capillare la presenza dell'orso e del lupo in Trentino e a sollecitare il Governo, coinvolgendo la delegazione parlamentare trentina, a varare una norma di attuazione specifica. Il consigliere Alessandro Savoi (Lega) è intervenuto a confermare il proprio impegno nella direzione dell’ordine del giorno, nella misura in cui si debba intervenire presso il Governo e i parlamentari trentini, sensibilizzandoli sull’argomento. Nerio Giovanazzi (AT) ha aggiunto di andare cauti, perché i dubbi di costituzionalità su questo disegno di legge sono concreti e dunque il percorso non è facile: tuttavia il tentativo va fatto. La premessa è stata approvata con l’astensione del PD, il dispositivo all’unanimità.


Sull’ordine dei lavori è intervenuto Rodolfo Borga (Civica) che ha stigmatizzato il comportamento a suo dire inaccettabile del Presidente del Forum per la Pace, che dovrebbe essere super partes, che ha partecipato a tavoli pubblici dando indicazioni di voto per le prossime elezioni provinciali. “E’ lecito tutto questo per un soggetto eletto in un ruolo da questo Consiglio”? Si è chiesto il consigliere della Civica.


Odg 8, Savoi (Lega): prevenire danni alle colture e valorizzare la filiera agroalimentare (approvato)

Il dispositivo di 7 pagine dell'odg di Savoi, sottoscritto anche da Cia e Bezzi e (approvato con la non partecipazione al voto della consigliera Borgonovo Re), impegna la Giunta ad attuare la direttiva europea Habitat garantendo misure adeguate di tutela del patrimonio dell'agricoltura provinciale, nonché il corretto sviluppo della filiera agroalimentare in forma sostenibile.


Odg 9, Savoi (Lega): formazione di agricoltori e allevatori e il "Premio di pascolo gestito" (approvato in forma emendata)

Il Consiglio, in base al dispositivo dell'odg firmato anche da Cia e Bezzi e parzialmente modificato d’intesa con la Giunta da Savoi, impegna la Giunta in due sensi: a promuovere e sostenere anche attraverso il personale delle strutture provinciali competenti appositamente formato e in collaborazione con gli Ordini professionali, azioni informative e formative a favore degli agricoltori e degli allevatori del territorio provinciale, rispetto alle misure più efficaci e tecnologicamente avanzate per la prevenzione dei danni provocati dai grandi carnivori; e ad istituire anche in Trentino come già in Piemonte il "Premio di pascolo gestito", destinato a quegli allevatori che non solo svolgano un'azione corretta di gestione del pascolo, applicando i piani di pascolamento, ma che abbiano predisposto anche tutte le corrette misure di prevenzione e difesa dagli attacchi dei grandi carnivori.

La consigliera Donata Borgonovo Re (PD) ha dichiarato di votare convintamente questo ordine del giorno, nei cui contenuti c’è “una curiosa schizofrenia” visto che si riporta per esteso il documento predisposto da Cipra sui grandi carnivori delle Alpi: nelle indicazioni su “cosa non fare”, si fa riferimento al ricorso ad abbattimenti come qualcosa che deve essere evitato. Si aggiunge che “questo obiettivo è ancora molto lontano, così come l’uccisione non è mai risolutiva e causa la disgregazione del branco”. Curioso è anche come sotto queste indicazioni ci sia il simbolo della Lega, mentre le parole del collega che lo ha sottoscritto sono in netto contrasto con il documento. Alessandro Savoi ha osservato che non si pensa assolutamente di abbattere in maniera scriteriata gli animali, se non in casi limite individuati come pericolosi per l’uomo e per le attività di montagna. “Noi siamo gente di buon senso” ha concluso. Il consigliere Claudio Cia (Misto) ha ribadito quanto detto dal collega: “noi non promuoviamo iniziative di abbattimento a prescindere, ma solo di quei soggetti che dovessero mettere in serio pericolo la vita e l’attività dell’uomo”.

Il documento è stato approvato con l’astensione di Walter Kaswalder.


Odg 10, Nerio Giovanazzi (AT): opere di prevenzione dei danni provocati da orso e lupo (approvato)

Con il dispositivo dell'odg proposto da Giovanazzi, il Consiglio impegna la Giunta a mettere in campo ogni iniziativa necessaria per assicurare la più alta percentuale possibile di contribuzione per realizzare opere di prevenzione dei danni provocati da orso e lupo, confermando e potenziando lo strumento già utilizzato del comodato gratuito. Borgonovo Re ha condiviso il dispositivo del collega Giovanazzi, pur notando che stando ad una pubblicazione dello scorso aprile, dove si fa riferimento all’indennizzo dei danni, il servizio della Pat offre gratuitamente le recinzioni che però debbono essere opportunamente manutenute per garantire il funzionamento: occorrerebbe chiedere di affiancare alla disponibilità di risorse e beni, anche la disponibilità di una semplificazione/sburocratizzazione/accompagnamento degli allevatori con formazione e supporto di analisi, nell’installazione/vigilanza/messa a punto degli strumenti forniti. Il tema è dunque ampio e complesso e richiama la responsabilità di tutti. “Il tema sarebbe quello di eliminare il problema alla radice” ha sbottato Walter Kaswalder (Misto) che ha notato che chi fa i sopralluoghi spesso minimizza oppure non è in grado di capire quali animali hanno davvero prodotto i danni, per i quali gli allevatori vanno risarcita al 100%. Claudio Civettini (Civica) replicando a Borgonovo Re ha osservato che gli allevatori vanno accompagnati ma non solo nella fase di messa a punto degli strumenti, bensì nel loro lavoro quotidiano, con concretezza e sostanza, uscendo dalla comoda situazione dei radical chic. Borgnovo Re ha replicato che “sarebbe come dire che non ci si può occupare di cose che non fanno parte del nostro ristretto spettro di esperienze personali. Sarebbe evidentemente impensabile avere esperienza di qualsiasi professione, però questo non impedisce di studiare, avvicinarsi, dialogare e comprendere situazioni e temi che non stanno dentro la propria esperienza di vita” Se questo significa essere radical chic, non lo so, sinceramente, ha aggiunto, suggerendo per concludere di avvicinare e “studiare” due pastori, Ivan Zanoni (Valle di Non) e Bruno Viola (Ala e Lessini) che con il lupo convivono in base ad una saggezza acquisita nel tempo. Civettini ha replicato che tutto ciò che si studia si dovrebbe verificarlo nella pratica, invitando Borgonovo a sperimentare di persona l’attività del pastore: “solo così si esce dal radical chic” ha concluso. Massimo Fasanelli (Misto) ha esortato ad andare avanti, sostenendo che tutti i pareri vanno rispettati, senza esprimere giudizi troppo personali e ribattendo sull’atteggiamento dei singoli consiglieri. Giacomo Bezzi (FI) rivolto a Borgonovo Re ha citato la Svizzera che ha declassato il lupo da specie protetta a specie faunistica protetta, un risultato che potrebbe dare forza anche agli altri Stati, sempre che la politica non sia ostaggio degli ambientalisti e dei “lupofili” (che sono quelli che traggono profitto dalla presenza del lupo, oppure quelli che si schierano a sua difesa solo per simpatia o per la moda del momento). Il lupo va trattato come predatore selettivo e portato il numero su livelli compatibili con le attività umane, ha concluso citando un documento che si è impegnato di fare avere alla collega del PD. Savoi ha sottoscritto quanto osservato dal collega Fasanelli e Giovanazzi, nella replica, ha ribadito i contenuti del proprio documento che è stato quindi messo ai voti ed approvato all’unanimità.


Emendamenti e dichiarazioni di voto

Conclusi gli ordini del giorno si è passati all’unico articolo del disegno di legge. Savoi ha dichiarato di ritirare 60 emendamenti, mantenendone unicamente due (sulla necessità che la Giunta informi Comuni e Consiglio). Ritirati anche i due emendamenti proposti dal consigliere Giovanazzi e quelli del consigliere Bezzi.

Alessio Manica (PD) e Claudio Cia (Misto) sono intervenuti a precisare che non votando la legge, non sosterranno nemmeno gli emendamenti che impegnano la Giunta all’informativa di Comuni, Comunità e Consiglio sulle decisioni assunte, pur condividendone il merito e l’utilità.

Gli emendamenti in questione sono stati approvati con 6 astenuti (PD e Bottamedi) e 2 non partecipanti al voto (Degasperi e Cia).

Nelle dichiarazioni finali è intervenuto Claudio Cia a motivare la propria volontà di non partecipare al voto non certo perché il problema non esista, quanto perché il disegno di legge è chiaramente di dubbia costituzionalità e questa norma a mio avviso non doveva neppure arrivare in aula. Ha senso infatti illudere gli allevatori, solo per motivi elettorali, votando una legge che poi non si potrà applicare perché ci verrà contestata? Ieri Dorigatti ha rassicurato che gli uffici del Consiglio avrebbero dichiarato la legittimità della discussione, ma questo rilievo non lo trovo scritto da nessuna parte, ha aggiunto.

Alessandro Savoi ha dichiarato di votare convintamente questo disegno di legge che risponde di fatto al motto “a mali estremi estremi rimedi”. Un tema questo, del quale avremmo evitato volentieri di parlare, ma che è di fatto urgente. Il dubbio di incostituzionalità mi preoccupa poco, ha aggiunto, perché a casa nostra e per la nostra gente decidiamo noi, non i soloni romani. La situazione sta sfuggendo di mano, non siamo più in grado di governare il sistema e dobbiamo dunque prenderci la responsabilità di agire a sostegno dell’incolumità e delle attività della gente tenace e laboriosa di montagna.

Il consigliere Rodolfo Borga (Civica) ha posto tre argomentazioni: la responsabilità contabile mi sembra difficile da configurare, ha chiarito, pur definendosi non esperto della materia. Tuttavia, ha aggiunto che un legislatore non si può far condizionare da possibili richieste di danni. Poi c’è anche una questione di merito, e qui ha chiarito la posizione sua e del suo gruppo: abbiamo detto per anni di doverci muovere in questa direzione e adesso non diremo il contrario. C’è una questione di fondo fondamentale che noi abbiamo sempre sostenuto con forza: “esiste o non esiste un ordine nel creato che pone ai vertici l’uomo, la sua vita e la sua sicurezza”? Infine, una questione squisitamente politica: “è del tutto evidente che questa iniziativa ha un sapore elettoralistico e mi pare censurabile suscitare aspettative in persone che attendono da tempo la soluzione di questo problema con un provvedimento che pone una questione di dubbia costituzionalità”. I colleghi di maggioranza mi auguro avranno avuto ampie rassicurazioni del contrario, altrimenti dovrei ritenere che questa è un’iniziativa politicamente truffaldina, ha notato. Infine, ha aggiunto che qui si tratta di un tema particolarmente sensibile, che coinvolge le vite di molte persone: “è possibile e sopratutto è legittimo giocare con le attese, gli auspici, le speranze, la vita e i sentimenti della gente? Purtroppo è possibile”, si è risposto, “ma è inaccettabile e assolutamente censurabile”, ha concluso.

Mario Tonina (UpT) ha portato in dichiarazione di voto il pensiero del proprio gruppo su un tema di cui da anni si sta occupando e sul quale ha costruito diversi atti politici in passato. Se oggi siamo qui a discutere di queste tematiche, va riconosciuto il lavoro fatto dalla Giunta anche con altri strumenti di prevenzione e con grande disponibilità. Se oggi siamo qui a parlarne è perché il Ministro precedente non ha mai voluto prendere in considerazione strade diverse da quelle indicate dagli ambientalisti, senza minimamente considerare la strada della norma di attuazione. Tonina ha richiamato la risoluzione adottata venerdì scorso dell’Arge Alp che “al fine di tutelare l’economia di montagna chiede a livello dei singoli stati nazionali che siano adottate le misure necessarie per rendere possibili politiche di contenimento dei lupi nell’area alpina”. Bene dunque, hanno fatto la Provincia di Trento e di Bolzano ad assumersi con serietà questa responsabilità. Se oggi possiamo vantare un territorio come quello che abbiamo è perché abbiamo avuto una politica attenta, capace di decisioni coraggiose e noi dell’UpT ci siamo e sempre ci saremo in questa direzione di responsabilità. Se la legge dovesse essere dichiarata anticostituzionale, ha aggiunto, a maggior ragione sarà ripreso il dialogo e il percorso della norma di attuazione (prevista tra l’altro da un suo ordine del giorno). La vera domanda che la politica dovrebbe porsi, ha proseguito, è quale sia l’idea di montagna che vogliamo per il nostro territorio. La montagna ha problemi seri, su tutti lo spopolamento, le distanze e il fare i conti con nuovi bisogni di vita. Se vogliamo continuare a garantire una montagna abitata e vissuta dai nostri giovani dobbiamo costruire delle opportunità, garantire dei servizi di qualità ed essere attrattivi. La compatibilità con predatori quali il lupo e l’orso, in una zona antropizzata come la nostra, non permette una convivenza priva di conflitti e ce lo dimostrano le numerose aggressioni delle ultime settimane. Lo Stato finora non ci ha aiutati e questa è una sfida che dobbiamo affrontare in prima persona, consapevoli che la soluzione non sarà semplice, ma che va necessariamente ricercata. Diversamente, l’abbandono della montagna sarà inevitabile.

Il consigliere Massimo Fasanelli ha ripreso i temi giuridico, politico e di merito già ampiamente dibattuti dall’aula sull’argomento. Noi siamo qui a fare scelte politiche, ha notato e poi sarà chi a questo è delegato, a valutare la costituzionalità o meno di questa norma. Gli esperti dicono che il numero dei grandi predatori va controllato e siamo al paradosso: noi non siamo qui a decidere di sterminare questi animali, ma a decidere di prendere provvedimenti qualora diventassero problematici ed entrassero in conflitto con le nostre vite, a sostegno degli allevatori e di chi vive del territorio. “Non c’è più compatibilità tra PD e Patt-Upt”, ha notato infine e su questo provvedimento si vede chiaramente.

Marino Simoni (Progetto Trentino), chiarendo la posizione favorevole al documento, ha sottolineato il dovere di intervenire su questo argomento, in nome dell’autonomia e dell’autogoverno di questo territorio che ha una lunga storia. I grandi carnivori sono stati eliminati nella storia e hanno avuto la peggio nel conflitto con le nostre popolazioni. Oggi abbiamo il dovere di intervenire a salvaguardia della nostra popolazione e della nostra economia, a sostegno di quel patto di equilibrio tra uomo e animale che va ricercato, anche con provvedimenti come questo. Quella dei cani da guardania può diventare anche un’opportunità economica per il Trentino. Colleghi del Pd hanno portato un grande contributo al dibattito, anche se il segnale che dovrebbe uscire da quest’aula dovrebbe quello di aver superato tutti gli elementi di contrasto, per il bene dell’autonomia e per rivendicare il ruolo e la potestà di questa terra.

Nerio Giovanazzi (AT) ha dichiarato di votare convintamente il disgeno di legge, evidenziato le due posizioni trasversali dentro questo Consiglio, che non coinvolgono nettamente i partiti di maggioranza e minoranza: si potrebbe individuare una nuova coalizione per le prossime elezioni, ha aggiunto, indipendentemente dalla costituzionalità o da altre argomentazioni. Questo disegno di legge non stravolge nulla, ha concluso, ma aggiunge altre misure a quelle già disponibili, per poter raggiungere quell’equilibrio di convivenza necessario tra uomo e grandi carnivori.

Donata Borgonovo Re (PD), consapevole della significatività del tema in discussione, ha sottolineato alcuni passaggi. L’argomento è molto importante e coinvolge aspetti affettivi, di legame molto forte dell’uomo con gli animali. Per questo il tema dei risarcimenti lascia il tempo che trova perché questo argomento coinvolge sfere non solo economiche, ma sopratutto emotive. Nel 2017 sono stati 144 gli episodi di predazione da parte degli orsi e la Pat ha risarcito gli allevatori per 83.000 euro. Per il lupo, le predazioni sono state 49 e il risarcimento è ammontato a 47.000 euro. Nello stesso anno i danni per altro genere di sinistri sono stati 66 sinistri ed hanno previsto un risarcimento apri a 70.000 euro. Ci collochiamo dunque in una dimensione pressoché analoga. Quello che fin dal primo intervento abbiamo sottolineato è l’obiezione rispetto alla scelta dello strumento di intervento risolutivo finale, quando l’impegno principale è quello di ridurre al massimo i rischi con tutta una serie di altri strumenti. Quello che noi contestiamo è la validità di questo strumento, ovvero l’investimento della Pat di un potere che di fatto non le spetta. E’ stato richiamato il valore dell’autonomia, collegato a scelte e soluzioni di autogoverno di equilibrio, coerenza e saggezza, però la nostra autonomia è inserita in una dimensione statale più grande che a sua volta è inserita nelle limitazioni di sovranità della dimensione pacifica che sta nel livello europeo della direttiva Habitat, Qui il tema dell’autonomia deve arretrare rispetto al disegno istituzionale complessivo nel quale si colloca. Infine, ha aggiunto, il gruppo, dopo un ampio confronto, pur convinto che il disegno di legge andrebbe bocciato, riconoscendo di fare parte di una coalizione di maggioranza, ha deciso di astenersi.

Filippo Degasperi (5 Stelle) ha osservato che qui più che far fuori il lupo si decide di far fuori il Ministro, ovvero si sancisce quel perenne contrasto tra Provincia di Trento e Roma, tra Governo provinciale e Ministero. Una posizione che non condivido, ha aggiunto, perché è in questo che vedo il fine elettorale. L’approvazione di questo disegno di legge passerà infatti la palla direttamente a Roma. Un’operazione che banalizza, anziché valorizzare le nostre competenze. Siamo riusciti a trasformare un’opportunità in un problema e se il Trentino è un marchio apprezzato lo è anche perché sul proprio territorio esistono questi grandi predatori. Se prima della discussione avevo qualche dubbio su come votare, a questo punto non ho nessun dubbio e voterò contro.

Walter Kaswalder (Misto) ha chiarito di essere per l’eliminazione totale dei lupi e perché le persone hanno diritto ad andare in montagna in totale tranquillità. In passato, a partire dal 1400, le nostre comunità avevano capito che il territorio andava tutelato e prevedevano l’uccisione di questi animali e ora nel 2018 stiamo qui a discutere giorni interi su questo “testo truffa”, che voto solo perché non vorrei che qualcuno strumentalizzasse in campagna elettorale la mia contrarietà.