Iniziata nell'aula del Consiglio la discussione finale del provvedimento
Sul ddl per lupo e orso, favorevoli le opposizioni (tranne i 5 stelle), Patt, Upt e Ual. Il Pd si asterrà
In allegato, i temi e i testi all'ordine del giorno
La
seduta pomeridiana del Consiglio è stata caratterizzata da un lungo
dibattito sul ddl Dallapiccola sulla gestione del lupo e dell’orso.
Un disegno di legge, seppur con accenti critici, che è condiviso
dall’opposizione (Lega, Civica trentina, At, Pt, Kaswalder del
Misto) e da parte della maggioranza (Patt, UpT e Ual).
Mentre dai banchi del Pd, Donata Borgonovo Re, ha
annunciato l’astensione sua e del suo gruppo. Il consigliere di 5
Stelle, Filippo Degasperi, molto critico nei confronti del ddl, ha
affermato che non parteciperà al voto perché non sono stati
chiariti i dubbi di costituzionalità del ddl. Un questione,
quest’ultima, molto dibattuta nel corso del pomeriggio. Infine, è
intervenuto il presidente Rossi il quale ha affermato che il ddl
rappresenta un atto di responsabilità anche nei confronti dello
Stato che, contrariamente a quanto contenuto nella direttiva europea,
non ha mai redatto il piano lupo. Comunque, ha ricordato il
presidente della Giunta, con questo ddl non si introdurrà
l’uccisione indiscriminata dei lupi, ma si tratta solo uno
strumento di gestione e ha ricordato inoltre che in Trentino
tutte le specie, in particolar modo quelle protette, stanno meglio
che altrove.
La
seduta pomeridiana del Consiglio - l’argomento è sempre il ddl 320
Dallapiccola sulla gestione dell’orso e del lupo - si è aperta con
l’intervento di Rodolfo Borga. Il consigliere della Civica
Trentina, rivolgendosi al Presidente Rossi, ha detto di ripudiare
politicamente la logica del capro espiatorio per i tanti fallimenti
politici del centro sinistra. Questa legge, in articulo mortis
della legislatura, ha detto, è una pagliacciata, offensiva nei
confronti degli allevatori che hanno aspettato segnali per una vita.
Un ddl probabilmente illegittimo, incostituzionale, che viene
presentato dopo anni in cui si è difesa la presenza dei grandi
predatori addirittura come una risorsa per il turismo. Nonostante
ciò, Borga ha dichiarato di votare questi ddl, anche se di dubbia
legittimità e che è stato presentato di fronte all’esasperazione
degli allevatori, per troppo tempo tacciati di non saper vivere in
montagna e di non adattarsi alla presenza di orsi e lupi. Insomma,
una presa in giro nei confronti dei trentini. Del resto se il Governo
impugnerà la legge, ha aggiunto, darà la possibilità al centro
sinistra di dire che avrebbe voluto prendere provvedimenti drastici
ma non ha potuto farlo. Mentre per anni non è stato fatto nulla e
l’emergenza è stata sempre negata fino a quando è sfuggita di
mano. Intanto, ha detto, l’Agenzia del lavoro, invece di tutelare
il lavoro, spende soldi per iniziative, fantasiose e singolari, sui
diritti degli omosessuali sul lavoro. Fatti che testimoniano la
distanza del centro sinisra dalla gente.
Giacomo
Bezzi (Forza Italia) ha detto che questa legge finalmente
affronta il problema; un problema reale come dimostrano le malghe che
non vengono più monticate a causa dell’orso. Bezzi ha proposto una
soluzione soft, ricavando aree specifiche per il lupo e l’orso.
Prima di uccidere gli animali, si può trovare un compromesso, ha
detto, sul modello di Jurka che si trova in un parco tedesco.
Insomma, per Bezzi, si dovrebbero realizzare parchi tematici, in modo
che gli orsi che si sono umanizzati possano trovare uno spazio
fruibile per i turisti e le scuole. Naturalmente, di fronte a orsi
pericolosi si può anche arrivare all’abbattimento. Ma la strada
maestra rimane quella della creazione di un parco che permetta la
convivenza tra questi carnivori e l’uomo.
Walter
Kaswalder (Misto) ha detto che il problema, gravissimo perché si
rischia lo spopolamento della montagna, è stato per troppo tempo
sottovalutato. Kaswalder ha ricordato che la sua posizione sulla
vicenda orso è stata una delle ragioni della sua espulsione del
Patt. Una vicenda che dimostra che gli assessori del centro sinistra
non sono all’altezza delle responsabilità di governo, come
dimostrano anche altri temi come quello delle gestioni associate.
Infine, il consigliere ha detto che voterà questo ddl, anche se si
tratta di un ddl truffa.
Alessandro
Savoi (Lega) ha detto che questo problema è il frutto di scelte
sbagliate a partire dal progetto Life Ursus del 1996 che ha
comportato l’introduzione degli orsi. Per quanto riguarda il lupo,
venuto dalla Svizzera, anche in questo caso l’allarme venne
lanciato anni fa perché si tratta di animali che sono in conflitto
con la vita dell’uomo in montagna. Aver visto l’orso come un
pupazzo per richiamare i turisti è stato un sbaglio, ha detto, e ora
la Giunta presenta un ddl nel quale si dice che si possono abbattere
lupi e orsi che creano problemi. Savoi ha detto che, anche di fronte
alle “minacce” della Lav voterà questa legge (ha dichiarato di
aver ritirato gli emendamenti dopo un accordo con l’assessore)
anche se i dubbi di costituzionalità ci sono. Ma, secondo il
consigliere leghista, deve prevalere la difesa degli allevatori e
della gente che vive e frequenta la montagna. I rischi di
costituzionalità ci sono, ma un no della Consulta (dei soloni di
Roma) a questo provvedimento giusto seppur tardivo, ha detto Savoi,
sarebbe un grave affronto all’autonomia e, in questo caso, ci
penserebbero gli allevatori a mettere in atto la legittima difesa,
giustificata al mille per mille.
Claudio
Civettini (Civica Trentina), anche lui seppur in modo critico
favorevole alla legge, ha ricordato che la Giunta ha fatto e sta
facendo una lunga serie di dietrofront, su anziani, lavoro, emigrati.
Eppure, le critiche dell’opposizione erano spesso derise, in
particolare sulla gravità delle tante incursioni dell’orso. Invece
i fenomeni, ha detto Civettini, vanno governati. Nelle specifico del
ddl, il consigliere ha detto che la Giunta avrebbe dovuto
interloquire col governo, anche se non più amico, per ottenere la
competenza sula gestione di queste specie, invece ha scelto la strada
di un ddl di dubbia costituzionalità. Infine, Civettini, si è
chiesto perché in Alto Adige o in Austria questi problemi non ci
sono e ha invitato gli allevatori a portare i loro animali in piazza
Dante.
Marino
Simoni (PT) ha ricordato che l’assessore all’agricoltura, in
alcune risposte a interrogazioni di Progetto Trentino, ha sostenuto
che una gestione della Pat dei grandi carnivori non è attualmente
possibile. PT, ha però aggiunto Simoni, voterà questo ddl per
rivendicare l’autonomia su questo argomento. L’eurodeputato
Dorfmann sta portando avanti in sede europea un’iniziativa per dare
competenze alle regioni autonome per la gestione dei predatori. Il
fatto che la norma sia stata scritta con Bolzano, inoltre, è
politicamente importante. Una sintonia che andrebbe allargata al
Tirolo. Simoni ha aggiunto che il sì a questo ddl, pur
rappresentando una forzatura, significa un sì ad una rivendicazione
di autonomia in difesa del paesaggio, dell’habitat e della vita
dell’uomo in montagna. Il capogruppo di PT ha chiesto il
coinvolgimento dei comuni e quindi dei sindaci che hanno la
responsabilità della sicurezza dei loro cittadini.
Mario
Tonina (UpT) ha ricordato che se il Trentino ha raggiunto un
livello di sviluppo uniforme, nel quale le comunità sono ben
inserite, lo si deve alla sensibilità della politica. Cosa che non è
avvenuta in tanti territori dell’arco alpino e dell’Appennino,
dove tante attività sono state abbandonate penalizzando le comunità
e bloccando lo stesso sviluppo turistico. A fronte del problema dei
grandi predatori, oggi così grave, bene ha fatto la Giunta, secondo
l’esponente UpT, a presentate questo ddl. Un ddl che va nella
direzione della tutela del territorio. Anche se venisse impugnato a
Roma, ha continuato, la politica dimostra comunque il coraggio di
difendere un modello, affrontando un tema che non è di facile
soluzione. Con sei branchi di lupo, ha aggiunto, lo sviluppo della
zootecnia è impossibile. Va quindi ricercato un equilibrio, pena
l’abbandono delle attività in montagna. In Italia ci sono 2 mila
lupi, centinaia di migliaia in Europa, cento branchi nell’arco
alpino, al punto che questo tema è entrato nell’accordo di governo
tedesco. Orso e lupo sono stati posti, non a caso, all’attenzione
dell’Arge Alp che si è riunita il Svizzera venerdì scorso ed è
stata approvata una risoluzione per allentare, in difesa
dell’agricoltura di montagna, la tutela di queste specie che erano
in estinzione 40 anni fa e non certo oggi. Il problema, ha concluso,
non riguarda solo la zootecnia, ma il futuro di tutta la comunità
trentina. Perché, come lo stesso Messner ha sottolineato, col lupo
non si può convivere. Tonina ha ricordato inoltre di aver presentato
un odg per spingere la Giunta a chiedere una norma di attuazione su
questo tema.
Piero
De Godenz (UpT) ha detto che va tutelata la storia della nostra
montagna, quindi questa norma di buon senso va approvata, perché è
chiesta da tutto il Trentino. La gestione dei grandi predatori va
affrontata con equilibrio anche per prevenire il bracconaggio che, ad
esempio, si è manifestato per anni nel Parco dell’Abruzzo. In val
di Fassa un terzo dei capi non sono stati monticati e la situazione,
se non verrà affrontata, finirà per peggiorare.
Giuseppe
Detomas (Ual) ha detto che la val di Fassa non ha mai sentito la
mancanza del lupo, ma, al di là di questo, questo ddl affronta il
problema di una convivenza di questo animale con un ambiente
fortemente antropizzato. La val di Fassa, ha ricordato, ha
un’economia totalmente turistica, ma da alcuni anni alcuni giovani
eroici hanno scelto la scomodità dell’agricoltura di montagna,
arricchendo, con questo la stessa offerta turistica. Un’alternativa
che è stata salutata con entusiasmo anche dalla Pat, ma la presenza
del lupo crea preoccupazioni. Non si tratta di abbattere gli animali
indistintamente, ma di tenere sotto controllo la specie. Sul piano
della costituzionalità, secondo Detomas, anche in questo caso ci si
trova all’interno della cosiddetta economia dinamica. Lo Stato è
entrato in alcune materie, pensando di gestire meglio una competenza,
e lo stesso può fare la Pat. E’ giusto quindi che la Provincia
cerchi di riconquistare competenze. In questo quadro l’iniziativa
della Giunta è meritevole.
Donata
Borgonovo Re (Pd) ha detto che sotto l’aspetto giuridico
questa norma è costituzionalmente illegittima. La fonte sta nella
direttiva Habitat che all’articolo 16 prevede che se non ci sono
altre alternative gli stati membri possono derogare anche con
interventi negativi. Il ddl, che si comprende dal punto si vista
emotivo, non potrà essere accolta dal gruppo Pd, ha detto, perché
contrasta con il quadro giuridico nel quale la nostra autonomia si
colloca. La consigliera non si è fermata alla dimensione giuridica
ma ha voluto entrare nel merito di un tema che ha definito non
drammatico ma drammatizzato. Il compito della politica non è quella
di seguire le isterie collettive, ha aggiunto, ma di evitarle.
Evitarle approfondendo le questioni, come si è potuto fare con la
relazione, fatta in primavera, a Trento, del progetto Wolf Alp life.
Questo ddl invece ci allontata dal complesso delle istituzioni che
stanno cercando una soluzione, partendo dai dati scientifici sulla
dimensione del problema. Dalle ricerche emerge che non è vero che
non è possibile la convivenza tra gli uomini e i lupi. Il Piemonte,
ad esempio, fronteggia questo tema da più di vent’anni, anche con
la consapevolezza che non siano noi i padroni della biodiversità, e
non è vero che si tratta di una montagna spopolata. Al punto che le
mandrie sono composte da più di 9000 capi, contro i 12 mila del
Trentino, e gli ovicaprini sono 13 mila. Dati questi risalenti al
periodo più intenso delle predazioni del lupo. La convivenza è
stata possibile, grazie ad una rete complessa di difesa, messa in
piedi con l’intervento della regione.Quindi, ha detto Borgonovo Re,
se non si approfondisce e si conoscono le realtà che hanno
affrontato prima di noi non si fa il bene di nessuno. In Trentino le
misure di sicurezza sono raddoppiate e ci sono testimonianze di
allevatori che, utilizzando misure di prevenzione, che devono essere
favorite dalla Pat, hanno affrontato la situazione. Questo ddl
rischia di ingannare la comunità e gli allevatori, mentre si deve
imparare da chi è più avanti di noi.
Nerio
Giovanazzi (AT), partendo dall’aspetto giuridico, ha affermato
che probabilmente la norma è incostituzionale, ma rimane
condivisibile nei contenuti. Il consigliere di At ha detto di non
essere spaventato dalla lettera, che ritiene una minaccia, della Lav
alla quale è allegata la sentenza, anche tecnicamente sbagliata, che
ha condannato Durnwalder. Ma ha comunque chiesto al Presidente
Dorigatti di fare una verifica giuridica. Sul
tema del lupo ha detto che va dato un segnale con questa legge anche
per garantire la tranquillità sociale. Sapere che comunque c’è un
dispositivo che permette di intervenire nei casi estremi,
tranquillizza gli allevatori che hanno garantito la stabilità del
territorio e che si sono espressi in commissione senza isterismi.
Proprio per evitare reazioni isteriche vanno adottate misure come
quelle previste dal ddl. E’ vero, ha aggiunto, che quando arrivano
grandi carnivori significa che c’è fauna che è stata gestita
bene. Secondo Giovanazzi non si può dire semplicemente: non
uccidere. Perché anche gli animali aggrediti da orsi e lupi
soffrono. L’esponente di AT ha ricordato di aver proposto un odg
per introdurre, con aiuti finanziari agli allevatori, i cani da
guardiania a tutela delle greggi, questo per evitare abbattimenti di
lupi. C’è però il dovere di mantenere le attività di montagna
(per le quali sono stati fatti investimenti da parte della Pat) che
sono indispensabili per la difesa della collettività. Per questo, se
non ci sono altre possibilità, i lupi vanno abbattuti.
Bruno
Dorigatti, rispondendo al consigliere, ha ricordato che gli
uffici del Consiglio hanno rilevato alcuni aspetti di
incostituzionalità, ma la Giunta ha scelto di andare comunque
avanti, sarà poi il Governo a decidere. Quello che è successo a
Bolzano, ha ricordato poi, riguarda un atto amministrativo e non
legislativo. Per quanto riguarda le lettere della Lav va fatta una
valutazione di opportunità politica, più che giuridica. Giovanazzi
ha reagito affermando che l’opportunità politica non c’entra con
quanto chiesto ed a ribadito che la lettera della Lav rappresenta una
minaccia e potrebbe avere anche un aspetto penale, perché è fatta
per condizionare i consiglieri. La verifica, ha affermato, va fatta
su questo. Dorigatti ha detto che la verifica verrà fatta dagli
uffici.
Filippo
Degasperi (5 Stelle), ha affermato che ci può essere solo un
aspetto di incostituzionalità e sta nel fatto che si fa a meno
dell’autorizzazione ministeriale. Quindi, parlare di diversi
profili di incostituzionalità lascia perplessi. Sul piano politico,
Degasperi ha detto che la situazione in aula è grottesca, perché la
maggioranza, tranne Donata Borgonovo Re, sembrano condividere le
posizioni della minoranza che venivano respinte prima del 4 marzo.
Quindi, per l’esponente 5 Stelle, il ddl è incomprensibile perché
l’abbattimento di orsi e lupi pericolosi e dannosi sono già
possibili in base alle deroghe della direttive europee. L’unica
novità sta nel fatto che non si deve chiedere il nulla osta al
ministero, il quale potrebbe chiedere quali alternative sono state
attuate prima di arrivare agli abbattimenti. Anche Degasperi ha detto
la convivenza lupo – uomo non è impossibile e che in Piemonte,
grazie ad un programma di prevenzione, gli allevamenti sono cresciuti
nonostante la crescita dei lupi. In Lessinia, ha ricordato ancora, ci
sono allevatori che dicono che i grandi predatori favoriscono il
territorio perché equilibrano le specie. Ci sono poi contraddizioni
politiche, visto che il centro sinistra ha appoggiato la riforma
della Costituzione che prevedeva che la gestione ambientale
appartenesse allo Stato, mentre ora si chiede l’autonomia su questo
settore. Degasperi ha dichiarato la sua non partecipazione al voto
perché non sono stati fugati i dubbi di costituzionalità del ddl.
Lorenzo
Ossanna (Patt) ha detto che il tema è di grande interesse e c’è
una grande condivisione su questo ddl che va a favore del
mantenimento delle persone sul territorio. Gli allevatori si sentono
spiazzati e non si può pensare ad una montagna recintata per motivi
ambientali e economici. Anche perché le malghe sono ben 500 con
migliaia di capi che non possono rimanere a valle senza problemi
ambientali. Gli stessi cani da guardiania possono rappresentare un
deterrente per il turismo. La crescita dei branchi è stata rapida
dal 2010 fino ad arrivare ai sei di oggi. Il ddl poi non prevede un
abbattimento incondizionato dei lupi, ma dà un segnale che il
legislatore si preoccupa del mantenimento del lavoro in montagna.
Il
Presidente Ugo Rossi ha ricordato che in Consiglio si
dovrebbe anelare ad un’espansione dell’autonomia e che sulle
competenze sull’ambiente, in una logica di autonomia dinamica, per
anni la Giunta ha cercato spazi nei confronti dello Stato: sul
paesaggio, sulla difesa delle competenze sull’impatto ambientale e
la stessa alpicoltura. La certezza sull’incosuituzionalità della
norma sotolineata da Borga e Birgonovco Re non è poi così solida,
in base alla giurisprudenza della Consulta. Rossi ha respinto quello
che ha definito il sindacato preventivo della Lav, una pretesa che
svuoterebbe le capacità legislative. Ed ha aggiunto che è vero che
spetta agli stati applicare le direttive eruropee, salvo, ha detto
Rossi, quando le competenze sono nostre. Il nostro Stato, poi, da
quando la direttiva è in vigore, finge di non vedere le deroge
previste dalla normativa Ue. E questo per non incorrere nelle
responsabilità. Una direttiva applicata quando è stato abbattuto,
lo scorso agosto, l’orso pericoloso, mentre sul lupo queste regole
non ci sono e lo Stato è inadempiente perché il piano lupo in
Italia non è stato fatto come negli altri stati europei. Quindi, di
fronte a questa inadempienza ci si deve prendere la responsabilità
di trovare una soluzione. Se i sei lupi arrivati sui Lessini fossero
rimasti sei non ci sarebbero stati i problemi, ma siccome così non è
si è chiesta una norma di attuazione estendendo a quanto chiesto per
l’orso al lupo. La Commissione dei 12 si è espressa favorevolmente
e l’11 ottobre 2017 , c’è il parere dell’Ispra. Il testo è
stato definito, ma poi il Governo non ha più potuto operare. Quindi,
ha chiesto Rossi, cosa si doveva fare di fronte alla crescita dei
lupi? Stare fermi perché ci sono le elezioni? No, ha aggiunto Rossi,
ci si deve assumere le responsibilità. Certo poi si dovrà avere un
rapporto con Ispra, per far capire che si sta facendo tutto il
possibile. Ma una norma ci deve essere. Si tratta quindi, secondo
Rossi, di un percorso cristallino. Nel merito il Presidente ha detto
che in Trentino tutte le specie stanno meglio da tutte altre parti,
in particolare quelle protette. Specie tutelate benissimo, ma per
tutelarle ancora meglio servono strumenti che ci permettono di
amministrarle. I lupi comunque, non spariranno con questa legge. Ma
con questa legge o con una norma di attuazione ci si prende la
responsabilità di far convivere questi animali con l’attività
umana. Dentro l’ambiente, la flora e la fauna, c’è anche l’uomo,
ha concluso Rossi, che deve sapere che ci sono strumenti che in
determinati casi si possono anche usare.