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03/07/2018 - In aula o in commissione

Sul ddl per lupo e orso, favorevoli le opposizioni (tranne i 5 stelle), Patt, Upt e Ual. Il Pd si asterrà

Iniziata nell'aula del Consiglio la discussione finale del provvedimento

Sul ddl per lupo e orso, favorevoli le opposizioni (tranne i 5 stelle), Patt, Upt e Ual. Il Pd si asterrà

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Sul ddl per lupo e orso, favorevoli le opposizioni (tranne i 5 stelle), Patt, Upt e Ual. Il Pd si asterrà
​​La seduta pomeridiana del Consiglio è stata caratterizzata da un lungo dibattito sul ddl Dallapiccola sulla gestione del lupo e dell’orso. Un disegno di legge, seppur con accenti critici, che è condiviso dall’opposizione (Lega, Civica trentina, At, Pt, Kaswalder del Misto) e da parte della maggioranza (Patt, UpT e Ual). Mentre dai banchi del Pd, Donata Borgonovo Re, ha annunciato l’astensione sua e del suo gruppo. Il consigliere di 5 Stelle, Filippo Degasperi, molto critico nei confronti del ddl, ha affermato che non parteciperà al voto perché non sono stati chiariti i dubbi di costituzionalità del ddl. Un questione, quest’ultima, molto dibattuta nel corso del pomeriggio. Infine, è intervenuto il presidente Rossi il quale ha affermato che il ddl rappresenta un atto di responsabilità anche nei confronti dello Stato che, contrariamente a quanto contenuto nella direttiva europea, non ha mai redatto il piano lupo. Comunque, ha ricordato il presidente della Giunta, con questo ddl non si introdurrà l’uccisione indiscriminata dei lupi, ma si tratta solo uno strumento di gestione e ha ricordato inoltre che in Trentino tutte le specie, in particolar modo quelle protette, stanno meglio che altrove.


La seduta pomeridiana del Consiglio - l’argomento è sempre il ddl 320 Dallapiccola sulla gestione dell’orso e del lupo - si è aperta con l’intervento di Rodolfo Borga. Il consigliere della Civica Trentina, rivolgendosi al Presidente Rossi, ha detto di ripudiare politicamente la logica del capro espiatorio per i tanti fallimenti politici del centro sinistra. Questa legge, in articulo mortis della legislatura, ha detto, è una pagliacciata, offensiva nei confronti degli allevatori che hanno aspettato segnali per una vita. Un ddl probabilmente illegittimo, incostituzionale, che viene presentato dopo anni in cui si è difesa la presenza dei grandi predatori addirittura come una risorsa per il turismo. Nonostante ciò, Borga ha dichiarato di votare questi ddl, anche se di dubbia legittimità e che è stato presentato di fronte all’esasperazione degli allevatori, per troppo tempo tacciati di non saper vivere in montagna e di non adattarsi alla presenza di orsi e lupi. Insomma, una presa in giro nei confronti dei trentini. Del resto se il Governo impugnerà la legge, ha aggiunto, darà la possibilità al centro sinistra di dire che avrebbe voluto prendere provvedimenti drastici ma non ha potuto farlo. Mentre per anni non è stato fatto nulla e l’emergenza è stata sempre negata fino a quando è sfuggita di mano. Intanto, ha detto, l’Agenzia del lavoro, invece di tutelare il lavoro, spende soldi per iniziative, fantasiose e singolari, sui diritti degli omosessuali sul lavoro. Fatti che testimoniano la distanza del centro sinisra dalla gente.

Giacomo Bezzi (Forza Italia) ha detto che questa legge finalmente affronta il problema; un problema reale come dimostrano le malghe che non vengono più monticate a causa dell’orso. Bezzi ha proposto una soluzione soft, ricavando aree specifiche per il lupo e l’orso. Prima di uccidere gli animali, si può trovare un compromesso, ha detto, sul modello di Jurka che si trova in un parco tedesco. Insomma, per Bezzi, si dovrebbero realizzare parchi tematici, in modo che gli orsi che si sono umanizzati possano trovare uno spazio fruibile per i turisti e le scuole. Naturalmente, di fronte a orsi pericolosi si può anche arrivare all’abbattimento. Ma la strada maestra rimane quella della creazione di un parco che permetta la convivenza tra questi carnivori e l’uomo.

Walter Kaswalder (Misto) ha detto che il problema, gravissimo perché si rischia lo spopolamento della montagna, è stato per troppo tempo sottovalutato. Kaswalder ha ricordato che la sua posizione sulla vicenda orso è stata una delle ragioni della sua espulsione del Patt. Una vicenda che dimostra che gli assessori del centro sinistra non sono all’altezza delle responsabilità di governo, come dimostrano anche altri temi come quello delle gestioni associate. Infine, il consigliere ha detto che voterà questo ddl, anche se si tratta di un ddl truffa.

Alessandro Savoi (Lega) ha detto che questo problema è il frutto di scelte sbagliate a partire dal progetto Life Ursus del 1996 che ha comportato l’introduzione degli orsi. Per quanto riguarda il lupo, venuto dalla Svizzera, anche in questo caso l’allarme venne lanciato anni fa perché si tratta di animali che sono in conflitto con la vita dell’uomo in montagna. Aver visto l’orso come un pupazzo per richiamare i turisti è stato un sbaglio, ha detto, e ora la Giunta presenta un ddl nel quale si dice che si possono abbattere lupi e orsi che creano problemi. Savoi ha detto che, anche di fronte alle “minacce” della Lav voterà questa legge (ha dichiarato di aver ritirato gli emendamenti dopo un accordo con l’assessore) anche se i dubbi di costituzionalità ci sono. Ma, secondo il consigliere leghista, deve prevalere la difesa degli allevatori e della gente che vive e frequenta la montagna. I rischi di costituzionalità ci sono, ma un no della Consulta (dei soloni di Roma) a questo provvedimento giusto seppur tardivo, ha detto Savoi, sarebbe un grave affronto all’autonomia e, in questo caso, ci penserebbero gli allevatori a mettere in atto la legittima difesa, giustificata al mille per mille.

Claudio Civettini (Civica Trentina), anche lui seppur in modo critico favorevole alla legge, ha ricordato che la Giunta ha fatto e sta facendo una lunga serie di dietrofront, su anziani, lavoro, emigrati. Eppure, le critiche dell’opposizione erano spesso derise, in particolare sulla gravità delle tante incursioni dell’orso. Invece i fenomeni, ha detto Civettini, vanno governati. Nelle specifico del ddl, il consigliere ha detto che la Giunta avrebbe dovuto interloquire col governo, anche se non più amico, per ottenere la competenza sula gestione di queste specie, invece ha scelto la strada di un ddl di dubbia costituzionalità. Infine, Civettini, si è chiesto perché in Alto Adige o in Austria questi problemi non ci sono e ha invitato gli allevatori a portare i loro animali in piazza Dante.

Marino Simoni (PT) ha ricordato che l’assessore all’agricoltura, in alcune risposte a interrogazioni di Progetto Trentino, ha sostenuto che una gestione della Pat dei grandi carnivori non è attualmente possibile. PT, ha però aggiunto Simoni, voterà questo ddl per rivendicare l’autonomia su questo argomento. L’eurodeputato Dorfmann sta portando avanti in sede europea un’iniziativa per dare competenze alle regioni autonome per la gestione dei predatori. Il fatto che la norma sia stata scritta con Bolzano, inoltre, è politicamente importante. Una sintonia che andrebbe allargata al Tirolo. Simoni ha aggiunto che il sì a questo ddl, pur rappresentando una forzatura, significa un sì ad una rivendicazione di autonomia in difesa del paesaggio, dell’habitat e della vita dell’uomo in montagna. Il capogruppo di PT ha chiesto il coinvolgimento dei comuni e quindi dei sindaci che hanno la responsabilità della sicurezza dei loro cittadini.

Mario Tonina (UpT) ha ricordato che se il Trentino ha raggiunto un livello di sviluppo uniforme, nel quale le comunità sono ben inserite, lo si deve alla sensibilità della politica. Cosa che non è avvenuta in tanti territori dell’arco alpino e dell’Appennino, dove tante attività sono state abbandonate penalizzando le comunità e bloccando lo stesso sviluppo turistico. A fronte del problema dei grandi predatori, oggi così grave, bene ha fatto la Giunta, secondo l’esponente UpT, a presentate questo ddl. Un ddl che va nella direzione della tutela del territorio. Anche se venisse impugnato a Roma, ha continuato, la politica dimostra comunque il coraggio di difendere un modello, affrontando un tema che non è di facile soluzione. Con sei branchi di lupo, ha aggiunto, lo sviluppo della zootecnia è impossibile. Va quindi ricercato un equilibrio, pena l’abbandono delle attività in montagna. In Italia ci sono 2 mila lupi, centinaia di migliaia in Europa, cento branchi nell’arco alpino, al punto che questo tema è entrato nell’accordo di governo tedesco. Orso e lupo sono stati posti, non a caso, all’attenzione dell’Arge Alp che si è riunita il Svizzera venerdì scorso ed è stata approvata una risoluzione per allentare, in difesa dell’agricoltura di montagna, la tutela di queste specie che erano in estinzione 40 anni fa e non certo oggi. Il problema, ha concluso, non riguarda solo la zootecnia, ma il futuro di tutta la comunità trentina. Perché, come lo stesso Messner ha sottolineato, col lupo non si può convivere. Tonina ha ricordato inoltre di aver presentato un odg per spingere la Giunta a chiedere una norma di attuazione su questo tema.

Piero De Godenz (UpT) ha detto che va tutelata la storia della nostra montagna, quindi questa norma di buon senso va approvata, perché è chiesta da tutto il Trentino. La gestione dei grandi predatori va affrontata con equilibrio anche per prevenire il bracconaggio che, ad esempio, si è manifestato per anni nel Parco dell’Abruzzo. In val di Fassa un terzo dei capi non sono stati monticati e la situazione, se non verrà affrontata, finirà per peggiorare.

Giuseppe Detomas (Ual) ha detto che la val di Fassa non ha mai sentito la mancanza del lupo, ma, al di là di questo, questo ddl affronta il problema di una convivenza di questo animale con un ambiente fortemente antropizzato. La val di Fassa, ha ricordato, ha un’economia totalmente turistica, ma da alcuni anni alcuni giovani eroici hanno scelto la scomodità dell’agricoltura di montagna, arricchendo, con questo la stessa offerta turistica. Un’alternativa che è stata salutata con entusiasmo anche dalla Pat, ma la presenza del lupo crea preoccupazioni. Non si tratta di abbattere gli animali indistintamente, ma di tenere sotto controllo la specie. Sul piano della costituzionalità, secondo Detomas, anche in questo caso ci si trova all’interno della cosiddetta economia dinamica. Lo Stato è entrato in alcune materie, pensando di gestire meglio una competenza, e lo stesso può fare la Pat. E’ giusto quindi che la Provincia cerchi di riconquistare competenze. In questo quadro l’iniziativa della Giunta è meritevole.

Donata Borgonovo Re (Pd) ha detto che sotto l’aspetto giuridico questa norma è costituzionalmente illegittima. La fonte sta nella direttiva Habitat che all’articolo 16 prevede che se non ci sono altre alternative gli stati membri possono derogare anche con interventi negativi. Il ddl, che si comprende dal punto si vista emotivo, non potrà essere accolta dal gruppo Pd, ha detto, perché contrasta con il quadro giuridico nel quale la nostra autonomia si colloca. La consigliera non si è fermata alla dimensione giuridica ma ha voluto entrare nel merito di un tema che ha definito non drammatico ma drammatizzato. Il compito della politica non è quella di seguire le isterie collettive, ha aggiunto, ma di evitarle. Evitarle approfondendo le questioni, come si è potuto fare con la relazione, fatta in primavera, a Trento, del progetto Wolf Alp life. Questo ddl invece ci allontata dal complesso delle istituzioni che stanno cercando una soluzione, partendo dai dati scientifici sulla dimensione del problema. Dalle ricerche emerge che non è vero che non è possibile la convivenza tra gli uomini e i lupi. Il Piemonte, ad esempio, fronteggia questo tema da più di vent’anni, anche con la consapevolezza che non siano noi i padroni della biodiversità, e non è vero che si tratta di una montagna spopolata. Al punto che le mandrie sono composte da più di 9000 capi, contro i 12 mila del Trentino, e gli ovicaprini sono 13 mila. Dati questi risalenti al periodo più intenso delle predazioni del lupo. La convivenza è stata possibile, grazie ad una rete complessa di difesa, messa in piedi con l’intervento della regione.Quindi, ha detto Borgonovo Re, se non si approfondisce e si conoscono le realtà che hanno affrontato prima di noi non si fa il bene di nessuno. In Trentino le misure di sicurezza sono raddoppiate e ci sono testimonianze di allevatori che, utilizzando misure di prevenzione, che devono essere favorite dalla Pat, hanno affrontato la situazione. Questo ddl rischia di ingannare la comunità e gli allevatori, mentre si deve imparare da chi è più avanti di noi.

Nerio Giovanazzi (AT), partendo dall’aspetto giuridico, ha affermato che probabilmente la norma è incostituzionale, ma rimane condivisibile nei contenuti. Il consigliere di At ha detto di non essere spaventato dalla lettera, che ritiene una minaccia, della Lav alla quale è allegata la sentenza, anche tecnicamente sbagliata, che ha condannato Durnwalder. Ma ha comunque chiesto al Presidente Dorigatti di fare una verifica giuridica. Sul tema del lupo ha detto che va dato un segnale con questa legge anche per garantire la tranquillità sociale. Sapere che comunque c’è un dispositivo che permette di intervenire nei casi estremi, tranquillizza gli allevatori che hanno garantito la stabilità del territorio e che si sono espressi in commissione senza isterismi. Proprio per evitare reazioni isteriche vanno adottate misure come quelle previste dal ddl. E’ vero, ha aggiunto, che quando arrivano grandi carnivori significa che c’è fauna che è stata gestita bene. Secondo Giovanazzi non si può dire semplicemente: non uccidere. Perché anche gli animali aggrediti da orsi e lupi soffrono. L’esponente di AT ha ricordato di aver proposto un odg per introdurre, con aiuti finanziari agli allevatori, i cani da guardiania a tutela delle greggi, questo per evitare abbattimenti di lupi. C’è però il dovere di mantenere le attività di montagna (per le quali sono stati fatti investimenti da parte della Pat) che sono indispensabili per la difesa della collettività. Per questo, se non ci sono altre possibilità, i lupi vanno abbattuti.

Bruno Dorigatti, rispondendo al consigliere, ha ricordato che gli uffici del Consiglio hanno rilevato alcuni aspetti di incostituzionalità, ma la Giunta ha scelto di andare comunque avanti, sarà poi il Governo a decidere. Quello che è successo a Bolzano, ha ricordato poi, riguarda un atto amministrativo e non legislativo. Per quanto riguarda le lettere della Lav va fatta una valutazione di opportunità politica, più che giuridica. Giovanazzi ha reagito affermando che l’opportunità politica non c’entra con quanto chiesto ed a ribadito che la lettera della Lav rappresenta una minaccia e potrebbe avere anche un aspetto penale, perché è fatta per condizionare i consiglieri. La verifica, ha affermato, va fatta su questo. Dorigatti ha detto che la verifica verrà fatta dagli uffici.

Filippo Degasperi (5 Stelle), ha affermato che ci può essere solo un aspetto di incostituzionalità e sta nel fatto che si fa a meno dell’autorizzazione ministeriale. Quindi, parlare di diversi profili di incostituzionalità lascia perplessi. Sul piano politico, Degasperi ha detto che la situazione in aula è grottesca, perché la maggioranza, tranne Donata Borgonovo Re, sembrano condividere le posizioni della minoranza che venivano respinte prima del 4 marzo. Quindi, per l’esponente 5 Stelle, il ddl è incomprensibile perché l’abbattimento di orsi e lupi pericolosi e dannosi sono già possibili in base alle deroghe della direttive europee. L’unica novità sta nel fatto che non si deve chiedere il nulla osta al ministero, il quale potrebbe chiedere quali alternative sono state attuate prima di arrivare agli abbattimenti. Anche Degasperi ha detto la convivenza lupo – uomo non è impossibile e che in Piemonte, grazie ad un programma di prevenzione, gli allevamenti sono cresciuti nonostante la crescita dei lupi. In Lessinia, ha ricordato ancora, ci sono allevatori che dicono che i grandi predatori favoriscono il territorio perché equilibrano le specie. Ci sono poi contraddizioni politiche, visto che il centro sinistra ha appoggiato la riforma della Costituzione che prevedeva che la gestione ambientale appartenesse allo Stato, mentre ora si chiede l’autonomia su questo settore. Degasperi ha dichiarato la sua non partecipazione al voto perché non sono stati fugati i dubbi di costituzionalità del ddl.

Lorenzo Ossanna (Patt) ha detto che il tema è di grande interesse e c’è una grande condivisione su questo ddl che va a favore del mantenimento delle persone sul territorio. Gli allevatori si sentono spiazzati e non si può pensare ad una montagna recintata per motivi ambientali e economici. Anche perché le malghe sono ben 500 con migliaia di capi che non possono rimanere a valle senza problemi ambientali. Gli stessi cani da guardiania possono rappresentare un deterrente per il turismo. La crescita dei branchi è stata rapida dal 2010 fino ad arrivare ai sei di oggi. Il ddl poi non prevede un abbattimento incondizionato dei lupi, ma dà un segnale che il legislatore si preoccupa del mantenimento del lavoro in montagna.

Il Presidente Ugo Rossi ha ricordato che in Consiglio si dovrebbe anelare ad un’espansione dell’autonomia e che sulle competenze sull’ambiente, in una logica di autonomia dinamica, per anni la Giunta ha cercato spazi nei confronti dello Stato: sul paesaggio, sulla difesa delle competenze sull’impatto ambientale e la stessa alpicoltura. La certezza sull’incosuituzionalità della norma sotolineata da Borga e Birgonovco Re non è poi così solida, in base alla giurisprudenza della Consulta. Rossi ha respinto quello che ha definito il sindacato preventivo della Lav, una pretesa che svuoterebbe le capacità legislative. Ed ha aggiunto che è vero che spetta agli stati applicare le direttive eruropee, salvo, ha detto Rossi, quando le competenze sono nostre. Il nostro Stato, poi, da quando la direttiva è in vigore, finge di non vedere le deroge previste dalla normativa Ue. E questo per non incorrere nelle responsabilità. Una direttiva applicata quando è stato abbattuto, lo scorso agosto, l’orso pericoloso, mentre sul lupo queste regole non ci sono e lo Stato è inadempiente perché il piano lupo in Italia non è stato fatto come negli altri stati europei. Quindi, di fronte a questa inadempienza ci si deve prendere la responsabilità di trovare una soluzione. Se i sei lupi arrivati sui Lessini fossero rimasti sei non ci sarebbero stati i problemi, ma siccome così non è si è chiesta una norma di attuazione estendendo a quanto chiesto per l’orso al lupo. La Commissione dei 12 si è espressa favorevolmente e l’11 ottobre 2017 , c’è il parere dell’Ispra. Il testo è stato definito, ma poi il Governo non ha più potuto operare. Quindi, ha chiesto Rossi, cosa si doveva fare di fronte alla crescita dei lupi? Stare fermi perché ci sono le elezioni? No, ha aggiunto Rossi, ci si deve assumere le responsibilità. Certo poi si dovrà avere un rapporto con Ispra, per far capire che si sta facendo tutto il possibile. Ma una norma ci deve essere. Si tratta quindi, secondo Rossi, di un percorso cristallino. Nel merito il Presidente ha detto che in Trentino tutte le specie stanno meglio da tutte altre parti, in particolare quelle protette. Specie tutelate benissimo, ma per tutelarle ancora meglio servono strumenti che ci permettono di amministrarle. I lupi comunque, non spariranno con questa legge. Ma con questa legge o con una norma di attuazione ci si prende la responsabilità di far convivere questi animali con l’attività umana. Dentro l’ambiente, la flora e la fauna, c’è anche l’uomo, ha concluso Rossi, che deve sapere che ci sono strumenti che in determinati casi si possono anche usare. ​