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06/06/2018 - In aula o in commissione

Borgonovo Re chiede di votare per parti separate la mozione dell’Upt sulla gestione del lupo

Prosegue la discussione degli impegni che i consiglieri propongono di assegnare alla Giunta

Borgonovo Re chiede di votare per parti separate la mozione dell’Upt sulla gestione del lupo

In allegato l'ordine del giorno con i temi e i testi in discussione

Borgonovo Re chiede di votare per parti separate la mozione dell’Upt sulla gestione del lupo
Il Consiglio provinciale ha proseguito oggi pomeriggio l’esame in aula delle proposte di mozione all’ordine del giorno, approvandone cinque su sei votate. Iniziata la discussione sulla mozione, completamente riscritta da De Godenz (UpT), sulla gestione del lupo. Borgonovo Re (Pd) ha chiesto di votare il testo per parti separate. I lavori riprendono domani alle 10.00.



Chiara Avanzo (Patt), mozione approvata

che impegna la Giunta ad attuare la riforma Madia

per la stabilizzazione dei precari della Provincia

Approvata all’unanimità (27 sì) la mozione della consigliera del Patt, modificata d’intesa con l’assessore Gilmozzi, che impegna l’esecutivo a predisporre, previo confronto con le organizzazioni sindacali, disposizioni in materia di stabilizzazione del personale precario della Provincia, da inserire nel prossimo disegno di legge di assestamento del bilancio di previsione della Pat per gli esercizi finanziari 2018-2020. Avanzo ha spiegato che questa mozione serve come una sorta di “nodo al fazzoletto” per ricordare alla Giunta questo obiettivo. Bezzi (FI), pur favorevole alla mozione, ha ricordato che gli stessi problemi dei dipendenti provinciali riguardano anche il lavoro personale della regione e presso il tribunale, inseriti nel Progettone da anni ma che nessuno si preoccupa di stabilizzare. Il consigliere ha sottolineato che questi interventi politici per risolvere i problemi dei precari non devono avere colore partitico.

Degasperi (5 stelle) ha ricordato che le mozioni sul tema dei precari nel “pubblico” sono state quasi sempre bocciate dalla maggioranza. Basti pensare a quella, respinta, per dare una prospettiva alle insegnanti delle scuole materne. Forse il Festival dell’economia oppure l’approssimarsi delle elezioni provinciali hanno indotto l’esecutivo a cambiare idea aprendosi tardivamente a queste richieste. Bene comunque l’accoglimento della mozione, anche se resta il sospetto che poi il nome non venga affatto sciolto.

Civettini (CT), favorevole al testo, ha esortato però ad attuare effettivamente l’impegno previsto dalla mozione, perché non accada che dopo le elezioni del 21 ottobre prossimo la Giunta faccia marcia indietro. Si vada ad esempio a vedere in che situazione è il personale precario al Mart e come sono state fatte le assunzioni in altri enti funzionali della Pat. A pochi mesi dalle elezioni provinciali qualche dubbio sulla credibilità dei “nodi al fazzoletto” della Giunta peraltro indefiniti, perché non si precisa quali e quanti precari e in che enti verrebbero stabilizzati, è legittimo. Civettini ha parlato anche di assunzioni a tempo determinato effettuate con criteri partitocratici e in forza di tessere. Maestri (Pd) ha replicato a Civettini invitandolo a rivolgersi alla Procura se vi sono state assunzioni sospette, per dimostrare la trasparenza della maggioranza. Maestri ha ricordato che nella scuola la Giunta ha stabilizzato in questa legislatura 1.700 lavoratori. La maggioranza e il presidente Rossi non sono quindi rimasti silenti rispetto al problema del precariato. Si tratta della più grande stabilizzazione avvenuta negli ultimi 15 anni. Nessuno ha fatto un regalo, semplicemente è stato riconosciuto un diritto. Il prossimo assestamento di bilancio vedrà un ulteriore riconoscimento del diritto alla stabilizzazione, senza regali. Il centrosinistra autonomista lavorerà ancora in questa direzione come ha sempre fatto.

Savoi (Lega) ha preannunciato il proprio voto favorevole prendendo atto dei 1.700 lavoratori stabilizzati in questa legislatura, ha ribadito il dovere che la politica ha di combattere il precariato che dev’essere una situazione temporanea. Civettini (CT) è intervenuto per segnalare che bisognerebbe rapportare i 1.700 posti di lavoro stabilizzati con il personale andato in pensione per sapere se gli assunti con posto fisso sono sufficienti per rispondere al fabbisogno. Maestri (Pd) ha ricordato che il governo di centrosinistra mantiene le promesse e non parla di flat tax. Quanto alle stabilizzazioni, si sa che le assunzioni di questo tipo hanno un unico canale che è il concorso pubblico e non l’amico dell’amico. Le risorse costituite dal capitale umano sono una delle grandi ricchezza del Trentino. Cia (Misto) ha detto di non voler credere che l’amministrazione provinciale non sia trasparente nelle assunzioni. Tuttavia non si può negare neppure che nelle altre amministrazioni pubbliche del territorio la trasparenza sia un problema. Problema di cui si è reso portavoce anche il Difensore civico nella sua relazione annuale con riferimento agli atti. I concorsi per le assunzioni in molte amministrazioni sono dei paravento perché spesso il nome del vincitore si può conoscere in anticipo. Chi sta intorno alla politica rema contro la trasparenza e rovina anche la credibilità della politica perché molte figure abusano della fiducia dei politici. L’errore è di minimizzare e nascondere questi difetti di trasparenza, lasciando che sia la Procura a fare giustizia inducendo ad annullare i concorsi. Degasperi (5 stelle) ha contestato l’affermazione di Maestri che questa maggioranza mantiene le promesse, portando ad esempio una mozione del 2015 che impegnava a stabilizzare il personale nella scuola entro il 2015-2016 mentre siamo arrivati al 2018. Quanto alle 1700 persone stabilizzate nella scuola, non si sa quante queste hanno sostituito. Rispetto agli insegnanti delle scuole maestre, la Giunta ha bocciato una mozione per la la stabilizzazione delle precarie. Fasanelli (Misto) ha dichiarato il voto favorevole per la mozione, da lui giudicata assolutamente importante e “genuina” rispetto alle prossime elezioni. Secondo Giovanazzi (AT) oggi si è aperta la campagna elettorale, anche perché questo e altri provvedimenti, come quello sul lupo, arrivano in prossimità dell’appuntamento con le urne previsto fra tre mesi. Per il consigliere tuttavia è giusto condividere queste iniziative.



Lucia Maestri (Pd), mozione approvata

sul volontariato, per varare i criteri

dei contributi alle associazioni

La mozione di Lucia Maestri, approvata con 24 voti a favore e tre di astensione (Cia, Kaswalder e Degasperi), impegna la Giunta a stabilire, entro la fine della legislatura, i criteri e le modalità dei contributi a favore del volontariato previsti dalla legge sul volontariato del 1992 e quella sulla riduzione degli sprechi alimentari del 2017. Impegna inoltre il governo provinciale a svolger un'azione di convincimento degli enti locali ancora inadempienti perché stabiliscano con le nuove convenzioni i criteri e le modalità di concessione dei contributi per il volontariato. Fasanelli (Misto) si è espresso a favore perché è importante dare il giusto sostegno alle associazioni di volontariato, il cui sistema solidaristico è il pilastro portante della società trentina. Kaswalder (Misto) ha motivato il voto di astensione contro l’impegno affidato alla Giunta dalla mozione di convincere i Comuni, i cui sindaci sono quelli che già si adoperano di più a sostengo delle associazioni di volontariato. Maestri ha precisato che si tratta di sollecitare i Comuni a favorire e facilitare il servizio raccolta di alimenti da parte delle associazioni di volontariato, dal momento che ancora la legge approvata l’anno scorso dalla Provincia è ancora priva del regolamento di attuazione.



Marino Simoni (Progetto Trentino), mozione respinta

per l’installazione di monitor su tempo e traffico

e copertura telefonica nelle gallerie stradali.

Respinta con 16 voti contrari, 8 favorevoli e 1 astenuto la mozione che voleva impegnare la Giunta ad installare sulle strade provinciali una segnaletica digitale per diffondere, in tempo reale, il bollettino del traffico, dei cantieri, del meteo e dei tempi medi di percorrenza. La mozione chiedeva inoltre di garantire la copertura telefonica in tutte le 158 gallerie trentine. L’assessore Gilmozzi ha motivato il parere negativo della Giunta con il fatto che lungo le strade provinciali vi sono già 39 pannelli che il gestore del servizio ritiene sufficienti a garantire un’adeguata informazione sulla mobilità Se vi sono singole situazioni, basta avvisare, ma una richiesta generalizzata non si può accogliere. Quanto alle gallerie, vi sono operatori diversi e per questo il problema, che compete alle compagnie telefoniche, non si può rivolvere completamente. Gilmozzi ha evidenziato peraltro che circa il 60% delle gallerie della rete stradale del trentino ha almeno un gestore che garantisce la copertura per il funzionamento dei cellulari. In altre gallerie vi sono telefoni installati all’interno. Kaswalder (Misto) ha detto di non capire perché nelle tre-quattro gallerie più lunghe e trafficate non si può utilizzare il cellulare mentre in altre vicine regioni il problema non esiste. Basterebbero due antenne, una all’inizio e una alla fine delle gallerie. Avanzo (Patt) ha detto di capire la risposta dell’assessore, perché la soluzione del problema della telefonia in tutte le 158 gallerie del Trentino non compete alla Provincia, ma ve ne sono almeno alcune nelle quali occorrerebbe fare qualcosa, perché l’esigenza evidenziata dalla mozione è condivisibile. Cia (Misto) si è dichiarato a favore della mozione perché vi sono soprattutto le gallerie più lunghe dove per incidenti o altri problemi non si può chiamare neppure l’emergenza. Visto che la Provincia ha investito molto proprio sui servizi di emergenza come le ambulanze, sarebbe opportuno pensare anche a garantire le comunicazioni con la centrale operativa 112. Simoni nella sua replica ha sottolineato che la Provincia sarebbe in grado di imporre agli operatori telefonici la copertura delle gallerie. Si tratta di trovare convenzioni con questi gestori. Quanto alla segnaletica, certo non tutte le strade sono uguali ed esistono già pannelli informativi, ma questi sono posizionati in punti sbagliati, come ad esempio lungo la statale della Valsugana. Occorrerebbe almeno prendere in mano queste situazioni e almeno tentare di pensare ad alcune soluzioni. L’assessore Gilmozzi ha ribadito che la mozione così com’è scritta non è accettabile mentre se vi sono specifiche problematiche sulla segnaletica basta farle presenti per migliorarne il posizionamento. Quanto alle gallerie nelle gallerie della Provincia di Bolzano la comunicazione telefonica salta molto più frequentemente che nei tunnel del Trentino.



Alessandro Savoi (Lega), mozione approvata

per favorire il trasferimento su rotaia del

trasporto delle merci attraverso il Brennero

La mozione, approvata con 28 voti a favore e l’astensione di Degasperi (Lega) dopo le modifiche concordate con l’assessore Gilmozzi, impegna la Giunta ad assicurare un’attenta valutazione delle posizioni delle aziende di trasporto locali nella definizione delle politiche relative al passaggio di persone e merci attraverso l’asse del Brennero, aprendo un confronto permanente con i rappresentanti delle aziende di trasporto locali; a portare all'attenzione della Giunta e del Gect le proposte del mondo dell'autotrasporto trentino e le criticità più volte esposte nelle sedi locali e nazionali dai rappresentanti della categoria; ad acquisire il contributo della categoria nella definizione dell’armonizzazione dei pedaggi, prevista dalla Giunta Gect dell’Euregio al fine di evitare, nel rispetto delle disposizioni vigenti e degli obiettivi di riduzione degli impatti dei trasporti, decisioni penalizzanti per il settore dell’autotrasporto locale; a considerare nelle valutazioni collegate alla possibile introduzione del pedaggio di corridoio, di creare misure dedicate per le aziende trentine, per evitare ripercussioni sull’attività di questo settore trentino nel rispetto delle normative vigenti; a rafforzare anche attraverso il confronto nell’ambito delle attività di cui al punto 1 con le posizioni delle categorie interessate, le politiche di trasferimento da strada a rotaia, nonché ogni misura ad esso connessa, volta a rendere sostenibili le condizioni del trasporto, secondo una impostazione plurimodale, come previsto nelle deliberazioni della Giunta Gect; infine a richiedere alla Giunta del Gect di intervenire assieme alle autorità competenti, per contrastare il trasporto a collettame abusivo.

L’assessore Gilmozzi ha evidenziato che l’obiettivo, in vista della realizzazione nel 2025 del tunnel di base del Brennero, è favorire il trasferimento della maggior parte del trasporto delle merci dalla gomma alla rotaia. Per questo va adottata una strategia culturale anche attraverso un pedaggio sull’uso dell’autostrada da parte dei mezzi pesanti, purché la misura sia equa. Ovviamente finché il passaggio dei mezzi pesanti da altri valichi passi costeranno molto più del Brennero, il traffico pesante su gomma continuerà a preferire quest’ultimo. Per questo occorre un accordo tra Stati e regioni ma il costo di questo cambiamento non va scaricato sugli autotrasportatori. Questi vanno aiutati favorendo l’utilizzo della ferrovia per il trasferimento delle loro merci. IN tal senso eventuali pedaggi aggiuntivi avranno come destinazione d’uso la rotaia.

Degasperi (5 stelle) ha motivato il proprio voto di astensione essendo perplesso sulla mozione che a suo avviso da un colpo al cerchio e uno alla botte. Nessuno vuol mettere in ginocchio le aziende di autotrasporto locale, ma bisognerebbe adottare strumenti chiari per spostare su rotaia il trasporto delle merci. L’atteggiamento della Provincia non è chiaro, ma ambiguo ed ondivago. La versione originaria della mozione era molto più chiara: modificata così non va nella direzione auspicata dello spostamento fin d’ora del trasporto delle merci su rotaia con l’Interporto e Interbrennero.

Savoi (Lega) ha spiegato che ancora non è possibile utilizzare il trasporto merci su rotaia per cui serve un progressivo trasferimento dalla gomma alla rotaia. L’auspicio è che tra 20 anni l’80% delle merci viaggi su rotaia ma occorre che intanto la politica assuma impegni precisi in questa direzione senza penalizzare gli autotrasportatori. L’assessore Gilmozzi ha concluso spiegando che la mozione ha trovato un compromesso tra le sollecitazioni della Lega e la linea politica attuale della Provincia.



Alessio Manica (PD), mozione approvata

sull’agricoltura sociale: via entro un mese

al bando per il finanziamento di progetti

La mozione del capogruppo del Pd, approvata all’unanimità (24 sì) impegna la Giunta ad adottare entro un mese un bando specifico o altre soluzioni che permettano, attraverso l'utilizzo delle risorse già stanziate per il 2018, il finanziamento di progetti di agricoltura sociale. La normativa statale è stata recepita, ha spiegato Manica, ma poi per un ritardo questa legge ad oggi non è operativa, ma d’altra parte le attività di agricoltura sociale sul territorio esistono e crescono. Si tratta quindi di salvaguardare questo comparto immaginando un bando perché le risorse arrivino a chi sta facendo partire queste attività sul territorio.

L’assessore Dallapiccola, nell’assicurare il sostegno della Giunta, ha ricordato che la questione coinvolge più assessorati e richiede il confronto con i rappresentanti degli operatori sociali e delle aziende agricole. Ha poi aggiunto che il finanziamento in questo campo spetta alle Comunità di valle che procederanno dal 2019 con le gare d’appalto. Dallapiccola ha spiegato che è in corso di predisposizione il regolamento di attuazione della legge provinciale che promuove l’agricoltura sociale. Vi saranno già da quest’estate campagne informative e le risorse saranno utilizzate efficacemente in questa direzione. Kaswalder ha preannunciato un’interrogazione in luglio con cui chiederà di verificare a che punto si sarà arrivati nell’attuazione di questa mozione. Manica ha concluso riconoscendo che il tema è trasversale ma proprio per questo il rischio è che non si parta mai mentre esiste un grande interesse per queste attività. Nella finanziaria sono state stanziate delle risorse, circa 300.000 euro e si tratta quindi solo di garantire che arrivino sul territorio. Il consigliere ha detto di voler essere fiducioso sulla possibilità di non dover sollecitare nuovamente l’attuazione di questa legge. Diversamente si lede la primazia di quest’aula.



Giuseppe Detomas (Ual), mozione approvata

per dare precedenza nelle assunzioni in val di Fassa

a chi è in possesso dell’attestato di conoscenza del ladino

Approvata all’unanimità (22 sì) la mozione – il cui testo è stato completamente sostituito da Datomas d’intesa con la Giunta rappresentata dall’assessore Olivi – che impegna l’esecutivo, con riferimento ai concorsi pubblici indetti sul territorio provinciale, a prevedere nei bandi di concorso e di selezione – per garantire la copertura di eventuali posti vacanti in uffici con sede nelle località ladine del Trentino –, l’inserimento di una clausola per l’applicazione del principio della precedenza assoluta nell’assunzione, stabilito dall’articolo 29 della legge provinciale 6 del 2008, a condizione che il personale risulti in possesso dell’attestazione di conoscenza della lingua ladina. A favore della mozione è intervenuto Kaswalder (Misto) auspicando che, visto lo spirito autonomista del testo, anche la tutela dei posti di lavoro oltre che dei ladini anche dei trentini.



Piero De Godenz (UpT), mozione di cui continuerà la discussione domani

a favore di ulteriori interventi

per la gestione del lupo in modo

da limitarne i danni

La mozione, completamente riscritta da De Godenz e sottoscritta anche dagli altri due consiglieri dell’UpT, impegna la Giunta in quattro direzioni: ad individuare ulteriori azioni a livello provinciale da intraprendere per evitare che gli allevatori, gli imprenditori turistici e tutti i frequentatori a vario titolo del sistema montuoso alpino, subiscano danni come quelli di questi giorni al patrimonio aziendale a causa della presenza del lupo sul territorio; a valutare adeguati interventi per il contenimento della specie al fine di ridurre al minimo i danni causati da attacchi dei lupi al patrimonio zootecnico come proposto dal ddl 230 appena presentato dalla Giunta; a proseguire con efficacia le scelte già adottate dall’esecutivo per l’informazione e la prevenzione favorendo il coinvolgimento delle amministrazioni locali, il funzionamento dei tavoli di confronto con le parti economiche e sociali già istituiti nonché la messa a disposizione di adeguate opere di prevenzione; la definizione di un disegno organizzativo di carattere generale (progetto provinciale per la prevenzione dei danni da lupo) ed il finanziamento di progetti ad hoc per la salvaguardia dei pascoli (progetti sperimentali come ad esempio quello della Magnifica Comunità di Fiemme e del Demanio forestale di Campo Brun); una collaborazione stretta con la Provincia di Bolzano sia sul piano politico che su quello tecnico; e infine a trasmettere alla commissione consiliare competente entro due mesi dall’approvazione di questa mozione, una relazione sulle iniziative adottate per attuare questi punti.

Dopo il parere positivo espresso dall’assessore Dallapiccola, dal momento che gli impegni richiesti alla Giunta sono gli stessi già in corso, Savoi (Lega) ha chiesto se ha ancora senso discutere di questa mozione e ne ha proposto il ritiro visto che domani si prevede una procedura d’urgenza per il ddl proposto dalla Giunta con gli stessi obiettivi. Il consigliere ha anche ricordato il fallimento del progetto Life Ursus e ora il provvedimento che sancisce un nuovo fallimento riguardante la gestione del lupo. Ora sembra infatti che la soluzione di tutti i problemi sia il ricorso all’abbattimento dei lupi. Borgonovo Re (Pd) ha ricordato che Trento il 19 e 20 marzo scorso aveva ospitato la conferenza internazionale sul progetto Life WolfAlps che coinvolge insieme alla nostra Provincia tutti i Paesi e le regioni dell’arco alpino interessati da più di 20 anni dai lupi. Questi enti si sono dotati di strumenti di tipo preventivo per favorire la convivenza tra i lupi e gli esseri umani. Il conflitto tra lupo e allevatori ha generato sempre tensioni molto alte, perché il lupo rimane un carnivoro opportunista (per Borgonovo Re “esattamente come l’uomo”). Il lupi possono predare il bestiame domestico e per creare condizioni tali da consentire la permanenza di pastori e greggi sugli alpeggi ma anche dei lupi nei territori di montagna, s’impone un approccio che minimizzi il conflitto anche con indennizzi adeguati a chi subisce danni causati dal predatore. La consigliera ha ricordato l’articolo pubblicato nel giugno scorso dalla rivista dei cacciatori trentini sul lupo nel territorio della provincia, in cui si legge che nel 2017 i danni liquidati a causa del lupo sono stati 47.000 euro su 53 predazioni. Si tratta di arricchire le nostre conoscenze e competenze rispetto al lupo, individuando ulteriori azioni a livello provinciale per evitare che gli allevatori, gli imprenditori turistici e i frequentatori del nostro territorio subiscano danni a causa della presenza del lupo. Come: secondo la consigliera vanno interpellati gli esperti del progetto Life WolfAlps per impostare un’azione capillare di prevenzione inserendo anche nel nostro territorio una serie di strumenti come reti di protezione, cani di guardiania. Borgonovo Re ha poi chiesto di poter votare il dispositivo della mozione per parti separate. E’ stato istituito un tavolo delle regioni alpine per la gestione del lupo al quale partecipano tutte le regioni interessate, la Provincia di Bolzano ma non quella di Trento. Borgonovo Re ha chiesto che vi partecipi anche la Provincia di Trento.

Kaswalder (Misto) ha detto di non condividere la posizione espressa da Borgonovo Re e ha chiesto se ai tavoli da lei citati partecipano anche rappresentanti del mondo agricolo. Questo perché in Trentino c’è grande preoccupazione tra gli agricoltori che lavorano anche come allevatori. Per Kaswalder fino ad oggi il problema è stato troppo sottovalutato dalla maggioranza che negli ultimi anni ha sempre bocciato tutte le mozioni presentate al riguardo soprattutto dalla Lega. Il problema lupo è solo all’inizio e secondo il consigliere ed è purtroppo destinato a peggiorare. “Non vorrei – ha concluso – che la presenza del lupo nelle nostre montagne, finanziata da grandi sponsor internazionali, miri in realtà, come sostiene un esperto, a spopolare questi territori perché altri si impossessino del nostro patrimonio idrico”.

Secondo Degasperi (5 stelle) questa mozione è un altro effetto del 4 marzo, perché posizioni come quelle contenute nel testo e sostenute dalle minoranze fino ad oggi sono sempre state respinte. Il consigliere considera “poco chiaro” il contenuto della mozione: “non si capiscono quali siano le ulteriori azioni da intraprendere. Questa è una mozione pericolosa perché non spiega in quali direzioni deve muoversi la Giunta”. Servirebbe per Degasperi più coraggio nell’indicare cosa fare e non solo limitarsi ad interpellare gli esperti di WolfAlps. “La maggioranza – ha proseguito – abbia il coraggio di dire che in Trentino si vuole sparare liberamente ai lupi, senza nascondersi dietro queste posizioni ipocrite”. “Come si può pensare – ha chiesto – che gli stessi che hanno creato il problema lupo – la Giunta di centrosinistra autonomista – siano ora anche quelli che lo risolvono? Se ora la maggioranza pensa di rincorrere le posizioni sostenute dalla Lega sbaglia, perché gli elettori sceglieranno l’originale e non la fotocopia”. E ha concluso: “in Trentino sul lupo chi ha gestito la questione è riuscito a trasformare un’opportunità in un problema”.


La discussione proseguirà domani alle 10.00.







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