Al sindacalista trentino il massimo riconoscimento della presidenza del Consiglio provinciale
L'Aquila di San Venceslao in onore di Giuseppe Mattei, una vita dedicata al mondo del lavoro
Foto allegate
Una
Sala Depero gremita di pubblico e autorità ha ospitato nel tardo
pomeriggio di oggi la cerimonia di consegna dell'Aquila di San
Venceslato – il più importante riconoscimento attribuito dalla
Presidenza del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento – ai
cinque figli del sindacalista trentino Giuseppe Mattei (1926-2002).
Il presidente dell'assemblea legislativa Dorigatti
ha voluto rendere omaggio a questa figura di grande spessore
morale e civile, consegnando l’aquila in bronzo di Othmar Winkler
simbolo dell'autonomia trentina nelle mani di Paola, Cristina,
Sandra, Andrea e
Stefano Mattei. Il
figlio Stefano ha
tenuto a dire che suo
padre non era certo un
"tipo da targhe" o premi di sorta, ma
che avrebbe apprezzato
un riconoscimento come questo per
ricordare le tante
lotte sindacali di cui fu protagonista e
di cui anche la sua famiglia
è
orgogliosa.
Bruno
Dorigatti ha
aperto la cerimonia,
punteggiata dalle canzoni e dai brani musicali tutti dedicati
al lavoro eseguiti dal
Trio Lescano, evidenziando il contributo
che Giuseppe
Mattei diede "alla
costruzione di una nuova coscienza democratica del Trentino".
Contributo che venne
dalla sua capacità di "mettere al
centro di ogni progetto di
sviluppo il tema del
lavoro, la sua difesa e la sua promozione".
L'attribuzione oggi
dell'Aquila a
Mattei non poteva che
coincidere, ha
proseguito Dorigatti, con
il 50° anniversario
delle lotte
operaie che furono il
preludio del
percorso di
trasformazione del
Trentino
progressivamente passato, in quegli anni, da
una condizione di
povertà, di marginalità e di arretratezza, "ad una crescita
nuova e dinamica di cui
ancor oggi godiamo i
frutti". Dorigatti ha ricordato
che Mattei seppe
formare le coscienze di
un’intera generazione alla
quale lo stesso presidente del Consiglio ha confessato
di appartenere. Una
generazione, ha detto,
che credeva
nella prevalenza dell’interesse generale su
quelli del singolo per
costruire una società
e un futuro più giusti.
Di Mattei Dorigatti ha poi
segnalato l'impegno per
la costruzione dell'unità sindacale,
eredità preziosa da
lui lasciata. Un’eredità,
ha osservato, utile
oggi anche alla
politica locale e
nazionale, ha
osservato, "per
non arenare la democrazia nel triste gioco dei personalismi".
Il presidente ha anche accennato alla recente conclusione dei lavori
della “Consulta per
il terzo Statuto di
autonomia”, per
indicare come la
tensione di
Mattei all'unità
sindacale e
più in generale la
coesione dei corpi
sociali intermedi, possano
rivelarsi mattoni
utili
all’edificazione di
una più moderna rappresentazione dell'autonomia
disegnata nella
proposta di Statuto.
Infine il tema cruciale
del lavoro. Lavoro – ha evidenziato Dorigatti – che oggi non
indica più occupazioni
stabili ma rapporti
brevi e un precariato che indebolisce la sfera dei diritti. "Un
modello pericoloso",
ha ammonito, che espone i lavoratori a gravi rischi. Per rispondere
occorre riaffermare non
solo i diritti e la dignità dei lavoratori, ma anche la centralità
dei temi della
disoccupazione
giovanile e della ricomposizione del mercato del lavoro, evitando
lo scontro tra addetti a settori diversi. Per Dorigatti, recepire
oggi la lezione di Mattei significa anche ripensare la questione
degli orari di lavoro
come già avviene nel
mondo tedesco di fronte alla progressiva
robotizzazione dei
processi produttivi. Giuseppe
Mattei, ha concluso il
presidente, fu "un
uomo di visione",
che seppe coniugare la dimensione locale dei problemi con una più
vasta lettura della realtà del lavoro, difendendo il principio di
partecipazione pubblica alla politiche industriali e tutelando
l’occupazione anche a costo di grandi sacrifici".
E'
stato poi Sandro
Schmid, già
parlamentare e
segretario generale
della Cgil trentina, a
ripercorrere con un accorato racconto la
vita, le lotte e
l'evoluzione dell'impegno sindacale dell'amico
e collega Beppino Mattei, dopo
aver ringraziato
Dorigatti e il Consiglio provinciale per
avergli assegnato l'Aquila di San Venceslao.
Un riconoscimento, ha
affermato, che rende finalmente giustizia al sindacalista trentino,
dal momento che l'impegno che il consiglio comunale di Trento assunse
di realizzare la proposta avanzata da Mattei di riservare nell'area
ex Michelin una struttura fisica che ricordasse lo stabilimento da
cui passarono tre generazioni di lavoratori, fu poi tradito. E dal
momento che venne successivamente stoppato anche il progetto di
intitolare a Giuseppe Mattei una via o una piazza nel nuovo quartiere
delle Albere. Nella sua carrellata di ricordi Schmid ha "fotografato"
il Mattei giovane cattolico antifascista, voce
fuori dal coro, il
Mattei ferito al volto
durante una
manifestazione alla
Michelin di Trento,
il combattivo
segretario della Cisl e
infine leader della
Flm, la Federazione dei lavoratori metalmeccanici. "È
da uomini e
sindacalisti come
Mattei – ha concluso l'ex
segretario della Cgil
– che viene quella lezione morale del lavoro, che ha lasciato il
segno nella storia del Trentino. Una lezione di cui ancora oggi
sentiamo il bisogno".
Il
terzo e ultimo intervento è stato del segretario generale aggiunto
della Cisl Luigi
Sbarra,
appositamente arrivato da Roma in rappresentanza del sindacato che fu
di Giuseppe Mattei. Sbarra ha sottolineato soprattutto la capacità
di Mattei di garantire l'identità e l'autonomia del sindacato da
tutti i tentativi di strumentalizzazione provenienti dai partiti e
dallo stesso movimento studentesco. Autonomia dalle spinte alla
frammentazione e dalle attrazioni estremistiche in una fase
burrascosa della storia del Paese come quella che esplose nel
Sessantotto. "Un'autonomia – ha spiegato – essenziale per
avere le mani sciolte nel confronto ad armi pari con la politica".
Fotoservizio
allegato di Romano Magrone