Approvata in aula anche la mozione per l'acquisto dei libri di testo nel triennio delle superiori
Approvato il bilancio di previsione del Consiglio. Sì alla proposta di voto sullo Yemen
Il presidente Dorigatti. Domani il voto sulla variazione di bilancio della Pat e sul Rolle
Continuano
i lavori del Consiglio provinciale cominciati questa mattina. Ecco i
punti affrontati nel pomeriggio. Si riprende domattina alle 10 con la
discussione sul secondo e ultimo ordine del giorno collegato alla
variazione del bilancio Pat 2017, che a sua volta attende di essere
votata dall’aula. Alle 9.45 si riunirà la Conferenza dei
capigruppo.
Approvato
il bilancio di previsione 2018-2020 del Consiglio:
l’auspicio
è che le sedi dei gruppi vengano acquistate.
Il
bilancio preventivo
2018 dell'ente
consiliare, già
approvato dall'Ufficio di Presidenza e dalla Conferenza dei
capigruppo, è
stato votato favorevolmente, con
il voto contrario di Claudio Cia e l’astensione dei consiglieri
Bezzi, Bottamedi e Fugatti.
Cia
ha posto
alcune questioni puntuali.
Riduzione dei costi di personale: derivano
dal fatto che un
dirigente –
ha spiegato il presidente Dorigatti
- è
andato in pensione. Buoni pasto non riconosciuti il venerdì ai
dipendenti, eccezion fatta per i dirigenti: ci siamo solo
allineati
alla Provincia –
questa la risposta –
e
il
trattamento dei dirigenti deriva
non da scelte dell’ente, bensì dal contratto di lavoro dell’intero
comparto.
A
monte c’è peraltro una rimodulazione della pausa di mezzogiorno,
introdotta per scelta stessa
del
personale consiliare, adottata dentro il piano delle misure di Family
Audit. Sul
punto Cia s’è
detto
non
soddisfatto,
perché il Consiglio avrebbe dovuto tenere fermo un principio di
uguaglianza, a prescindere dalle scelte della P.a.t.. Riduzione
del budget per il Corecom: deriva in realtà dalla
dinamica
dei trasferimenti da Agcom nazionale,
per
le funzioni delegate da
Roma ai
comitati periferici.
Walter
Kaswalder ha proposto di attivarsi per l’acquisto – dopo palazzo
Nicolodi – anche degli spazi affittati per i gruppi consiliari,
sempre
nell’ottica di tagliare i costi passivi per locazioni.
Dorigatti
ha condiviso questo intento, ricordando
che già sono stati vanamente esperiti alcuni tentativi di trovare
una soluzione immobiliare in altra parte della città.
Claudio
Civettini, segretario questore del Consiglio, ha difeso la serietà
del lavoro svolto con
il bilancio dall’Ufficio
di Presidenza, ha
condiviso l’opzione di acquistare le sedi consiliari, e ha riferito
di
un controllo personalmente
chiesto
per sapere quanti buoni pasto dei
dipendenti consiliari vengono
fruiti per il pranzo e quanti spesi invece al supermercato.
L'appello
a Governo e Parlamento: stop
all’esportazione di armi
e
sostegno alla
risoluzione nonviolenta dei conflitti.
Il
Consiglio provinciale ha
adottato per la seconda volta in questa legislatura un voto rivolto a
Governo e Parlamento, approvato
con 3 astensioni e il no di Claudio Cia.
Nel
gennaio 2015
ci
si espresse sul Trattato commerciale con gli Stati Uniti noto come
Ttip, mentre in questa occasione il tema – sollevato da 14
consiglieri di
diverse forze politiche,
primo firmatario Mattia Civico del Pd - è stato quello dello Yemen,
lo Stato mediorientale in guerra civile dal 2011. Il
quadro è drammatico: 6 mila morti, 2,4 milioni di sfollati, 170 mila
yemeniti fuggiti dal Paese e altri 167 mila previsti entro l'anno.
Unicef,
Oms e World Food Program hanno lanciato l'allarme per la peggiore
epidemia di colera del pianeta.
Mattia
Civico – illustrando il testo e
l’argomento, già affrontati anche in Consiglio regionale
- ha sottolineato che l’Italia esporta armi in 82 Paesi del mondo e
per miliardi di euro, con
un trend in continua crescita. Ne
fornisce in particolare all’Arabia Saudita, a sua volta impegnata
in azioni di guerra in territorio yemenita. L'invito
dell'assemblea legislativa trentina –
nella direzione di proporre un’altra concezione di sviluppo
economico - è
allora
questo:
1.
fermare i rapporti commerciali e l’export di armamenti con i Paesi
coinvolti in conflitti, come nel caso specifico dell’Arabia
Saudita; 2. avviare con urgenza un processo di riconversione
dell’industria bellica in senso civile; 3. sviluppare ogni
iniziativa di cooperazione allo sviluppo; 4. diffondere le esperienze
di diplomazia popolare nonviolenta, di risoluzione nonviolenta dei
conflitti, di presenza civile nonviolenta in contesti di conflitto,
anche mediante la redazione di un report annuale.
Claudio
Cia ha lamentato che il Parlamento sul tema si è già espresso e
mentre il Pd trentino propone questi lodevoli intenti, alla Camera ha
respinto mozioni di identico tenore, con 192 no, tra cui quello
dell’onorevole Michele
Nicoletti.
Per
quanto accaduto in Parlamento e la poca chiarezza che ne deriva,
Giacomo Bezzi ha deciso di ritirare la propria firma in calce alla
proposta di voto. Al contrario Filippo Degasperi, che non l’ha
sottoscritta,
ha dichiarato di votarla
ora
con favore, pur condividendo con Cia l’analisi sull’atteggiamento
incoerente del Pd e sulle posizioni espresse dal deputato Michele
Nicoletti (cui Degasperi ha accostato la ministra Pinotti e il
parlamentare Cirielli, apparentemente
poco propensi a battersi contro l’esportazione
di armi).
Rodolfo Borga ha dichiarato l’astensione e ha comunque elogiato
Civico per l’iniziativa su questo tema di carattere internazionale.
Il
consigliere ha ampiamente argomentato come sia doveroso opporsi alle
forme di sostegno da parte italiana per uno Stato come l’Arabia
Saudita, che esercita un ruolo torbido nello scacchiere mediorientale
e in Siria, finanziando “bande di tagliagole” e soffiando
sul fuoco del terrorismo waabita.
Nerio
Giovanazzi, altro firmatario della proposta, l’ha elogiata in aula,
pur dubitando che a Roma possa trovare ascolto. Civico è poi
intervenuto commentando che per lui non è stata una bella giornata
quando (18 settembre 2017) la Camera ha respinto le mozioni sullo
Yemen, ma sul tema il consigliere ha
detto di dare
precedenza alle proprie intime
convinzioni,
sperando in ripensamenti a livello governativo.
In
vista un sostegno alle famiglie per l'acquisto dei libri di testo
per
tutte le scuole superiori.
Il
Consiglio ha approvato all’unanimità una mozione – proposta da
13 consiglieri, prima firmataria Lucia Maestri del Pd - "per
verificare la possibilità di accogliere l'istanza presentata dalla
Consulta provinciale degli studenti ed individuare la modalità più
appropriata per intervenire a favore delle famiglie degli studenti
del triennio delle scuole secondarie superiori per l'acquisto dei
libri di testo, prendendo in considerazione sia la previsione di un
aiuto economico a favore delle famiglie meno abbienti sia
l'estensione del comodato d'uso dei libri scolastici all'ultimo
triennio delle scuole secondarie superiori". Si tratterebbe
insomma – ha spiegato Maestri - di andare oltre l’attuale
copertura delle spese per i libri, che ad oggi riguarda solo il primo
biennio delle scuole superiori.
Favorevole
Filippo Degasperi, che ha chiesto alla Giunta di prendere sul serio
questa indicazione e di portarsi così all’avanguardia in Italia.
No invece all’utilizzo del parametro Icef per selezionare i
beneficiari del sostegno, sì piuttosto a un parametro che valorizzi
il merito dei ragazzi. Ampia disponibilità è stata poi espressa dal
presidente Ugo Rossi: l’idea sarebbe già quella di utilizzare –
invece della leva del diritto allo studio – l’istituto invece
dell’assegno unico per le famiglie, includendo in esso anche una
provvidenza mirata alla copertura delle spese per libri scolastici.
Via
alla variazione del bilancio Pat 2017:
130
milioni di euro tra risparmi e maggiori entrate.
L'aula
ha esaminato una
variazione da 130,8 milioni
di euro al bilancio
preventivo 2017 della
P.a.t.. Il testo è stato
presentato dal presidente
Ugo Rossi. Nelle disponibilità per l'anno in corso entrano
circa 70
milioni di euro derivanti da
maggiori entrate tributarie
e circa
56 milioni frutto
di economie nelle
spese. Gli introiti
superiori alle previsioni derivano per 20 milioni dall'Ires, per 16
milioni dalle accise sui prodotti energetici,
per 13 milioni da gettiti arretrati, per 6 milioni dalla tassa
automobilistica, per 5 milioni dall'Iva all'importazione, per 2
milioni dall'imposta di trascrizione. Le disponibilità maturate
verranno subito impiegate
(ma si tratta solo di somme anticipate
al 2017 rispetto
al 2018, senza concreti aumenti di budget
per i destinatari): 12
milioni a Informatica Trentina, 23 ai Comuni, 18 a Trentino
Marketing, 20 a Trentino Sviluppo, 8 alle Fondazioni Mach e Kessler,
5 all'Università. Un
emendamento al disegno di legge iniziale ha introdotto anche uno
stanziamento per polizze assicurative a favore dell’agricoltura
colpita dal maltempo.
Rodolfo
Borga ha annunciato l’astensione, perché il passaggio è di fatto
tecnico più che politico. Marino Simoni ha riconosciuto a sua volta
che si tratta solo di non creare avanzi di bilancio a fine anno, non
più consentiti dalla normativa sulla contabilità pubblica. Ha
aggiunto però un’osservazione a proposito di accise sul
carburante: il prezzo di benzina e gasolio nelle stazioni di servizio
è molto penalizzante nelle valli più periferiche. Il suggerimento
alla Giunta è di tentare una trattativa con le compagnie, per far
passare una tariffazione più equa e rispettosa dei territori.
Nerio
Giovanazzi ha osservato che 56 milioni di euro non spesi possono
essere il segnale di una non buona programmazione ed efficacia
amministrativa.
Walter
Kaswalder ha rivolto una domanda secca a Rossi: 1 milione e mezzo di
euro per ripristinare le guardie mediche non si poteva trovarlo? Il
presidente ha risposto di voler dare servizi ai cittadini, non
parvenza di servizi, nel senso che le guardie mediche soppresse non
erano in realtà funzionali e ottimali.
Claudio
Cia ha lamentato che con questo passaggio tecnico, ci sono però
diversi settori molto delicati in cui di fatto la Provincia spende
meno di quanto promesso, vedi la scuola d’infanzia, il trasporto
pubblico, gli interventi per la disabilità ed altri. Gli ha risposto
il presidente Rossi, spiegando che le minori spese non sono affatto
risorse sottratte a un settore, ma stanziamenti che non è stato
tecnicamente possibile impiegare nell’anno in corso.
Massimo
Fasanelli ha osservato che le maggiori risorse si dovevano
indirizzare con priorità ai Comuni, per avviare opere pubbliche e
dare lavoro alle imprese.
Ordine
del giorno sullo sviluppo di passo Rolle:
respinto
il testo di Fugatti
La
variazione di bilancio è accompagnata da due proposte di ordini del
giorno. Il primo testo di Maurizio Fugatti ha rilanciato il tema
dello sviluppo economico e turistico di passo Rolle, ma è stato
respinto (9 sì, 16 no, 4 astenuti). Proponeva al governo provinciale
di individuare al passo un’area da dedicare agli sport outdoor in
zona diversa da quella degli impianti di sci, che a quanto pare non
s’intende smantellare.
Il
presidente Rossi ha detto subito un no secco, perché non è questo
il modo per maturare la scelta strategica rispetto al dibattuto
sviluppo del Rolle. Sì invece a interventi di Trentino Sviluppo che
incentivino in zone adatte del Trentino (e Rossi ha citato a titolo
esemplificativo il Baldo) scelte e progetti di sviluppo più
compatibili con l’ambiente.
Claudio
Civettini ha definito non corretto il modo in cui il governo
provinciale ha stoppato il noto progetto dell’imprenditore Delladio
per l’area del Rolle. Ha poi criticato il modo in cui
interessamenti di zone come Vallarsa, Tremalzo e Cei proprio a piani
di sviluppo ecocompatibili, vengono bellamente ignorati.
Marino
Simoni ha espresso rammarico perché l’imprenditore privato
interessato a investire al Rolle non si è messo al tavolo per
confrontarsi con il soggetto impegnato nel turismo invernale e
impiantistico in Primiero e che dà lavoro a tante famiglie,
rappresentando l’ineludibile peno dell’economia locale.
Donata
Borgonovo Re ha riconosciuto al progetto di Delladio il pregio di
aprire dal basso il dibattito su un modello diverso di sviluppo
turistico della montagna trentina. Ha invece giudicato negativamente
il testo di Fugatti, che vorrebbe far calare dall’alto e a freddo
una soluzione che deve invece maturare in modo diverso.
Giacomo
Bezzi ha “quotato” a favore del testo Fugatti, perché si deve
evitare di mettere fuori gioco a priori la soluzione proposta
dall’imprenditore Delladio.
No
invece di Filippo Degasperi al testo Fugatti, perché propone di
mescolare l’idea di Delladio con l’impiantistica esistente, un
compromesso che non è coerente con l’intenzione dell’imprenditore
privato. Il consigliere ha citato poi il Bondone come area che ha
necessità assoluta di ripensare il proprio futuro affrancandosi
dalla monocoltura dello sci da discesa.
Pietro
De Godenz infine: l’impianto funiviario San Martino-passo Rolle va
fatt e gli impianti di risalita sono ancora il vero motore
dell’industria turistica invernale. Ciò non toglie che a passo
Rolle si poteva affiancare un progetto diverso e complementare.
Ordine
del gjorno per ripristinare le guardie mediche:
no
dell’assessore Zeni a Fugatti.
Il
secondo testo di Maurizio Fugatti (e altri) propone di ripristinare
le guardie mediche soppresse in valle di Cembra, Tesino, Bassa
Valsugana e valli di Fiemme e Fassa. L’assessore alla salute Luca
Zeni ha respinto la proposta, ribadendo come in altre occasioni che
il riordino delle guardie mediche è stato disposto a ragion veduta,
a partire dai numeri degli accessi ai servizi. C’è stata una
razionalizzazione di questi servizi di continuità assistenziale,
senza ovviamente nulla togliere al servizio di pronto soccorso ed
emergenza. E senza togliere a nessun cittadino il diritto di essere
raggiunto a domicilio dalla guardia medica, quando impossibilitato a
muoversi.