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29/11/2017 - In aula o in commissione

Approvato il bilancio di previsione del Consiglio. Sì alla proposta di voto sullo Yemen

Approvata in aula anche la mozione per l'acquisto dei libri di testo nel triennio delle superiori

Approvato il bilancio di previsione del Consiglio. Sì alla proposta di voto sullo Yemen

Il presidente Dorigatti. Domani il voto sulla variazione di bilancio della Pat e sul Rolle

Approvato il bilancio di previsione del Consiglio. Sì alla proposta di voto sullo Yemen

Continuano i lavori del Consiglio provinciale cominciati questa mattina. Ecco i punti affrontati nel pomeriggio. Si riprende domattina alle 10 con la discussione sul secondo e ultimo ordine del giorno collegato alla variazione del bilancio Pat 2017, che a sua volta attende di essere votata dall’aula. Alle 9.45 si riunirà la Conferenza dei capigruppo.



Approvato il bilancio di previsione 2018-2020 del Consiglio:

l’auspicio è che le sedi dei gruppi vengano acquistate.

Il bilancio preventivo 2018 dell'ente consiliare, già approvato dall'Ufficio di Presidenza e dalla Conferenza dei capigruppo, è stato votato favorevolmente, con il voto contrario di Claudio Cia e l’astensione dei consiglieri Bezzi, Bottamedi e Fugatti.

Cia ha posto alcune questioni puntuali. Riduzione dei costi di personale: derivano dal fatto che un dirigente – ha spiegato il presidente Dorigatti - è andato in pensione. Buoni pasto non riconosciuti il venerdì ai dipendenti, eccezion fatta per i dirigenti: ci siamo solo allineati alla Provincia – questa la risposta – e il trattamento dei dirigenti deriva non da scelte dell’ente, bensì dal contratto di lavoro dell’intero comparto. A monte c’è peraltro una rimodulazione della pausa di mezzogiorno, introdotta per scelta stessa del personale consiliare, adottata dentro il piano delle misure di Family Audit. Sul punto Cia s’è detto non soddisfatto, perché il Consiglio avrebbe dovuto tenere fermo un principio di uguaglianza, a prescindere dalle scelte della P.a.t.. Riduzione del budget per il Corecom: deriva in realtà dalla dinamica dei trasferimenti da Agcom nazionale, per le funzioni delegate da Roma ai comitati periferici.

Walter Kaswalder ha proposto di attivarsi per l’acquisto – dopo palazzo Nicolodi – anche degli spazi affittati per i gruppi consiliari, sempre nell’ottica di tagliare i costi passivi per locazioni. Dorigatti ha condiviso questo intento, ricordando che già sono stati vanamente esperiti alcuni tentativi di trovare una soluzione immobiliare in altra parte della città.

Claudio Civettini, segretario questore del Consiglio, ha difeso la serietà del lavoro svolto con il bilancio dall’Ufficio di Presidenza, ha condiviso l’opzione di acquistare le sedi consiliari, e ha riferito di un controllo personalmente chiesto per sapere quanti buoni pasto dei dipendenti consiliari vengono fruiti per il pranzo e quanti spesi invece al supermercato.



L'appello a Governo e Parlamento: stop all’esportazione di armi

e sostegno alla risoluzione nonviolenta dei conflitti.

Il Consiglio provinciale ha adottato per la seconda volta in questa legislatura un voto rivolto a Governo e Parlamento, approvato con 3 astensioni e il no di Claudio Cia. Nel gennaio 2015 ci si espresse sul Trattato commerciale con gli Stati Uniti noto come Ttip, mentre in questa occasione il tema – sollevato da 14 consiglieri di diverse forze politiche, primo firmatario Mattia Civico del Pd - è stato quello dello Yemen, lo Stato mediorientale in guerra civile dal 2011. Il quadro è drammatico: 6 mila morti, 2,4 milioni di sfollati, 170 mila yemeniti fuggiti dal Paese e altri 167 mila previsti entro l'anno. Unicef, Oms e World Food Program hanno lanciato l'allarme per la peggiore epidemia di colera del pianeta.

Mattia Civico – illustrando il testo e l’argomento, già affrontati anche in Consiglio regionale - ha sottolineato che l’Italia esporta armi in 82 Paesi del mondo e per miliardi di euro, con un trend in continua crescita. Ne fornisce in particolare all’Arabia Saudita, a sua volta impegnata in azioni di guerra in territorio yemenita. L'invito dell'assemblea legislativa trentina – nella direzione di proporre un’altra concezione di sviluppo economico - è allora questo: 1. fermare i rapporti commerciali e l’export di armamenti con i Paesi coinvolti in conflitti, come nel caso specifico dell’Arabia Saudita; 2. avviare con urgenza un processo di riconversione dell’industria bellica in senso civile; 3. sviluppare ogni iniziativa di cooperazione allo sviluppo; 4. diffondere le esperienze di diplomazia popolare nonviolenta, di risoluzione nonviolenta dei conflitti, di presenza civile nonviolenta in contesti di conflitto, anche mediante la redazione di un report annuale.

Claudio Cia ha lamentato che il Parlamento sul tema si è già espresso e mentre il Pd trentino propone questi lodevoli intenti, alla Camera ha respinto mozioni di identico tenore, con 192 no, tra cui quello dell’onorevole Michele Nicoletti.

Per quanto accaduto in Parlamento e la poca chiarezza che ne deriva, Giacomo Bezzi ha deciso di ritirare la propria firma in calce alla proposta di voto. Al contrario Filippo Degasperi, che non l’ha sottoscritta, ha dichiarato di votarla ora con favore, pur condividendo con Cia l’analisi sull’atteggiamento incoerente del Pd e sulle posizioni espresse dal deputato Michele Nicoletti (cui Degasperi ha accostato la ministra Pinotti e il parlamentare Cirielli, apparentemente poco propensi a battersi contro l’esportazione di armi). Rodolfo Borga ha dichiarato l’astensione e ha comunque elogiato Civico per l’iniziativa su questo tema di carattere internazionale. Il consigliere ha ampiamente argomentato come sia doveroso opporsi alle forme di sostegno da parte italiana per uno Stato come l’Arabia Saudita, che esercita un ruolo torbido nello scacchiere mediorientale e in Siria, finanziando “bande di tagliagole” e soffiando sul fuoco del terrorismo waabita.

Nerio Giovanazzi, altro firmatario della proposta, l’ha elogiata in aula, pur dubitando che a Roma possa trovare ascolto. Civico è poi intervenuto commentando che per lui non è stata una bella giornata quando (18 settembre 2017) la Camera ha respinto le mozioni sullo Yemen, ma sul tema il consigliere ha detto di dare precedenza alle proprie intime convinzioni, sperando in ripensamenti a livello governativo.


In vista un sostegno alle famiglie per l'acquisto dei libri di testo

per tutte le scuole superiori.

Il Consiglio ha approvato all’unanimità una mozione – proposta da 13 consiglieri, prima firmataria Lucia Maestri del Pd - "per verificare la possibilità di accogliere l'istanza presentata dalla Consulta provinciale degli studenti ed individuare la modalità più appropriata per intervenire a favore delle famiglie degli studenti del triennio delle scuole secondarie superiori per l'acquisto dei libri di testo, prendendo in considerazione sia la previsione di un aiuto economico a favore delle famiglie meno abbienti sia l'estensione del comodato d'uso dei libri scolastici all'ultimo triennio delle scuole secondarie superiori". Si tratterebbe insomma – ha spiegato Maestri - di andare oltre l’attuale copertura delle spese per i libri, che ad oggi riguarda solo il primo biennio delle scuole superiori.


Favorevole Filippo Degasperi, che ha chiesto alla Giunta di prendere sul serio questa indicazione e di portarsi così all’avanguardia in Italia. No invece all’utilizzo del parametro Icef per selezionare i beneficiari del sostegno, sì piuttosto a un parametro che valorizzi il merito dei ragazzi. Ampia disponibilità è stata poi espressa dal presidente Ugo Rossi: l’idea sarebbe già quella di utilizzare – invece della leva del diritto allo studio – l’istituto invece dell’assegno unico per le famiglie, includendo in esso anche una provvidenza mirata alla copertura delle spese per libri scolastici.


Via alla variazione del bilancio Pat 2017:

130 milioni di euro tra risparmi e maggiori entrate.

L'aula ha esaminato una variazione da 130,8 milioni di euro al bilancio preventivo 2017 della P.a.t.. Il testo è stato presentato dal presidente Ugo Rossi. Nelle disponibilità per l'anno in corso entrano circa 70 milioni di euro derivanti da maggiori entrate tributarie e circa 56 milioni frutto di economie nelle spese. Gli introiti superiori alle previsioni derivano per 20 milioni dall'Ires, per 16 milioni dalle accise sui prodotti energetici, per 13 milioni da gettiti arretrati, per 6 milioni dalla tassa automobilistica, per 5 milioni dall'Iva all'importazione, per 2 milioni dall'imposta di trascrizione. Le disponibilità maturate verranno subito impiegate (ma si tratta solo di somme anticipate al 2017 rispetto al 2018, senza concreti aumenti di budget per i destinatari): 12 milioni a Informatica Trentina, 23 ai Comuni, 18 a Trentino Marketing, 20 a Trentino Sviluppo, 8 alle Fondazioni Mach e Kessler, 5 all'Università. Un emendamento al disegno di legge iniziale ha introdotto anche uno stanziamento per polizze assicurative a favore dell’agricoltura colpita dal maltempo.

Rodolfo Borga ha annunciato l’astensione, perché il passaggio è di fatto tecnico più che politico. Marino Simoni ha riconosciuto a sua volta che si tratta solo di non creare avanzi di bilancio a fine anno, non più consentiti dalla normativa sulla contabilità pubblica. Ha aggiunto però un’osservazione a proposito di accise sul carburante: il prezzo di benzina e gasolio nelle stazioni di servizio è molto penalizzante nelle valli più periferiche. Il suggerimento alla Giunta è di tentare una trattativa con le compagnie, per far passare una tariffazione più equa e rispettosa dei territori.

Nerio Giovanazzi ha osservato che 56 milioni di euro non spesi possono essere il segnale di una non buona programmazione ed efficacia amministrativa.

Walter Kaswalder ha rivolto una domanda secca a Rossi: 1 milione e mezzo di euro per ripristinare le guardie mediche non si poteva trovarlo? Il presidente ha risposto di voler dare servizi ai cittadini, non parvenza di servizi, nel senso che le guardie mediche soppresse non erano in realtà funzionali e ottimali.

Claudio Cia ha lamentato che con questo passaggio tecnico, ci sono però diversi settori molto delicati in cui di fatto la Provincia spende meno di quanto promesso, vedi la scuola d’infanzia, il trasporto pubblico, gli interventi per la disabilità ed altri. Gli ha risposto il presidente Rossi, spiegando che le minori spese non sono affatto risorse sottratte a un settore, ma stanziamenti che non è stato tecnicamente possibile impiegare nell’anno in corso.

Massimo Fasanelli ha osservato che le maggiori risorse si dovevano indirizzare con priorità ai Comuni, per avviare opere pubbliche e dare lavoro alle imprese.



Ordine del giorno sullo sviluppo di passo Rolle:

respinto il testo di Fugatti



La variazione di bilancio è accompagnata da due proposte di ordini del giorno. Il primo testo di Maurizio Fugatti ha rilanciato il tema dello sviluppo economico e turistico di passo Rolle, ma è stato respinto (9 sì, 16 no, 4 astenuti). Proponeva al governo provinciale di individuare al passo un’area da dedicare agli sport outdoor in zona diversa da quella degli impianti di sci, che a quanto pare non s’intende smantellare.

Il presidente Rossi ha detto subito un no secco, perché non è questo il modo per maturare la scelta strategica rispetto al dibattuto sviluppo del Rolle. Sì invece a interventi di Trentino Sviluppo che incentivino in zone adatte del Trentino (e Rossi ha citato a titolo esemplificativo il Baldo) scelte e progetti di sviluppo più compatibili con l’ambiente.

Claudio Civettini ha definito non corretto il modo in cui il governo provinciale ha stoppato il noto progetto dell’imprenditore Delladio per l’area del Rolle. Ha poi criticato il modo in cui interessamenti di zone come Vallarsa, Tremalzo e Cei proprio a piani di sviluppo ecocompatibili, vengono bellamente ignorati.

Marino Simoni ha espresso rammarico perché l’imprenditore privato interessato a investire al Rolle non si è messo al tavolo per confrontarsi con il soggetto impegnato nel turismo invernale e impiantistico in Primiero e che dà lavoro a tante famiglie, rappresentando l’ineludibile peno dell’economia locale.

Donata Borgonovo Re ha riconosciuto al progetto di Delladio il pregio di aprire dal basso il dibattito su un modello diverso di sviluppo turistico della montagna trentina. Ha invece giudicato negativamente il testo di Fugatti, che vorrebbe far calare dall’alto e a freddo una soluzione che deve invece maturare in modo diverso.

Giacomo Bezzi ha “quotato” a favore del testo Fugatti, perché si deve evitare di mettere fuori gioco a priori la soluzione proposta dall’imprenditore Delladio.

No invece di Filippo Degasperi al testo Fugatti, perché propone di mescolare l’idea di Delladio con l’impiantistica esistente, un compromesso che non è coerente con l’intenzione dell’imprenditore privato. Il consigliere ha citato poi il Bondone come area che ha necessità assoluta di ripensare il proprio futuro affrancandosi dalla monocoltura dello sci da discesa.

Pietro De Godenz infine: l’impianto funiviario San Martino-passo Rolle va fatt e gli impianti di risalita sono ancora il vero motore dell’industria turistica invernale. Ciò non toglie che a passo Rolle si poteva affiancare un progetto diverso e complementare.



Ordine del gjorno per ripristinare le guardie mediche:

no dell’assessore Zeni a Fugatti.

Il secondo testo di Maurizio Fugatti (e altri) propone di ripristinare le guardie mediche soppresse in valle di Cembra, Tesino, Bassa Valsugana e valli di Fiemme e Fassa. L’assessore alla salute Luca Zeni ha respinto la proposta, ribadendo come in altre occasioni che il riordino delle guardie mediche è stato disposto a ragion veduta, a partire dai numeri degli accessi ai servizi. C’è stata una razionalizzazione di questi servizi di continuità assistenziale, senza ovviamente nulla togliere al servizio di pronto soccorso ed emergenza. E senza togliere a nessun cittadino il diritto di essere raggiunto a domicilio dalla guardia medica, quando impossibilitato a muoversi. ​