Nell'aula dell'assemblea legislativa
Il question time che ha aperto i lavori del Consiglio
In allegato, l'ordine del giorno
La
sessione in aula del Consiglio provinciale si è aperta stamane con
la discussione del question
time. Eccone una sintesi.
Non
ammessa l’interrogazione a risposta immediata di Cia. E Fasanelli
chiede di affrontare la questione della consegna della posta a
singhiozzo.
In
apertura il presidente Dorigatti ha dichiarato non ammessa la prima
interrogazione a risposta immediata presentata da Claudio Cia (Gruppo
misto), giudicata priva delle caratteristiche proprie del question
time (indeterminatezza dei contenuti) e avrà quindi risposta
scritta. Cia voleva sapere per quale motivo ad oggi non risultano
disponibili le tabelle per il calcolo dell'assegno unico per
soddisfare le 20.000 domande presentate (ma potrebbero diventare a
breve 40.000), in che tempi saranno fornite dai patronati, quante
sono le domande pervenute ad oggi e, tra queste, il numero di quelle
riconducibili a famiglie italiane e a famiglie di altri paesi. Il
consigliere ha preso atto della decisione ma ha ricordato di aver
presentato in passato una question time molto più complesso di
questa, che ha tra l’altro contenuti molto “determinati”. E ha
notato che le interrogazioni scritte hanno tempi biblici di risposta,
di averne presentate 21, una delle quali risale al febbraio scorso.
Dorigatti ha precisato che Cia avrebbe potuto riformulare le domande
posto ma ha scelto di non farlo. Sul tema Giacomo Bezzi (Forza
Italia) ha lamentato la mancata risposta scritta a una sua question
time sul Mediocredito, nonostante le sollecitazioni da lui rivolte al
presidente Dorigatti.
Massimo
Fasanelli (Gruppo misto) ha criticato invece la consegna “a
singhiozzo” della posta che mette in discussione la capacità
dell’autonomia della Provincia di garantire questo servizio. E ha
chiesto quindi che il Consiglio si occupi del problema. Dorigatti ha
risposto segnalando di essersi reso disponibile ad incontrare oggi
alle 13.00 l’organizzazione dei lavoratori di Poste Italiane, come
richiesto dal loro sindacato, ma di non aver ottenuto risposta. Per
questo oggi non sarà più possibile svolgere il confronto (alle
13.00 è infatti convocata la Seconda Commissione).
Donata
Borgonovo Re (Pd)
Perchè
la Pat non partecipa
ad
AlpGIP insieme a Bolzano
e
ad altre regioni alpine?
La
consigliera chiedeva perché la Provincia non partecipi alla
piattaforma AlpGIP (Alpine Growth Investment Platform), fondo di
investimento dedicato alle piccole e medie imprese dell'arco alpino
cofinanziato dal Fei (Fondo europeo per gli investimenti) come le
regioni Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia e della Provincia di
Bolzano, frutto di un'alleanza multiregionale per promuovere
strategie trasversali tra le regioni alpine.
La
risposta. L’assessore
Olivi ha spiegato che la Giunta ha scelto di attendere sulla
partecipazione a questa piattaforma, ritenendo che “per il momento
non è utile o non necessario aderire a questo fondo che raccoglie
capitali dalle regioni e dalle province, ma che implica anche
capitali privati da affidare ad un soggetto gestore che decide poi
quali siano le iniziative meritevoli da finanziare”. Il fondo
allontana quindi molto le “centrali decisionali” dai territori.
“Si è scelto quindi di attendere delle verifiche, perché la
stessa cifra che avremmo potuto impegnare in questa piattaforma è
stata messa a disposizione di Trentino Sviluppo per partecipare ad
altre iniziative di equity. Comunque – ha concluso - c’è ancora
un anno di tempo per aderire al fondo”.
La
replica. Borgonovo Re ha
espresso soddisfazione per la risposta, segnalando però il rischio
che il Trentino nonostante le dichiarazione di potenziare la
partecipazione alle reti internazionali dell’economia, si chiuda ai
circuiti economici internazionali. Inoltre forse, ha concluso, “i
centri decisionali lontani dai territori garantiscono la giusta
distanza per costruire come le altre regioni reti più estese tra
aree accomunate da esigenze e intenzioni”. Anche la nostra
Provincia deve iniziare a valutare come positiva e non come negativa
questa opportunità di allargare gli orizzonti, evitando troppe
“attese” in questa direzione.
Filippo
Degasperi (5 stelle)
Il
Tavolo bilaterale Pat- Poste
italiane
ha valutato il taglio
del
servizio di consegna?
Degasperi
voleva sapere se il "Tavolo di confronto bilaterale"
attivato tra la Provincia e Poste Italiane, abbia valutato l’aumento
dei costi e dei tempi di consegna della poste (dal 4 dicembre in
alcune zone a giorni alterni, ma di fatto 5 giorni lavorativi su 14)
e che iniziative si vogliono adottare la Giunta per evitare che i
territori del Trentino subiscano un ulteriore impoverimento di questo
servizio un tempo considerato “universale”. Forse la richiesta di
un piano di riorganizzazione avanzata ieri dalla Giunta è un po’
tardiva rispetto all’entrata in vigore del nuovo sistema.
La
risposta. Il
presidente Rossi ha condiviso la preoccupazione di
Degapseri, ricordando che
la Giunta ha iniziato due anni fa a confrontarsi con
Poste Italiane per cercare di capire il nuovo modello organizzativo.
“Recentemente c’è stato un cambio ai vertici della società e
abbiamo avuto un incontro qualche settimana fa in cui ci sono state
illustrate alcune linee di riorganizzazione, correttamente rese note
in questi giorni dalla stampa. La Giunta ha evidenziato a Poste
Italiane il disaccordo con la riduzione prospettata del servizio. Per
questo la società ha
rivisto in parte il proprio
piano in
merito agli uffici postali,
mentre sulla consegna c’è l’intenzione di adottare modalità di
consegna in alcune zone a giorni alterni. Abbiamo chiesto a Poste
Italiane di consegnarci il
piano, anticipando la nostra
contrarietà. Avanzeremo anche qualche ipotesi legata all’eventuale
opportunità di utilizzare in qualche modo il nuovo centro di
smistamento istituito dalla Provincia di Bolzano, che a
suo tempo si è assunta una
quota rilevante del servizio a titolo di risanamento del debito
pubblico statale. In tal modo potremo
contribuire a ridurre alcuni
costi fissi, mettendo le
risorse a disposizione del
mantenimento della consegna secondo i canoni tradizionali. Per questo
però la
Pat chiederà
di aprire una trattativa ufficiale dove
formulare al
riguardo proposte precise.
“Diversamente – ha
concluso Rossi – ribadiremo la
nostra contrarietà in tutte le sedi. L’idea è anche di utilizzare
per questo servizio risorse
dei progetti “socialmente
utili”.
La
replica. Degasperi,
pur d’accordo con le intenzioni di Rossi, ha ribadito che il
problema è stato sottovalutato, come emerge dalla risposta data
dalla Giunta il 9 novembre scorso ad una sua interrogazione, che
confermava la scelta di Poste Italiane di avviare il recapito a
giorni alterni. “Oggi, alla vigilia dell’attivazione della nuova
organizzazione, il tavolo di confronto tra la Provincia e Poste
Italiane non ha evidentemente fatto nulla per evitare questa
soluzione. Se ne deduce che ha lavorato molto poco. Inoltre gli
uffici postali che dovevano chiudere sono già stati chiusi, come nel
caso dell’ufficio postale di Bolognano, del cui sindaco, che aveva
preannunciato di volersi incatenare per protestare contro questa
decisione, si sono perse le tracce”.
Gianfranco
Zanon (PT)
Come
è rientrata Trentino Network
dai
maggiori costi dovuti agli aumenti
illegittimi
erogati ai dipendenti?
Il
consigliere voleva sapere come è stato applicato il piano di rientro
dagli aumenti eccessivi e giudicati dalla Pat illegittimi, erogati da
Trentino Network nel 2015 e 2016 ai dipendenti con il ruolo di
"quadri", e in che data, nel 2017 sono stati definiti gli
obiettivi per il raggiungimento dell'Mbo (Management
by obiectives, indicatore del raggiungimento degli obiettivi) .
La
risposta. Il presidente Rossi
ha confermato la scelta di rientro attraverso un accordo sindacale di
secondo livello abbassando i superminimi o anche interventi forzati
sulla retribuzione variabili. Sono stati poi trovati accordi sulla
riduzione del Premio di
risultato (Pdr). L’assemblea
del lavoratori non ha però approvato questa scelta. In agosto il cda
per completare il piano di recupero del monte spesa ha ridotto il
compenso del presidente, la riduzione dell’Mbo dei dirigenti e
della retribuzione a due quadri. L’azzeramento del Pdr ha
rappresentato l’unica strada percorrribile con un apposito piano
che prevede una detrazione di somme dal presidente, dai dirigenti,
dai quadri e del premio di risultato. Per quanto concerne l’Mbo
sono stati anche rivisti gli obiettivi visto che subirà una
riduzione.
La
replica. Zanon
ha osservato che il punto condivisibile della risposta riguarda
proprio l’Mbo. Per
risolvere il problema bisognerà
a suo avviso ragionare
in modo diverso. Le figure apicali continuano a percepire l’Mbo
senza alcune retrocessione da ciò che è dovuto. C’è
evidentemente un sistema che
non risulta né efficace né
coerente con quel che la Provincia ha sempre disposto con varie
delibere. Zanon ha chiesto al presidente di intervenire in questo
campo perché si tratta di una società a capitale pubblico.
Walter Kaswalder (Misto)
Aumenti non dovuti da TNet
ma corrisposti al personale
anche oggi: fino a quando?
Poiché ad oggi le modalità di rientro di costi del personale di
Trentino Network per aumenti non dovuti ma corrisposti, non risultano
conformi a quanto indicato dalla Pat, il consigliere chiedeva
chiarimenti in merito alla legittimità giuridica dell'operazione che
ha coinvolto i dipendenti non interessati dagli aumenti nel dicembre
del 2012, e fino a quando il piano di rientro verrà applicato visto
che gli aumenti illegittimi continuano ad essere applicati
configurando quindi l'ipotesi di un danno erariale.
La
risposta. Il presidente Rossi
ha richiamato la risposta appena
data a Zanon, aggiungendo
che sarà verificata la posizione di ogni dipendente per evitare che
qualcuno sia ingiustamente penalizzato dal piano di rientro.
La
replica. Kaswalder ha
ringraziato Rossi dell’interessamento ricordando che vi sono state
persone colpite da tagli pur non avendo beneficiato di alcun aumento
illegittimo.
Giacomo
Bezzi (FI)
Lavori
per il tunnel Loppio-Busa:
le
aziende trentine hanno chiesto
e
ottenuto di modificare il bando?
Il
consigliere chiedeva quali richieste di modifica del bando per
l'assegnazione dei lavori relativi alla realizzazione del tunnel
della Loppio-Busa sono state avanzate da aziende trentine e quali
modifiche sono state apportate
La
risposta. L’assessore
Gilmozzi ha segnalato che l’unica richiesta pervenuta di modificare
il bando è stata quella dell’Ance di Trento. Ance aveva chiesto
che non vi fosse anche una fideiussione bancaria, che sarebbe
risultata troppo gravosa per le imprese. La richiesta è stata
accolta e questo è stato comunicato anche ad Ance. Vi è stata
inoltre anche una proroga dei tempi per modificare le offerte.
La
replica. Bezzi
ha lamentato che se le imprese trentine non hanno potuto mettere in
campo 20 milioni di euro, improponibili per loro, ciò è da imputare
alle banche locali, che ha differenza di quelle toscane non hanno
concesso prestiti facili. In passato era più agevole ottenere
prestiti anche da banche trentine.
Chiara
Avanzo (Patt)
Verifiche
e interventi
sulla
viabilità a Pergine
per
immettersi nella SS 47
Avanzo
chiedeva una verifica della situazione lungo la statale 47 della
Valsugana all'altezza dello svincolo di immissione della provinciale
1 in direzione Trento, dove si formano lunghe code di automezzi al
mattino e nelle ore di punta, e se, anche per ragioni di sicurezza,
non si possa prevedere una viabilità alternativa per l'accesso a
Pergine, spostando o adeguando la pista ciclabile, oppure allargando
la carreggiata della statale 47 nel tratto tra San Cristoforo e il
raddoppio della stessa SS 47, in modo da agevolare l'immissione dei
mezzi provenienti dalla SP 1.
La
risposta. L’assessore
Gilmozzi ha spiegato che la pista
ciclabile è stata
realizzata a titolo sperimentale dal Comune
di Pergine su un tratto di viabilità pedonale, in
attesa del previsto collegamento ciclo-pedonale tra San Cristoforo e
Roncogno, finanziata nel piano provinciale degli investimenti per la
viabilità, la cui progettazione è in corso.
Il collegamento ha avuto riscontri
positivi sull’utenza
definita “debole” (pedoni e ciclisti) grazie al collegamento
protetto tra Pergine e San Cristoforo. Per questo si ritiene che il
collegamento sia da valutare non solo in relazione agli eventuali
disagi sul traffico veicolare, ma soprattutto in relazione al tema
della mobilità sostenibile ed alternativa a quella veicolare. Su
richiesta del comune di Pergine, il servizio provinciale competente
nel febbraio scorso aveva condotto una campagna di monitoraggio,
stimando in corrispondenza dell’immissione della provinciale 1
sulla SS 47 l’effetto indotto
della nuova pista ciclabile
sperimentale sui flussi di traffico. Si è così riscontrato un
incremento di traffico orario di circa 130 veicoli su un flusso
orario di circa 1300 veicoli. Tuttavia i disagi sono attribuibili in
parte anche ai flussi di ingresso e uscita dalle attività
commerciali che si trovano
tra la pista di innesto della provinciale 1 sulla SS 47 e quella in
uscita dalla SS 47 verso Pergine.
In ogni caso per gestire
queste situazioni
il Comune ha elaborato
soluzioni infrastrutturali sulle quali la Pat è disponibile a
confrontarsi per risolverre
le criticità segnalate.
Gilmozzi ha segnalato infine
che ad oggi non vi è alcuna previsione di raddoppio del tratto di SS
47 compreso tra San Cristoforo e la pista in uscita verso Pergine.
La
replica. Avanzo,
apprezzando molto la
risposta, ha auspicato che
si arrivi a breve ad una soluzione che
è attesa da molti.
Gianpiero
Passamani (Upt)
A
che punto sono i progetti
per
la messa in sicurezza
della
SS della Valsugana?
Il
consigliere chiedeva a che punto sono i progetti di messa in
sicurezza della SS 47 della Valsugana – tra gli interventi più
urgenti ipotizzati vi erano quelli sulla retta di Ospedaletto e il
tratto che costeggia il lago di Caldonazzo – e in che fase siano le
valutazioni sul possibile alleggerimento dei problemi di traffico
lungo quest'arteria (Valdastico, ferrovia e mobilità alternativa).
La
risposta. L’assessore
Gilmozzi ha risposto che i
lavori per la messa in sicurezza sono in
fase d’appalto e segnalato
le cinque offerte che la
commissione tecnica sta valutando. Quanto alla ferrovia della
Valsugana, sono stati già
approvati i finanziamenti
per l’elettrificazione della linea Trento-Bassano. Inoltre si
stanno verificando modalità
per potenziare da subito l’uso della ferrovia. A proposito della
pista ciclabile Gilmozzi ha ricordato che sono in corso gli
interventi per realizzare
tutti i tratti mancanti al
collegamento tra Pergine e
Trento.
La
replica. Passamani
ha ringraziato l’assessore della risposta perché occorre davvero
creare alternative valide perché la soluzionen interessa anche il
traffico da e per Trento.
Rodolfo
Borga (CT)
La
Pat intende intervenire a
tutela
degli autotrasportatori
nella
vertenza Sait-Fercam?
In
seguito alla minaccia delle sei ditte di trasporto che coprono il 95%
dei servizi per il Sait di non svolgere più questa attività se il
Sait dovesse affidare la distribuzione a Fercam (che intenderebbe
avvalersi delle prestazioni di questi trasportatori), Borga chiedeva
alla Giunta se conosca la vertenza in questione e se intenda assumere
qualche iniziativa per tutelare queste imprese locali e i relativi
posti di lavoro (una quarantina).
La
risposta. L’assessore
Mellarini ha risposto che
la Provincia ha sempre seguito la questione con diversi “tavoli”,
collaborando alla ricerca di
un accordo che abbia il
minor impatto sociale possibile, che
limiti gli esuberi e preveda
ammortizzatori adeguati
in caso di licenziamento del
personale. Mellarini ha
aggiunto che “non vi
dev’essere però, da
parte della Provincia, un intervento diretto che risulterebbe
distorsivo rispetto
alle dinamiche proprie del
mercato”. E
ha riferito infine di aver
avuto conferma che Sait
intende procedere con il
piano di efficientamento
delle proprie attività
con la riduzione dei costi
per rendere più competitivo il consorzio. E
che tra le soluzioni individuate vi è anche il
coinvolgimento
di Fercam.
La
replica. Borga ha dichiarato
di non potersi
sentire soddisfatto, per i
danni che le ditte trentine
rischiano di subire. Si tratta anche
di milioni di tasse che il
Trentino perderebbe e del fatto che le ditte trentine
che dovrebbero assicurare il
trasporto a favore di tutte le cooperative del territorio, cesseranno
il servizio dal 1°
dicembre. Ma
proprio su questo punto
l’assessore ha risposto che la Pat non intende intervenire per
evitare effetti distorsivi sul mercato. Si sta parlando di una parte
non irrilevante dell’economia trentina che pur nel rispetto delle
parti meriterebbe un intervento della Provincia.
Giuseppe
Detomas (Ual)
Inclusione
persone disabili
attraverso
nuovi servizi: e la
loro
qualità della vita?
Detomas
voleva sapere se la Pat intende mettere in campo modalità di
controllo sui nuovi servizi per l'inclusione sociale delle persone
disabili elencati nel catalogo (cohousing, inserimetno in attività
commerciali /produttive, attività di tutela dei beni comuni del
territorio), perché sia garantita la qualità della vita di questi
soggetti.
La
risposta. Le stesse famiglie
delle persone disabili manifestano interesse per queste soluzioni
innovative. Per questo le politiche provinciali puntano alla
differenziazione delle offerte con alloggi in autonomia,
coabitazioni, servizi che valorizzino le reti di supporto familiare e
sociale. I principi sono l’inclusione sociale, ma soprattutto
l’autodeterminazione e la responsabilizzazione della persona con
disabilità. In Trentino esistono esempi virtuosi in tal senso senso,
anche a totale carico di soggetti privati che decidono di investire
in queste soluzioni. Si sta rafforzando così anche il rapporto tra
ente pubblico e Terzo Settore, e si sviluppa la conoscenza dei
bisogni del territorio anche con una co-progettazione partecipate e
con il coinvolgimento del volontariato per promuovere politiche di
promozione del benessere. E’ prevista anche una verifica della
qualità delle risposte. Nel nuovo catalogo, ha concluso Zeni,
saranno contenute anche gli standard di qualità dei servizi
sperimentali che le organizzazioni dovranno garantire. Il percorso da
attuare sarà valutato nei prossimi mesi anche insieme alla Quarta
Commissione del Consiglio (presieduta
da Detomas, ndr).
La
replica. Detomas
ha ringraziato affermando che con questi progetti alternativi e
sperimentali si possono trovare soluzioni che aiutano l’inclusione
e la crescita professionale, rispondendo alle nuove esigenze e ai
nuovi bisogni.
Maurizio
Fugatti (Lega)
Serve
accordo con Poste Italiane
per
garantire il servizio sul territorio
e
il lavoro ai dipendenti
Fugatti
chiedeva se la Pat intenda siglare un accordo con Poste Italiane
seguendo l'esempio di Bolzano, per garantire sia un servizio di
distribuzione capillare e continuo sul territorio sia il posto di
lavoro ai dipendenti della società. Fugatti voleva poi sapere se sia
vero che la Pat abbia revocato a Poste Italiane il servizio di
interscambio di libri e quali soluzioni sono state adottate per
fronteggiare il problema.
La
risposta. Il presidente Rossi
ha ribadito che “la
Provincia di Bolzano ha messo in atto misure piuttosto costose per
l’attuazione della competenza prevista dall’accordo di Milano del
2009, ma la Provincia di Trento non è che non abbia fatto niente. Ha
evitato che Poste Italiane chiudessero numerosi uffici sul territorio
provinciale sulla base della contrarietà espressa dalla Giunta, che
ha ricordato come la presenza di questi uffici in montagna abbia un
ruolo importante e che anche la consegna della posta è un elemento
di coesione sociale che evita l’isolamento. Ad oggi -
ha proseguito Rossi – queste riduzioni del servizio non
sono ancora state adottate. Ci è stata comunicata l’intenzione di
procedere con un nuovo modello in
alcune zone a partire da
dicembre, da estendere in gennaio anche in altri Comuni. Abbiamo
manifestato a Poste Italiane la nostra contrarietà a questa
riorganizzazione e confidiamo ora di ottenere
nelle prossime settimane il
rinvio delle iniziative
preannunciate dalla società, dando la disponibilità come
Provincia a sedersi ad un
tavolo di confronto e anche
di mettere anche in campo
soluzioni sostitutive. Non era però giusto dare immediatamente la
disponibilità della Provincia a mantenere, pagandolo,
un servizio postale sostitutivo. Il
servizio dovrebbe infatti essere a
carico della fiscalità generale. Ipotizzabile è invece
– ha concluso il presidente – una sinergia
con il centro di smistamento di Bolzano per ovviare ai ritardi di
consegna da parte di Poste Italiane”.
La
replica. Fugatti si è
dichiarato insoddisfatto della risposta, non per fare catastrofismo e
senza entrare nel merito della scelta compiuta dalla Provincia nel
2009 di assumere la delega dell’università anziché quella delle
Poste. Stiamo però facendo la stessa fine di Veneto, Lombardia e di
altre realtà mentre Bolzano sta dimostrando di aver fatto una scelta
più lungimirante. Oggi, mercoledì, non vi sono smentite dell’avvio
da lunedì prossimo di questo taglio del servizio nelle valli. A
rimetterci saranno le zone di montagna e le piccole località con 16
addetti al recapito che saranno considerati eccedenti se questo
processo andrà avanti. Anche su questa partita a quanto pare si
poteva fare meglio.
Claudio
Civettini (CT)
La
Valdastico uscirà
a
Rovereto sud, con
quali
contropartite?
Il
consigliere chiedeva alla Giunta quale sia lo stato delle trattative
della Provincia per la Valdastico, la conferma della richiesta di
alcune contropartite (elettrificazione della ferrovia e di altre
infrastrutture in Valsugana) e se il tracciato concordato prevede
l'uscita nella zona di Rovereto sud (salvaguardando l'acquedotto di
Spini) anche a beneficio del collegamento con il Garda.
La
risposta. L’assessore
Gilmozzi ha chiarito che non c’è nessun accordo sulla Valdastico.
La Pat si è seduta al tavolo con il Governo secondo il principio
dell’intesa, e noi ci siamo posti con uno spirito di ideale
collaborazione. L’eventuale intesa dovrà
riguardare in primo luogo il “se” sussista l’interesse per il
nostro territorio di realizzare questa infrastruttura. Il tema da
approfondire e studiare è in
ogni caso un collegamento
Valdastico-Valsugana-Valle
dell’Adige, nessun’altro
collegamento è previsto. “Ancora
una volta chiarisco”, ha ribadito Gilmozzi “che non esiste alcun
accordo su alcuna soluzione e questo vale per noi. Se nel contempo il
Veneto intende azzardare soluzioni alternative questo riguarda loro e
non terrebbe comunque conto dei fattori appena illustrati”.
La
replica. “Di fatto credo che
questo Consiglio dovrebbe conoscere preventivamente le strategie”,
ha replicato Civettini “e qui ancora una volta si vive nella
“nebulosa del che cosa si farà” e nell’incapacità di gestire
e produrre progetti con la conseguenza di percorsi che non saranno
ideali per il nostro territorio”.
Massimo
Fasanelli (Misto)
Nei
casi di suicidio la Pat
e
l'Apss danno supporto
ai
familiari delle vittime?
Fasanelli
chiedeva se per garantire un sostegno stabile alle famiglie
all'interno delle quali vi sia stato un suicidio, vi sia in Trentino
una rete di supporto stabile gestita dalla Pat, se l'Azienda
sanitaria offra assistenza psicologica costante ai parenti delle
vittime, se sia previsto un servizio volto ad evitare l'isolamento
dei familiari e in grado di avvicinarsi a chi ha bisogno.
La
risposta. L’assessore Zeni ha
spiegato che di questo tema si è ampiamente discusso nell’ultima
seduta di Consiglio grazie ad una mozione del consigliere Cia. Lo
specifico progetto “Invito alla vita” attivato dall’Azienda
sanitaria in collaborazione con l’associazione Ama implica una
serie di iniziative a supporto delle famiglie, un tavolo di lavoro
con il compito di mettere in rete le attività e fare sistema
ottimizzando i risultati. Uno degli obiettivi principali del progetto
è proprio la vicinanza alle famiglie delle vittime. E’ prevista
una linea telefonica h24 (che registra circa 4000 telefonate
all’anno), la stampa e distribuzione di linee guida per medici di
medicina generale; è
in preparazione un corso dedicato, le
linee guida in unità
operative dell’area salute mentale, l’accesso
ai servizi in via prioritaria per famigliari che li
richiedano, gruppi di
condivisione emotiva attivi da due anni per sostenere gli
operatori, un
gruppo di auto mutuo aiuto
attivo dal 2009 che vede la
partecipazione
media di circa 15 familiari ecc. Il Trentino in questo campo è da
sempre all’avanguardia, ha concluso Zeni.
La
replica. Fasanelli ha
ringraziato per l’elenco delle iniziative “utile e interessante”,
ribadendo però la preoccupazione che lo ha spinto
all’interrogazione, nata dalla considerazione che il Trentino
registra il 22% di casi di suicidio in più rispetto al resto
d’Italia. Evidentemente qualcosa in più c’è da fare, ha
aggiunto. Occorre tenere alta l’attenzione e la riflessione.
Manuela
Bottamedi (Gruppo misto)
Che
verifiche ci sono state
sull'efficacia
dei percorsi di
alternanza
scuola-lavoro?
Visto
la poca soddisfazione riscontrata tra i ragazzi e negli istituti per
le esperienze di alternanza scuola-lavoro organizzate in Trentino,
Bottamedi aveva chiesto se
sia stato avviato e
quali risultati abbia prodotto un
monitoraggio del sistema e
se sia previsto un Codice
etico o un Protocollo di comportamento per i soggetti ospitanti i
ragazzi e per
gli studenti.
La
risposta. Il Presidente Rossi
ha osservato che spesso quando c’è un piccolo anelito di
cambiamento ed innovazione ci si concentra sulle problematicità e
criticità rischiando di demolire qualcosa che ha in sé una certa
positività. Lo scorso 27 ottobre, con una delibera di Giunta, ha
spiegato, abbiamo cercato di
dare le linee guida per progettazione, esecuzione e restituzione
delle attività nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. In
questa delibera ci sono indirizzi precisi che vanno adottati per
migliorare il modello organizzativo e proseguire nell’obiettivo.
Nell’anno scolastico 2015/2016 sono stati interessati 10.036
ragazzi di cui 2228 della formazione professionale. Certamente i
contenuti devono essere migliorati e meglio
collegati agli indirizzi
specifici dei ragazzi. Nella contrattazione con Apran intendiamo
inserire alcune modalità di premialità per docenti che svolgono un
ruolo di coordinamento in tal senso, anche al punto da essere
esonerato dalla docenza.
La
replica. Bottamedi
ha confermato il proprio approccio costruttivo: sono consapevole che
spesso queste ore non sono produttive e credo che la maggior parte
delle esperienze in alternanza scuola-lavoro non concorrono ad
acquisire un’etica del lavoro, obiettivo che si proporrebbe il
sistema.
Marino
Simoni (Progetto Trentino)
Perché
il sistema di prestito
interbibliotecario
non funziona
e
quando verrà riattivato?
Simoni chiedeva perché il sistema di prestito interbibliotecario dei
libri non funziona da tre mesi e quali sono i tempi previsti per la
sua riattivazione.
La
risposta. L’assessore
Mellarini ha spiegato che il sistema bibliotecario trentino si
configura con un sistema di buone prassi specialistiche. Le attività
necessarie all’attuazione del servizio venivano svolte da Poste
italiane, Apan ha proceduto ad una gara per l’affidamento del
servizio, i tempi di attivazione hanno subito uno slittamento per
tempi tecnici e la sottoscrizione del contratto è prevista a
brevissimo.
La
replica. Va stigmatizzato il
danno, il contratto non è firmato a distanza di una anno: non è il
massimo della qualità amministrativa che vorremmo, ha replicato
Simoni.
Nerio
Giovanazzi (AT)
Sono
stati impiegati i droni
per
prevenire la morte di caprioli
nei
prati causatie dalle falciatrici?
Giovanazzi
voleva sapere quali territori del Trentino siano stati interessati
dal progetto approvato dal Consiglio con una mozione del luglio 2016,
che prevedeva l'utilizzo di droni con cui prevenire l'uccisione di
piccoli di capriolo quando vengono utilizzate falciatrici nel taglio
dei prati.
La
risposta. L’assessore
Dallapiccola ha confermato che l’idea è interessante e che un mese
fa si è verificata la concreta fattibilità in un tavolo con
Servizio faunistico, Act e Fondazione Mach. Sono
emerse una serie di
difficoltà tecniche di fatto, sebbene la possibilità
sia
valutata positivamente; si
faranno una
serie di valutazioni ed esperimenti
cercando
di tenere conto della
situazione, dal momento
che ci sarebbe
un sovraffollamento di droni sullo stesso territorio: occorre capire
come si possa gestire e coniugare con la necessità.
La
replica. Ho capito che
realisticamente non se ne farà nulla, ha replicato Giovanazzi.
Walter
Viola (PT)
Quale
dialogo sulla retribuzione
dei
medici di medicina generale
per
fugare il rischio dello sciopero?
Viola
voleva sapere come, dopo una trattativa di quattro anni oggi messa in
discussione dalla Giunta con tutte le organizzazioni sindacali dei
medici di medicina generale sulla quota del 30% della retribuzione
non corrisposta loro dalla Provincia a partire dal 2012, si intende
ripristinare il dialogo che scongiuri il rischio di disservizio
(sciopero di 6 mesi con astensione dal rilascio delle ricette
elettronica e successiva chiusura degli ambulatori) ai danni dei
trentini.
La
risposta. L’assessore Zeni ha
chiarito che la nuova
contrattazione ha avuto inizio il 17 marzo 2016 e non quattro anni
fa. Ciò premesso sono state organizzate 16 riunioni nel 2016 e 17
nel 2017. La
decurtazione del 30% non corrisponde alla realtà, nel 2016 per
esempio
la quota non erogata è stata pari a 790.000 euro e complessivamente
dunque parliamo del 5,6%. Va detto inoltre che le somme citate sono
legate al raggiungimento di obiettivi e all’effettuazione di ore
aggiuntive. In nessuna delle
proposte di parte pubblica è stata mai ipotizzata la cancellazione
delle forme associative esistenti e per quanto riguarda l’apertura
ambulatoriale si prevedono 7 ore e non 10. Quanto alla volontà di
ripristino del dialogo siamo favorevoli, ha concluso l’assessore e
siamo positivi nel pensare ad una soluzione favorevole.
La
replica. Guardo con attenzione
alla riapertura della trattativa, ha detto Viola e mi auguro si trovi
presto un accordo che qualifichi la presenza dei medici sul
territorio, a beneficio dell’intera comunità.
Mario
Tonina (Upt)
Ci
sono in vista
concorsi
per avere
più
guide turistiche?
Vista
la crescente richiesta di guide turistiche che emerge dai dati
dell'Ispat, Tonina voleva sapere da quanto tempo non vengono svolti
concorsi per l'abilitazione all'esercizio di questa professione e se
sono previsti in tempi brevi bandi e corsi di preparazione al
concorso.
La
risposta. L’assessore
Dallapiccola ha condiviso le premesse dell’interrogazione e
precisato che la Pat non può intervenire in materia
indipendentemente dai propri intendimenti: si tratta di una
professione non ordinistica e dunque non prevista dallo Statuto. Le
disposizioni in materia sono statali e in corso di definizione. A
seguito della legge la professione ha ora
validità su tutto il
territorio nazionale e non solo provinciale. La Pat ha adeguato la
normativa del ‘92 con l’intento di organizzarsi ed indire una
selezione. Tuttavia il necessario regolamento statale è stato
annullato dal Tar del Lazio in seguito a ricorsi di guide di altre
regioni. Non appena lo Stato si sarà riorganizzato in merito
provvederemo anche noi di conseguenza, ha concluso Dallapiccola.
La
replica. Tonina ha ribadito la
propria insoddisfazione per l’incapacità di far valere le proprie
prerogative a differenza della vicina provincia di Bolzano (che
a seguito dell’approvazione della legge provinciale
21/2012 ha già fatto 3
volte gli esami di abilitazione alla professione di guida ed ha
organizzato un corso di preparazione) ed
ha ribadito al propria
convinzione dell’importanza di avere persone preparate a
valorizzare i nostri
patrimoni garantendo un’offerta
turistica più completa. Il
nostro elenco degli abilitati, ha aggiunto, contiene anche nomi di
persone che non esercitano più o
che non hanno mai esercitato pur avendo conseguito l’abilitazione:
occorre aggiornare l’elenco, ha aggiunto, per poter rispondere
in modo idoneo alle plurime esigenze del turista.
Pietro
De Godenz (Upt)
Quando
la Pat bandirà selezioni
o
concorsi per assumere
personale
forestale?
De
Godenz voleva sapere se e in che tempi la Pat intenda procedere, con
selezioni o concorsi, all'assunzione di personale forestale, così
come prevede la legge di stabilità 2016 a partire da quest'anno, per
quegli agenti, assistenti o sovrintendenti (atleti trentini del corpo
forestale) che in seguito all'assorbimento della Forestale statale
nell'Arma dei carabinieri, optassero per il trasferimento nel Corpo
forestale trentino.
La
risposta. L’assessore
Dallapiccola
ha chiarito che è intenzione della Pat indire un concorso pubblico e
riservare posti come stabilito dalla legge citata dall’interrogante.
La
replica. Sono parzialmente
soddisfatto perché sapevo che la possibilità c’è, ha replicato
De Godenz. Io volevo maggiori informazioni sui tempi e modi e questo
non è stato chiarito.
Alessio
Manica (Pd)
Nuova
rotatoria a Campotrentino:
si
considereranno attraversamento
dello
svincolo e problema rumore?
A
proposito dell'intervento per la realizzazione della nuova rotatoria
in località Compotrentino, atteso per il 2018, il consigliere
chiedeva se oltre al tema veicolare il progetto messo in gara terrà
conto anche delle esigenze legate all'attraversamento dello svincolo
con la connessione con la vicina pista ciclabile e al rumore da tempo
lamentato dai residenti.
La
risposta. L’assessore
Gilmozzi ha chiarito che siamo in corso di progettazione esecutiva e
nell’esecuzione sono stati previsti entrambi gli interventi citati
dall’interrogante: il collegamento con il progetto ciclopedonale e,
con un lotto di completamento, barriere antirumore a protezione degli
abitati a ridosso dell’opera.
La
replica. Manica ha espresso
soddisfazione per la risposta che va nella direzione auspicata.
Luca
Giuliani (Patt)
Perché
in mancanza di posti
letto
per la lungodegenza,
non
se ne cercano in loco?
Giuliani
chiedeva quanti posti letto per la lungodegenza sono disponibili
nell'Alto Garda e Ledro e se, in caso di ridotta o inesistente
disponibilità, non si possano cercare e adottare soluzioni diverse
in loco, evitando di indirizzare le persone in strutture lontane.
La
risposta. L’assessore Zeni ha
risposto precisando che
in provincia sono 194 i posti letto abilitati alla lungodegenza.
Quanto ai livelli di assitenza il decreto ministeriale del 2015
prevede per quelle funzioni 0,7 posti letto per 1000 abitanti.
Rispetto allo standard in
provincia di Trento i posti letto dovrebbero essere dunque
108 anziché 194. Gli
indicatori sono stati recepiti, ma noi abbiamo fatto slava la
situazione attuale. E’ dunque evidnete che non si tratta di carenza
di posti letto di cui siamo sopra lo standard. Tuttavia è possibile
tenere conto compatibilmente con al disponibilità offerta, delle
esigenze dei pazienti. Inoltre, Zeni ha ricordato che con delibera 7
luglio 2017 sono state avviate azioni volte a presidiare meglio il
post ricovero con l’implementazione di forme alternative al
ricovero ospedaliero, mirate al recupero della stabilità, autonomia,
auto cura del paziente ecc.
La
replica. Il problema
è che sono stati segnalati diversi
casi, ha osservato Giuliani, che
hanno fatto pensare ad una carenza in tal senso. Girerò
all’assessore tutte queste segnalazioni per le quali chiedo venga
fatta una precisa valutazione.