Giornale Online
09/11/2017 - Incontri
Inaugurazione aperta a tutti venerdì 10 bnovembre alle 18.00
Generazione Erasmus, rassegna d'arte "giovane" a Palazzo Trentini
In allegato, foto di alcune opere e locandina invito
Inaugurazione aperta a tutti venerdì 10 bnovembre alle 18.00
Generazione Erasmus, rassegna d'arte "giovane" a Palazzo Trentini
In allegato, foto di alcune opere e locandina invito
Sarà inaugurata domani, venerdì 10
novembre, alle 18.00 e resterà aperta gratuitamente al pubblico fino a sabato 2 dicembre, negli spazi espositivi di palazzo Trentini (in via Manci 27 a Trento) la rassegna d'arte “Generazione Erasmus”, promossa dalla Presidenza del Consiglio
provinciale e curata dalla coppia di critici roveretani Mario Cossali
e Remo Forchini.
A esporre le proprie opere è un quintetto di
giovani artisti trentini: Martina Dal Brollo (Trento, 1990) con i
suoi corpi intrecciati e senza volto (vedi foto), Luca Marignoni
(Cles, 1989) che va cercando “la luce che si incontra con il buio,
mangiando e sfocando i confini delle cose poste nello spazio e nel
tempo”, poi Stefania Mazzola (Rovereto, 1992), la cui ricerca
pittorica è invece volta a indagare “il confine sottile tra gli
artifici consapevoli della percezione e i ritmi organici della
memoria: il giardino, il parco pubblico, la piscina, il campo di
pallacanestro”. Linda Rigotti (Tione, 1982) racconta “le rocce,
l’acqua, i movimenti della terra, le viscere”, visualizzando
anche quelle ben note ai trentini dell’abisso di Lamàr. Last but
non least, Federico Seppi (Trento, 1990), i cui dipinti e le cui
sculture vogliono essere “un’ininterrotta sperimentazione sui
materiali, volta ad avvicinare chi guarda l’opera, le opere, al
mondo della natura, stimolando in particolare a puntare l’attenzione
sull’energia presente nelle piccole cose”. Uno sguardo - come
scrive Forchini nel catalogo edito da Osiride - sulla ricerca di
ragazzi che hanno studiato anche all’estero - con Erasmus, per
l’appunto - e che vivono quindi “il mondo come sfida e
opportunità, uscendo in tal modo da una dimensione professionale e
culturale nazionale o addirittura locale dove, fatalmente, sarebbero
rimasti confinati”.