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08/11/2017 - In aula o in commissione

Approvate stamane in aula altre 4 mozioni

Dal Consiglio provinciale. Si è parlato di di suicidi, tossicodipendenze, aggressioni sugli autobus

Approvate stamane in aula altre 4 mozioni

Sì alla proposta di Tonina (foto) di accorpare radioterapia oncologica e protonterapia

Approvate stamane in aula altre 4 mozioni
​​​Dopo l’espressione della delusione di Fugatti per la decisione dei Capigruppo di questa mattina di non mettere all’ordine del giorno la discussione sul tema del Passo Rolle da lui proposta (“un tema delicato che avrebbe messo in difficoltà la maggioranza”, ha detto), il Consiglio ha proseguito con l’esame delle mozioni all’ordine del giorno. I lavori riprendono alle ore 15.00 con il voto sulla mozione di Filippo Degasperi, l’ultimo punto prima della discussione della riforma del welfare anziani.


Supplemento di attenzione al fenomeno dei suicidi: passa la proposta di Cia in forma emendata

Claudio Cia ha illustrato la propria mozione 354, incentrata sull’aumento del fenomeno dei suicidi, causati in maggior misura da depressione. Partendo dalla considerazione che i casi di suicidio rappresentano la seconda o terza causa di morte tra i giovani, con preoccupante aumento del trend nella fascia giovanile tra i 15 e 18 anni, mentre non si conoscono con esattezza i dati sui tentativi di suicidio, la proposta del consigliere è l'attivazione di uno studio sperimentale finalizzato al perfezionamento dei meccanismi di contrasto al suicidio. Nello specifico, il testo di Cia, poi emendato, impegnava l'Esecutivo ad attivare un tavolo tecnico con Transcrime per svolgere un'indagine campionaria sul nostro territorio che faccia luce sul numero oscuro dei tentati suicidi nella nostra Provincia.

Noi abbiamo in Trentino un tasso di suicidi in media con il Nord Italia e leggermente superiore al resto del paese, ha esordito Luca Zeni: “dati preoccupanti, con casi in particolare concentrati nella fascia d’età tra i 45 e 54 anni e tra la popolazione maschile”. Fortunatamente abbiamo una quasi assenza di casi registrati tra i minorenni, ha aggiunto. Va detto che si sta già facendo molto sull’argomento. E’ stato avviato il progetto “Invito alla vita”, partito nel 2008, promosso dall’Unità di psichiatria e in linea con le politiche dell’OMS. Il progetto prevede campagne promozionali e momenti di incontro e approfondimento, un monitoraggio con report e analisi, una linea telefonica aperta 24h con una media giornaliera di 10 telefonate, gruppi di auto mutuo aiuto, il follow up delle persone a rischio, la rilevazione del rischio suicidario nella popolazione, la formazione delle persone sul territorio, un gruppo per la condivisione emotiva, interventi presso le fasce giovanili con comunicazioni ad hoc e un tavolo di coordinamento che riunisce diversi interlocutori e si incontra tre volte all’anno. La proposta di Cia risulterebbe quindi una sovrapposizione a tutte le iniziative descritte e avviate di prevenzione sul fenomeno.

Un tema impattante e drammatico per chi lo vive, ha detto Walter Viola e aldilà di quanto la Giunta sta facendo, tutte le iniziative utili alla prevenzione di questi fenomeni e di amore alla vita credo siano meritorie: faccio appello alla Giunta affinché si trovi un “correttivo”, ha concluso. All’appello, sostenuto anche dal collega Claudio Civettini, si è unito Claudio Cia, che ha chiesto di recuperare la finalità dei contenuti, modificando il dispositivo con un emendamento. La mozione è stata infine approvata, con l’impegno della Giunta “a mantenere una costante attenzione al tema dei suicidi, confermando e implementando l’attività del progetto “Invito alla vita”, al fine di prevenire e sostenere le persone a rischio”.


Sostegno, prevenzione e cura delle tossicodipendenze: approvata la mozione Bottamedi in forma emendata

Partendo dalla considerazione della gravità e costante crescita del fenomeno della tossicodipendenza e dagli strumenti già esistenti per contrastarlo, Manuela Bottamedi con la propria mozione approvata nella forma emendata, ha impegnato la Giunta provinciale ad aprire un confronto tra il Dipartimento Salute e solidarietà sociale competente, l’Azienda sanitaria e i soggetti operanti nel settore della cura e riabilitazione dalle dipendenze e nei servizi a carattere socio assistenziale a supporto, che porti alla mappatura, approfondimento ed analisi degli strumenti messi in atto finora, valutandone l’idoneità rispetto all’ampiezza dei fenomeni di dipendenza attuali e individuando, se del caso, un rafforzamento degli stessi. Nella versione originale la consigliera suggeriva di destinare maggiori risorse per le attività svolte da tutti i soggetti che operano nel campo della prevenzione e assistenza alle persone affette da problematiche legate all'uso di droghe e a mettere a disposizione dell'Associazione Famiglie Tossicodipendenti aree per una prima accoglienza di tossicodipendenti in grave difficoltà. In particolare, guardando a quanto si fa altrove, Bottamedi sosteneva l’esperienza del drop in (sosta breve), un punto di conforto, una sorta di sportello a chi vive il dramma della droga, con l’obiettivo del contenimento dei danni (igienico-sanitari, della sicurezza sociale, del decoro pubblico).

L’assessore Luca Zeni ha convenuto sull’importanza del tema della tossicodipendenza, collocato nel quadro generale delle dipendenze. In questo contesto, dobbiamo mantenere l’attenzione principalmente sul tema della formazione e della prevenzione, ha aggiunto, lavorare sui giovani per dare loro gli strumenti per costruire la propria autonomia e capacità di muoversi in un mondo sempre più complesso e a rischio. La proposta è accoglibile nella forma emendata che impegna ad aprire il confronto con tutti i soggetti interessati. Viola ha sostenuto i contenuti della mozione, ma molto meno l’emendamento, che è riduttivo e svilisce la proposta della collega, “più che emendare stravolge”. Così come formulato sembra che la Pat decida in via diretta cosa fare del settore, ha detto rivolto all’assessore. Una versione al ribasso, preferibile comunque al nulla, ha detto Bottamedi: mi spiace per il mancato accoglimento della proposta di drop in, che continuo comunque a sostenere come esperienza di supporto ulteriore, momento di tregua che in modo pragmatico forniva un aiuto, un ulteriore supporto in momenti di drammaticità ed emergenza sulla strada. Donata Borgonovo Re ha dichiarato la propria astensione su questa mozione: sarebbe stato utile, ha dichiarato, considerare se la proposta proveniva da un’analisi della realtà e da esigenze specifiche di sevizi di bassa soglia che consentissero interventi di emergenza; in seconda battuta, “in maniera francamente imbarazzante”, mi astengo anche sull’emendamento perché osservo che il Piano per la salute, costruito in modo partecipato nel dicembre 2015, colloca diverse azioni di contrasto, counseling motivazionale in ambito sanitario, rete di gruppi di auto mutuo aiuto ed altre iniziative che non so se l’azienda abbia iniziato ad attivare. “Abbiamo una rete molto vasta di soggetti con funzioni diverse”, ha replicato Luca Zeni, “per il resto confermo la disponibilità dell’assessorato a mettere a disposizione tutte le informazioni per meglio comprendere e inquadrare il sistema e il contesto”.

Il documento così come emendato è stato approvato con 7 astensioni.


Aggressioni e minacce sugli autobus, disco verde per la proposta di Borga, con un emendamento integrativo

Facendo riferimento ai recenti casi di cronaca, che hanno visto il personale di Trentino Trasporti vittime di aggressioni, minacce ed insulti ad opera di persone che utilizzano i mezzi del trasporto pubblico senza pagare, il consigliere Rodolfo Borga ha impegnato la Giunta ad attivarsi affinché Trentino Trasporti fornisca assistenza legale gratuita ai dipendenti vittima di insulti, minacce ed aggressioni nello svolgimento del loro lavoro e si costituisca sempre parte civile nei procedimenti penali promossi contro i responsabili di atti di violenza, fisica o verbale, commessi in danno di suoi dipendenti. Inoltre, con un emendamento integrativo concordato con l’assessore Gilmozzi, si prevede la dotazione degli autobus di telecamera anteriore al fine di verificare con certezza le responsabilità degli incidenti in cui sono coinvolti i mezzi del trasporto pubblico. Il parere della Giunta, espresso dallo stesso Mauro Gilmozzi è favorevole perché al mozione va nella direzione delle politiche già avviate in questo contesto: è giusto che la società stia al fianco dei propri dipendenti in eventualità di questo tipo, come è giusto dotare i mezzi di telecamera per sostenere e supportare la sicurezza e la tranquillità dei propri autisti. Sosterrò convintamente la mozione, ha detto Maurizio Fugatti, ma credo che dovremmo fare un’analisi del contesto ed interrogarci sul perché la situazione sia cambiata negli ultimi anni con aggressioni e insulti provenienti in gran misura da profughi e stranieri rispetto ai quali c’è una responsabilità politica nazionale, ma anche provinciale perché i profughi qui in Trentino viaggiano tutti gratis. Mozione condivisa anche da Pietro Degodenz: ben vengano queste iniziative, i dipendenti di Trentino Trasporti sono un patrimonio importante da tutelare in tutti i modi, a maggior ragione in questi tempi difficili. Filippo Degasperi è intervenuto a sostenere la proposta, “un intervento intelligente, tuttavia mi chiedo perché si creino i problemi per poi dover intervenire con palliativi (quale effetto dissuasivo può avere una telecamera?): sarebbe importante ragionare sul perché si verificano i fenomeni e su iniziative risolutive alla fonte”. Anche Massimo Fasanelli ha espresso sostegno alla proposta di Borga: “sarà anche un palliativo, ma è sicuramente l’inizio di un ragionamento da fare per tutelare persone al servizio di tutti che troppo spesso vivono situazioni di pericolo e affrontare un problema reale che stiamo vivendo”. La proposta è stata approvata all’unanimità.


Accorpamento radioterapia oncologica e protonterapia: passa la mozione di Tonina

Le Unità Operative di Radioterapia Oncologica e Protonterapia dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento costituiscono articolazioni organizzative autonome, precedentemente incardinate nel Dipartimento oncologico. In un quadro di razionalizzazione delle strutture ispirato a logiche di efficienza, di contenimento della spesa, di miglioramento della qualità dei servizi, di innovazione, Mario Tonina (Upt), che ha presentato una mozione in tal senso, ha rilevato l'opportunità di accorpare le due Unità Operative in un'unica struttura, a fronte dello svolgimento di prestazioni sanitarie caratterizzate da profili di omogeneità e da forte integrazione dei percorsi clinico assistenziali, funzionali al miglioramento del servizio sanitario non solo in termini di sicurezza e qualità, ma anche sotto il profilo della valorizzazione delle risorse umane operanti nelle due strutture. L’aggregazione comporterebbe tra l’altro, oltre a innegabili ricadute positive, la nomina di un solo direttore per le due unità operative, come già avviene in altri centri di eccellenza a livello internazionale quali Heidelberg, Boston e Philadelphia.

Favorevole il parere della Giunta pronunciato da Luca Zeni, sulla proposta di un’unica cornice che tiene insieme le due unità operative, che riteniamo possa comportare un beneficio. Filippo Degasperi ha osservato che se volessimo parlare di logica di efficienza e contenimento della spesa sarebbe stato il caso di non realizzare il Centro di protonterapia: questo è un tentativo tardivo e inefficace per porre rimedio ad un progetto che ha impiegato 160 milioni di euro di risorse con spese di esercizio di 10-12 milioni di euro all’anno. Per rispetto verso il collega mi asterrò, ma questa iniziativa richiederebbe riflessioni a monte ben più approfondite, ha concluso. “Iniziative ragionevoli che però mettono un po’ in imbarazzo” ha detto Walter Viola: qui torna dominante il tema del centro di protonterapia che aldilà dell’opportunità o meno della sua istituzione, ora che c’è dovrebbe essere trattato in maniera diversa, magari verificando l’assunzione di un manager-ambasciatore con funzioni di promotore e di vero e proprio “venditore” del servizio che altrimenti si trasforma in un macigno sull’economia trentina.

Nella replica Mario Tonina ha sottolineato lo spirito costruttivo con cui è stato pensato questo testo di mozione: sapere affrontare e prendere decisioni anche in merito ad iniziative “ereditate” da valorizzare e far funzionare al meglio per restituire almeno in parte l’investimento. Il consigliere, richiamando una sua mozione approvata nell’ultima edizione del Dreier Landtag a Trento, ha portato l’attenzione anche sul tema della comunicazione e del marketing declinato in questa realtà allargato al territorio dell’Euregio.

Il documento è stato approvato con 5 astensioni.


La Breast unit c’è da anni, ma non è mai stata formalizzata: nel pomeriggio il voto sulla mozione Degasperi

L'istituzione Breast Unit (Unità mammaria interdipartimentale) è al centro della mozione di Filippo Degasperi (5 Stelle). Dal momento che il cancro al seno è la neoplasia più diagnosticata nelle donne (48.000 nuovi casi nel 2015) e che in quest'ambito la prevenzione è fondamentale, con un documento di mozione Degasperi ha proposto alla Giunta di istituire presso il Santa Chiara di Trento la Breast Unit, secondo lo schema già in funzione presso altre regioni a cui eventualmente apportare modifiche in riferimento all’organizzazione del Servizio Sanitario Provinciale.

Luca Zeni, pur esprimendo massimo rispetto per il lavoro del consigliere, riconoscendo l’importanza dell’argomento e condividendo il contenuto della mozione, ha osservato che lo stesso non tiene conto della realtà trentina: un ordine del giorno del 2009 promosso dal consigliere Civettini assegnò un obiettivo specifico all’azienda sanitaria, cui seguì nel 2011 l’istituzione della Breast unit, che dunque di fatto esiste già da anni. Negli atti dell’azienda è poi previsto venga formalizzata una vera e propria struttura operativa di coordinamento e raccordo. Pur condividendo tutto, di fatto il Consiglio si troverebbe ad approvare una cosa già fatta.

Degasperi ha detto di fidarsi dell’assessore, tuttavia ha chiesto perché la Breast unit, se c’è, non si è mai formalizzata? Propongo che venga appunto formalizzata, se è vero che c’è, ha aggiunto. Questa non è una mozione provocatoria, è una mozione costruttiva e propositiva che parte dai fatti: negli elenchi delle organizzazioni scientifiche di chiara fama questa struttura in Trentino non compare. Quindi, averla e non formalizzarla appare inutile: riduciamo al minimo i tempi.

Si riprende alle ore 15 con l’intervento di Civettini e le dichiarazioni di voto.​