Il consiglio ha detto no alla modifica della legge del 2007
Assistenza odontoiatrica, bocciato il ddl Kaswalder
La
mattinata consiliare si è aperta con la discussione del ddl di
Walter Kaswalder sull’assistenza odontoiatrica. Una
proposta, bocciata con 19 no e 11 sì, ha detto il consigliere, che
ha l’obiettivo di riportare la legge sui binari della prevenzione,
soprattutto per i più piccoli e impedire speculazioni da parte dei
professionisti convenzionati. Una norma, per il consigliere del
Misto, che non avrebbe garantito l’assistenza ai più deboli e
favorito,invece, pochi dentisti che si sono spartiti 6 milioni di
euro. Ci sono stati errori clinici e comunque si sono privilegiati,
come dimostra una nota riservata dell’Azienda sanitaria, gli
interventi più costosi per i più anziani (ben oltre i 10 mila
euro), il 93% dei pazienti, mentre solo il 7% degli interventi è
andato ai giovani. L’assistenza indiretta, chiesta da Kaswalder, ha
aggiunto, potrebbe, inoltre, favorire risparmi evitando i versamenti,
che ora sono di 450 mila euro, all’ente previdenziale dei dentisti.
L’affiancamento all’assistenza dell’indiretta alla diretta, ha
aggiunto il proponente del ddl, permetterebbe di estendere anche alle
periferie l’accesso alle cure e darebbe modo al paziente di
scegliere il dentista di fiducia.
Giacomo
Bezzi (Forza Italia) ha detto che questa legge difende i soliti
privilegi, mentre la proposta di Kaswalder, che era stata
sottoscritto anche dai consiglieri Patt, dà ai cittadini la libertà
di scegliere da chi andare a curarsi.
L’assessore
Luca Zeni ha detto che si sta parlando di una disciplina che nel 2007 ha
introdotto cure che non sono previste nel resto d’Italia. Si tratta
di prestazioni aggiuntive nei Lea perché le cure dentarie sono
importanti per la salute complessiva delle persone. L’errore fatto
con questo ddl, fotocopia di uno bocciato nella scorsa legislatura, è
quello di ragionare per modelli. La scelta fatta con la legge del
2007, in base ai dati, si è rivelata giusta, sul numero dei
pazienti, decine di migliaia, e sui tempi di attesa. Ci possono
essere distorsioni, ha aggiunti Zeni, ma si può intervenire con
modifiche puntuali, come si è già fatto per evitare abusi sulle
protesi potenziando l’intervento di prevenzione sui minori. Quindi,
per Zeni, la valutazione della legge in vigore è positiva, anche se
vanno fatte alcune limature. Ma una liberalizzazione non sembra
necessaria. Oggi, inoltre, c’è la possibilità di effettuare
controlli di qualità e la capillarità del servizio è garantita dal
fatto che ci sono 27 studi convenzionati diffusi sul territorio e c’è
un controllo dei costi. Sul tema della prevenzione è stata promossa
una convenzione con l’Ordine degli odontoiatrici e dei medici per
avviare un progetto che coinvolge scuole e che prevede, per i
bambini, su richiesta del pediatra, visite odontoiatriche gratuite.
Quindi, secondo Zeni la legge funziona anche se si devono fare
correttivi. Comunque, non pare necessario cambiare strada per
semplici motivi di modello.
Mattia
Civico (PD) ha detto che la questione sta in una semplice
domanda: sistema pubblico e privato possono collaborare per
potenziare la rete dei servizi pubblici? La risposta è sì. Ma in un
rapporto che preveda un sistema di accreditamento che porta ad una
convenzione. Come avviene in tutti gli altri settori sanitari. Ben
venga, ha aggiunto, un privato che svolge una funzione pubblica, a
patto che ci sia una cornice che prevede accreditamento e
convenzione. La legge 22 ha 10 anni, e si è sviluppata, basti
pensare alla crescita degli studi convenzionati, che erogano
prestazioni in nome e per conto del pubblico. Nel 2011 c’è stato
il primo tentativo di modificarla su pressione di alcuni
professionisti che è stato respinto. Prima di questa norma l’accesso
alle cure dentali per molte persone non era scontato. Si tratta,
quindi, di un tassello del diritto alla salute fondamentale che
riguarda il tema della salute in generale. In Consiglio, ha ricordato
inoltre, è stata votata una norma, sul modello di questa legge, che
introduce l’accesso all’assistenza psicologica che non prevede
neppure l’assistenza indiretta. Un scelta, questa della diretta,
che ha un effetto anche sulle tariffe in generale e sulla quale si
dovrebbe insistere, nonostante un clima contrario che ha portato a
osteggiare la nascita di una coop di dentisti. Nel decimo
anniversario della legge 22, ha aggiunto Civico, forse è il caso di
pensare di allargare il numero delle convenzioni e va esplorata anche
la via del no profit, ragionando sulla possibilità che alcuni studi
lavorino solo per l’assistenza pubblica. Quindi, si possono fare
interventi di rifinitura, ma non si può intaccare il rapporto tra
pubblico e privato che sta alla base della legge.
Filippo
Degasperi (5 Stelle) ha detto di voler mettersi in scia con
Civico perché questa legge è un modello, riconosciuto anche
dall’Oms, che distingue anche la nostra autonomia e garantisce
l’accesso alla salute. Le critiche, ha detto Degasperi, vengono da
alcuni settori della categoria dei dentisti, ma quelle che si sono
sentite in Commissione hanno una base debole e andrebbero rivolte
invece all’Azienda sanitaria perché ha il compito di verificare
gli obiettivi, come la costituzione di una rete odontoiatrica e lo
screening sui minori dove, togliendolo alle assistenti odontoiatriche
su pressioni di alcuni professionisti, si è passati dall’84% dei
ragazzi controllati al 30%.
Massimo
Fasanelli ha affermato che la legge è buona, ma non mancano le
carenze e si può migliorare. Prima di tutto i controlli sugli
interventi dei dentisti, per evitare speculazioni e poter risparmiare
qualcosa sui 13 milioni investiti dalla Pat. Per Fasanelli non si
capisce perché non si possa allargare a tutti gli studi senza dover
sottostare alle tariffe. Basta stabilire un limite sugli interventi:
chi volesse andare a farsi curare una carie a 200 euro lo potrebbe
fare sapendo che la Pat coprirà la spesa fino a 50.
Rodolfo
Borga (Civica Trentina) ha detto di condividere il ddl Kaswalder
perché è uno stimolo a ragionare su una materia che qualche
criticità la mostra. Borga ha chiesto soprattutto cosa pensino i
consiglieri del Patt di questo ddl visto che lo avevano sottoscritto.
Si dovrebbe capire perché, ha aggiunto, il consigliere Lozzer, uno
dei firmatari, lo abbia bocciato in commissione.
Walter
Viola (PT) ha affermato che il Trentino sull’assistenza
odontoiatrica è un esempio e ha ricordato che nella legge in vigore
l’assistenza indiretta c’è già, anche se marginale. Assistenza
che viene erogata da soggetti comunque autorizzati e non certo da
abusivi. Ampliare l’indiretta, quindi, potrebbe avere i suoi buoni
motivi e comunque non si andrebbe a stravolgere la legge attuale.
Quindi, Viola, evidenziando che le criticità sull’applicazione
della legge ci sono: la copertura del territorio non è ottimale, e
c'è la necessità di preservare il rapporto di fiducia col dentista.
Luca
Giuliani (Patt) ha detto che il gruppo Patt firmò il ddl perché
c’erano criticità nella legge. Sembrava si fosse creata una casta
di medici convenzionati e quindi si pensava di rivedere alcuni
criteri, magari con un dialogo con l’assessore per ampliare i
convenzionati, aumentando i budget e i controlli. Anche per il Patt
la regia deve restare pubblica perché vengono erogati soldi
pubblici, ma le criticità ci sono e, nonostante il rammarico per la
bocciatura del ddl, si possono correggere in via amministrativa.
Borga
ha ribattuto affermando che, se l’appello a Zeni perché modifichi
la legge attuale otterrà riposte simili a quelle ottenute per
l’Eremo di Arco, sembra destinato a cadere nel vuoto. Bezzi,
annunciando il sì al ddl Kaswalder, ha criticato Giuliani perché,
da moderato e liberale, si sarebbe accodato alla sinistra. Claudio
Cia, favorevole al ddl, ha anche lui criticato l’atteggiamento
del gruppo del Patt che ha sottoscritto il testo di Kaswalder
(identico a quello presentato da Civettini la scorsa legislatura)
sapendo cosa stava firmando. La verità, ha aggiunto Cia, l’unico
motivo del ritiro della firma sta nel fatto che Kaswalder non è più
nel Patt.
Kaswalder
ha replicato ricordando una nota dell’Azienda sanitaria con la
quale chiese all’assessorato un riorientamento delle convenzioni
perché l’offerta degli studi convenzionati si è rivolta
soprattutto verso le protesi che rappresentano maggiori fonti di
guadagno togliendo risorse per interventi per i minori.
Discusso
e respinto anche l’unico ordine del giorno, quello di Degasperi che
aveva l’obiettivo di ripristinare un principio di equità con la
richiesta, nel caso degli stranieri, di autenticazione dei patrimoni
degli stranieri da pare dei consolati per la valutazione Icef. Zeni,
respingendo l’odg, ha detto che il tema è delicato e necessita di
approfondimenti giuridici. Borga, favorevole all’odg, ha ricordato
che di questa questione si è parlato molte volte anche a fronte del
fatto che c’è una norma statale. Maurizio Fugatti (Lega),
appoggiando l’odg, ha notato con soddisfazione la trasformazione di
Degasperi e del movimento 5 Stelle. Sì anche da parte di Kaswalder
il quale ha ricordato che l’Icef penalizza i trentini che,
lavorando una vita, hanno messo assieme un piccolo patrimonio. A
favore anche Cia.