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05/10/2017 - In aula o in commissione

Assistenza odontoiatrica, bocciato il ddl Kaswalder

Il consiglio ha detto no alla modifica della legge del 2007

Assistenza odontoiatrica, bocciato il ddl Kaswalder

Assistenza odontoiatrica, bocciato il ddl Kaswalder

La mattinata consiliare si è aperta con la discussione del ddl di Walter Kaswalder sull’assistenza odontoiatrica. Una proposta, bocciata con 19 no e 11 sì, ha detto il consigliere, che ha l’obiettivo di riportare la legge sui binari della prevenzione, soprattutto per i più piccoli e impedire speculazioni da parte dei professionisti convenzionati. Una norma, per il consigliere del Misto, che non avrebbe garantito l’assistenza ai più deboli e favorito,invece, pochi dentisti che si sono spartiti 6 milioni di euro. Ci sono stati errori clinici e comunque si sono privilegiati, come dimostra una nota riservata dell’Azienda sanitaria, gli interventi più costosi per i più anziani (ben oltre i 10 mila euro), il 93% dei pazienti, mentre solo il 7% degli interventi è andato ai giovani. L’assistenza indiretta, chiesta da Kaswalder, ha aggiunto, potrebbe, inoltre, favorire risparmi evitando i versamenti, che ora sono di 450 mila euro, all’ente previdenziale dei dentisti. L’affiancamento all’assistenza dell’indiretta alla diretta, ha aggiunto il proponente del ddl, permetterebbe di estendere anche alle periferie l’accesso alle cure e darebbe modo al paziente di scegliere il dentista di fiducia.

Giacomo Bezzi (Forza Italia) ha detto che questa legge difende i soliti privilegi, mentre la proposta di Kaswalder, che era stata sottoscritto anche dai consiglieri Patt, dà ai cittadini la libertà di scegliere da chi andare a curarsi.

L’assessore Luca Zeni ha detto che si sta parlando di una disciplina che nel 2007 ha introdotto cure che non sono previste nel resto d’Italia. Si tratta di prestazioni aggiuntive nei Lea perché le cure dentarie sono importanti per la salute complessiva delle persone. L’errore fatto con questo ddl, fotocopia di uno bocciato nella scorsa legislatura, è quello di ragionare per modelli. La scelta fatta con la legge del 2007, in base ai dati, si è rivelata giusta, sul numero dei pazienti, decine di migliaia, e sui tempi di attesa. Ci possono essere distorsioni, ha aggiunti Zeni, ma si può intervenire con modifiche puntuali, come si è già fatto per evitare abusi sulle protesi potenziando l’intervento di prevenzione sui minori. Quindi, per Zeni, la valutazione della legge in vigore è positiva, anche se vanno fatte alcune limature. Ma una liberalizzazione non sembra necessaria. Oggi, inoltre, c’è la possibilità di effettuare controlli di qualità e la capillarità del servizio è garantita dal fatto che ci sono 27 studi convenzionati diffusi sul territorio e c’è un controllo dei costi. Sul tema della prevenzione è stata promossa una convenzione con l’Ordine degli odontoiatrici e dei medici per avviare un progetto che coinvolge scuole e che prevede, per i bambini, su richiesta del pediatra, visite odontoiatriche gratuite. Quindi, secondo Zeni la legge funziona anche se si devono fare correttivi. Comunque, non pare necessario cambiare strada per semplici motivi di modello.

Mattia Civico (PD) ha detto che la questione sta in una semplice domanda: sistema pubblico e privato possono collaborare per potenziare la rete dei servizi pubblici? La risposta è sì. Ma in un rapporto che preveda un sistema di accreditamento che porta ad una convenzione. Come avviene in tutti gli altri settori sanitari. Ben venga, ha aggiunto, un privato che svolge una funzione pubblica, a patto che ci sia una cornice che prevede accreditamento e convenzione. La legge 22 ha 10 anni, e si è sviluppata, basti pensare alla crescita degli studi convenzionati, che erogano prestazioni in nome e per conto del pubblico. Nel 2011 c’è stato il primo tentativo di modificarla su pressione di alcuni professionisti che è stato respinto. Prima di questa norma l’accesso alle cure dentali per molte persone non era scontato. Si tratta, quindi, di un tassello del diritto alla salute fondamentale che riguarda il tema della salute in generale. In Consiglio, ha ricordato inoltre, è stata votata una norma, sul modello di questa legge, che introduce l’accesso all’assistenza psicologica che non prevede neppure l’assistenza indiretta. Un scelta, questa della diretta, che ha un effetto anche sulle tariffe in generale e sulla quale si dovrebbe insistere, nonostante un clima contrario che ha portato a osteggiare la nascita di una coop di dentisti. Nel decimo anniversario della legge 22, ha aggiunto Civico, forse è il caso di pensare di allargare il numero delle convenzioni e va esplorata anche la via del no profit, ragionando sulla possibilità che alcuni studi lavorino solo per l’assistenza pubblica. Quindi, si possono fare interventi di rifinitura, ma non si può intaccare il rapporto tra pubblico e privato che sta alla base della legge.

Filippo Degasperi (5 Stelle) ha detto di voler mettersi in scia con Civico perché questa legge è un modello, riconosciuto anche dall’Oms, che distingue anche la nostra autonomia e garantisce l’accesso alla salute. Le critiche, ha detto Degasperi, vengono da alcuni settori della categoria dei dentisti, ma quelle che si sono sentite in Commissione hanno una base debole e andrebbero rivolte invece all’Azienda sanitaria perché ha il compito di verificare gli obiettivi, come la costituzione di una rete odontoiatrica e lo screening sui minori dove, togliendolo alle assistenti odontoiatriche su pressioni di alcuni professionisti, si è passati dall’84% dei ragazzi controllati al 30%.

Massimo Fasanelli ha affermato che la legge è buona, ma non mancano le carenze e si può migliorare. Prima di tutto i controlli sugli interventi dei dentisti, per evitare speculazioni e poter risparmiare qualcosa sui 13 milioni investiti dalla Pat. Per Fasanelli non si capisce perché non si possa allargare a tutti gli studi senza dover sottostare alle tariffe. Basta stabilire un limite sugli interventi: chi volesse andare a farsi curare una carie a 200 euro lo potrebbe fare sapendo che la Pat coprirà la spesa fino a 50.

Rodolfo Borga (Civica Trentina) ha detto di condividere il ddl Kaswalder perché è uno stimolo a ragionare su una materia che qualche criticità la mostra. Borga ha chiesto soprattutto cosa pensino i consiglieri del Patt di questo ddl visto che lo avevano sottoscritto. Si dovrebbe capire perché, ha aggiunto, il consigliere Lozzer, uno dei firmatari, lo abbia bocciato in commissione.

Walter Viola (PT) ha affermato che il Trentino sull’assistenza odontoiatrica è un esempio e ha ricordato che nella legge in vigore l’assistenza indiretta c’è già, anche se marginale. Assistenza che viene erogata da soggetti comunque autorizzati e non certo da abusivi. Ampliare l’indiretta, quindi, potrebbe avere i suoi buoni motivi e comunque non si andrebbe a stravolgere la legge attuale. Quindi, Viola, evidenziando che le criticità sull’applicazione della legge ci sono: la copertura del territorio non è ottimale, e c'è la necessità di preservare il rapporto di fiducia col dentista.

Luca Giuliani (Patt) ha detto che il gruppo Patt firmò il ddl perché c’erano criticità nella legge. Sembrava si fosse creata una casta di medici convenzionati e quindi si pensava di rivedere alcuni criteri, magari con un dialogo con l’assessore per ampliare i convenzionati, aumentando i budget e i controlli. Anche per il Patt la regia deve restare pubblica perché vengono erogati soldi pubblici, ma le criticità ci sono e, nonostante il rammarico per la bocciatura del ddl, si possono correggere in via amministrativa.

Borga ha ribattuto affermando che, se l’appello a Zeni perché modifichi la legge attuale otterrà riposte simili a quelle ottenute per l’Eremo di Arco, sembra destinato a cadere nel vuoto. Bezzi, annunciando il sì al ddl Kaswalder, ha criticato Giuliani perché, da moderato e liberale, si sarebbe accodato alla sinistra. Claudio Cia, favorevole al ddl, ha anche lui criticato l’atteggiamento del gruppo del Patt che ha sottoscritto il testo di Kaswalder (identico a quello presentato da Civettini la scorsa legislatura) sapendo cosa stava firmando. La verità, ha aggiunto Cia, l’unico motivo del ritiro della firma sta nel fatto che Kaswalder non è più nel Patt.

Kaswalder ha replicato ricordando una nota dell’Azienda sanitaria con la quale chiese all’assessorato un riorientamento delle convenzioni perché l’offerta degli studi convenzionati si è rivolta soprattutto verso le protesi che rappresentano maggiori fonti di guadagno togliendo risorse per interventi per i minori.

Discusso e respinto anche l’unico ordine del giorno, quello di Degasperi che aveva l’obiettivo di ripristinare un principio di equità con la richiesta, nel caso degli stranieri, di autenticazione dei patrimoni degli stranieri da pare dei consolati per la valutazione Icef. Zeni, respingendo l’odg, ha detto che il tema è delicato e necessita di approfondimenti giuridici. Borga, favorevole all’odg, ha ricordato che di questa questione si è parlato molte volte anche a fronte del fatto che c’è una norma statale. Maurizio Fugatti (Lega), appoggiando l’odg, ha notato con soddisfazione la trasformazione di Degasperi e del movimento 5 Stelle. Sì anche da parte di Kaswalder il quale ha ricordato che l’Icef penalizza i trentini che, lavorando una vita, hanno messo assieme un piccolo patrimonio. A favore anche Cia.