Giornale Online
15/02/2017 - Dai Consiglieri e dai gruppi
Affidato alla Terza Commissione il disegno di legge 183 proposto da Nerio Giovanazzi
Non limitare più la caccia al cinghiale, troppo dannoso per l'ambiente e le colture nella nostra provincia
Il testo (allegato) sottoscritto anche da Fasanelli del gruppo misto e Tonina dell'UpT.
Affidato alla Terza Commissione il disegno di legge 183 proposto da Nerio Giovanazzi
Non limitare più la caccia al cinghiale, troppo dannoso per l'ambiente e le colture nella nostra provincia
Il testo (allegato) sottoscritto anche da Fasanelli del gruppo misto e Tonina dell'UpT.
Il comitato faunistico provinciale non dovrà più limitare la
caccia al cinghiale nel Trentino. Questo l’obiettivo del disegno di legge 183
proposto da Nerio
Giovanazzi di Amministrare il Trentino e non a caso sottoscritto
da altri due consiglieri aderenti a forze politiche diverse: Massimo Fasanelli del
gruppo misto e Mario Tonina
dell’UpT. Nella relazione introduttiva al provvedimento, il cui esame è stato assegnato alla Terza Commissione, Giovanazzi considera un “fenomeno inarrestabile” la proliferazione
dei cinghiali nella nostra provincia come nel resto del paese, “dove sono
stimati 600-800mila animali”. “Del resto – prosegue il consigliere – le caratteristiche
riproduttive della specie (precocità, fertilità, periodo riproduttivo prolungato)
non sono paragonabili a nessun altro ungulato.
Giovanazzi mette l’accento sui gravi
danni arrecati dai cinghiali in alcune aree ecologicamente "delicate" del territorio provinciale
come la Val di Ledro, ma
anche alle colture – mais, vigneti, seminativi, prati falciabili, pascoli delle
malghe –, danni che affliggono gli agricoltori e gli allevatori trentini. Altre zone
deturpate dalla presenza del cinghiale senza che siano previsti indennizzi per gli operatori, sono la Vallagarina, la
Valsugana, il Bleggio, le Giudicarie e ora anche nella bassa Valle del Sarca. Il
rischio peggiore, secondo il consigliere, è che di questo passo si arrivi all’abbandono del territorio e delle colture marginali e meno redditizie, ma che sono comunque importanti per la nostra
provincia.
Va detto inoltre che nel solo 2014 ben 9 dei 10 milioni di euro di danni
causati da ungulati in Italia sono imputabili ai cinghiali. Tenuto conto che il
numero dei cinghiali dal 2000 ad oggi è decuplicato, è chiaro che i controlli
previsti dalla legge provinciale 24 del 1991 sono ormai del tutto insufficienti.
Dal momento che quella normativa affida al comitato faunistico la decisione di
limitare le specie cacciabili (e il cinghiale lo è dal 1° ottobre al 31
dicembre), il disegno di legge Giovanazzi-Fasanelli-Tonina stabilisce di
escludere da questa limitazione la specie-cinghiale, pur senza rinunciare all’azione
di controllo esercitata fin’ora.