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17/06/2019 - In aula o in commissione

L'appello della cooperazione internazionale a Spinelli: 600.000 persone in 34 paesi attendono il nostro aiuto

Quinta commissione: le associazioni chiedono all’assessore di aprire il dialogo sui finanziamenti

L'appello della cooperazione internazionale a Spinelli: 600.000 persone in 34 paesi attendono il nostro aiuto

Per riaprire la porta al dialogo

L'appello della cooperazione internazionale a Spinelli: 600.000 persone in 34 paesi attendono il nostro aiuto

La Quinta commissione ha incontrato oggi pomeriggio il Coordinamento Farete, la rete trentina delle organizzazioni di cooperazione internazionale. Incontro di conoscenza, nel corso del quale il presidente di Farete, Piero Martinelli, ha chiesto all’assessore Spinelli di aprire la porta al dialogo, anche perché il rinvio al prossimo gennaio dei finanziamenti della Pat (attualmente rappresentano lo 0,25% del bilancio) ai progetti di cooperazione internazionale sta creando serie difficoltà, non tanto alle associazioni di volontariato, ma soprattutto alle 600 mila persone che, in 34  paesi sottosviluppati, attendono gli interventi di solidarietà. Al termine della riunione la Quinta commissione ha votato all’unanimità di ascoltare, in una prossima seduta, l’assessore; di effettuare una visita al Centro di solidarietà internazionale e ad alcuni progetti di sviluppo nei Balcani.


La Quinta commissione, presieduta da Alessia Ambrosi (Lega), ha incontrato oggi pomeriggio i rappresentanti  Coordinamento Farete - Rete trentina delle organizzazioni di cooperazione internazionale. 

Il Presidente del coordinamento, Piero Martinelli, ha tracciato il quadro della cooperazione internazionale trentina: 460 progetti, in  Africa, America Latina, Asia, Europa dell’Est, su 7 obiettivi, prima di tutto quello, generale, di contenere le disuguaglianze. La cooperazione internazionale trentina, ha continuato, ha caratteristiche peculiari: tra tutti il salto di qualità tra l’assistenza alla relazione tra territori. Una cooperazione che, ha ricordato Martinelli, dà e riceve, che porta quindi benefici anche al Trentino, perché fa conoscere le sue competenze e il suo stile. Un elemento di coesione sociale testimoniato dallr 74 mila ore di volontariato; dalle quasi 50 mila persone che hanno partecipato agli eventi delle associazioni che fanno parte di Farete e dai 6 milioni di euro sono stati raccolti da privati, metà del budget complessivo.

Francesca Anzi ha presentato poi ai consiglieri che fanno parte della Quinta commissione, due progetti in Vietnam, uno legato all’agricoltura e l’altro al turismo. Un Paese il Vietnam in forte sviluppo (La Piaggio via ha aperto uno stabilimento) ma dallo sviluppo asimmetrico: nonostante lo sviluppo impetuoso in alcune aree la povertà è aumentata e quindi c’è ancora bisogno della cooperazione internazionale. Il progetto in campo agricolo è cofinanziato dalla Pat e punta al sostegno di microaziende familiari. In aprile una delegazione della Federazione delle cooperazione ha fatto visita al progetto avviando i contadini vietnamiti alle buone pratiche e instaurando rapporti che possono essere utili anche alla stessa cooperazione trentina. Il progetto sul turismo (cento trentini si sono recati recentemente in vacanza in Vietnam grazie a queste iniziative) è realizzato in collaborazione con un’agenzia turistica vietnamita, e si sta lavorando, ha ricordato Francesca Anzi, ad un scambio di turisti del Paese asiatico nelle località delle nostre Dolomiti.

Pierluigi Mariani, dell’associazione Nadir, ha presentato un progetto in Etiopia a Antivir realizzato in collaborazione con la diocesi locale., che ha l’obiettivo di introdurre la raccolta differenziata tra la popolazione.  Progetto portato avanti in collaborazione con la cattedra Unesco della cooperazione internazionale dell’Università di Trento. Si è poi sviluppato, ha ricordato Mariani, un progetto di localizzazione geografica informatizzata per permettere interventi tempestivi di manutenzione di servizi come gli acquedotti, ospedali e scuole. Altre iniziative di cooperazione sono state avviate in collaborazione con l’Università la Bicocca di Torino e, con il Muse, per la difesa di un parco nazionale della Tanzania.

Martinelli, infine, ha ricordato che la definizione di cooperazione internazionale prevede il principio di sussidiarietà, che valorizza l’autonomia trentina. Però, ha ricordato il presidente di Farete, c’è stato un limitato dialogo con la Giunta quando invece c’è bisogno di parlare con l’amministrazione della Pat. Anche perché, ha aggiunto, quando ci si parla ci si capisce meglio e ci si arricchisce reciprocamente. Farete quindi ribadisce il no al blocco di approvazione di progetti che hanno superato la fase di valutazione. Ci sono poi i principi etici da difendere, come la riduzione delle differenze e anche se non si esclude il ritorno per le aziende trentine, questo non può essere l’unico criterio di valutazione. Preoccupa insomma che per un anno non ci sarà la possibilità di accesso alle risorse e preoccupa la contraddizione tra la domanda di una maggiore qualità dei progetti e la contemporanea riduzione delle spese ammesse. Chiediamo di sederci ad un tavolo di concentrazione ampio, ha affermato Martinelli, che vada dalla cooperazione, alle aziende, al turismo, alla sanità, ai musei. Chiediamo la convocazione di questo tavolo  dal quale esca la cooperazione del trentino del futuro.


Masè (Civica Trentina): aiutiamo i Paesi poveri a superare i problemi ambientali.


Vanessa Masè (Civica Trentina), portando alcune esperienze personali, ha sottolineato la gravità dei problemi ambientali dei paesi del sud del Mondo e, in positivo, le capacità di riscatto anche attraverso esempi di micro imprenditoria che vengono realizzati con l’aiuto della cooperazione internazionale, anche di  quella trentina.


Ferrari (PD): la cooperazione internazionale è un’eccellenza trentina.


Sara Ferrari (Pd), ex assessore alla cooperazione internazionale, ha salutato con soddisfazione la nascita di Farete perché anche per l’ente pubblico è un bene avere un interlocutore unico o comunque significativo. La consigliera del Pd ha detto che spesso si parla di cooperazione senza conoscerla, ed ha aggiunto che si tratta di un’eccellenza trentina, riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Il Trentino, la sua reputazione, ha avuto molto dalla cooperazione internazionale. Nelle ambasciate sanno chi è il Trentino anche grazie al lavoro delle nostre associazioni che sono la faccia della nostra provincia, una credibilità sulla quale si possono anche innescare processi di business. Un lavoro che ha richiesto anni di impegno, ha continuato Sara Ferrari, e che qui da noi coinvolge quasi tutte le realtà locali, dalle parrocchie ai centri di ricerca. Mettere in discussione tutto questo in modo acritico fa perdere punti al nostro territorio. La cooperazione internazionale, ha detto ancora, è una delle chiavi anche della competitività del Trentino. Se in Africa, col Muse si sta facendo riforestazione, ciò avvantaggia loro ma anche il sistema globale. Prima di intervenire su questo settore si deve conoscerlo. Bill Gates, ha ricordato ancora Sara Ferrari, in un incontro internazionale a New York, ha citato un progetto che Fbk ha fatto con alcune Università americane sullo studio della diffusione dell’ebola. Fatti che hanno permesso al Trentino di affacciarsi alla ribalta planetaria.


Rossi (Patt): la Giunta ha messo in difficoltà le associazioni.


Ugo Rossi (Patt) ha affermato che quello della cooperazione internazionale è un dibattito centrale perchè, al di la delle implicazioni economiche, il Trentino è il territorio che, in Italia, con l’Alto Adige, dedica più tempo al volontariato Un lavoro che, al di là degli slogan, viene fatto anche per aiutare le persone a casa loro. Negli anni, ha ricordato, si è costruito un sistema efficiente che ha un valore inestimabile. Però, ha ricordato il capogruppo Patt, nell’ultimo anno ci sono persone che hanno lavorato contando su risorse pubbliche che sono state sospese dalla nuova Giunta. Così non si fa, ha affermato, perché si è creato un vulnus che va rimosso. E’ legittimo da parte di un governo voler cambiare, ma, ha insisto l’esponente del Patt, i progetti nati con i criteri vecchi vanno portati avanti.


De Godenz (UpT): la cooperazione internazionale fa parte della tradizione trentina.


Piero De Godenz (UpT) ha sottolineato il valore della cooperazione internazionale, che affonda la radici nelle nostre migliori tradizioni. Serviranno verifiche, ragionamenti, ha detto, ma si deve andare avanti. Uno 0,25% del bilancio ce lo possiamo permettere per aiutare le persone a crescere, anche per evitare quella che viene definita l’”invasione” dell’Europa. De Godenz ha riconosciuto alla presidente della Quinta commissione di aver dimostrato, con l’audizione di Farete, sensibilità su questo tema.


Ghezzi: cerchiamo soluzioni concrete per riavviare i progetti.


Paolo Ghezzi (Futura) ha affermato che la commissione deve andare oltre la mera audizione, perché l’argomento della cooperazione internazionale potrebbe essere bipartisan, concreto e non ideologico. Non a caso, sia la presidente Ambrosi che Vanessa Masè hanno detto cose molto belle sulla cooperazione, e le migliaia di volontari che lavorano nelle associazioni sicuramente appartengono a tutti gli schieramenti politici, quindi anche quelli preoccupati della presenza degli stranieri sul nostro territorio. Infine, il consigliere di Futura, ha chiesto a Martinelli cosa implica il blocco delle risorse della Pat fino al gennaio 2020 e cosa la Quinta commissione potrebbe fare in concreto per superare queste difficoltà.


Sì all’incontro con Spinelli, alla visita al Centro per la coop internazionale e ad alcuni progetti nei Balcani.


Martinelli, rispondendo alla proposta di Alessia Ambrosi di prevedere una seduta della Quinta con l’assessore Spinelli anche per capire i perché della sua scelta, ha detto che ogni occasione di dialogo è gradita perché fin ora questo dialogo non c’è stato. Le scelte, ha detto il presidente di Farete, non sono state condivise e si basano su una conoscenza parziale. Nel concreto Martinelli ha ricordato che lo spostamento da marzo a settembre dei bandi con decisione a gennaio significa mettere in difficoltà per un anno tutti i progetti. Tutti i piani fatti tenendo conto di questa opportunità saltano e quindi saltano le possibilità di rispondente alle 600 mila persone che li aspettano. Molti punti della decisione dell’assessore, ha continuato, non sono chiari, quindi un incontro con lui va benissimo. Va aperto anche un tavolo con le aziende per capire come vedono le scelte dell’assessorato.

Sara Ferrari ha detto che la Quinta commissione ha bisogno di approfondire di più il problema, anche con il Centro per la cooperazione internazionale che ha il ruolo di fare ricerca su questo tema e dà supporto alle associazioni e valuta i progetti. Una visita a questo centro, da pare dei consiglieri, ha aggiunto, sarebbe importante così come importante sarebbe una missione per vedere cosa si sta facendo. Va inoltre aperto un processo partecipativo su questo passaggio che probabilmente implicherà anche una revisione della legge.

La Presidente della Quinta commissione, infine, ha messo ai voti (il sì è stato unanime) la visita al Centro per la cooperazione internazionale, la richiesta di un incontro con l’assessore Spinelli e la programmazione di una missione a progetti di cooperazione nei Balcani.