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12/09/2017 - In aula o in commissione

Question time e risposte di oggi in aula

Consiglio provinciale, iniziato l'esame dei disegni di legge

Question time e risposte di oggi in aula

In allegato, l'ordine del giorno con la possibilità di accedere ai testi in discussione

Questa la sintesi delle 16 interrogazioni a risposta immediata discusse oggi in aula dal Consiglio provinciale.

 
 
 

Massimo Fasanelli (Gruppo Misto)

Criteri adottati per

la promozione dei territori

con i post su Facebook


Il consigliere chiede quali siano i criteri adottati per la selezione dei post pubblicati sulla pagina Facebook di Visit Trentino, se i vari territori della provincia siano stati adeguatamente informati di questa opportunità di promozione turistica, quale sia l'indotto economico generato dal turismo in Vallagarina (alla quale tra il 1 aprile e il 31 luglio sono stati dedicati solo 15 post, pari al 4,3% del totale) e quanto incida sul bilancio provinciale.

La risposta. L'assessore Dallapiccola ha assicurato che dal punto di vista turistico la Vallagarina è stata ampiamente promossa da Trentino Marketing. Il peso quantitativo della Vallagarina nel turismo del Trentino è pari al 2,3%, ma i numeri, ha aggiunto, sono sterili perché non rivelano che dal punto di vista agricolo ed enogastronomico quest'area ha notevole importanza.

La replica. Fasanelli ha apprezzato la risposta dell'assessore e ha auspicato che con la pubblicità indotta dalla vittoria di una trentina al concorso per miss Italia, anche l'immagine turistica della nostra provincia riceva un nuovo impulso.



Claudio Cia (Gruppo misto)

Sulla zanzara Anopheles

in Trentino e sui casi di malaria

negli ultimi 5 anni


Cia ha chiesto di sapere se sia possibile escludere senza ombra di dubbio che che in Trentino sia presente la zanzara del genere Anopheles e in tal caso quali informazioni si hanno per comprendere le modalità dell'infezione mortale e, infine, quanti cittadini trentini e stranieri sono stati trattati per malaria negli ultimi cinque anni e il numero dei decessi.

La risposta. L'assessore ha risposto affermando che nel caso della bambina si stanno effettuando analisi che richiedono tempo, Sulle anofele ha ricordato che sono presenti 16 specie di anofele, in Trentino e il progetto Lexen, finanziato dalla Pat nel 2014 – 17 sono stati effettuati 49 campionamenti in 18 comuni e sono state analizzare 28.765 zanzare. Lo lo 0,34% di queste sono risultate anofele e quindi c'è una presenza sporadica. Per la malaria, pur essendo delle specie che rappresentano vettori secondari la letteratura non fornisce elementi sulla loro capacità di trasmettere la malaria. Ulteriori studi verranno fatti dall'Istituto superiore di sanità, La Mach sta effettuando altri studi. Cinquantuno sono stati i casi di malaria due dei quali mortali. Di questi casi 18 hanno interessato cittadini trentini.

La replica. Il consigliere ha detto di essere sorpreso del fatto che la tra le possibilità è stata annoverata quella del contagio della bambina con un ago pungi dito usato per il diabete. Una modalità, per Cia, impossibile. Infine, il consigliere ha chiesto che i donatori vengano messi in una situazione di attesa.



Marino Simoni (Progetto Trentino)

Sul passaggio dalla

formazione professionale

agli istituti di istruzione


Simoni ha chiesto se l'attivazione delle nuove modalità per passare dal terzo o dal quarto anno della formazione professionale ad istituti di istruzione senza esami di ingresso, vale per tutte le scuole professionali o solo per il don Milani e l'Alberghiero di Rovereto. Vuole poi sapere se i 20 posti attivati in questi istituti siano sufficienti per garantire il prosieguo degli studi a tutti gli studenti interessati e, infine, a quanto ammontano le risorse necessarie per l'attivazione di percorsi nell'ambito degli stanziamenti dei capitoli di spesa per il personale della scuola e se queste risorse esistono.

La risposta. Il presidente Rossi ha risposto che in base alla delibera approvata dalla Giunta il 1° settembre, il passaggio richiede una progettazione concordata tra la scuola professionale e la scuola superiore. Fin'ora le uniche scuole che hanno chiesto questo passaggio sono, appunto, quelle dei due istituti di Rovereto. Nulla vieta però che pervengano altre richieste per definire poi anche il numero delle classi da coinvolgere in questi percorsi. I 20 posti previsti fino ad oggi derivano dall'esperienza del “don Milani” di Rovereto, ma il numero potrà essere aumentato come anche le risorse (ad oggi la Provincia ha investito 220.000 euro).

La replica. Simoni ha precisato di aver chiesto informazioni anche sul passaggio senza esame integrativo dalle classi quarte alle quinte delle scuole professionali alle superiori. In ogni caso ha giudicato positiva la possibilità del passaggio dalle scuole tecniche ai licei.



Nerio Giovanazzi (AT)

Sull'impresa che ha eseguito

male il ripristino di una

pavimentazione stradale


In merito al ripristino mal eseguito della pavimentazione nel tratto iniziale della rotatoria lungo la strada che che da Sarche porta a Ponte Olivetti, problema che mette in pericolo soprattutto chi transita in bicicletta, Giovanazzi chiede la ragione dell'opera lavori, l'impresa da cui è stata realizzata, il nome del direttore dei lavori e se la Giunta intende intervenire per riportare la situazione alla normalità e garantire la sicurezza.

La risposta. Il presidente Rossi ha riferito che gli uffici competenti si sono già attivati presso il Comune di Madruzzo, anche se i tempi della ri-bitumatura completa che crea pericolo non sono ancora definiti.

La replica. Giovanazzi ha segnalato che il terreno è stato lasciato a riposo per circa un anno e mezzo, sufficiente perché il terreno si assestasse. Quindi ora i lavori si possono sicuramente effettuare.



Claudio Civettini (Civica Trentina)

Sui test di ammissione

per il numero

chiuso all'università


Il consigliere chiede se per l'accesso all'università di Trento si stia registrando una crescita di selezioni a numero chiuso e in quali facoltà e termini, se si condivida che non è con i test che si fanno emergere i talenti, se si intende rivedere questo sistema per introdurre una forma di selezione diversa, da effettuare nel corso del primo anno accademico perché emergano gli studenti che meritano di andare avanti.

La risposta. L'assessora Ferrari ha precisato che all'università di Trento negli ultimi due anni le selezioni per il chiuso non sono cresciute ma sono risultate stabili. Quanto alla seconda domanda, la scelta organizzativa del numero chiuso compete ala cda dell'Università di Trento e ad oggi non c'è motivo di suggerire la revisione di questa regolamentazione d'accesso. Innanzitutto perché siamo in presenza di una sospensiva del Tar e non di una sentenza definitiva. I numeri attuali dicono che a fronte di 3.600 posti disponibili vi sono circa 9.000 domande, vale a dire 2,6 candidature in media per ciascun accesso. Tuttavia in tutta Italia ogni ragazzo può iscriversi ai test di accesso di più atenei e a Trento vi è chi prova l'ingresso in 4 facoltà diverse. Questo sistema si regge su una dinamica nazionale e quindi Trento non può fare da solo un passo indietro su questo sistema di ammissione. Diverso sarebbe se la sentenza del Tar di Milano dovesse condannare questo sistema, perché questo aprirebbe una riflessione a livello nazionale. E in questo caso anche la Provincia e l'università di Trento ragioneranno sulla possibilità di un sistema più democratico. I posti sono funzionali alla disponibilità di aule e docenti ma anche dei servizi offerti. Oggi la valutazione degli atenei è una ragione della capacità di attrazione degli studenti. Sono calati gli studenti che abbandonano e i fuori corso e chi si iscrive all'università oggi è più motivato a completare il percorso con successo, vale a dire laureandosi. I tassi di occupazione di laureati all'università di Trento dimostrano che l'attuale sistema a numero chiuso sta funzionando bene.

La replica. Civettini ha ribadito la domanda circa la capacità del test di evidenziare le capacità e qualità degli studenti. Meglio sarebbe adottare un sistema meritocratico con alla base un accesso libero perché alla laurea arrivino effettivamente gli studenti migliori per una determinata facoltà. Sarebbe opportuno poter iniziare un percorso per il quale si è motivati a prescindere dai test di ammissione che spesso mortificano questi studenti.



Mario Tonina (UpT)

Anticipare i lavori per

completare la ciclabile

Sarche-Giudicarie


Tonina ha chiesto se l'intervento riguardante il collegamento con l'abitato di Sarche della pista ciclopedonale delle Giudicarie, per realizzare il quale l'inizio dei lavori è previsto nel giugno 2019, può essere anticipato, mettendo in sicurezza del tratto di strada interessato, per evitare il pericoloso transito delle biciclette dalle strade statali 37 e 45 bis, che oltretutto rallentano il traffico, visto che la Provincia ha comunque impegnato gran parte delle risorse.

La risposta. L'assessore Dallapiccola ha promesso di impegnarsi a verificare entro la fine di quest'anno se sarà possibile anticipare al 2018 i lavori che dovrebbero iniziare nel giugno del 2019.

La replica. Tonina ha apprezzato l'impegno preso da Dallapiccola, ricordando che in tal modo si potrà anche andare verso il completamento del circuito rendendo sicuro il percorso che dall'Alto Garda porta verso le Giudicarie. La Provincia ha investito molto e si tratta ora di completare le ciclabili con interventi anche poco onerosi da prendere in considerazione



Lucia Maestri (PD)

Anno della cultura,

la Pat presenterà

progetti?


La consigliera ha chiesto alla Giunta se sia stata programmata qualche proposta a livello locale per l'anno Europeo del patrimonio culturale, se sarà possibile organizzare qualche progetto coinvolgendo le scuole trentine e se sia stata valutata la possibilità di partecipare al bando per le iniziative transnazionali.

La risposta. L'assessore Dallapiccola ha segnalato che in autunno è prevista da parte della Provincia la pubblicazione di un bando con un budget di 5 milioni di euro del Programma Europa Creativa, riservato al finanziamento di progetti transnazionali relativo alla realizzazione di attività connesse all'Anno europeo del patrimonio culturale. Per questo è previsto un co-finanziamento massimo della Commissione di 200.000 euro per ciascun progetto. I dettagli del bando, ad oggi, non sono ancora noti, ma è stato anticipato che si focalizzerà sugli aspetti educativi e sulle giovani generazioni, sul patrimonio culturale comune dell'Europa anche come opportunità di sviluppo economico. Quando saranno ufficializzati termini e modalità del bando la Provincia sarà parte attiva nel valutare le più opportune modalità per parteciparvi e per contribuire, con propri progetti, alle finalità indicate. L'Anno europeo sarà lanciato ufficialmente il 7 e l'8 dicembre 2017 durante il Forum europeo della cultura che si terrà a Milano. Ancora, la rete Errin (European Regions Research and Innovation Natwork), di cui la Provincia è partner e a cui sta collaborando, intende organizzare un evento sul tema dell'identità europea con il coinvolgimento dei musei storici e della guerra. L'evento avrà luogo nel 2018 inserendosi nel contesto dell'Anno europeo del patrimonio culturale e del 100° anniversario della fine della Grande Guerra. Quanto al comitato europeo delle regioni, la Provincia sta valutando la possibilità di proporre un'attività o un progetto nell'ambito delle iniziative che il Comitato promuoverà nel quadro dell'Anno europeo del patrimonio culturale. Inoltre è prevista la partecipazione ad Art Lab 17 che si terrà a Mantova il 28-29 settembre (tra 15 giorni) dedicato al tema dell'Anno europeo del patrimonio culturale. Entro fine ottobre

La replica. Maestri ha sottolineato che “il Consiglio è purtroppo estraneo alle strategie della Giunta per l'utilizzo dei fondi europei. Ed è disarmante – ha proseguito – dover presentare un'interrogazione per sapere se la Giunta ha o non ha una strategia. Se non fosse stata presentata quest'interrogazione a risposta immediata e non vi fosse stata una risposta, l'assemblea legislativa sarebbe rimasta all'oscuro di queste scelte”.



Walter Kaswalder (Misto)

Camere miste

l'assessorato cosa

intende fare?


Il consigliere ha chiesto quali direttive siano state date ai direttori degli ospedali per evitare le camere miste. E se l'assessorato alla salute sia informato sul fatto che queste situazioni sono molto frequenti e quali iniziative intenda adottare per evitarle.

La risposta. L'assessore Zeni ha ricordato che ordinariamente nei reparti degli ospedali trentini questa separazione è prassi anche se può capitare in situazioni eccezionali, per fronteggiare le quali garantendo la privacy si ricorre all'inserimento di tende divisorie all'interno delle camere. L'indicazione data dalla Provincia e dall'Apss prevede comunque il rispetto della divisione tra stanze maschili e stanze femminili. Certo, ha riconosciuto Zeni, in un ospedale con la logistica del S. Chiara vi possono essere casi in cui pazienti di genere diverso vengono ricoverati assieme, ma solo perché si tratta di soluzioni inevitabili per dare risposte a chi ne ha la necessità.

La replica. Kaswalder ha assicurato che l'inserimento di uomini e donne nella stessa camera negli ospedali del Trentino non è affatto un'eccezione ma è ormai diventata una prassi, e ha sollecitato l'assessore a cercare una soluzione perché – ha concluso – vi sono persone ultracinquantenni che di questa separazione degli spazi hanno assoluto bisogno.


Filippo Degasperi (5 Stelle)

Quali incentivi

per l'acciaieria

di Borgo?


Il consigliere ha chiesto alla Giunta di sapere di quali incentivi e contributi Pat ha finora beneficiato lo stabilimento siderurgico di Borgo; quali sono gli interventi previsti dal programma di investimento, come giudichi la Pat il piano industriale e se ci sia l'intenzione di intervenire con ulteriori incentivi.

La risposta. L'assessore Olivi ha risposto che per la riapertura del sito vi era stato un contributo finanziato nel 2009 con 236.000 euro, che aveva posto come condizione il mantenimento di tutta l'occupazione. Vi è stata in seguito la concessione di un contributo di 2.607.112 euro a sostegno di un investimento ambientale programmato dall'azienda per migliorare le tecniche di aspirazione e abbattimento delle polveri. Contributo che però, ha precisato Olivi, non è mai stato erogato perché la società beneficiaria aveva presentato istanza di concordato nel 2013. Intanto vi era stato un affitto d'azienda da parte della Leali Steel, cui non è erogato il contributo concesso. Il 21 giugno scorso il tribunale di Trento ha aggiudicato ad Acciaierie Venete l'affitto dell'azienda che avrà durata otto mesi. L'eventuale erogazione del contributo concesso dalla Provincia potrà avvenire, ha ricordato Olivi, solo a tre condizioni: la definitività del titolo di proprietà dei beni aziendali, la verifica della realizzazione degli investimenti per la protezione ambientale, e l'avvio di una domanda ad oggi non ancora perfezionata. L'assessore ha segnalato poi che la Provincia non possiede un piano industriale perché Acciaierie Venete non l'ha presentato. Di certo si sa solo che la società aveva proposto 40 milioni di euro per l'acquisto dello stabilimento e si era impegnata ad assumere i 102 lavoratori dell'azienda.

La replica. Degasperi si è augurato che questo piano industriale lodato da qualcuno sui giornali arrivi anche all'attenzione della Provincia. Interessa soprattutto capire, ha aggiunto, cosa la proprietà ha intenzione di fare, perché per ora si hanno solo inadempienze rispetto agli impegni assunti in termini ambientali, con lo sforamento dei limiti dell'utilizzo di sostanze inquinanti e con due proroghe conseguentemente concesse dalla Provincia. Ma per Degasperi il tempo delle proroghe e degli sforamenti “consensuali” oggi è finito. Dalla lettura del piano industriale che Degasperi ha invitato a reperire, dovrebbe emergere la conclusione di questo stillicidio di inadempimenti e sforamenti.


Giuseppe Detomas (Ual)

Sull'ipotesi di

chiudere al traffico

anche Passo Carezza


Il consigliere vuole sapere se sia fondata la notizia fornita da alcuni quotidiani locali secondo la quale si vorrebbe allargare anche al Passo Carezza “l'esperimento" di quest'estate di chiusura del Passo Sella ai veicoli motorizzati per nove mercoledì. Ciò comporterebbe gravi effetti negativi sui collegamenti con la val di Fassa, apertamente contraria a quest'ipotesi. Detomas chiede inoltre se la Giunta abbia intenzione di studiare qualche ipotesi di limitazione del traffico su questo passo, se siano stati sentiti su questo punto gli amministratori locali e se si conoscano proposte avanzate al riguardo dalla Provincia di Bolzano.

La risposta. Il Presidente Rossi ha telegraficamente fugato ogni dubbio circa le intenzioni di chiudere o limitare il traffico sul Passo Carezza.

La replica. La risposta conforta molto me e tutta la valle di Fassa, ha replicato Detomas: avere due città di riferimento, ovvero Trento e Bolzano, anziché una è sempre stato un nostro punto di forza.



Gianpiero Passamani (UpT)

Sul contenimento dei

cinghiali e gli agricoltori

danneggiati in Valsugana


Visti i danni crescenti causati all'agricoltura dai cinghiali soprattutto nell'Alta Valsugana, il consigliere vuole sapere quanti ne siano stati abbattuti e si preveda di abbatterne, come si intenda agire per contenere la popolazione di questi animali in quest'area, quali siano gli orientamenti del Comitato faunistico provinciale e le misure per indennizzare gli agricoltori danneggiati.

La risposta. L'assessore Dallapiccola ha chiarito che in Provincia di Trento si è sempre assunto un procedimento responsabile che esclude il suide dalla cacciabilità privata. La Provincia di Bolzano ha certificato che l'anno scorso ha abbattuto 9 cinghiali, mentre noi ne abbiamo abbattuti nello stesso anno 300, 50 dei quali nella sola Valsugana. Quest'anno in particolare nella zona delle Vezzene e sinistra Brenta abbiamo implementato in via transitoria l'azione della forestale con l'intervento dei cacciatori. Per quanto riguarda i danni sotto soglia sono previsti interventi diretti da parte dell'ente gestore della caccia, e dal 2008 sono stati erogati complessivamente 107.000 euro (54 per danni da pascoli, 36 ai prati e il resto per danni a coltivazioni di mais e viti). Nella zona della Valsugana sono state messe in campo tutte le azioni possibili e le risultanze le valuteremo a tempo debito.

La replica. Soddisfatto della risposta il consigliere Passamani, che ha sollecitato a tenere alta l'attenzione su questo problema, auspicando una soluzione positiva.



Walter Viola (Progetto Trentino)

La Provincia deve tutelare

le organizzazioni di volontariato

dalla riforma nazionale del settore


Viola chiede chiarimenti sull'applicazione nel nostro territorio del decreto legislativo del 3 luglio scorso, che introducendo il Codice del Terzo Settore prevede per le organizzazioni di volontariato un determinato rapporto tra numero di volontari e numero di lavoratori retribuiti. La definizione di questo rapporto escluderebbe molte organizzazioni di volontariato attive nella nostra provincia dall'iscrizione al registro unico nazionale, perché da noi il personale retribuito può anche prevalere su quello non retribuito. Viola chiede quindi come si intenda salvaguardare le organizzazioni di volontariato locali e il peculiare sistema di welfare del Trentino, che vede l'impegno gratuito e insostituibile dei volontari per assicurare alcuni servizi fondamentali.

La risposta. Il presidente Rossi ha chiarito che la clausola di salvaguardia ha una portata tale da richiedere la necessità di un ulteriore approfondimento, sia per quanto riguarda i decreti attuativi che la possibilità di procedere con una norma di attuazione ad hoc o legiferare autonomamente, previo accordo con il governo. Tre modi di affrontare il problema che giustamente il consigliere ha sollevato. C'è un focus di attenzione particolare per quella quta di volontariato quale quello decisivo dlele scuole dell'infanzia che da un punto di vista di approccio politico è intenzione unanimen salvaguardare. Abbiamo circa 18 mesi per fare delle riflessioni ulteriori dichiarando fin d'ora la disponibilità a mettere in campo anche interventi legislativi ad hoc.

La replica. L'intenzione era proprio quella di sollevare la questione, ha chiarito Viola perché luglio è comunque vicino. Questa è in ogni caso l'ennesima riprova che quando lo stato interviene su questioni importanti a livello nazionale, non ha un occhio di riguardo per le autonomie e le nostre peculiarità. In questo caso, ha notato, le norme incidono sul terzo settore che è uno dei forti motivi della nostra autonomia perché funziona e funziona particolarmente bene.



Donata Borgonovo Re (PD)

Buonconsiglio

a che punto è

l'ascensore?


La consigliera ha chiesto alla Giunta di sapere a che punto si trova il progetto, atteso dal 1992, per realizzare un ascensore nel castello del Buonconsiglio a Trento. Donata Borgonovo Re, inoltre, ha chiesto se ci sono stati reclami da parte di turisti o associazioni di tutela dei disabili.

La risposta. Ha risposto l'assessore Dallapiccola, chiarendo che il progetto commissionato dalla Soprintendenza è ancora in fase di studio perché risulta assai complessa la valutazione dell'opera nell'impatto che dovrebbe facilitare gli accessi e insieme compromettere il meno possibile la qualità dell'immobile. Tra gli elementi sopraggiunti la riqualificazione di piazza della Mostra e la riconsiderazione del percorso di accesso al Castello. Quanto a reclami si segnalano solo alcune alcune email di richiesta o meno della presenza di forme di facilitazione della visita.

La replica. Borgonovo Re ha chiesto copia della risposta e si è detta contenta di sapere che l'associazione Handicrea verrà nuovamente coinvolta in quello che si spera non sia l'ennesimo rinvio: se verranno prospettate soluzioni migliori che tutelino la struttura e nel contempo facilitino l'accesso saranno ben accolte.



Piero De Godenz (UpT)

Lupi, la Pat

come difende

gli allevatori?


Il consigliere chiede alla Giunta se intenda condividere con la Provincia di Bolzano iniziative per proteggere gli allevatori dai danni provocati dal lupo e se intenda avviare azioni specifiche per evitare che la situazione sfugga di mano. Una situazione che preoccupa molto la popolazione locale.

La risposta. Ha risposto l'assessore Dallapiccola spiegando che la Giunta sta procedendo in costante accordo con Bolzano. Tuttavia, diversa è l'esternazione di natura politica del presidente Kompatscher che ha dichiarato di voler uscire dai progetti WolfAlp e LifeUrsus, che personalmente non ho ascoltato. Nel mentre sul livello europeo e nazionale si sta spingendo sul controllo della specie dall'altra in Trentino e anche in Alto Adige ci sono dei reali problemi. Ci sono alcuni ingredienti che mitigano i danni che, ha detto per inciso Dallapiccola, vengono pagati al 100%: mettere gli animali nel recinto, prendere un pastore e sobbarcarsi nuove spese. Siamo molto contrariati per questa situazione, ha aggiunto, perché a questo punto possiamo solo prevenire e mitigare i danni, ma non controllarli a priori, con un'impotenza di fondo della politica che, ha rassicurato, sta lavorando a tutti i livelli per avere una legge anche attraverso contatti con Bruxelles.

La replica. La convergenza con Bolzano fa piacere, ha notato De Godenz, così come la volontà di avere un controllo del territorio ed agire per gestire le nostre montagne e arginare il fenomeno. Le nostre montagne sono un patrimonio unico che dobbiamo tutelare in maniera convinta e congiunta, ha detto.



Rodolfo Borga (Civica Trentina)

Perché in emodialisi

si sono ridotti

gli infermieri?


Il consigliere ha chiesto di sapere il perché della scelta di ridurre, per quanto riguarda l'emodialisi, il rapporto infermieri–pazienti da 1 a 3 a 1 a 4. Borga chiede se questa riduzione non comporti, oltre ad un maggior carico per gli infermieri, il peggioramento del servizio e della qualità dell'assistenza con rischi per la sicurezza dei pazienti e degli operatori.

La risposta. L'assessore Luca Zeni ha chiarito che una delibera della Giunta del luglio scorso chiariva gli standard minimi generali da non ridurre per garantire la qualità del servizio. I parametri minimi sono costruiti sulla base di robuste esperienze di valutazione e non per motivi di risparmio economico. Pe ri diversi reparti e diverse figure professionali, questi parametri sono vincolanti e tali da soddisfare sicurezza, efficacia e assistenza al paziente e di solito sono superiori a quelli adottati da altre regioni. Per l'emodialisi i criteri di dotazione di personale rislagono agli anni '80 e da allora l'evoluzione del trattamento e delle tecnologie hanno velocizzato e conseguientemenet comportato la riduzione del personale. Diverse regioni hanno rivalutato i parametri di personale e rivisto gli standard tenendo conto delle valutazioni dei clinici settore per settore. Ciò non toglie che la situazione sarà oggetto di costante monitoraggio.

La replica. La risposta dell'assessore è ovvia, ha notato Borga, ma le decisioni sono state prese senza sentire la categoria ed è innegabile che ci sia stato un taglio, pari al 25%, delle risorse umane. Speriamo, ha aggiunto, che ci sia un'attenzione e un approfondimento sentendo anche i rappresentanti degli operatori che dovranno dare seguito a queste nuove direttive.



Maurizio Fugatti (Lega Nord)

Quando riaprirà

il Punto nascite

di Cavalese?


Il consigliere ha chiesto alla Giunta, visto che dopo mesi di proclami e rassicurazioni il Punto nascite di Cavalese rimane chiuso, quale sia la situazione dello stesso Punto nascite, dei reparti di ginecologia e pediatria, quale personale specialistico sia presente e quando ci sarà la riapertura.

La risposta. L'assessore Luca Zeni ha brevemente riepilogato le motivazioni che hanno portato alla deroga da parte del Ministero che ha a che fare con la collocazione orografica in zona svantaggiata del punto nascite in questione. La Pat si è mossa in due direzioni: verso gli standard, istituendo anche un tavolo di confronto con le regioni interessate per presentare al Ministero una proposta di standard ad hoc e verso la ricerca di personale tramite l'utilizzo di tutte le procedure previste, azione che non è mai cessata ed è tuttora in corso. Attualmente ci sono due dirigenti medici pediatri un direttore due dirigenti medici 5 infermieri e 7 ostetriche per ginecologia. Una volta che le procedure avranno portato all'individuazione delle figure necessarie verrà completata l'equipe e sarà riaperto il punto nascite di Cavalese. I numeri dal 1 gennaio al 31 agosto dicono che ci sono stati 116 colloqui in percorso nascita e 97 nati in val di Fiemme e 54 colloqui e 44 nati in val di Fassa per un totale di 143 nati tra Fiemme e Fassa.

La replica. Resta il dubbio che ci sia la volontà di non riaprire, ha replicato Fugatti. Staremo a vedere.


 

Il Consiglio provinciale prosegue i lavori con l'esame del primo dei sei disegni di legge all'ordine del giorno, dedicato alla lotta allo spreco e al recupero delle eccedenze alimentari e non alimentari.


 


 


 


 


 


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