L'intervento del presidente del Consiglio provinciale in occasione della Giornata dell'autonomia
Dorigatti: la forza della specialità statutaria si affermerà solo attraverso un'intesa con Bolzano
In allegato, il testo integrale del discorso e foto
La "forza
dell'autonomia" si può rilanciare solo con un processo di
riforma convergente dell'unico Statuto che accomuna le province di
Trento e Bolzano. Un processo ispirato ad un "pensiero
regionalista" che dovrebbe indurre i due territori a "riannodare
i fili di un confronto sereno, iniziando, ad esempio, dall'urgente
necessità di stabilire le procedure dell'agire prossimo, per trovare
una proficua intesa fra noi; per evitare rigide chiusure e fughe in
avanti, giungendo, ad una condivisione estesa e moderna". Sta in
questi concetti il "cuore" dell'intervento, non di
circostanza, con cui il presidente del Consiglio provinciale Bruno
Dorigatti ha aperto oggi a Trento, in una gremita Sala Depero e dopo
l'introduzione musicale affidata al coro solandro Sasso Rosso diretto
da Adriano Dalpez (che ha eseguito l'inno al Trentino di Pedrotti e
Varda la luna di Pigarelli), la cerimonia ufficiale organizzata per
la "Giornata dell'autonomia", nel 71esimo anniversario
della firma dell'accordo tra De Gasperi e Gruber.
La
storia, ha
ammonito Dorigatti, ci
indica chiaramente come i momenti dello sviluppo maggiore di queste
valli, del
Trentino
e
dell'Alto
Adige/Südtirol,
furono e sono quelli della collaborazione, della sinergia e della
fiducia, anziché quelli delle chiusure, del rifiuto e delle
crescenti lontananze. Grazie
a queste relazioni propositive è nata, ad esempio, l'innovativa
istituzione euroregionale, "mentre
il silenzio e la diffidenza reciproca hanno prodotto solo una scia di
rancori ed hanno azzoppato il cammino di tutti".
"Cinquant'anni
fa, ha
ricordato il presidente del Consiglio trentino, queste
valli erano scosse da fermenti drammatici e violenti, che aprivano
stagioni irte di pericoli e di fratture. Solo la caparbia tenacia di
veri statisti, come Silvius Magnago da un lato ed Aldo Moro
dall'altro, consentirono di arginare ogni deriva nazionalista e di
aprire una stagione segnata dalle comprensioni anziché dalle bombe".
Le criticità
della Convenzione, ma anche la Consulta ha un problema.
A
proposito dei due organismi attivati nella nostra provincia e in
quella di Bolzano per elaborare una proposta di riforma dello Statuto
di autonomia, Dorigatti non ha nascosto le
sue preoccupazioni.
Perché,
ha osservato, mentre
la Consulta per la riforma dello Statuto del Trentino Alto
Adige/Südtirol
ha prodotto una "riflessione aperta e democratica" con
"un'approfondita
analisi sullo stato dell'attuale fase autonomistica", ed "ha
avviato un confronto con la comunità e tutte le forze politiche e
sociali", invece il
percorso parallelo sviluppatosi
nella vicina provincia di
Bolzano "sembra aver trovato taluni ostacoli e difficoltà
originate, forse, anche da un'eccessiva politicizzazione delle
contrapposizioni, da una ricerca del consenso anche più estremo e da
qualche punta di solitudine autoreferenziale". Alcune "logiche
della conservazione – ha
proseguito il presidente riferito
alla Convenzione – hanno
prevalso sul più moderno
linguaggio del dialogo e dell'incontro, facendo forse più appello
agli egoismi che non ad un grande disegno di progresso comune".
Dorigatti ha tuttavia
segnalato anche le
criticità che sta
affrontando la Consulta
per la riforma dello Statuto in Trentino. Criticità individuabili,
ha precisato, nei "processi
di partecipazione" avviati "che, pur essendo molto
strutturati sotto il profilo della comunicazione e della conoscenza,
non hanno prodotto quei livelli di partecipazione che si attendevano,
confermando in ciò una sorta di "trend" della disaffezione
all'autonomia, che già avevamo avuto modo di monitorare
come carenza di una diffusa coscienza collettiva". A
venir meno, ha osservato il presidente, è il "principio
di responsabilità", sul quale fino ad oggi si sono fondate le
ragioni dello sviluppo e che costituisce patrimonio fondamentale
dell'etica dell'autonomia. La perdita progressiva di questo
principio, ha
continuato Dorigatti, spiega
perché oggi l'autonomia
fatichi
sempre
più a trovare ragioni d'esistere, a marcare differenze, a farsi
luogo dell'innovazione ed a recuperare quel suo tessuto morale che
vedeva tutti i trentini protagonisti del loro tempo e del domani,
senza mai lasciare nessuno un passo indietro".
Guardiamo
con attenzione ai referendum in Veneto e Lombardia.
Dorigatti
ha accennato anche ai referendum per ottenere
l'autonomia
speciale previsti in ottobre nel
Veneto
e in Lombardia. "Più
deleghe alle Regioni ed agli Enti territoriali – ha detto –
maggiore coinvolgimento delle periferie e diffusa cultura della
responsabilità, sono i requisiti per qualunque dibattito di riforma
dello Stato, come quello avviatosi recentemente anche con i
referendum dei vicini amici
veneti
e lombardi, cui guardiamo con positiva attenzione".
L'intesa
con l'Alto Adige/Südtirol
è
"l'essenza di ogni priorità".
Che
fare oggi allora per
dare un futuro alla nostra specialità?
Per
il presidente
del Consiglio provinciale occorre "riprendere
in mano il coraggio che fu dei padri dell'autonomia trentina e
sudtirolese e rilanciare in avanti le urgenze del cambiamento,
proiettando, in tal modo, l'autonomia e l'unicità dello Statuto sul
fondale del futuro. Solo così si potrà potenziare il dialogo
reciproco, nella consapevolezza che oggi l'intesa con Bolzano
costituisce l'essenza di ogni priorità".
"E’
in quest’ottica –
ha proseguito Dorigatti – che si
potranno immaginare anche ulteriori mutazioni dell'ente regionale,
con il solo vincolo inderogabile dell'unicità dello Statuto
d'autonomia, recuperando da un lato lo spirito che animò la nascita
del secondo Statuto nei primi anni Settanta e dall'altro accogliendo,
come viatico positivo, le recenti parole del Presidente della
Provincia autonoma di Bolzano in tema di autodeterminazione".
"Parole importanti
–
ha aggiunto il presidente del Consiglio trentino – con le
quali si è definitivamente chiusa un'epoca ed aperta, al contempo,
la strada per un dialogo fra noi che sarà possibile solo se, con
senso di responsabilità, ognuno sarà pronto a fare un piccolo passo
indietro, per poterne fare poi di molto grandi in avanti".
Superare
le barriere linguistiche.
Dorigatti
ha infine auspicato il superamento
delle barriere linguistiche "che tanto dividono e rendono
faticosa la comprensione reciproca". Il
problema non è di vocaboli
"ma
di idee, di valori e di culture, nel solco di quella tradizione
storica consolidata che vedeva nel bilinguismo degli abitanti di
queste valli una risorsa collettiva e non un limite nazionalistico".
E
ha
concluso ricordando un
pensiero di
sua madre,
"nata
nel 1910 e quindi allora cittadina dell'impero, la quale sosteneva
che se qui si fosse continuato ad insegnare e parlare la lingua
tedesca, ciò avrebbe rappresentato per ogni trentino una sorta di
apertura di un conto in banca. Oggi, a distanza di oltre un secolo –
ha commentato il presidente – ritrovo in
quelle semplici parole il senso di una verità che non è solo
politica, ma anche sociale, culturale ed economica; una verità dalla
quale il nostro domani non può prescindere".