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18/07/2017 - In aula o in commissione

No al testo di Degasperi sulle vaccinazioni obbligatorie, condiviso da Giuliani e Baratter del Patt

Il Consiglio provinciale ha discusso nel pomeriggio altre 10 proposte di mozione

No al testo di Degasperi sulle vaccinazioni obbligatorie, condiviso da Giuliani e Baratter del Patt

Sì a Fugatti sulla richiesta alla conferenza Stato Regioni di poter abbattere i lupi dannosi

​​​Nel pomeriggio il Consiglio provinciale ha concluso i lavori discutendo altre 10 proposte di mozione. Approvate sette, tra le quali anche una parte del testo di Fugatti, emendato, che impegna la Provincia a chiedere alla Conferenza Stato Regioni la possibilità di abbattere i lupi più dannosi oer le attività zootecniche ed economiche di montagna. Lungo confronto sulla vaccinazione obbligatoria oggeto di una mozione "morbida" di Degasperi (M5s), bocciata dopo un emendamento proposto dall'assessore Zeni prima condiviso e poi respinto. Il testo di Degasperi, che ha ottenuto anche i voti favorevoli di Baratter e Giuliani, chiedeva alla Giunta di sollecitare il governo a riconsiderare il decreto Lorenzin per evitare "coercizioni". Sì, infine, alla premessa e al primo punto del dispositivo della mozione di Fugatti per chiedere l'abbattimento dei lupi pericolosi. Rinviato su richiesta di Chiara Avanzo (Patt), per mancanza di tempo, il completamento dell'esame, avviato il 6 luglio, del testo unificato dei tre disegni di legge sulla riduzione degli sprechi, il recupero e la distribuzione delle eccedenze alimentari e non alimentari firmato oltre che dalla consigliera del Patt anche da Viola (PT) e Civico (Pd). Il presidente Dorigatti ha preannunciato che il provvedimento tornerà in aula nella sessione consiliare del 12 e 13 settembre.

Unanimità a favore della mozione Bottamedi sullo sviluppo del metodo Montessori.

Dopo i tre testi discussi stamane, i lavori in aula sono ripresi alle 15 con l'approvazione all'unanimità della mozione 545 proposta da Manuela Bottamedi (Gruppo misto) e sottoscritta anche da Giacomo Bezzi (Forza Italia) che impegna la Giunta a verificare la possibilità di aprire nuove sezioni negli asili nido e nelle scuole materne e primarie in cui sia adottato il metodo didattico ideato da Maria Montessori. Dopo la discussione iniziata prima della pausa, il dispositivo è stato riscritto d'intesa con l'assessore Gilmozzi. Questi ha spiegato di aver concordato sull'esigenza, inserita nel dispositivo, di "accelerare i tempi della sperimentazione in atto riferendone gli esiti alla commissione consiliare competente". In tal modo, prosegue il testo, si valuterà la possibilità di attivare nuove sezioni pubbliche ad indirizzo montessoriano negli asili nido, nelle scuole dell'infanzia e primarie della Provincia, inserendole istituzionalmente nel sistema educativo provinciale. La Giunta ha condiviso anche la proposta di Bottamedi di promuovere corsi di formazione degli insegnanti in modo che possano adottare il metodo Montessori. Giuliani (Patt) ha apprezzato la mozione e ricordato l'ordine del giorno approvato in aula nel giugno del 2016 per estendere l'utilizzo del metodo Montessori anche alle scuole dell'Alto Garda e Ledro, dove vi sono state parecchie richieste in questa direzione. Bottamedi ha ringraziato i consiglieri di maggioranza che hanno contribuito all'accordo sulla mozione, "segno che in quest'aula si può perseguire qualche risultato positivo attraverso un lavoro di sintesi"

Sì a pieni voti alla mozione Manica per evitare l'obbligo del certificato medico a chi pratica attività motorie non riconducibili ad attività sportive.

Approvata all'unanimità anche la mozione 569 proposta da Alessio Manica (Pd), che impegna ad esentare dall'obbligo di procurarsi il certificato medico chi pratica attività soltanto "motorie" e non identificabili quindi con le "attività sportive" in senso stretto. Manica ha evidenziato che mancando chiarezza su questo punto, chi organizza iniziative è spinto a tutelarsi il più possibile, con il risultato che si riduce l'attività di chi ha bisogno. Sarebbe utile arrivare ad esentare dalla produzione di questo certificato medico i soggetti che praticano solo attività motorie. Il nuovo dispositivo della mozione, concordato con l'assessore Zeni, prevede che entro la fine del 2017 la Provincia emani apposite disposizioni per chiarire che le attività motorie che non si possono ricondurre alla fattispecie dell'attività sportiva, non devono essere assoggettate all'obbligo di certificazione medica, indipendentemente da chi le organizzi e le pratichi. Si tratta per Manica di alleggerire da troppi adempimenti chi organizza e pratica attività motorie. L'assessore Zeni ha ricordato che alcune giuste attenzioni, come in questo caso o in quello dell'introduzione dei defibrillatori, pur avendo una finalità corretta rischiano di essere applicate in modo eccessivo e controproducente. A sostegno della mozione si sono espressi anche Borga (CT) e Zanon (PT), che ha sottolineato l'importanza di favorire in tal modo tra gli anziani e i bambini l'attività motoria.

Prevedere incentivi per mettere in sicurezza gli edifici a rischio sismico nei centri storici. Via libera unanime alla mozione di Passamani.

La mozione 572 proposta da Gianpiero Passamani (UpT) e sottoscritta anche da De Godenz e Tonina, approvata all'unanimità impegna la Giunta ad individuare strategie normative che agevolino il risanamento degli edifici che risultano sguarniti rispetto al rischio sismico e contribuire anche così al ripopolamento dei centri storici, individuando modalità di finanziamento dei lavori. Il dispositivo prevede anche di ampliare i compiti della protezione civile nell'attuale Scuola antincendio, perché offra percorsi formativi agli operatori volontari e iniziative di informazione nelle scuole e rivolte ai cittadini sui comportamenti da adottare in caso di terremoto. L'assessore Mellarini ha motivato il parere favorevole della Giunta perché questa è una mozione rafforzativa. Il dipartimento protezione civile – ha proseguito – sta già coinvolgendo, in questa direzione, 120 professionisti tra architetti, ingegneri e geologi che contribuiscono alle azioni di prevenzione degli edifici nei territori a rischio sismico. Nella nostra provincia, ha ricordato Mellarini, l'unica zona a rischio è il basso Trentino. Saranno messe in cantiere alcune iniziative anche nel 2018 con incontri specifici rivolti alle scuole. Civettini (CT) ha ringraziato la protezione civile che sta già operando in tal senso, ma ha aggiunto che per contribuire al ripopolamento dei centri storici bisognerebbe garantire le guardie mediche e curare i paesi come fa l'Alto Adige. Il consigliere ha concluso suggerendo di prevedere dei crediti formativi per gli studenti che partecipassero a corsi della protezione civile. Zanon (PT), favorevole, ha osservato che va salvaguardata insieme alla stabilità degli edifici anche l'identità storico-culturale dei centri storici. A una richiesta di chiarimenti avanzata da Borgonovo Re (Pd), Passamani ha risposto che la mozione punta alla prevenzione di eventuali eventi sismici e a sostenere la ristrutturazione degli edifici per motivi di sicurezza. Quanto alla protezione civile, la volontà è che la scuola antincendio offra corsi alla comunità che concorrano alla prevenzione. L'assessore Mellarini ha richiamato la normativa statale che prevede agevolazioni per il recupero e la ristrutturazione di abitazioni nei centri storici. E ha spiegato che ad occuparsi di formazione è una parte del servizio protezione civile, dedicata alla prevenzione rischi.

"No" alla mozione di Bezzi per introdurre il test Iset nella diagnosi dei tumori.

La mozione 573 proposta da Giacomo Bezzi (Forza Italia) e sottoscritta da altri 11 consiglieri di minoranza oltre a Kaswalder del Gruppo misto, respinta con 16 "no" e 14 voti favorevoli, impegnava la Giunta ad attivarsi tramite l'Apss allo scopo di prevedere e organizzare in Trentino l'introduzione del test Iset per la diagnosi precocissima del cancro, test validato da 42 pubblicazioni scientifiche di alto livello e da studi su 2000 pazienti. L'assessore Zeni, spiegando il "no" della Giunta alla mozione, ha precisato che la tecnica chiamata Iset è solo una delle diverse metodiche in uso per individuare le cellule tumorali circolanti, ma lo stato dell'arte è ancora fermo agli studi e non siamo in presenza di una pratica clinica usuale. Vi sono ancora troppo pochi lavori sull'argomento. Servono quindi più studi clinici. Il presidente della società oncologica medica ha messo in guardia dall'alimentare illusioni circa questa pratica. Si tratta per l'assessore di monitorare la ricerca e l'applicazione clinica di questa tecnica, ma ad oggi non vi è ancora questa certezza. Bisogna stare sempre molto attenti quando si prospettano queste metodologie, per non rischiare di incorrere in un altro caso Di Bella. Ad oggi la valutazione degli esperti di oncologia aderenti alla società italiana dei medici oncologici, avvertono che non bastano pochi studi per accreditare una tecnica di questo tipo. Cia (misto) ha spiegato il proprio appoggio alla mozione per manifestare solidarietà ai pazienti che con un prelievo di questo tipo potrebbero scoprire magari di non essere affetti da tumore. Bezzi ha replicato affermando che "alla Giunta fa paura perfino un esame del sangue: lei assessore è appiattito su una situazione statica della sanità. Si pensa che siccome siamo in mezzo alle montagne qui non devono arrivare innovazioni. Occorrerebbe invece un po' di coraggio per cambiare le cose. Su un tema come questo l'autonomia potrebbe essere protagonista". L'assessore Zeni ha ricordato che "chi oggi lavora nella sanità e in particolare nell'oncologia cerca di seguire e cogliere tutte le innovazioni possibili per combattere queste malattie. Per questo occorre muoversi con serietà, perché l'errore più grande che potremmo fare è creare false aspettative aumentando i danni. Evitiamo comunque di trasformare questo tema in un motivo di scontro politico". Civettini (CT), favorevole, ha sottolineato che il vero problema della sanità trentina consiste nei collegamenti attraverso i quali valorizzare le innovazioni. Solo così si possono adottare, com'è già accaduto in passato, farmaci e tecniche utili a combattere le malattie.

Disco verde alla mozione di Fasanelli, concordata con la Giunta, per sbloccare i lavori del Progetto Manifattura – Green Innovation Factory – ambito B.

Approvata all'unanimità la mozione 582 proposta da Massimo Fasanelli (Gruppo misto) e sottoscritta da Nerio Giovanazzi (AT), per sbloccare i lavori di realizzazione del Progetto Manifattura – Green Innovation Factory – ambito B. Il dispositivo del testo, riscritto prima della discussione d'intesa con l'assessore Gilmozzi, impegna la Giunta a "rappresentare al governo l'esigenza di trovare forme che consentano agli enti pubblici di stipulare contratti anche in presenza di contenziosi avanti al giudice amministrativo". L'assessore Gilmozzi ha evidenziato che il tema sollevato ha messo in difficoltà la Provincia, perché l'iter è stato bloccato da vari ricorsi al Tar sull'aggiudicazione rendendo la situazione non facile da gestire. Gilmozzi ha aggiunto però che è stata però chiarito che il finanziamento europeo è confermato: il fondo è stato assegnato perché è stata accertata la correttezza dell'azione della Provincia, che ha rispettato la normativa. L'assessore ha precisato che il contratto non è stato stipulato con nessuna ditta perché il Consiglio di Stato aveva accolto la domanda di un ricorrente (Pessina) sospendendo il procedimento. Non essendo ancora stata depositata la sentenza la Provincia non può ancora muoversi. Borga (CT) ha preannunciato il voto favorevole alla mozione ma ha difeso la magistratura amministrativa che deve tutelare tutti gli interessi coinvolti e la legalità dei procedimenti. Per il consigliere "non si può continuare a ritenere che qualsiasi appalto si fermi, la colpa è della magistratura. Forse invece è di chi l'appalto l'ha messo in piedi, come nel caso del Not". Fasanelli ha condiviso che è giusto non banalizzare ricordando però che in questo caso ha trovato conferma il fatto che la procedura della gara d'appalto era corretta, ma nonostante questo tutto è stato bloccato. Occorre che imprese private per i loro interessi fermino una procedura corretta a scapito dell'interesse collettivo. L'assessore Gilmozzi ha ricordato che la propria agenzia per gli appalti viene spesso accusata di non saper gestire iniziative che la magistratura dichiara del tutto corrette. Il problema è che alla base di tutti questi rapporti manca la fiducia nei soggetti coinvolti. Per questo la Provincia vuol dare la massima collaborazione all'Anac per uscire da un garbuglio di norme che sugli appalti sta mettendo in difficoltà l'intero sistema. Ma gli appalti sono importantissimi per la vita delle nostre imprese.

Si alla mozione di De Godenz per creare nuove opportunità occupazionali tramite la società Trentino Trasporti.

Approvato con il voto favorevole di tutti anche la mozione 589 proposta da Pietro De Godenz (UpT) e sottoscritta da Passamani e Tonina, impegna la Giunta a valorizzare la società di gestione del trasporto pubblico Trentino Trasporti in due direzioni: analizzando lo stato dei servizi attraverso un confronto con organizzazioni sindacali, enti strumentali della Pat e soggetti collettivi interessati, per individuare e sviluppare concrete strategie occupazionali; e avviando percorsi formativi professionalizzanti mirati, per rispondere sia alle esigenze di sicurezza sui mezzi sia ai nuovi bisogni lavorativi emergenti in questo settore. L'assessore Gilmozzi ha espresso il parere favorevole della Giunta perché l'obiettivo della Provincia è di garantire un servizio di trasporto efficiente anche in vista del 2024, quando la Provincia dovrà gestire la rete della Valsugana. Vi sono già state nuove assunzioni ma si profilano sfide da raccogliere per il potenziamento del trasporto degli studenti e dei lavoratori. Non c'è dubbio che di fronte a questa trasformazione sia opportuno pensare ai lavoratori del settore, che vanno formati e tutelati anche sul piano della sicurezza. Vi è stata di recente la positiva novità dell'introduzione iniziale del conducente controllore. Pensare di trovarci a discutere di questi temi con le forze sindacali per Gilmozzi è la strada giusta. Simoni (PT) ha spiegato il "sì" del proprio gruppo a questa mozione in quanto è urgente che Trentino Trasporti adegui il numero dei propri dipendenti dando nuove opportunità occupazionali.

Sì alla mozione di Detomas per realizzare altri bacini di raccolta d'acqua che garantiscano l'innevamento programmato. Astenuta Borgonovo Re (Pd)

La mozione 591 proposta da Giuseppe Detomas (Ual) e approvata con 21 voti a favore, un contrario (Degasperi del M5s) e 7 astenuti (tra i quali anche Borgonovo Re del Pd), impegna la Giunta ad individuare, pur prestando attenzione alla sicurezza e al rispetto dell'ambiente e del paesaggio, strumenti e modalità per consentire la realizzazione di bacini di accumulo d'acqua indispensabili per la produzione di neve programmata e assicurare l'innevamento delle piste da sci, tenendo conto che tali bacini devono essere sufficientemente grandi così da sfruttare al meglio le condizioni climatiche favorevoli. Detomas ha aggiunto che i bacini secondo le nuove norme europee possono anche favorire l'attività antincendi e sostenere l'agricoltura.

L'assessore Gilmozzi ha espresso la condivisione del testo perché anche in termini ambientali, di fronte ai cambiamenti climatici l'unica strategia percorribile passa dalla raccolta d'acqua quando questa scarseggia. E questo anche per mitigare gli effetti negativi della siccità sull'agricoltura anche in pianura. "Si anche è consapevoli – ha continuato Gilmozzi – che i bacini non servono alla crescita dei comprensori sciistici ma a sostenere l'esistente". Civettini (CT) ha osservato che questa mozione è fuori tempo perché l'assestamento di bilancio che il Consiglio discuterà nei prossimi giorni, già prevede finanziamenti per i bacini. Si tratta di "evitare che questi interventi servano a garantire utili a chi li utili li fa già". Il consigliere ha messo in guardia anche sulla questione delle dimensioni dei bacini, la cui grandezza dev'essere proporzionata all'ambiente. Detomas nella sua replica ha ribadito che l'innevamento garantisce la sopravvivenza economica di intere comunità montane, anche se occorre cercare alternative allo sci, che rimane però l'elemento oggi caratterizzante da questo sport.

Respinta la mozione di Degasperi per sollecitare il governo a rivedere l'obbligo vaccinale. Patt spaccato, con Baratter e Giuliani che votano a favore

Discussa a lungo la mozione 594 proposta da Filippo Degasperi (M5s) e sottoscritta da Kaswalder (misto) e Fugatti (Lega), che alla fine è stata respinta con 15 voti contrari, 9 favorevoli (tra questi Baratter e Giuliani) e 3 di astensione. Il dispositivo impegnava la Giunta ad evidenziare al ministro della salute le criticità legate al decreto sulla vaccinazione obbligatoria dei bambini, a valutare il mantenimento delle misure coercitive previste dal provvedimento e la possibilità che queste misure vengano sostituite da altre in grado di garantire il rispetto delle indicazioni dell'OMS per un'efficace protezione da pericolose malattie infettive, garantendo una campagna di sensibilizzazione ampia ed equilibrata. Il dispositivo impegna anche la Giunta a trasmettere la mozione al ministro della salute. Per Degasperi anche il consiglio provinciale deve prendere posizione su questo tema per dare sostegno o meno all'iniziativa che la Giunta ha assunto in autonomia. L'approccio adottato da questa mozione, ha evidenziato il consigliere, è "cauto" perché nessuno mette in discussione la scientificità dei vaccini. Si sollecita solo a tener conto delle criticità di metodo e di merito condividendo l'obiettivo della copertura vaccinale indicato dall'OMS. Il problema sta nell'approccio coercitivo e nella negazione della libertà di scelta che andrebbe lasciata a chi ha la responsabilità di prendersi cura dei propri figli.

L'assessore Zeni ha ricordato che l'aula ha già discusso del tema con alcuni question time. "Il tema è delicato – ha aggiunto – e per questo serve grande attenzione". E ha sottolineato che in tal senso l'Apss a Pergine, Pozza di Fassa e in altre località ha già previsto appositi incontri pubblici con i quali spiegare l'argomento e l'organizzazione che permette a tutti la vaccinazione. Sono state le Regioni ad ottenere il decreto ministeriale chiedendo una disciplina uniforme. La comunità scientifica ci dice che i danni prodotti dalle malattie che tornerebbero a diffondersi sarebbero molto superiori a quelli causati dai vaccini. Introdurre quindi un obbligo e prevedere quindi delle sanzioni  era necessario. La Provincia ha però valutato eccessive le sanzioni previste. Per questo la Giunta ha inviato al ministero una nota in cui ha sollecitato il rispetto dei principi di efficacia e appropriatezza rispetto agli obiettivi da perseguire. E questo è proprio ciò che il Senato sta facendo, andando proprio nella direzione auspicata dalla Provincia. Nella revisione del decreto si prevede di togliere dalle sanzioni la sottrazione della patria potestà, la riduzione dei vaccini da 12 a 10 e delle sanzioni amministrative a un minimo di 100 e un massimo di 500 euro. Zeni ha proposto quindi a Degasperi di riscrivere il testo della mozione per confermare la nota già inviata al ministero della salute per esprimere condivisione degli obiettivi ma anche la richiesta di rivedere le sanzioni.

Kaswalder (misto) ha eccepito sull'obbligo dei vaccini che si potrebbe evitare per lasciare alle persone la libertà di decidere. Inoltre c'è da chiedersi se i migranti in arrivo dall'Africa siano vaccinati o portino malattie. Il consigliere ha chiesto che senso abbia imporre agli italiani un obbligo vaccinale senza sottoporre ad esso anche i migranti, portatori di rischi in questo campo. Borga (CT) ha chiesto per quale ragione il governo ricorra al decreto legge che si dovrebbe utilizzare solo in caso di necessità ed urgenza. Il decreto si giustificherebbe se vi fosse un'emergenza in atto che invece non esiste. Vi sono quindi legittimi dubbi di costituzionalità. La strada maestra dovrebbe essere quella del disegno di legge da portare in parlamento per un dibattito approfondito tra le forze politiche perché decidano il da farsi. Il problema che suscita perplessità è insomma per Borga la strada scelta e non il contenuto del provvedimento, tenuto anche conto che negli altri Paesi occidentali si sono adottate politiche diverse dall'obbligo vaccinale. Per questo Borga ha espresso condivisione per la mozione di Degasperi, che a suo avviso è ispirata al buon senso senza prendere posizione a favore o contro, ma chiedendo solo di invitare il governo a riconsiderare, alla luce delle criticità evidenziate, il carattere coercitivo del decreto. La mozione di Degasperi non ha quindi una portata eversiva. Baratter (Patt) ha spiegato il suo sì alla mozione leggendo una "memoria". La democrazia, ha esordito, non è fondata sul pensiero unico ma su scelte partecipate. Il problema per Baratter è la coercizione che non conosce precedenti storici a livello europeo. A suo avviso il Trentino non avrebbe dovuto sostenere il decreto tout-court, ma agire con prudenza. Senza cambiare strada rispetto a quella imboccata nel 2012, che evitava interventi impositivi preferendo la persuasione dei cittadini. "Nella nostra provincia – ha proseguito – le soglie critiche non giustificano un provvedimento di questa portata. E lo stesso ordine dei medici del Trentino afferma tra l'altro che serve un informazione esatta, non ideologica e preconcetta. Non si dovrebbe negare l'opportunità di sperimentare nel nostro territorio pratiche diverse da quelle imposte da Roma". Baratter ha anche ricordato di aver partecipato alla dimostrazione promossa qualche giorno fa a Trento senza trovare, ha detto, atteggiamenti fanatici. A suo avviso occorrerebbe evitare che bambini nella fascia 0-6 anni siano esclusi dai percorsi scolastici perché non vaccinati. E ha ribadito che in assenza, come in questo caso, di emergenze, non si può seguire il metodo "prima di obbliga e poi si informa".

Il presidente Dorigatti ha concesso una sospensione dei lavori su richiesta di Degasperi, che ha raccolto la disponibilità manifestata dell'assessore Zeni a cercare una modifica condivisa alla mozione. Al rientro in aula però Degasperi ha spiegato di mantenere intatto il proprio testo, pur ringraziando l'assessore della disponibilità a concordare una versione emendata. Questo ribadendo il carattere "morbido e non eversivo" della mozione. Ha poi ringraziato Baratter per le argomentazioni anche scientifiche da lui portate, condividendo il fatto che "una simile batteria di vaccinazioni non ha eguali in Europa". "Le vaccinazioni obbligatorie – ha ricordato – sono infatti 4 Francia, 3 in Portogallo e in Grecia, una in Belgio, zero nel resto dell'Ue". L'assessore Zeni ha riconosciuto che il dispositivo della mozione è dialogico affermando però che la premessa è molto chiara nella richiesta di togliere l'obbligo e le sanzioni. Per questo avrebbe voluto votare il testo per parti separate. Zeni ha ricordato che in Trentino le persone che si sono ammalate per la mancata vaccinazione sono state ospedalizzate. Il problema quindi è grave. "Se fossimo convinti che i vaccini fanno male, allora sarebbe meglio non farli. Altrimenti si devono fare. Non esistono vie di mezzo". Degasperi ha replicato precisando che la mozione non chiede di togliere l'obbligo, ma visto che alcune misure sono state eliminate o mitigate, visto che le distanze dalla posizione dell'assessore non erano più così marcate, a maggior ragione il testo si poteva accogliere. Per Giuliani (Patt) l'imposizione dei vaccini "non è un bene". "Uno Stato che si ritiene democratico – ha osservato – non può ricorrere a metodi coercitivi come questo obbligandoci a fare cose su cui i cittadini non sono stati adeguatamente informati". "La mancanza di coinvolgimento della popolazione è stata una debolezza della politica. Credo – ha concluso Giuliani – che sia opportuno che la Provincia sviluppi una campagna di informazione".

Fugatti (Lega) ha contestato alcune misure coercitive pesanti inserite nel decreto legge e pur affermando di non discutere degli aspetti scientifici e della validità dei vaccini, ha preannunciato di voler voltare a favore della mozione di Degasperi. E ha chiesto di voler capire qual è la posizione del Patt.

Sì alla mozione di Simoni per la sistemazione della strada per Primiero nel tratto  tra Lamon e Sovramonte, cercando un accordo con la Regione Veneto e i Comuni.

Approvata all'unanimità la mozione 599 proposta da Marino Simoni (Progetto Trentino), sottoscritta anche da Viola e Zanon, il cui dispositivo è stato perfezionato d'intesa con l'assessore Gilmozzi, che impegna la Giunta a cercare un accordo con i Comuni e la Regione Veneto entro la fine dell'anno o almeno della legislatura, per reperire le risorse necessarie all'attivazione delle procedure per l'affido dei lavori volti alla definitiva sistemazione della SS50 nel tratto compreso tra Lamon e Sovramonte sullo Schener, per il collegamento di Primiero.

L'assessore Gilmozzi ha sottolineato la necessità di prevedere  un accordo con la Regione Veneto e con i Comuni in modo da realizzare un unico tratto in galleria, sciogliendo così il nodo viabilistico oggi molto problematico per raggiungere Primiero.

Accolta in parte la mozione di Fugatti sul lupo.

Sospesa su richiesta di Ossanna (Patt)  la mozione 600 da lui proposta e sottoscritta da Gianpiero Passamani (UpT) sul Trattato Ceta, "per poter approfondire un argomento molto complesso come questo", il Consiglio ha discusso e solo in parte respinto la mozione 601 proposta da Maurizio Fugatti (Lega). Il testo, per modificare il quale quale Fugatti ha presentato alcuni emendamenti, impegna la Giunta a "portare al tavolo della Conferenza Stato Regioni l'adesione della Provincia al Piano di gestione e controllo del lupo in Italia, con particolare riferimento alla possibilità prevista di operare prelievi (abbattimenti) in deroga". Con un altro emendamento Fugatti ha proposto di aggiungere due punti al dispositivo. Per chiedere da un lato di "elaborare e approvare un piano di gestione del lupo, sull'esempio di quanto stabilito dalla Regione Veneto nei giorni corsi, che preveda anche la possibilità di traslocare gli esemplari in sovrannumero e di sterilizzare le femmine in età di riproduzione". E dall'altro di "valutare, sempre sull'esempio della Regione Veneto, il recesso dal Progetto Wolf Alps. Questo, ah spiegato Fugatti, "per tutelare l'economia del territorio legata in gran parte al turismo e alle attività zootecniche ed economiche di montagna". Serve per il consigliere un cambio di rotta su questo tema, perché finora la Giunta, a suo avviso, "ha dormito". Si tratta infatti "di dare garanzie a chi in montagna vive e lavora". L'assessore Gilmozzi ha proposto una votazione per parti separate, perché la Giunta è contraria ai due punti aggiunti al dispositivo con l'emendamento di Fugatti. L'assessore ha ricordato che non esistono casi di persone attaccate, aggredite o uccise dai lupi in tutta Europa nonostante i 12.000 esemplari esistenti. Vero è invece che vi sono danni alle greggi e agli altri animali e che occorre contrastare con un apposito Piano oggi bloccato per la contrarietà di alcune regioni come il Veneto. La Provincia si è espressa invece a favore del Piano, cui si aderisce ammettendo che ad alcune condizioni i lupi si possano abbattere nel momento in cui diventassero pericolose. Su questo punto per l'assessore la mozione di Fugatti è condivisibile. Non c'è invece possibilità di accordo sul Piano della Regione Veneto che ha proposto di sterilizzare le femmine per combatterne la riproduzione. Soluzione che oltre a non risultare efficace, non otterrebbe la necessaria autorizzazione ministeriale. Quanto alla proposta di traslocare gli esemplari in soprannumero, Gilmozzi ha osservato che il lupo non si può portare altrove. Quanto al ritiro dal progetto WolfAlps, la Provincia non vi ha aderito. Sì quindi, ha concluso Gilmozzi, alla premessa così come modificata da Fugatti e all'unico punto del dispositivo introdotto dal primo emendamento. No, invece ai punti 2 e 3 del dispositivo proposti dal consigliere con l'altro emendamento.

Tonina (UpT) ha ricordato le interrogazioni presentate dal proprio gruppo consiliare in seguito agli attacchi del lupo registrati a Ronchi e nel Vezzena. Si tratta a suo avviso di riconoscere che negli ultimi mesi il lupo ha causato gravi danni alle aziende zootecniche e agli animali in alpeggio all'interno di questi territori. Diventa sempre più difficile per gli allevatori garantire la necessaria tranquillità ai loro animali sugli alpeggi. "La Provincia – ha proseguito Tonina – deve quindi intervenire per il contenimento dei lupi". Il consigliere ha ricordato che l'europarlamentare Dorfmann ha dichiarato ufficialmente che oggi il lupo non è più un animale in via di estinzione. Vero è che finora non ha mai creato problemi all'uomo, ma vista la proliferazione di questi animali "è arrivato il momento di operare dei prelievi". La popolazione e i cittadini trentini sono fortemente preoccupati. Per Tonina servono atti politici per cercare una soluzione. Giusto quindi il passo preannunciato dall'assessore Gilmozzi per dare una risposta a queste preoccupazioni anche per non vanificare il sostegno alle attività in queste zone. Giovanazzi (AT) ha osservato che la Provincia è soggetta al Piano di gestione nazionale del lupo e non ha quindi la possibilità di incidere. Quando si è ipotizzato di prevedere prelievi di lupi pari al 5% della popolazione, gli animalisti sono insorti e tutto si è fermato. Vero è per Giovanazzi che il lupo, a differenza dell'orso, non rappresenta un pericolo per l'uomo. I danni che a causa del lupo subisce la zootecnia sono però gravissimi. Giovanazzi si è dichiarato quindi d'accordo con la mozione e anche con la proposta della sterilizzazione per evitare l'abbattimento. Quantomeno in questo modo la popolazione non crescerà. La Provincia dovrebbe quindi fare la voce grossa su questo problema con il ministero, che ha la competenza in materia. A favore si è dichiarato anche Kaswalder (Gruppo misto).

Fugatti ha ricordato che nell'assestamento la Giunta ha previsto finanziamenti a sostegno delle zone montane. "Se poi però lasciamo che le aziende attive in queste zone subiscano la presenza del lupo, la Provincia vanifica questi aiuti". Fugatti ha quindi accettato la votazione dei tre punti del dispositivo per parti separate. Gli emendamenti proposti da Fugatti sono stati respinti mentre l'aula ha approvato la premessa e il l'unico punto originario del dispositivo con 22 voti a favore e un no (di Degasperi).

Rinviato a settembre l'esame del testo unificato sulla lotta agli sprechi, il recupero e la ridistribuzione delle eccedenze.

Chiara Avanzo (Patt) ha comunicato, d'intesa con Viola e Civico, la rinuncia per mancanza di tempo ad esaminare in questa seduta del testo unificato dei tre disegni di legge dei consiglieri che prevedono interventi per la lotta agli sprechi, il recupero e la ridistribuzione ai poveri delle eccedenze alimentari, di altri beni e di prodotti farmaceutici. Il presidente Dorigatti ha preannunciato lo slittamento dell'esame alla sessione in programma il 12 e 13 settembre.

La seduta si è conclusa alle 19 e il Consiglio tornerà in aula il 24 luglio alle 10 per la relazione del presidente Rossi sul "pacchetto assestamento".