Giornale OnLine

Giornale Online
23/06/2017 - Incontri

Dorigatti ha incontrato i presidenti dei consigli comunali, che chiedono il riconoscimento del loro ruolo

Un documento presentato in aula dal coordinamento, propone di modificare la legge regionale

Dorigatti ha incontrato i presidenti dei consigli comunali, che chiedono il riconoscimento del loro ruolo

Foto allegate

Dorigatti ha incontrato i presidenti dei consigli comunali, che chiedono il riconoscimento del loro ruolo

​​​​​I presidenti dei consigli comunali del Trentino soffrono di "solitudine", si sentono ingiustamente dimenticati e chiedono il riconoscimento pubblico del loro ruolo istituzionale oggi sistematicamente sottovalutato. Come? Proponendo di modificare le norme che disciplinano la delicata funzione super partes da essi svolta per garantire l'equilibrio nei rapporti tra le forze politiche di maggioranza e minoranza all'interno delle assemblee municipali. Istanza sottoposta oggi da 16 presidenti di consigli comunali del Trentino al presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti in un incontro da loro chiesto e ottenuto nell'aula dell'assemblea legislativa. Ginetta Santoni, presidente del consiglio comunale di Dro, che guida il coordinamento dei colleghi nato nel 2006, ha introdotto l'incontro ricordando che un gruppo di lavoro formato da 35 di loro, da qualche tempo si riunisce ogni mese per condividere le esperienze nei consigli comunali. Da questo confronto è nata l'idea di elaborare un documento comune che evidenzi le criticità e indichi le possibili soluzioni. Ad illustrare questa "bozza" è stato Alessandro Nicoletti, presidente del consiglio comunale di Villa Lagarina, sottolineando i concetti-chiave di responsabilità, credibilità e innovazione, da recepire secondo il coordinamento nelle norme del Trentino e della Provincia di Bolzano perché la figura dei presidenti dei consigli comunali venga finalmente considerata per quel che realmente è, vale a dire la seconda carica istituzionale dopo quella del sindaco.

Le proposte del gruppo di lavoro.

Va innanzitutto affermata la responsabilità affidata al presidente del consiglio comunale, il cui ruolo andrebbe conosciuto e promosso con un'adeguata informazione perché emerga il compito di garanzia, neutralità, imparzialità ed equilibrio di questa figura. Tutti valori che le norme dovrebbero esplicitare meglio. E rendere evidenti anche a livello simbolico. Diversamente sembrerà sempre, erroneamente, che i Comuni sono rappresentati solo dal sindaco, dal vicesindaco e dagli assessori che siedono in Giunta. Dimenticando la centralità del consiglio comunale e del presidente di quest'assemblea, senza il quale nessuna amministrazione locale funzionerebbe. Per dare la necessaria visibilità e forza a questa figura, occorrerebbe secondo il coordinamento un segno distintivo, ad esempio una spilla, utile per poter distinguere il presidente del consiglio comunale ogni volta che interviene pubblicamente in questa veste. Un segno analogo, insomma, alla fascia tricolore indossata dal sindaco nelle occasioni ufficiali. Ancora, per la credibilità di questa figura, il coordinamento propone di introdurre nell'ordinamento il giuramento anche per il presidente del consiglio comunale, visto il suo ruolo istituzionale, nella prima seduta dell'assemblea municipale. Sarebbe poi opportuno rendere molto più difficile di oggi votare la sfiducia di un presidente di consiglio comunale, se non in casi eccezionali e motivati, con una maggioranza iper-qualificata dei quattro quinti dei presenti. Ancora: si dovrebbe riservare almeno una piccola quota delle risorse comunali alle spese di rappresentanza dei presidenti dei consigli (ad esempio per l'acquisto di gagliardetti o fiori in occasione di gemellaggi). Ultima richiesta: l'aumento dell'indennità di carica assegnata ai presidenti dei consigli comunali, che la norma attuale, nei comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti, prevede in misura non superiore al 50 per cento di quella riconosciuta agli assessori. Il coordinamento propone di rapportarla invece all'indennità dei sindaci in questa misura: al 21/25 per cento nei comuni fino a 10.000 abitanti e al 25 per cento nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti. "Non è certo questo è il nostro obiettivo principale – ha tenuto a precisare Nicoletti – ma chiediamo strumenti adeguati per poter esercitare la nostra responsabilità, per essere credibili, introdurre innovazioni e garantire davvero a tutti i cittadini la possibilità di sentirsi rappresentati dal loro consiglio comunale". "La nostra – ha concluso – non è una lista della spesa, ma una bozza di proposta aperta a modifiche, che chiede un maggiore riconoscimento del nostro compito di garanzia e regolazione del corretto funzionamento del consiglio comunale quale organo di indirizzo e di controllo sull'attività del sindaco, con una funzione di bilanciamento dei poteri del primo cittadino senza quindi essere sottoposto ad esso".

Dobbiamo difendere le istituzioni, presidio della democrazia, dalla crisi dei partiti.

Il presidente Dorigatti ha condiviso la "solitudine" connessa al ruolo di presidente di un'assemblea, non facile da esercitare "perché tutti cercano di tirarti per la giacca e c'è sempre qualcuno che si lamenta, magari anche della tua forza politica di riferimento quando cerchi di agire, com'è tuo dovere, nell'interesse di tutti". Quanto alle proposte avanzate dal coordinamento, Dorigatti ha ricordato che la competenza sui consigli comunali e quindi anche sui presidenti di queste assemblee appartiene al Consiglio regionale e non all'assemblea legislativa provinciale. E ha suggerito quindi, per le richieste di modifica della legge, di rivolgersi al presidente Widmann, rendendosi anche disponibile a prendere contatto con lui e anche a proseguire il confronto in altri momenti. Il presidente ha anche consigliato di orientare alcune delle proposte di maggior dettaglio a modifiche regolamentari e non di legge. Quanto alla credibilità, per Dorigatti, "l'autorevolezza un presidente del consiglio deve sapersela conquistare attraverso il suo modo di gestire i lavori in aula, di guidare i capigruppo e, nel caso del Consiglio provinciale, anche l'ufficio di presidenza dove tra l'altro si trova politicamente in minoranza. Occorre lavorare per guadagnarsi la credibilità e il consenso dei consiglieri, ad esempio quando si decidono i criteri da adottare per considerare ammissibili o meno gli emendamenti alla legge di bilancio".

Il lavoro del presidente del Consiglio – ha aggiunto Dorigatti – "è gravoso anche perché a differenza di quello di un consigliere o di un assessore non produce risultati legislativi". E ha osservato che sia i consigli comunali che quello provinciale risentono oggi della crisi di rappresentanza dei partiti e dei corpi sociali intermedi, crisi che si riflette sulla politica producendo uno "sfarinamento" e un crescente individualismo. "Il vostro ruolo ed impegno di presidenti è quindi oggi particolarmente importante per evitare che questo processo indebolisca anche le istituzioni consiliari, ultimo presidio della democrazia". Il presidente ha concluso esprimendo la sua netta contrarietà alla proposta che sembra emergere dalla proposta formulata dalla Convenzione per lo riforma dello statuto di autonomia in Alto Adige, di trasferire dalla Regione alle Province di Trento e Bolzano la competenza sui Comuni. "Prima va rafforzato il ruolo della Regione", ha affermato. E ha poi invitando i presidenti dei consigli comunali a promuovere la partecipazione dei cittadini agli incontri organizzati sul territorio dalla Consulta per la riforma dell'autonomia.

Foto allegate

Immagini
  • I presidenti dei consigli comunali in aula con Dorigatti
  • Ginetta Santoni
  • Alessandro Nicoletti, presidente consiglio comunale Villa Lagarina
  • Dorigatti rivolto ai presidenti dei consigli comunali