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17/05/2017 - Dai Consiglieri e dai gruppi

I prestatori di assistenza familiare hanno diritto ad un riconoscimento e al sostegno dei servizi

Il consigliere Simoni ha presentato un disegno di legge dedicato alla diffusa figura del "caregiver"

I prestatori di assistenza familiare hanno diritto ad un riconoscimento e al sostegno dei servizi

Testo allegato

I prestatori di assistenza familiare hanno diritto ad un riconoscimento e al sostegno dei servizi

​​"Aiutare chi aiuta" è un dovere dell'ente pubblico, specie in un sistema sociale nel quale l'80% delle cure domestiche prestate a persone non autosufficienti sono garantite gratuitamente da coniugi, parenti o amici. Il "prestatore di assistenza familiare" (caregiver) costituisce uno dei cardini sul quale si regge anche il welfare del Trentino. Chi è il caregiver? Semplicemente una persona cara, parente o amica che, in modo volontario ed informale assiste e cura quotidianamente in casa un soggetto non autosufficiente. Si tratta di un impegno gravoso, che occupa spesso lunghi periodi di tempo, che sottrae a chi se ne fa carico opportunità lavorative e di reddito, e che può anche avere ripercussioni negative serie sulla vita del caregiver. Inoltre, solitamente chi presta questo servizio di assistenza familiare non lo fa mai per scelta ma per necessità. E senza avere ricevuto alcuna formazione sulla cura dei non autosufficienti, senza conoscere né la malattia della persona cara né i servizi e le opportunità di aiuto offerti dal territorio. 

Per questo il consigliere provinciale Marino Simoni, capogruppo di Progetto Trentino, ha deciso di andare incontro ai bisogni di questi "prestatori di assistenza familiare", con un disegno di legge, assegnato all'esame della Quarta Commissione, che riconosca e valorizzi il loro ruolo sociale, in modo da assicurare a queste persone un supporto adeguato al ruolo che svolgono.

"E riconoscerne la funzione - spiega Simoni nella relazione introduttiva al ddl – significa renderlo partecipe delle scelte assistenziali effettuate dai servizi socio-sanitari che hanno in carico il suo caro, dargli un'adeguata informazione e formazione, metterlo al corrente dei servizi disponibili sul territorio, fornire concreto supporto nelle attività di assistenza e garantirgli tempo per sé e per la propria vita di relazione e lavorativa". In particolare, l'articolo tre prevede "il riconoscimento del ruolo del caregiver da parte dei servizi socio-sanitari territoriali. Ciò in concreto significa che il caregiver si avvale del sostegno professionale e dell'affiancamento tecnico degli operatori, viene informato dei problemi socio-sanitari e dei bisogni del suo assistito così da poter scegliere consapevolmente che tipo di supporto garantire e cosa invece non si sente di fare e dunque resta in capo alla rete di assistenza formale".

Gli 8 articoli del disegno di legge prevedono tra l'altro la possibilità di sostenere il prestatore di assistenza familiare "con un supporto psicologico, reti solidali e gruppi di mutuo aiuto, in modo da evitarne l'isolamento e il rischio patologico". E stabiliscono anche che la Provincia "favorisca il riconoscimento delle competenze maturate dal caregiver familiare attraverso il lavoro di cura della persona cara. Il tempo utilizzato e le risorse impiegate per l'assistenza hanno spesso come conseguenza la perdita di opportunità lavorative e la concreta difficoltà a ricollocarsi efficacemente sul mercato del lavoro una volta terminata l'attività di cura domiciliare. Per ovviare a questa penalizzante problematica, l'esperienza maturata dal caregiver familiare potrà essere valutata sulla base di criteri stabiliti dalla Provincia per la formalizzazione e la certificazione delle competenze".