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10/05/2017 - In aula o in commissione

Doppia preferenza di genere nella legge elettorale, in Consiglio per ora nessuno spiraglio

Il presidente della Giunta Rossi presenta gli emendamenti canguro, ma mancano le firme

Doppia preferenza di genere nella legge elettorale, in Consiglio per ora nessuno spiraglio

In allegato, il testo del provvedimento sottoposto all'esame in aula

Doppia preferenza di genere nella legge elettorale, in Consiglio per ora nessuno spiraglio

​​​​Nella mattina di oggi, dopo le designazioni all'ordine del giorno (Corte dei Conti e Giunta delle elezioni) il Consiglio provinciale ha proseguito la discussione in materia di democrazia paritaria, il testo unificato dei disegni di legge 18 e 23 Bezzi e Maestri, paralizzato da migliaia di emendamenti. La discussione è ripresa con l'ultimo ordine del giorno di Rodolfo Borga (Civica). Il Presidente Ugo Rossi ha illustrato una proposta emendativa sottoscritta dalla maggioranza, utile ad accelerare la discussione delle norme, che prevede la sola variazione significativa, ma necessaria, della percentuale 60 e 40 anziché 50 e 50. Giacomo Bezzi, vista l'impasse, si è dichiarato disponibile a ritirare la proposta "per non tenere il Consiglio inutilmente bloccato per mesi". Di diverso avviso il PD che per bocca di Donata Borgonovo Re ha dichiarato di non potersi sottrarre ad un impegno nei confronti degli elettori e della comunità.

I lavori sono stati sospesi e riprendono alle ore 15.00.

Respinto l'ordine del giorno di Borga la discussione è passata all'articolato e il Presidente Dorigatti ha distribuito l'elenco dei più di 800 emendamenti dichiarati inammissibili (con oggetto impossibile, innovativi rispetto al testo, non correttamente formulati, estranei all'argomento, che modificano un articolo diverso, senza connessione con l'argomento del disegno di legge ecc.).

Sull'articolo 1 è intervenuto Rodolfo Borga che ha chiarito di non fare ostruzionismo su questa proposta per ottenere il via libera su altri disegni di legge, ma perché "non voglio che questo disegno di legge venga approvato perché ha un contenuto negativo".

Il Presidente Ugo Rossi ha apprezzato la chiarezza del consigliere Borga e poi ha illustrato le motivazioni di una proposta di emendamenti sostitutivi, depositata con le firme dei capigruppo di maggioranza che consentirebbero di accelerare l'approvazione del disegno di legge. La prima motivazione di questa proposta, ha aggiunto, risiede nel fatto che questo disegno di legge non scaturisce da una "pensata dell'ultima ora, ma è un punto del programma di governo della maggioranza". Il regolamento va rispettato, la minoranza ha la legittima prerogativa di presentare emendamenti ostruzionistici per impedire alla maggioranza di votare. In ragione di questo abbiamo cercato di mettere sul tavolo una possibilità per andare a votare il testo attraverso una riformulazione di emendamenti sostitutivi. Si tratta di 3 emendamenti: uno all'articolo 2, uno al 4 e uno al 5 nei quali si ribadisce la doppia preferenza di genere con la sola variazione significativa, ma necessaria, della percentuale 60 e 40 anziché 50 e 50. Rossi ha proposto una sospensione dell'aula per aprire un confronto e valutare una possibile condivisione.

Claudio Civettini (Civica) ha osservato che con la demagogia non si va da nessuna parte e che il Consiglio deve riappropriarsi della concretezza, "il sale di quest'aula".

Maurizio Fugatti (Lega) ha detto di non avere nulla in contrario sulla sospensione, anche se difficilmente ci saranno le firme che servono a sostegno degli emendamenti. Questa è tutta una farsa, ha aggiunto rivolto alla maggioranza: "volete far credere che si sta trovando una soluzione mentre siete voi stessi a non volere fino in fondo questa legge".

"Noi non firmiamo gli emendamenti", ha chiarito Marino Simoni (Progetto Trentino) che ha ribadito la contrarietà al disegno di legge e chiesto a Rossi di ricompattare la propria maggioranza e riprendere in mano un ragionamento complessivo.

Massimo Fasanelli (Misto) ha ribadito che ci sono altri temi più importanti ed efficaci da affrontare senza insistere su un documento che sappiamo non verrà mai approvato: la gente deve sapere che stiamo perdendo tempo a svantaggio di argomenti di maggior rilievo.

"Una riflessione va fatta", ha osservato Giacomo Bezzi (Forza Italia) cofirmatario del disegno di legge: "abbiamo fatto un lavoro travagliato e sono convinto che il Trentino sia maturo per queste norme. Le minoranze sono divise e la bozza di emendamento di Rossi non ha raccolto la sufficiente condivisione: io personalmente ritengo che l'opposizione abbia il diritto di fare ostruzionismo, ma anche che la maggioranza abbia il diritto di portare a casa le leggi. A questo punto non c'è da meravigliarsi nel chiedere alla maggioranza di ritirare questo testo e riproporlo nella prossima legislatura perché tenere l'aula bloccata quaranta o cinquanta giorni senza raggiungere alcun obiettivo non ha alcun senso".

Walter Kaswalder (Misto) ha chiarito di non avere problemi a stare in aula venti giorni di seguito. Non capisco però il perché delle liste a 60 e 40, ha detto.

Il consigliere Gianfranco Zanon (PT) ha definito la situazione un nulla di fatto: "non ci sono le condizioni per arrivare all'approvazione di questo disegno di legge", ha detto, "tanto più se uno dei cofirmatari del testo opterebbe per il ritiro e per di più con una maggioranza per nulla granitica -lo abbiamo visto anche con la nomina della Corte dei Conti- ha aggiunto. Non serve tanto una sospensione per decidere dell'emendamento di Rossi, quanto una riflessione per decidere se abbandonare completamente l'idea della legge oppure procedere.

Donata Borgonovo Re (PD) ha osservato che la maggioranza ha il compito di svolgere una funzione di governo ed un mandato preciso, che è quello contenuto nel programma "del quale dobbiamo assumerci la responsabilità". "In questo senso, non abbiamo la stessa libertà del collega Bezzi e non la vogliamo avere, perché la nostra è una responsabilità diversa, tanto più rafforzata dal fatto che queste azioni positive non nascono solo dal programma di governo, ma da un'opinione largamente diffusa e dibattuta nella nostra comunità, espressa anche attraverso delibere di consigli comunali che per dimensioni rappresentano una larga maggioranza della popolazione trentina". Se dobbiamo stare in aula venti giorni, ha concluso, lo faremo perché questo è il nostro compito e questo è il tema che in questo momento stiamo sostenendo.

Claudio Cia (Misto) ha apprezzato le considerazioni di responsabilità di Borgonovo Re, però il punto è che a suo parere non si porterà a casa nulla. "Piuttosto facciamoci carico di un referendum popolare", ha proposto "così vediamo se questa è davvero una necessità del territorio". E poi ha aggiunto che la proposta emendativa citata da Rossi ancora non si è vista.

Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) ha detto di credere nella buona fede di Borgonovo Re, ma non dell'intera maggioranza, che ha dimostrato di non avere i numeri. Qualcuno vive nell'illusione che senza questa legge avrà la possibilità di essere eletto, ha proseguito. In questo contesto la soluzione proposta da Rossi è "piratesca" perché tende a scaricare su altri la responsabilità dell'impasse.

Filippo Degasperi (5 Stelle) ha ripreso le argomentazioni più volte illustrate a ribadire la propria posizione sull'argomento, così come il consigliere Walter Viola (PT) che ha osservato che la parità non deve essere "obbligatoria": a livello europeo chi ha garantito maggiori parità è chi non ha nessuna norma, ma una più alta considerazione della libera espressività del corpo elettorale a livello culturale, ha chiarito. Non si tratta di paternalismo insopportabile, ma di libertà esercitabile oppure no.

A questo punto il Consiglio è stato sospeso per consentire riflessione e confronto, come richiesto dal Presidente Rossi.

I lavori riprendono alle ore 15.00.

Allegati
Il testo del ddl sulla doppia preferenza di genere