Giornale Online
19/03/2017 - Incontri
Inaugurata stamane la personale, in calendario fino all’8 aprile
Thomas Belz, l’artista artigiano
In allegato, biografia, critica e foto
Inaugurata stamane la personale, in calendario fino all’8 aprile
Thomas Belz, l’artista artigiano
In allegato, biografia, critica e foto
E’
stato il Presidente del Consiglio provinciale Bruno
Dorigatti
a fare gli onori di casa a Palazzo Trentini per l’inaugurazione
della mostra dedicata all’artista Thomas
Belz,
48 opere, in gran parte mosaici, ma anche sculture e tempere che si
potranno ammirare fino all’8 aprile prossimo. Dorigatti ha
precisato come il progetto -nato su impulso del Presidente
dell’Associazione Artigiani Roberto de Laurentis con l’obiettivo
di “far conoscere l’arte degli artigiani trentini”- coinvolgeva
inizialmente anche lo scultore Giuliano
Corelli,
che “per cause tecniche insormontabili e solo nella fase di
allestimento ha purtroppo dovuto rinunciare”: gli antichi avvolti
del palazzo settecentesco non supportano purtroppo il peso delle sue
“straordinarie opere in marmo a grandezza naturale”. Esprimendo
profondo rammarico per l’assenza di Corelli e apprezzamento per la
tecnica del colore e l’ottimismo che traspare dalle opere di Thomas
Belz, Dorigatti ha augurato ad entrambi grande successo nella loro
attività artistica, ribadendo la vocazione culturale di Palazzo
Trentini, che mira a dare voce all’arte del territorio, nei limiti
strutturali e tecnici di un edificio nato con altre finalità.
Roberto
de Laurentis
ha ricordato come Belz abbia “arredato” la sede dell’Associazione
artigiani trentini con un maestoso mosaico all’ingresso ed ha
definito il giovane “un artigiano nel senso latino del termine”,
ovvero ars+genius, genio dell’arte.
Infine
Marcello
Nebl,
critico d’arte, ha centrato l’opera dell’”artista-artigiano”
Belz su due filoni d’ispirazione: la musica e la natura, entrambe
però colte da un punto di vista primitivo ed archetipico e
fisicamente collocate sui due piani in cui si articola il percorso
espositivo. “Le opere di Belz”, ha detto, “sono una sinfonia di
colori stesi armonicamente seguendo ritmi interiori. I mosaici”, ha
aggiunto, sono la frammentazione e nel contempo la fusione di
percorsi visivi e sonori”. Nebl, che per l’uso del segno ha
avvicinato Belz per certi aspetti ai neo espressionisti (come Marc,
Matisse, Leger) e per altri agli artisti newyorkesi della street
art
degli anni 80 e 90, ha richiamato l’attenzione anche sul ciclo di
tempere –conservate nel piano di sotto- sul rapporto uomo-orso -che
a suo avviso richiamano anche lo stile del trentino Schweizer- e sul
ciclo delle tartarughe, animale archetipico e primitivo, simbolo del
macrocoso, nel quale Belz per sua stessa ammissione, si riconosce.
A
Palazzo Trentino fino all’8 aprile prossimo. Dal lunedì al
venerdì, il sabato fino a mezzogiorno.