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21/02/2017 - In aula o in commissione

Riforma della cultura, altre audizioni: sì al taglio imprenditoriale ma ancora critiche ai poli museali

Quinta Commissione. Italia Nostra chiede il ritiro del disegno di legge di Mellarini

Riforma della cultura, altre audizioni: sì al taglio imprenditoriale ma ancora critiche ai poli museali

Nella foto, Beppo Toffolon. In allegato, tre documenti e due immagini

Riforma della cultura, altre audizioni: sì al taglio imprenditoriale ma ancora critiche ai poli museali

​​​​​​​​​​​Sul disegno di legge 162 proposto dall'assessore Mellarini per rivisitare le normative sulle attività e sui beni culturali, datate rispettivamente 2007 e 2003, sono proseguite questa mattina le consultazioni promosse dalla Quinta Commissione del Consiglio provinciale presieduta da Lucia Maestri. Mentre è stata largamente apprezzata la scelta di sviluppare le attività culturali in chiave maggiormente imprenditoriale, altre critiche ai quattro poli museali prospettati dalla nuova legge sono arrivate dall'ex assessore alla cultura Paola Conci, intervenuta per Musica Riva, da Arte Sella e da Italia Nostra, che ha proposto il ritiro del disegno di legge per riscrivere il testo d'intesa con tutti i soggetti interessati. Le audizioni, sempre seguite anche dall'assessore Mellarini, proseguono nel pomeriggio e si concluderanno il 1° marzo.

Fondamentale per la Haydn la valutazione delle attività.

Per la Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, la presidente Chiara Zanon, accompagnata dalla segretaria Valeria Told, ha ricordato che questa che è la principale istituzione culturale della regione, attiva nei campi della musica sinfonica, nell'opera e per il festival Bolzano danza, ha 62 dipendenti, 47 dei quali professori orchestrali a tempo indeterminato, offre più di 200 rappresentazioni all'anno non solo in regione alle quali assistono oltre 71.000 spettatori. Ma la Haydn rende possibili anche 4.200 giornate lavorative a giovani musicisti per favorirne la formazione professionale. Il bilancio attuale della Fondazione, sostenuta dai Comuni di Trento e Bolzano e dalle due Province attraverso la Regione, è di 7,3 milioni di euro. La Haydn collabora spesso con gli enti culturali del Trentino tra cui il Centro S. Chiara, il Muse e associazioni dello spettacolo dal vivo. Quanto al disegno di legge in discussione, Zanon ha giudicato positivamente l'introduzione nella riforma del concetto di gestione imprenditoriale, perché in un futuro non lontano i soggetti culturali come la Haydn non potranno vivere solo di contributi pubblici. Condivisibile è inoltre puntare come prevede il provvedimento a progetti di carattere nazionale internazionale, perché il confronto con l'esterno permette di apprezzare il patrimonio culturale che abbiamo e genera scambi, permette economie di scale. Terzo elemento condivisibile: "la volontà della nuova legge di rafforzare la nostra identità culturale di macro-regione a scavalco tra due culture, identità da esplicitare e valorizzare perché costituisce un grande patrimonio". Importante, ancora, è la previsione di assicurare la valutazione ex ante ed ex post delle attività culturali, permettendo in tal modo a chi valuta di gestire bene le risorse a disposizione. E a chi è valutato di darsi obiettivi sfidanti, realistici e misurabili imparando, soprattutto, ad autovalutarsi. Due infine i suggerimenti di Zanon: rendere da biennale ad annuale la conferenza provinciale prevista all'articolo 4 come strumento di dialogo, ed Inoltre è a suo avviso inadeguata e andrebbe modificata l'espressione "fasce deboli di pubblico" utilizzata nel ddl.

Walter Viola (Progetto Trentino) ha chiesto quali possono essere per la Fondazione i criteri per la valutazione. Zanon ha richiamato i criteri di valutazione ministeriali che forniscono elementi per la costruzione di progetti. Ad esempio è importante considerare le "prime assolute" con le nuove produzioni realizzate dai giovani coinvolti, le cui capacità creative sono essenziali per poter valutare le attività di un ente culturale come il nostro. I criteri si possono adattare rispetto a quel che ministero già indica. A valutare è fondamentale che sia la Provincia insieme ad alcune figure di esperti esterni che assicurano un arricchimento. Ai fini della valutazione, ha aggiunto Valeria Told, è la l'innovazione e la messa in rete dei soggetti che vengono premiate

Sì di Musica Riva alla logica imprenditoriale, ma l'ex assessore Conci critica i poli museali.

Per l'Associazione Musica Riva la vicepresidente Paola Conci, che in passato è stata anche assessore provinciale alla cultura, ha riconosciuto alla proposta di legge il merito di portare un cambiamento efficace nel mondo della cultura individuando in essa una risorsa strategica per lo sviluppo anche sociale ed economico del Trentino. Anche per Conci è positivo, poi, prevedere la promozione di carattere imprenditoriale delle iniziative culturali pubbliche e private, introdurre modelli di governance innovativi. "La cultura scende dal suo trono aureo – ha commentato Conci – per contaminarsi con altri settori: turismo, ambiente, addirittura sanità, in una logica di sistema". Bene anche sia la spinta della nuova legge ad uscire dal territorio trentino per condividere progetti con altre regioni italiane ed europee, sia la previsione di interventi finanziari dei privati in un settore finora sostenuto quasi solo dal pubblico, favorendo le erogazioni liberali a sostegno di progetti. Anche Conci ha poi suggerito di non ridurre la conferenza provinciale della cultura ad un appuntamento solo biennale. E ha evidenziato l'impegno di Musica Riva nel campo della formazione e valorizzazione dei giovani talenti.

Da ex assessore alla cultura Conci ha invece giudicato "non molto convincente" la suddivisione dei poli museali provinciali prevista dal ddl, "scelta che sembra più dettata da motivi economici che dalla volontà di valorizzare queste strutture". A suo avviso occorre piuttosto puntare sul dialogo, evitando esclusioni e contrapposizioni per favorire la pluralità dei percorsi creando sinergie e facendo della diversità un fattore di crescita. La riforma per Conci andrebbe quindi riformulata perché ogni soggetto museale possa dare il meglio di sè prevedendo maggiori collaborazioni con gli altri musei. Quanto infine al Centro S. Chiara nel quale la nuova legge individua una agenzia dello spettacolo che operi per tutto il Trentino, Conci si è chiesta che fine farà, alla luce di questa previsione, il Coordinamento teatrale trentino.

Il Festival Mozar di Rovereto condivide la cadenza biennale della conferenza.

Per l'Associazione Festival W.A. Mozart di Rovereto, la vicepresidente Bernardetta Santaniello ha espresso un giudizio "molto positivo" sul ddl proposto dall'assessore Mellarini. Questo perché da un lato stimola l'aggregazione delle attività delle associazioni culturali trentine impegnate negli stessi settori. Giusto anche favorire attività capaci di coinvolgere un territorio più ampio di quello del proprio Comune. Opportuno è prevedere che i fondi provinciali siano impiegati nell'arco di un piano triennale e non solo annuale, perché questo permette una programmazione di più lungo respiro. Si evita in tal modo la sfasatura tra il momento del finanziamento e quello in cui bisogna pagare. Condivisa anche l'eliminazione del Forum, organismo troppo ampio e inutile opportunamente sostituito, nella proposta di legge, dalla conferenza provinciale della cultura. Santaniello ritiene preferibile la cadenza biennale della conferenza rispetto a quella annuale, "perché permette di valutare un maggior numero di attività e progetti".

Arte Sella: la riforma punti sull'impresa culturale per dare lavoro ai giovani. Montibeller suggerisce un unico soggetto provinciale per la gestione dei musei. (documento allegato)

Per l'Associazione Arte Sella, il direttore artistico Emanuele Montibeller accompagnato dal presidente Giacomo Bianchi, ha sottolineato l'importanza di puntare con la riforma a trasformare la cultura in un'impresa capace di contribuire allo sviluppo complessivo della società. In questo senso l'ente pubblico dovrebbe puntare a creare occasioni di confronto con mondi esterni su alcuni temi cardine come, per la nostra provincia, il paesaggio. In questo disegno di legge manca poi, per Bianchi, qualunque riferimento all'occupazione giovanile che invece andrebbe promossa in questo comparto. Occorrre quindi ipotizzare incentivi mirati alla formazione di imprese culturali stimolando i giovani ad intraprendere questa strada. Si tratta di vedere nella cultura un'opportunità di occupazione per i giovani. Va stimolata nei giovani la presa di coscienza che il futuro sta nelle qualità dei nostri territori, da utilizzare per lo sviluppo delle comunità. Per questo la nuova legge deve prevedere accordi e rapporti con i mondi del turismo, delle imprese, ma anche con il welfare. Per Montibeller i luoghi della cultura non devono solo essere luoghi di apprendimento ma anche "esperienziali". I tre cardini che servono ai fini di una riforma dovrebbero quindi essere una visione finalmente imprenditoriale della cultura, l'occupazione giovanile, la capacità di stringere accordi con tutti gli altri comparti per superare la logica dei finanziamenti solo pubblici. Ormai il finanziamento pubblico copre solo il 15-20% del fabbisogno di Arte Sella, pari alla quota necessaria alle iniziative culturali. Per il resto Arte Sella lavora grazie ai ricavi degli ingressi e ad altre fonti di sostegno che garantiscono la sua autosufficienza economica. Arte Sella chiede anche di ragionare diversamente sugli Usi Civici per l'utilizzo più agevole dei territori quando si tratta di organizzare iniziative culturali.

Sui musei Arte Sella propone di ripensare alla riorganizzazione del settore, perché non si può pensare che un ente funzionale della Provincia come il Museo degli usi e costumi faccia appena 3.900 ingressi all'anno. Questa legge offre l'occasione per un riordino importante, che non difenda la visione di ogni singolo museo. Come? Creando un unico soggetto gestore dei musei con un solo cda. Il modello al quale riferirsi è per Montibeller quello dell'istituto Smithsonian di Whashington, che gestisce 19 musei, mettendo in comunicazione il mondo della ricerca con il settore espositivo. Si comunicano in tal modo al grande pubblico i risultati delle ricerche scientifiche. Positiva invece è per Arte Sella l'ipotesi di istituire un unico fondo per lo spettacolo, ma servirà un rapporto stretto con il sistema scolastico provinciale, comprendendo anche le istituzioni musicali e le federazioni delle bande e dei cori, per promuovere nella società la crescita diffusa dell'identità trentina. Infine sul sistema bibliotecario, Arte Sella propone di andare verso biblioteche di area, con un bacino di utenza superiore ai 15.000 residenti, intruducendo criteri di valutazione sia in questo campo sia più in generale per le iniziative culturali. Ancora, per Arte Sella andrebbe sostenuto con i contributi provinciali il processo di crescita e non il semplice mantenimento delle attività culturali, per premiare la capacità innovativa di associazioni ed enti nell'accesso a finanziamenti diversi da quello pubblico.

Lucia Maestri (Pd) ha chiesto ai rappresentanti di Arte Sella cosa a loro avviso non funziona nella legge provinciale attuale. Montibeller ha risposto che il limite della normativa è che prevede di operare sui bilanci e non sulle idee delle associazioni culturali. In tal senso la nuova legge dovrebbe stimolare la capacità di un'associazione di ragionare da impresa. Per questo servono strumenti innovativi.

Graziano Lozzer (Patt) ha plaudito all'attività anche turistica sviluppata da Arte Sella, valorizzando l'ambiente, il paesaggio e i percorsi sul territorio, perché così si genera indotto e occupazione soprattutto giovanile.

Filmfestival della montagna: puntare al coordinamento di attività culturali simili.

Per l'Associazione Filmfestival della Montagna "Città di Trento", la direttrice Luana Bisesti, ha evidenziato che secondo il Filmfestival, che ha un'anima cinematografica, ma si occupa anche di editoria ed eventi collaterali, è urgente connettersi molto di più con tutte le manifestazioni simili presenti sul territorio come Cinema Mori, Il Festival Religion Today e la rassegna dei cinema archeologico di Rovereto. Una forma di coordinamento spontanea tra questi soggetti già esiste e porta maggiori benefici a tutti. Fondamentale sarebbe inoltre, per Bisesti, promuovere un maggiore coordinamento con tutte le realtà provinciali che si occupano di turismo. Il Filmfestival è non a caso più conosciuto all'esterno che nel nostro territorio. Chi si occupa di turismo secondo la direttrice deve sapere che potremmo costituire un ottimo veicolo dell'immagine del Trentino all'estero. A una domanda di Maestri, la direttrice ha ricordato che il Filmfestival collabora moltissimo con la Film Commission della Provincia, anche se per volontà autonoma non perché i rapporti sono codificati.

Italia Nostra propone il ritiro del ddl perché il testo sia condiviso dai soggetti interessati. Sbagliato affidare il Buonconsiglio alla Fondazione Museo storico.

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Per Italia Nostra, il presidente, Beppo Toffolon, ha criticato fortemente il mancato il coinvolgimento di numerosi soggetti interessati alla riforma e in particolare – come aveva già evidenziato la direttrice del museo diocesano tridentino Domenica Primerano – degli operatori di altre strutture espositive di interesse provinciali e degli stessi Comuni di Trento e di Rovereto proprietari di parti consistenti del Museo di Buonconsiglio e del Mart. La presidente Maestri è intervenuta per precisare che in rappresentanza dei due enti la Commissione ha già consultato il Consiglio delle autonomie locali – Consorzio dei Comuni. Per Toffolon manca poi al disegno di legge un'analisi preventiva della situazione dei musei trentini e stupisce l'inconsistenza della parte documentale allegata al testo. A suo avviso la relazione introduttiva offre "una collezione di luoghi comuni", completamente priva di dati statistici sul settore e di un'analisi dei nodi problematici. Il disegno di legge è insomma molto carente in tutta la fase preparatoria. Per questo non stupisce che l'articolato appaia "privo di una visione d'insieme" e sia stato scritto senza una preventiva analisi dello stato dell'arte e senza un raccordo con il quadro legislativo nazionale. In negativo colpisce poi, per Toffolon, "l'ampio rinvio alla Giunta provinciale per la definizione di aspetti essenziali, come l'obbligo dei musei di aderire ad uno dei quattro poli previsti per poter accedere ai finanziamenti". Sostituire la fonte regolamentare con una deliberazione giuntale rischia di avere effetti negativi sull'interpretazione e l'applicazione della legge.

Italia Nostra critica in particolare il depotenziamento del Castello del Buonconsiglio affidato, anche se nel "non detto e solo nelle intenzioni del legislatore", alla Fondazione Museo storico del Trentino. Lo stesso destino riguarderebbe quindi anche i castelli di Stenico, Thun, Caldes e Beseno. Premessi questi rilievi critiche Italia Nostra avanza quindi quattro proposte: stralciare l'articolo 15, gravemente lesivo di una riorganizzazione razionale del sistema museale; ritirare il disegno di legge; la convocazione di una conferenza di informazione da parte del Consiglio provinciale per raccogliere elementi utili a predisporre una riforma intelligente, partecipata e condivisa del sistema museale trentino; procedere alla stesura di un nuovo disegno di legge sui musei, non limitato alle strutture provinciali ma esteso alle altre istituzioni espositive del Trentino (di enti locali ed ecclesiastici, di associazioni culturali e di privati), perché sia frutto di un lavoro condiviso tra gruppi consiliari di maggioranza e minoranza. Maestri ha richiamato all'esigenza di non giudicare il "non detto" come ha fatto Italia Nostra sul Buonconsiglio. Toffolon ha ribattuto che il ddl ignora il Castello.

Associazione Incontri internazionali di Rovereto: la Provincia non gestisca tutto ma indichi un tema e finanzi i progetti che convergono su di esso.

Per l'Associazione Incontri Internazionali di Rovereto, il direttore artistico Lanfranco Cis, affiancato da Paolo Manfrini, ha giudicato con favore il ddl esprimendo piena condivisione per l'impianto della riforma. Cis ha suggerito di tener conto che la cultura è un comparto importante sia per l'economia sia per l'occupazione. Anche le questioni legate alle assunzioni e alle condizioni di lavoro nel settore della cultura andrebbero quindi disciplinate in quest'ottica, per garantire anche alle associazioni impegnate in questo campo un trattamento uguale a quello previsto per altri settori dell'economia. Per Manfrini la proposta di legge costituisce un passo avanti significativo per semplificare il settore e riportare a maggiore unitarietà il mondo della cultura trentina oggi molto frammentato. Molto poi dipenderà da come la nuova legge verrà applicata. Da questo punto di vista un'opportunità sarà offerta dalla costituzione del fondo unico per lo spettacolo (Fus). Si tratta di capire come verranno valutate le attività delle associazioni. Da questo punto di vista andrebbero evitate, per Manfrini, le solite commissioni di valutazione potenziando invece l'interlocuzione tra il mondo che accede al Fus e l'ente pubblico, guardando al modello francese. L'ente pubblico potrebbe così valutare meglio la portata effettiva delle iniziative. A costituire un'occasione in tal senso saranno le celebrazioni, nel 2018, del centenario della fine della Grande Guerra. Due, per Manfrini, le strade possibili da percorrere dell'appuntamento: che la Provincia si accolli tutto, oppure che promuova progetti coordinati con tutti i soggetti interessati a produrre iniziative in questo campo. Il finanziamento andrebbe in tal senso vincolato alla programmazione di iniziative su questo tema, pur senza declinare questo approccio in termini dirigistici. L'ente pubblico dovrebbe cioè individuare obiettivi comuni e condivisibili da tutta la comunità sui quali far convergere gli investimenti.

Le audizioni proseguono nel pomeriggio e si concluderanno il 1 marzo.

Allegati
Le osservazioni di Italia Nostra
Le osservazioni di Arte Sella
I dati sui visitatori dei musei dal 2013 al 2016
Immagini
  • Beppo Toffolon- presidente Italia Nostra
  • Chiara Zanon, presidente Fondazione Haydn