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30/11/2016 - In aula o in commissione

Punto nascite di Arco: respinta la risoluzione delle minoranze per chiedere la deroga alla chiusura

Il Consiglio provinciale ha anche approvato il bilancio dell'assemblea legislativa

Punto nascite di Arco: respinta la risoluzione delle minoranze per chiedere la deroga alla chiusura

Sì al disegno di legge della Giunta sulla variazione al bilancio 2016. Testo allegato

Punto nascite di Arco: respinta la risoluzione delle minoranze per chiedere la deroga alla chiusura

​​​​La seduta odierna del Consiglio provinciale si è aperta con una comunicazione del presidente Dorigatti in ordine ad un incontro che si svolgerà alle ore 13 con il sindacato e un gruppo di lavoratori della Whirpool. A seguire è stato approvato il bilancio di previsione del Consiglio provinciale e quindi, come annunciato nella capigruppo di ieri, è stata inserita nell'ordine del giorno una comunicazione dell'assessore Luca Zeni in ordine alla chiusura del punto nascita di Arco. La risoluzione sull'argomento proposta dalle minoranze è stata respinta. L'aula ha preso quindi atto delle dimissioni di Orfeo Donatini da componente del Corecom provinciale e ha poi discusso e approvato il disegno di legge 168 in materia di bilancio di previsione della Provincia, nell'ambito del quale il presidente Rossi ha relazionato sulle modifiche concordate con il Governo Renzi ai patti in materia finanziaria. Infine, è stata avviata la discussione del disegno di legge d'iniziativa popolare in materia di mobilità sostenibile.

I lavori riprendono alle ore 15.00.

Dorigatti sul bilancio del Consiglio: trovata la dimensione adeguata.

L'aula ha approvato (con sole 2 astensioni) la delibera di bilancio di previsione del Consiglio provinciale per gli anni 2017-19, illustrata dal presidente Dorigatti. Il documento, costruito a norme di legge secondo uno schema che permetta il controllo delle tipologie di entrate e spese, pareggia con un totale di 11.611.390 euro e risulta sostanzialmente in linea con quello del 2016, dal momento che lo scostamento con il bilancio assestato dell'anno in corso è infatti di soli 50.923 euro nonostante le maggiori spese obbligatorie derivanti da adempimenti normativi e contrattuali. "Dopo una fase di costante riduzione della spesa negli ultimi anni –ha proseguito Dorigatti– resa possibile da alcune modifiche regolamentari e da un'oculata gestione economica con il recupero di margini di efficienza, il bilancio dell'assemblea legislativa ha trovato ora una sua adeguata dimensione, in grado di mantenere un corretto equilibrio fra qualità e quantità delle risorse impiegate". La maggior parte dei capitoli di spesa resta invariata, ha precisato il presidente, mentre "l'aumento previsto per alcuni settori (185.000 euro per oneri legati al personale e 50.000 euro per l'informazione a servizio della Consulta, ndr) è in larga misura compensata dalla riduzione di altri centri di spesa".

Punto nascite di Arco: respinta la risoluzione delle minoranze. Zeni: questo non è argomento di contrattazione politica. Le minoranze: non sono state sfruttate a sufficienza le argomentazioni disponibili

Il percorso dovrebbe essere noto, ha premesso l'assessore Luca Zeni: il punto di partenza è che sotto i 1000 parti all'anno una struttura è meno sicura per una questione di casistica e di sicurezza. "Noi abbiamo chiesto una deroga" ha proseguito, "prevista sotto i 500 parti all'anno, in considerazione del territorio disagiato che concorrerebbe in diversa misura a non garantire la sicurezza". Zeni ha spiegato che è stato fatto un lungo percorso con il Ministero, è stato seguito un protocollo e per due punti nascita la risposta è stata positiva, per altri due non lo è stata. Per Arco purtroppo, per tutti i parametri presi in considerazione (distanze, quota di altitudine dei comuni, distanze ecc.) c'è stata una valutazione negativa e la richiesta di deroga non è stata accolta. Qui non siamo dunque nell'ambito della decisione politica, ha detto Zeni. Qui sono state fatte delle valutazioni tecniche e di sicurezza. L'assessore ha ripercorso le numerose contestazioni e polemiche che si sono susseguite sull'argomento nei mesi scorsi e i tentativi della Provincia di ridiscutere le decisioni del Ministero. Nelle ultime settimane l'ennesimo tentativo di tornare alla carica con il Ministero, che ha ribadito nero su bianco che non sussistono valide ragioni per mettere in discussione i dati che impongono la chiusura di tutti quattro i punti nascita. Ora si prospetta il tema del bacino d'utenza di Arco che potrebbe essere ampliato, facendo qui convergere chi gravitava sull'ospedale Tione. "In gioco c'è qualcosa di molto importante", ha detto Zeni: "si sta infondendo l'idea che c'è meno sicurezza per le donne e si stanno contestando i dati ufficiali forniti da professionisti e tecnici che si sono confrontati sull'argomento, mentre è stato fatto un gran percorso proprio nella direzione opposta". "Quello che chiedo ai ruoli istituzionali", ha proseguito Zeni, "è di chiudere una polemica che sta minando la credibilità delle istituzioni e diffonde una grave percezione di insicurezza". La risoluzione sottoscritta dalle minoranze non è dunque accettabile perché riporta la questione su cose già chiarite: "si sta facendo un grave danno ai cittadini", ha concluso.

Il consigliere Filippo Degasperi (5 Stelle) si è detto dispiaciuto dalla "contrapposizione" rilevata dall'assessore Zeni. "Da parte mia e di molti c'è solo la volontà di chiarire e di condividere: non c'è polemica, quanto il tentativo di sostenere una posizione diversa e non "contro", quanto piuttosto "per" i cittadini, i 12.000 che hanno consegnato la petizione al Presidente Dorigatti". Degasperi ha messo in discussione l'approccio: la Pat non avrebbe sfruttato a sufficienza gli argomenti a disposizione. "Non è una questione economica? Allora sfruttiamo le novità relative al bacino delle Giudicarie, ai tempi di percorrenza ecc. Io non dico: "avete sbagliato tutto", chiedo solo "c'è la possibilità di scrivere in maniera diversa? Io credo di sì. Allora chiudiamo la polemica politica e scriviamo un documento condiviso con i territori".

In linea di massima posso essere d'accordo con l'assessore, ha esordito Massimo Fasanelli (Misto): è chiaro più alti sono i numeri, maggiore è la qualità si un servizio e dunque il governo avrà individuato dei paraetri e su questi inserito dei paletti. "Tuttavia è chiaro che la politica deve far valere le proprie scelte proprio per derogare, con maggiore elasticità e dinamicità, alle analisi matematiche e scientifiche".

Claudio Civettini (Civica Trentina) ha collocato storicamente l'ospedale di Arco all'interno di accordi intervenuti dopo la chiusura dell'ospedale di Riva: Arco sarebbe dovuto diventare l'ospedale di riferimento per tutto l'Alto Garda. Ci sarebbero dunque degli impegni con la comunità da mantenere. Da Roma sono arrivati chiari messaggi sul punto nascita, ma il problema è che a fronte di un problema da affrontare occorre avere anche una progettualità, trasformando il problema in un'opportunità. Perché accettare il verdetto del Ministero e subire? A suo avviso occorre rilanciare costruendo un progetto, cercando una via per crescere, ad esempio con percorsi di alta specializzazione o attivando convenzioni con altre regioni.

Maurizio Fugatti (Lega) e il consigliere Claudio Cia (Misto) hanno vivacemente contestato e giudicato scorretta la richiesta di Zeni alle minoranze di dimissioni, qualora i dati da loro contestati si fossero dimostrati veri (avanzata la scorsa settimana). Il consigliere del Misto ha aggiunto che la politica dovrebbe avere maggiore rispetto per la sensibilità di tante persone che si stanno spendendo per il mantenimento del punto nascite, mentre a suo avviso vengono snobbati e il loro contributo minimizzato. Cia ha chiesto di all'assessore di conoscere i dati relativi alla sicurezza: quanto bambini o partorienti sono morti perché erano deficitari i mezzi e gli strumenti disponibili.

Luca Zeni, nella replica ha ribadito le ragioni già espresse in precedenza: "non c'è una contrattazione politica su questo tema perché qui in gioco c'è la sicurezza delle madri e dei nascituri e il comportamento delle minoranze sta facendo un grave danno alla collettività perché si sta accusando la Provincia di malafede e giocando con la percezione che i cittadini hanno dei servizi sanitari si sta diffondendo un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni". Ecco perché, ha detto Zeni, ho lanciato la provocazione delle dimissioni: perché so che i dati forniti sono corretti e che con questi numeri non possiamo sostenerne l'esistenza.

Luca Giuliani (Patt), particolarmente attento all'argomento perché della zona, ha sostenuto che la chiusura non è stata voluta dalla provincia né dalla maggioranza. Da parecchi anni non si riesce a raggiungere il numero necessario al mantenimento del punto nascite. La grande sfida in via generale è a suo avviso quella di portare la sanità a domicilio attraverso le cure palliative, l'infermiere di famiglia e che, nell'ospedale di Arco, venga piuttosto implementato il pronto soccorso aumentando il servizio di cardiologia

Giacomo Bezzi (Forza Italia) ha detto di non essere più appassionato all'argomento. Tuttavia la politica dovrebbe, almeno sulla salute, stare un po' più attenta: "non mi è piaciuto lo stile dell'assessore di chiedere le dimissioni delle minoranze", ha aggiunto. Le distanze sono importanti in un contesto di questo tipo e su alcune tematiche così delicate si dovrebbe prestare maggiore attenzione: "su questi argomenti basilari per la vita dei cittadini del Trentino e la sopravvivenza delle periferie non abbasseremo la guardia", ha concluso, "e lo dimostreremo anche nella discussione della finanziaria.

Una diversità di trattamento tra le valli di Fiemme e Fassa ed Arco è stata sottolineata da Walter Viola (Progetto Trentino) che però ha evidenziato come l'aspetto più delicato della questione sia quello dei dati sulla natalità che sono davvero preoccupanti: "siamo uno dei paesi europei con minori nascite e la promozione della natalità con servizi adeguati è oggi un'emergenza". Il problema non è solo legato alla crisi, ma è molto più radicato, ha detto. "Ecco perché è importante attivare politiche chiare sulla famiglia e sulla natalità", ha aggiunto confermando il voto favorevole alla risoluzione.

La risoluzione è stata respinta con 18 voti contrari e 11 favorevoli.

Presa d'atto delle dimissioni di Donatini dal Corecom

Successivamente il Consiglio provinciale ha preso atto delle dimissioni di Orfeo Donatini da componente del Corecom, dimissioni motivate dalla recente nomina del giornalista nel cda di Trentino-Alto Adige.

Rossi in tema di bilancio e materia finanziaria: approvato il ddl 168

A seguire, è stato discusso e approvato il disegno di legge 168 in materia di bilancio di previsione della Pat e contestualmente, il presidente Rossi ha informato il Consiglio sulle modifiche concordate con il governo Renzi ai patti in materia finanziaria, quindi sull'inserimento in Statuto speciale del via libera all'utilizzo di parte degli avanzi d'amministrazione accumulato in provincia di Trento. In data 22 novembre la Giunta ha comunicato al Governo il consenso alla modificazione e integrazione dell'ordinamento statutario in relazione al ddl di stabilità dello Stato che prevede la possibilità per le province di Trento e Bolzano di un'integrazione che consenta forme di utilizzo degli avanzi degli anni precedenti al fine si favorire politiche espansive degli investimenti pubblici. Si tratta di 70 milioni per ciascuna provincia nel 2017 e nel 2018 e 50 milioni fino al 2030.

In dichiarazione di voto sul disegno di legge è intervenuto Marino Simoni che ha anticipato il voto contrario di Progetto Trentino in considerazione dei rapporti poco chiari con lo Stato che non rispetterebbe gli accordi stipulati con la nostra realtà autonomista. "I patti vanno rispettati, mentre noi ci ritroviamo a dover continuamente rincorrere le ingerenze dello Stato sulle nostre prerogative" ha aggiunto. "La navigazione non è per nulla certa, viviamo nel dubbio e nell'incertezza, soprattutto in materia finanziaria e il sistema dell'autonomia così non può funzionare".

Il disegno di legge è stato approvato con 17 voti favorevoli, 10 contrari e 1 astensione.

Mobilità sostenibile: si riprende alle ore 15.00

Si è passati quindi al disegno di legge 58 d'iniziativa popolare in materia di mobilità sostenibile. Il consigliere Mario Tonina ha dato lettura della relazione al disegno di legge che la Commissione competente aveva rinviato all'aula senza procedere alla discussione articolata. In assenza della prima proponente signora Valer, il presidente Dorigatti ha proposto di aggiornare il punto al pomeriggio. I lavori sono stati sospesi con leggero anticipo e riprenderanno alle ore 15.00.