Giornale OnLine

Giornale Online
27/10/2016 - In aula o in commissione

Pareri discordanti tra Comuni, imprenditori e associazioni sul ddl per la mobilità sostenibile

Concluse le audizioni della Terza Commissione in merito al testo di iniziativa popolare

Pareri discordanti tra Comuni, imprenditori e associazioni sul ddl per la mobilità sostenibile

Nella foto, un momento delle consultazioni. Testi allegati

Pareri discordanti tra Comuni, imprenditori e associazioni sul ddl per la mobilità sostenibile

​​​​​​​Audizioni concluse stamane in Terza Commissione – presidente Mario Tonina (Upt) – per il disegno di legge di iniziativa popolare che promuove la mobilità sostenibile, di cui è prima firmataria Antonella Valer. Il ddl dovrà  ottenere il voto della Commissione entro il 7 novembre per poter approdare a fine mese nell'aula del Consiglio provinciale. Il presidente Tonina ha ricordato anche il seminario di approfondimento su questo tema promosso oggi pomeriggio dall'assessore Gilmozzi, mentre i firmatari del ddl hanno evidenziato la loro disponibilità a discutere in particolare con l'assessore la proposta da loro avanzata, in alternativa alla previsione della gratuità dei mezzi di trasporto pubblici contenuta nel testo, di un abbonamento obbligatorio per tutti i cittadini a sostegno di questo servizio.

Il Cal: gratuità dei mezzi pubblici insostenibile per le casse comunali.

Contrarietà "assoluta" è stata espressa in una nota dal Consiglio delle autonomie locali alla proposta di rendere gratuito il servizio di trasporto pubblico. "Pur interessante nelle finalità di incentivo della fruizione del servizio pubblico a discapito del mezzo privato – scrive il presidente del Cal Gianmoena – la proposta non è sostenibile per le casse comunali".

Per la Cooperazione condivisibile la volontà di ridurre l'inquinamento. No al manager della mobilità e all'osservatorio.

Bernardino Santoni della Federazione trentina della cooperazione, ha espresso condivisione per la proposta del ddl di promuovere modalità di trasporto alternative come il Car pooling e il Car sharing per ridurre l'utilizzo dei mezzi privati. In generale, pur d'accordo con lo spirito e le finalità del testo, la Cooperazione critica la proposta di istituire un manager e un osservatorio della mobilità, perché esistono già strutture provinciali preposte al settore. "Non siamo favorevoli alla gratuità del servizio di trasporto pubblico perché non sostenibile economicamente". Il ddl è frutto di un processo partecipativo, ma va rivisto e snellito in molti punti.

Associazione artigiani: questo ddl è un libro dei sogni e i processi partecipativi gestiti dal pubblico generano lentezze e inefficienze.

Il presidente dell'Associazione artigiani Roberto De Laurentis, ha osservato che i processi partecipativi, se gestiti dalla Provincia e altri enti pubblici, generano inefficienze e lentezze decisionali. Quanto a Car sharing e Car pooling, vi sono periodi in cui queste soluzioni diventano una moda che poi  scompare. Il ddl è confuso ed è un po' confuso come accade nei libri dei sogni. Togliere dalla strada i veicoli privati si tradurrebbe nella chiusura di molte autoconcessionari e in costi non sostenibili dal pubblico, anche se è vero che occorrerebbe incentivare alcuni mezzi di mobilità collettiva.

Replicando agli imprenditori, la prima firmataria del ddl Valer ha osservato che nel testo di iniziativa popolare sia il manager della mobilità sia l'osservatorio sarebbero a costo zero perché affidati a dirigenti già assunti dalla Provincia. Quanto alla partecipazione, più le decisioni sulla mobilità sono condivise dai cittadini e più si riducono i costi.

Gilmozzi: coinvolgere il privato nelle scelte per la mobilità sostenibile.

Donata Borgonovo Re (Pd) la razionalizzazione del sistema di trasporto pubblico non toglierebbe lavoro agli artigiani, anzi. Quanto alle esigenze di mobilità, vi è la possibilità di considerare anche i bisogni di artigiani e professionisti. Sarà comunque inevitabile per rendere sostenibile la mobilità sacrificare alcune "libertà" dei veicoli privati, visto il gran numero di auto che circolano con una sola persona a bordo.

L'assessore Gilmozzi ha segnalato che ad esempio, per ridurre l'inquinamento le piccole merci si potrebbero consegnare nelle valli studiando con i privati una diversa impostazione della logistica. Quanto al dibattito pubblico, per Gilmozzi risulterebbe utile anche per individuare forme di compartecipazione del privato ad investimenti funzionali alla mobilità sostenibile.

Per i firmatari del ddl, Ezio Viglietti ha osservato che con la "partecipazione" prevista dal provvedimento non si instaurerebbe affatto un dispendioso regime assembleare, ma si permetterebbe ai cittadini di costruire le decisioni insieme agli organi di governo.

Favorevoli le organizzazioni sindacali, che chiedono alla Provincia soluzioni concrete per migliorare l'efficienza del trasporto pubblico.

La Fit Cisl con Massimo Mazzurana ha apprezzato il ddl sottolineando però che senza un finanziamento certo da parte della Provincia non si favorisce la mobilità. Non ci si può limitare a valutazioni economici, serve una pianificazione che tenga conto dell'efficienza e dell'economicità, ma anche del diritto alla mobilità. Per la Fit Cisl "manca progettualità". Se la Provincia avesse aumentato la velocità commerciale, il costo del servizio di trasporto pubblico locale sarebbe calato. Non sono stati risolti i problemi infrastrutturali del trasporto pubblico. Il sindacato ha sposato la proposta di mediazione avanzata dai presentatori del ddl. Servirebbe per Fit Cisl una tassazione a monte per risolvere attraverso l'Icef una tariffazione inferiore.

Per la Fenalt, il presidente Bruno Boschetti ha rilevato che il ddl è ambizioso, ha costi notevoli e tempi di attuazione molto lunghi ad esempio per la costruzione di treni, tranvie e piste ciclabili. Si potrebbe però intervenire in tempi brevi per rispondere ai cittadini che lamentano la difficoltà di trovare parcheggi per l'auto ai margini della città da dove recarsi al lavoro in bicicletta. Non è poi pensabile che da Trento a Levico il treno impieghi un'ora. La riduzione dei tempi di percorrenza è quindi fondamentali per incentivare la mobilità alternativa all'auto, come pure l'aumento dei mezzi nelle ore di punta e agire sul costo dei biglietti. Manca al ddl un piano di finanziamento preciso e bisognerebbe favorire l'acquisto dei mezzi elettrici per la riduzione dell'inquinamento.

Per la Uil trasporti, Nicola Petrolli si è dichiarato pienamente d'accordo con il ddl sulla mobilità. A suo avviso oggi è possibile migliorare i tempi di percorrenza su strada con molto poco, ad esempio con corsie preferenziali sui mezzi pubblici. I controlli a bordo sono condivisibili perché servirebbero a garantire che tutti i passeggeri paghino il biglietto.

"Condivisione" per il ddl è stata espressa anche dal segretario degli autoferrotranvieri Franco Cerbaro e dalla Fil Cgil con Franco Tessadri, che è anche terzo firmatario del testo di iniziativa popolare.

Per gli ordini professionali la mobilità è generata dall'accentramento.

A favore del ddl si sono pronunciati il Comitato interprofessionale ordini e collegi professionali con Armando Versini, Marcella Morandini e Aldo Facinelli. Gli obiettivi del provvedimento, ha osservato Versini, sono raggiungibili e per la città di Trento la mobilità sostenibile è un problema da risolvere urgentemente. Per gli architetti, Maria Stella Marini, d'accordo con il ddl, ha evidenziato che "la mobilità viene generata dall'accentramento e dal decentramento. Risulta sempre più difficile raggiungere il centro dalle periferie. Aldo Facinelli, rappresentante del collegio periti agrari, si è associato ai giudizi positivi sul ddl perché a suo avviso occorre ripensare il modello di sviluppo della mobilità ed essere disposti a modificare i comportamenti quotidiani in questo campo. Facinelli ha anche messo in luce la minaccia che l'inquinamento rappresenta per l'agricoltura. A suo avviso inoltre servono più parcheggi per le biciclette e colonnine di ricarica delle auto elettriche.

Per l'INU (l'Istituto nazionale di urbanistica), Pietro Degiampietro si è espresso a favore del ddl che però andrebbe  a suo avviso integrato con un riferimento esplicito alla mobilità sostenibile nei piccoli comuni turistici.

Fondazione Dolomiti Unesco: servono sinergie e più integrazione fra territori per ridurre il traffico automobilistico privato.

Per la Fondazione Dolomiti Unesco, il direttore Marcella Morandini ha presentato questo strumento di raccordo interregionale e interprovinciale di cui, ha ricordato, l'assessore Gilmozzi è vicepresidente. Morandini ha evidenziato che le amministrazioni provinciali e regionali coinvolte nella Fondazione hanno condiviso una strategia complessiva di gestione della mobilità sulle Dolomiti. E ha segnalato i dati emergenti da uno studio disponibile nel sito della Fondazione, che evidenzia la necessità di un impegno condiviso di tutti i territori per potenziare e migliorare il trasporto pubblico e sviluppare l'integrazione dei servizi. Dalle indagini effettuate da Dolomiti Unesco emerge un eccessivo utilizzo dell'auto privata nei passi dolomitici (si sfiora il 70%) e che la mobilità migliorerebbe se si operasse per una riduzione dei tempi di percorrenza, per l'omogeneizzazione di biglietti e tariffe sui mezzi pubblici e per l'informazione relativa a mezzi alternativi all'auto privata. Da questo punto di vista esiste già una "piattaforma digitale unica per il trasporto pubblico" (www.dolomitiunesco.info) nelle cinque province di Dolomiti Unesco. Quanto ai transiti medi giornalieri sui passi Costalunga, Gardena, Sella, Campolongo e Pordoi, emerge un maggior utilizzo dell'auto da parte degli italiani rispetto agli stranieri e una percezione molto negativa del traffico da parte dei turisti dell'area germanofona.

Borgonovo Re: poco appetibile recarsi nelle valli coi mezzi pubblici.

Borgonovo Re (Pd) ha osservato che rendere incisivo l'intervento pubblico serve uno studio del traffico, dei flussi e degli orari di transito. Le carenze del trasporto pubblico emergono a suo avviso soprattutto quando ci si deve muovere verso le valli.

L'assessore Gilmozzi ha ricordato che studi di questo tipo già esistono già ed evidenziano esigenze di mobilità molto diverse ad esempio dei turisti rispetto a chi deve invece spostarsi per lavoro. Sui passi dolomitici, ha ricordato l'assessore, transita ogni anno più di un milione e mezzo di automobili per ridurre le quali è essenziale sviluppare il dialogo e la collaborazione tra le amministrazioni dei territori allo scopo di promuovere il trasporto pubblico. Ma per Gilmozzi è attraverso la cultura e la gradualità che si potranno ottenere risultati. E in questo senso, ha aggiunto, il ddl è utile a rafforzare questa ricerca coinvolgendo soprattutto i cittadini.

Gruppo donne Rendena: si parta dai disagi e dai bisogni dei cittadini.

La rappresentante del Gruppo donne Rendena Luisa Romeri ha ricordato il forte impegno della sua organizzazione in questo campo, che ha portato all'aumento del servizio di trasporto pubblico e al miglioramento della mobilità integrata nelle Giudicarie. "Un disegno di legge come questo – ha concluso – dovrebbe nascere dalle esigenze e richieste dei cittadini".

Trentino Arcobaleno: offrire opportunità di mobilità sostenibile.

Roberta Villa di Trentino Arcobaleno (consumo critico e sistema di vita sostenibili), ha espresso condivisione per il ddl che afferma il diritto di ogni persona alla mobilità e in particolare alla mobilità sostenibile, perché spesso non si può scegliere in assenza di alternative. Per Villa il manager della mobilità proposto dal ddl dovrebbe avere una visione complessiva della realtà provinciale per coordinare l'esistente. E dovrebbe inoltre dar voce ai cittadini dei singoli territori. All'osservatorio dovrebbero partecipare anche semplici cittadini perché emergano le istanze della gente e l'amministrazione ne faccia tesoro. "Forse – ha osservato – proporre la gratuità dei mezzi pubblici è prematuro, ma andrebbe individuata una forma di pagamento del servizio che ogni cittadino dovrebbe effettuare dia in rapporto alla propria condizione sociale". Infine Trentino Arcobaleno suggerisce di migliorare i servizi e i parcheggi per chi utilizza la bicicletta.

Associazione Più Democrazia: la Giunta coinvolga nelle nelle decisioni anche il Consiglio provinciale.

Alex Marini, presidente dell'associazione "Più Democrazia in Trentino", si è espresso a favore, in generale, del ddl, soprattutto per la pianificazione strategica e il coinvolgimento popolare, condizioni funzionali alla riduzione delle emissioni inquinanti. Marini ha rilevato tuttavia anche alcune criticità emergenti dal testo del ddl, nella composizione dell'Osservatorio della mobilità (i cui membri esperti e cittadini dovrebbero essere scelti utilizzando il metodo del sorteggio per garantire la terzietà), nelle carenze dei processi partecipativi e nell'assenza di un ruolo cardine del Consiglio provinciale, che va consultato nelle decisioni della Giunta coinvolgendo la Commissione competente. Giusto per l'associazione rivedere gli obiettivi del piano provinciale della mobilità.

Vigliotti, firmatario del ddl, ha sollecitato l'assessore Gilmozzi a chiarire la volontà della Giunta di sostenere o meno questo provvedimento di iniziativa popolare e in particolare in merito ai punti controversi.

Al posto della gratuità del servizio di trasporto pubblico, i firmatari propongono un abbonamento annuale obbligatorio per tutti.

La prima firmataria del ddl, Antonella Valer, ha concluso offrendo la disponibilità dei proponenti a migliorare in alcuni il testo per arrivare ad una formulazione condivisa con l'assessore Gilmozzi. In particolare i firmatari propongono, in alternativa alla proposta dell'utilizzo gratuito dei mezzi pubblici di trasporto, di coprire la parte di ricavi attualmente derivanti dalle tariffe con l'introduzione di un abbonamento annuale obbligatorio per tutti i cittadini che finanzi il servizio di trasporto pubblico, con una cifra di circa 70 euro all'anno, da modulare in rapporto all'Icef. Resta invece ferma per i firmatari la proposta contenuta nel ddl di istituire un fondo per la mobilità sostenibile da finanziare con una percentuale minima fissa del 5% del bilancio provinciale.

Il voto in Commissione è in programma nella seduta del 7 novembre per approdare all'esame finale in aula a fine novembre.

Allegati
Documento Consiglio autonomie locali
Documento Associazione Più Democrazia in Trentino
Documento Gruppo Donne Rendena
Immagini
  • Audizione associazioni ddl mobilità sostenibile