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21/10/2016 - Incontri

Il 1816, “l’an de la fam”, raccontato da una mostra inaugurata oggi a palazzo Trentini

Presentati anche un libro e un video del Coro La Valle e dal Gruppo Costumi Storici Cembrani

Il 1816, “l’an de la fam”, raccontato da una mostra inaugurata oggi a palazzo Trentini

Dorigatti: “senza memoria un popolo non ha futuro”. Foto allegate

Il 1816, “l’an de la fam”, raccontato da una mostra inaugurata oggi a palazzo Trentini

​​​​​​«Un popolo privo di memoria è un popolo che non vede il futuro e chi non vede il futuro è destinato a subirlo. Ecco perché ricordare qui, anche in modo tangibile, un evento così particolare e drammatico come la carestia del 1816, che aprì le porte ad uno scenario difficile e complesso per tutta la nostra terra, diventa elemento importante nella composizione del grande mosaico del percorso del Trentino nei secoli». Con queste parole il presidente Bruno Dorigatti ha aperto oggi pomeriggio la mostra “16Sédese: la terra, la fame e l’acqua - 1816-2016”, allestita nell’atrio d’ingresso di palazzo Trentini con il patrocinio del Consiglio provinciale. La mostra si potrà visitare fino a sabato 29 ottobre.

Curata dal Coro La Valle e dal Gruppo Costumi Storici Cembrani”, la mostra racconta attraverso una sequenza di pannelli ricchi di scritte ed immagini, “l’an del la fam”, l’anno della fame, che segnò una svolta profonda nella vita della popolazione dell’allora provincia italiana del Tirolo. Quel “sedici”, in dialetto trentino “Sédese”, fu infatti l’inizio, due secoli fa, di un periodo di sofferenze punteggiato da carestie e sconvolgimenti climatici che precipitarono i trentini – la stragrande maggioranza dei quali agricoltori – nella miseria più nera, fino a spingerli alla “grande emigrazione” del 1866. Fu grazie alla “scoperta” della patata, coltivazione importata dai francesi e che si diffuse rapidamente in tutto il territorio, che la gente riuscì a mitigare e a superare quella terribile crisi. Nel ricordarla, Dorigatti ha evidenziato che le nostre condizioni di vita attuali, ben diverse da quelle di 200 anni fa, sono legate “alle possibilità che la nostra particolare forma di autogoverno offre a tutti i cittadini trentini e non solo”. Ma il valore dell’autonomia oggi non va dato per scontato ma va riscoperto attraverso la partecipazione singola e collettiva ai processi di sviluppo e cambiamento. Perché “’autonomia – ha concluso – è la ricerca comune della soluzione dei problemi, secondo quella cultura di mutua e reciproca solidarietà che esprime l’identità delle nostre valli”.

Oltre alla mostra di pannelli, il Coro “La Valle” e il “Gruppo Costumi Storici Cembrani” hanno dedicato al progetto “Sédese” per raccontare la carestia e gli anni più duri vissuti dal popolo trentino nel corso dell’800, un libro, un video documentario e un concorso fotografico al quale hanno partecipato 10 opere e i cui autori sono stati premiati durante la cerimonia inaugurale.

Presenti i consiglieri provinciali Lozzer e D Godenz, un saluto all’inaugurazione è stato portato anche dall’assessore alla cultura Tiziano Mellarini, che ha ricordato il valore che ha oggi nella cucina trentina anche di eccellenza di un prodotto alimentare “povero” e importante nella nostra storia come la patata. Alla cerimonia – durante la quale alcuni canti tradizionali trentini sono stati eseguiti dal Coro e da Minicoro La Valle, quest’ultimo formato da bambini – sono intervenuti anche il presidente della Federazione dei cori del Trentino Paolo Bergamo, l’autore del libro dedicato alla patata e alla sua storia Roberto Bazzanella e il presidente del Coro La Valle Ottavio Bazzanella. 

Immagini
  • Il saluto di Dorigatti
  • Dorigatti consegna un premio del concorso di fotografia
  • Il Coro La Valle
  • Il minicoro La Valle diretto da Paola Bazzanella