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20/10/2016 - In aula o in commissione

Le audizioni dedicate ai riflessi della nota di aggiornamento del Def sul bilancio provinciale

La Prima Commissione ha raccolto il parere delle parti sociali e della Camera di commercio

Le audizioni dedicate ai riflessi della nota di aggiornamento del Def sul bilancio provinciale

Documenti allegati

​​​​La prima Commissione di Mattia Civico, riunita nel pomeriggio di oggi, ha ospitato le audizioni in merito alle linee generali della nota di aggiornamento del DEF 2016 e suoi riflessi in ambito provinciale. Sono stati sentiti i sindacati, gli imprenditori, i commercianti e gli artigiani. “Si tratta di un percorso inedito”, ha notato Civico, che nasce nel luglio scorso e prevede di inserire tra l’assestamento di bilancio e il bilancio di fine anno, una tornata di audizioni per mettere a fuoco gli orizzonti, in funzione di quella che sarà la prossima manovra finanziaria della Provincia”.


I suggerimenti dei Sindacati per la manovra Pat

Franco Ianeselli, Michele Bezzi e Walter Alotti rispettivamente per Cgil, Cisl e Uil hanno ringraziato per la “novità favorevole” di queste audizioni, evidenziando i diversi passaggi di coinvolgimento che intercorrono tra sindacato e politica nell’ambito della formazione delle politiche del bilancio e contrattuali. Ciò detto, sono state offerte alcune considerazioni, per “capitolo”: sul lavoro sembra acquisito che nelle modifiche al piano delle politiche ci saranno incentivi forti sulle assunzioni di giovani, reinserimento delle donne e disoccupati over 50. Nel 2015 ci fu una forte impennata in tal senso -in calo nel 2016- e ora pare esserci la volontà di proseguire con forme significative di incentivo: la manovra da questo punto di vista è valutata positivamente. E’ stata invece rilevata una mancanza che nasce dalla considerazione che in Provincia di Bolzano la Camera di commercio fa una stima previsionale dei fabbisogni delle imprese; una stima molto utile che offre mappe pratiche di orientamento delle azioni e che potrebbe servire anche a Trento. Sul capitolo previdenza è stato fatto un accordo a livello nazionale che riguarda pensionati (quattordicesima) e pensionandi. La fase due, che riguarda i giovani è ancora poco chiara e lontana da una messa a punto. Una suggestione offerta dal sindacato è la seguente: noi abbiamo competenza sulla previdenza complementare e per i ragazzi impegnati nei tirocini dell’alternanza scuola-lavoro potrebbe esser interessante aprire una posizione anche simbolica di previdenza complementare. Sulla formazione e in particolare sul trilinguismo si potrebbe cominciare a ragionare su progetti anche per la popolazione adulta. Capitolo fisco: è iniziata la discussione con la Giunta e, a due anni dall’introduzione, pare non ci sia una valutazione favorevole dell’impatto prodotto dagli sgravi Irap. Serve un supplemento di riflessione e una valutazione delle politiche e forse anche la correzione di qualche errore. Si potrebbe immaginare ad esempio la riduzione significativa dell’Irap per le imprese nelle quali vengono adottati contratti di produttività (premi di risultato per i quali vanno individuati gli indicatori). Tema famiglie: c’è l’idea condivisibile di sostenere la natalità; la nostra richiesta è di tenere in considerazione tutti gli strumenti complessivamente: quello fiscale, l’assegno al nucleo famigliare e i servizi. Politiche sociali: entriamo in un ambito che riguarda la contrattazione all’interno delle aziende. La “moda” del momento è quella del welfare aziendale. In diverse aziende, anziché pagare con i soldi si sta “pagando” con il welfare. La posizione del sindacato non è contraria, tuttavia occorre capire come questa pratica si interfaccia con le politiche già in atto e quali siano i soggetti che forniranno queste prestazioni, visto che al momento non c’è un fornitore trentino. Se si lavora sul sociale cerchiamo di lavorare con realtà accreditate sul territorio, è stato suggerito. Sul contratto dipendenti pubblici la trattativa è in corso e non è stato anticipato nulla al riguardo da parte del Sindacato. Qualche annotazione è stata aggiunta da Walter Allotti sui diversi argomenti: per quanto riguarda il fisco, la richiesta avanzata è quella di esenzione dei redditi fino a 35.000 euro o in alternativa che si introduca una free-tax area fino a 28.000 euro. Occorre un monitoraggio delle politiche adottate in materia di Irap e Imis e un meccanismo che aumenti la selettività e premi le aziende che creano nuovi posti di lavoro. Serve anche un recupero del gettito fiscale sul territorio con contrasto all’economia sommersa e che la Provincia legiferi in tal senso, dal momento che il 100% del recuperato resterebbe sul territorio. Infine servirebbe l’introduzione della tassa di scopo per il turismo, ben diversa dalla tassa di soggiorno: le risorse che il pubblico ha investito in questo settore sono molto ingenti, il fatturato e le presenze sono in aumento e questa imposta andrebbe introdotta. Sul diritto allo studio il suggerimento è quello di tornare alla misura del passato che prevedeva borse di studio per gli studenti delle superiori commisurate a risultati e tempi. Inoltre, l’estensione del comodato d’uso dei testi scolastici oltre l’età della scuola dell’obbligo (oltre i sedici anni): tutte misure a basso costo che potrebbero concorrere a disincentivare l’abbandono dello studio. Sulla sanità, la richiesta è quella di procedere come a livello nazionale adeguandosi alla deroga al blocco del turn over per la stabilizzazione di medici e infermieri. Per le società partecipate la Uil chiede che ci si conformi alla razionalizzazione del sistema, provvedendo a fusioni e riduzioni, anche in riferimento alle misure della legge Madia.


Imprenditori, Confesercenti, Artigiani, Albergatori: tra auspici e preoccupazioni

Paolo Mondini (Confcommercio) ha lodato l’iniziativa di ascolto, auspicando che il confronto la prossima volta venga anticipato, affinché le osservazioni possano fornire spunto ai nostri rappresentanti a livello nazionale. Venendo al DEF, “presenta luci ed ombre”: chiediamo da anni e lo ribadiamo, qualcosa di innovativo in politica economica a livello provinciale e il riequilibrio della manovra nazionale alle esigenze territoriali.

Renato Villotti (Confesercenti) ha chiesto particolare attenzione soprattutto per le piccole aziende rispetto alle quali occorre fare molto di più.

Giulio Bonazzi (Industriali) ha notato alcuni aspetti positivi del DEF nazionale, tra cui il piano Industria 4.0 e l’abbassamento dell’Ires. “A livello locale, noi contribuiamo al 24% del Pil, all’80% delle esportazioni, e il 90% dei nostri contratti sono a tempo indeterminato e dunque il nostro apporto è fondamentale” ha aggiunto. Sulla manovra provinciale stando a qualche indiscrezione apparsa sulla stampa, abbiamo qualche preoccupazione, ha ammesso, sebbene di scritto non abbiamo ancora visto nulla. La nostra richiesta sarebbe quella di non peggiorare le condizioni di tassazione e portare l’Imis a livello dei cugini altoatesini, oltre ad operare qualche ulteriore sforzo nella direzione del sostegno all’internazionalizzazione e del contenimento delle spese correnti.

Roberto De Laurentis (Artigiani) ha osservato che se l’ottica della manovra sarà la stessa dello scorso anno, laddove conteneva una riduzione fiscale generalizzata, andrebbe bene. “Abbiamo parato il colpo della stretta del credito grazie ai denari immessi nel Confidi e speriamo si possa proseguire in questa direzione, in un sistema di microcredito”, ha aggiunto. Bene anche l’immissione di nuove risorse nell’edilizia, settore strategico per la ripresa economica. Inoltre, un discorso va fatto sulla formazione continua, che dovrebbe essere orientata anche all’imprenditoria, al fine di “allevare una classe imprenditoriale trentina che non c’è”. De Larentis ha citato le recenti dichiarazioni di Rossi e Olivi, virgolettandole: “la riduzione fiscale non ha dato risultati in termini di investimenti” ed ha così commentato: “gli investimenti si fanno quando il mercato tira, ma i fatti dicono che si fa molta, troppa fatica. Il vero problema è che non si può fare anno per anno a seconda di come si muove la soma: occorre una programmazione almeno pluriennale, un polmone sufficientemente ampio per dare respiro all’economia”. A suo avviso sono state messe in piedi numerose start up che non portano a nulla, “troppo sesso allettate dal contributo e non dalla necessità”. La ricerca va fatta, ma non quella non supportata da indagini di mercato: “di quella ce n’è anche troppa”, ha concluso.

Roberto Pallanch (Albergatori) ha sostenuto che le agevolazioni fiscali vanno “sterilizzate” e potenzialmente aumentate, “perché serve una continuità per fare una programmazione”. Il recupero di redditività consente il rilancio degli investimenti che, all’interno di piccole attività, vengono fatte annualmente anche su cifre piccole, ma di grande effetto sull’economia complessiva. Su Imis e Irap, già l’anno scorso si era osservato come per il settore fosse peggiorativa rispetto all’anno precedente: “ci aspettiamo che la rimodulazione delle aliquote non sia un modo per penalizzare ulteriormente”. L’innovazione è molto diversificata e nel settore alberghiero dobbiamo considerarla da diversi punti di vista, ha osservato: possiamo parlare di innovazione di prodotto, di processo, di organizzazione, di tecnologica. Innegabilmente, l’innovazione consente di rafforzare il sistema e va comunque sostenuta.

Mauro Fezzi (Federazione Cooperative) ha portato il senso di una partecipazione del mondo della cooperazione alla coesione sociale, oltre che alla crescita della comunità. Viviamo una stagione complicata perché la tematica del credito si riverbera su tutte le attività della cooperazione, ha premesso. Ciò che ci preoccupa maggiormente è la mancanza dei regolamenti di attuazione della legge 13/2007, un aspetto che rischia di creare grossi problemi in materia di contrattualistica e di lavoro. Sappiamo che crescita non ci sarà, ma certamente sarebbe necessario garantire la fiscalità attuale: auspicabile sarebbe uno sgravio per le assunzioni di durata pari o superiori a sei mesi. A sostegno delle piccole realtà commerciali multiservizio delle aree svantaggiate, si dovrebbero valutare riduzione Irap o forme di sostegno mirate alla rivitalizzazione e anche al coinvolgimento dei giovani, gli unici capaci di portare innovazione vera. Per il mondo dell’agricoltura gli strumenti attivati non sono a suo avviso sufficientemente in grado di valorizzare un settore capace di innovazione e internazionalizzazione come pochi: sulla legge 4 del settore (“un contenitore quasi vuoto”) auspicheremmo misure di accompagnamento finalizzate alla ripresa di alcune politiche utili.

Franco Grasselli (Artigiani) ha fatto eco a De Larentis quando cita le parole di Rossi ed Olivi e si è chiesto quali siano gli investimenti che sono mancati, pur ammettendo la difficoltà di esprimersi su qualcosa che non si conosce e su cui sono state solo anticipate alcune dichiarazioni sulla stampa locale.

Giovanni Bort e Massimo Pavanelli (Camera di Commercio) si sono soffermati sulla nota del DEF, oggetto della presente convocazione. Il quadro economico è tutto sommato chiaro, siamo in una fase di rallentamento, la Brexit non ha prodotto le temute turbolenze, ma c’è un problema sul commercio internazionale in rallentamento, così come le economie emergenti. L’economia italiana è basata molto su un rapporto dinamico con i mercati internazionali e dunque risente del rallentamento generale. Tutto questo, al netto di alcuni fattori di rischio che potrebbero aggravare il quadro, produce a livello nazionale una revisione al ribasso degli indicatori economici e la situazione appare dunque abbastanza preoccupante, anche perché il DEF contiene un ottimismo in prospettiva, a distanza di tre o quattro anni, poco sostenibile. Le linee del Governo sono piuttosto chiare nel sostegno alla crescita attraverso la diminuzione della pressione fiscale, il rilancio degli investimenti, il contrasto all’evasione (passando da un atteggiamento di controllo ad attività di incentivazione all’assolvimento degli obblighi). Positiva la conferma del taglio dell’Ires, il piano industria 4.0, l’abolizione Irpef agricola e i piani di intervento annunciati che dovranno però essere giudicati una volta approvati. A livello locale si osserva un aumento dell’1,5% del fatturato del nostro settore produttivo, anche se la situazione appare differenziata tra i singoli comparti economici e le imprese (la classe di imprese da 1 a 10 addetti registra ad esempio cali del proprio giro d’affari). Nella sostanza, ha concluso Pavanelli dell’Ufficio Studi di CamCom, le previsioni sono invariate e orientate al pessimismo e all’incertezza: difficilmente la crescita del Pil 2016 in Trentino, calcolata a fine anno, potrà superare lo 0,5-1,0%.



Sono intervenuti alla Commissione ponendo domande e chiedendo chiarimenti agli ospiti i consiglieri Maurizio Fugatti (Lega), Walter Kaswalder, Rodolfo Borga, Marino Simoni. Hanno partecipato ai lavori, oltre al Presidente Mattia Civico, la consigliera Donata Borgonovo Re e il consigliere Lorenzo Ossanna.

Allegati
Il documento con le osservazioni della Confcommercio
Il documento con le osservazioni della Uil
Il documento con le osservazioni della Camera di commercio