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19/10/2016 - In aula o in commissione

“Aperti” i ddl sulle cave. Parere favorevole al finanziamento delle nuove imprese e delle Apt

I lavori della Seconda Commissione. Sì anche a una delibera che incentiva l'acquisto di immobili

“Aperti” i ddl sulle cave. Parere favorevole al finanziamento delle nuove imprese e delle Apt

L'assessore Alessandro Olivi. Testi allegati

“Aperti” i ddl sulle cave. Parere favorevole al finanziamento delle nuove imprese e delle Apt
La Seconda Commissione del Consiglio presieduta da Luca Giuliani ha "aperto" oggi i tre disegni di legge con cui Filippo Degasperi del Movimento 5 stelle, l'assessore Alessandro Olivi per la Giunta e Walter Viola di Progetto Trentino propongono di modificare la legge provinciale sulle cave del 2007. Sia Olivi che i due consiglieri hanno ricordato che i loro ddl sono frutto del lavoro del Tavolo di valutazione delle leggi, che ha analizzato l'impatto ed evidenziato le criticità della normativa sulle cave di porfido e l'attività estrattiva. Proprio da questi problemi prendono le mosse i tre testi che hanno quindi in comune alcuni importanti obiettivi.

Giuliani ha preannunciato che le audizioni di tutti i soggetti interessati ai sui tre ddl sono previste il 25 e 26 ottobre. Con una successiva seduta si dovrà poi decidere se e come procedere verso l'eventuale unificazione dei ddl perché, una volta licenziati entro il 7 novembre dalla Commissione, i testi approdino in aula a fine novembre per l'esame e il voto conclusivi.

A seguire la Commissione ha dato parere favorevole tre delibere della Giunta: la prima, dell'assessore Olivi, apporta alcune modifiche tecniche al regolamento della legge 6 del 1999, prevedendo anche il finanziamento per l'acquisto di immobili; la seconda, ancora di Olivi, sostiene con 4 milioni la nascita di nuove imprese; la terza, dell'assessore Dallapiccola, finanzia le Apt e i Consorzi Proloco per il 2016 con risorse – 21.800.000 euro – derivanti per la prima volta anche dalla tassa di soggiorno.

Degasperi: superare la discrezionalità nel rispetto delle regole.

Disegno di legge 116 proposto da Filippo Degasperi del M5s. Bontà della normativa attuale ma interviene su alcuni passaggi rispetto ai quali emerge un'eccessiva discrezionalità nel rispetto del disciplinare delle cave. Per questo il ddl prevede che il disciplinare sia reso omogeneo per tutti i Comuni. Il testo stabilisce che una percentuale dell'80% della lavorazione sia mantenuta all'interno dei concessionari e li "costringe" a dotarsi di certificazione di qualità. Gli articoli 4 e 5 introduce vincoli più stringenti nei controlli da parte dei Comuni, mentre l'articolo 6 fissa delle sanzioni e il 7 garantisce tutele per i lavoratori e l'occupazione. Viene infine eliminato il canone minimo perché "se un concessionario non lavora la cava, la concessione va assegnata a qualcun altro".

Olivi: occorre imprimere una svolta profonda per rilanciare il settore.

L'assessore Olivi ha sottolineato che anche il disegno legge 161 da lui proposto a nome della Giunta, è frutto come gli altri due del lavoro del Tavolo di valutazione delle leggi. A 10 anni dalla disciplina del settore delle cave di porfido che risale al 2007, sono stati individuati gli aspetti che non hanno funzionato e corretti definendo un disegno organico di riforma. Per Olivi dai tre ddl emergono alcuni elementi comuni e partono comunque dalla convinzione che occorre mettere mano alla legge. Si tratta per l'esecutivo di imprimere una svolta profonda ad un settore che sta conoscendo un grave declino. "Qui – ha precisato l'assessore – parliamo di attività di impresa che vengono esercitate utilizzando beni comuni, e questo spiega l'impatto delle regole dettate dalla Provincia, perché la materia prima è di tutti, anche se estratta e trasformata da privati".

Quattro le principali novità del ddl riassunte da Olivi. In primo luogo il testo vuole "alzare l'asticella" di alcune regole fondamentali per favorire le imprese sane, impegnate a riposizionarsi in termini sia dimensionali che di qualità e correttezza nei confronti dei lavoratori. Per questo il ddl fissa regole comuni relative al disciplinare, al bando di gara, ecc. In secondo luogo il ddl promuove l'unità della filiera produttiva perché le imprese svolgano sia la prima attività, quella estrattiva, che la seconda, di lavorazione. Quanto al materiale grezzo lasciato invece alle imprese per la vendita, il testo prescrive che vi sia comunque una tracciabilità da assicurare con il sistema della pesatura.

Sulle concessioni in essere e quelle nuove, Olivi ha precisato che le nuove norme introdotte dal ddl guardano soprattutto al futuro. Per questo le regole sono più stringenti nei confronti delle nuove imprese, anche se le concessionarie attuali dovranno garantire che le aziende cui le concessionarie affidano oggi la lavorazione del porfido dimostrino regolarità contributiva e retributiva.

Qualità e sicurezza del lavoro. Il rispetto delle regole sociali deve diventare con la nuova legge una condizione necessaria non solo per entrare nel sistema ma anche per restarvi. La concessione si potrà mantenere solo rispettando le norme fondamentali sulla qualità e la sicurezza del lavoro.

Infine i rapporti tra i Comuni e le Asuc (Amministrazioni separate di uso civico). Vi sono casi in cui tutte le cave sono di proprietà delle Asuc. Per questo il ddl legittima le Asuc come soggetti titolari del bene, che come tali saranno chiamate a decidere responsabilmente in materia di cave. L'Asuc potrà sospendere o meno l'uso civico, altrimenti dovrà comunque decidere nel merito in un tempo certo. "La vera svolta della riforma – ha sottolineato Olivi – consiste nel mettere assieme la prima e la seconda lavorazione del porfido, ma soprattutto che queste due fasi siano inserite in un sistema di aggregazione e collaborazione di imprese.  Questo potrà avvenire anche attraverso attività consortili purché la Holding sia vera".

Rispondendo a domande di Fugatti e Viola sulla pesatura del porfido, l'assessore Olivi ha precisato che la pesatura del materiale è un elemento necessario e determinante. Si tratterà di trovare forme e modi adeguati per effettuare questa operazione.

Viola: il marchio di qualità potrebbe fare la differenza.

Walter Viola ha evidenziato che il ddl 155 da lui proposto affronta vari nodi emersi in questo settore: i problemi della disomogeneità da Comune a Comune, il ruolo dell'ente pubblico, la questione della qualità, la tutela del lavoro e la salvaguardia dell'ambiente. L'articolo 1 prevede che la condizione per l'aggiudicazione di una concessione sia l'adozione del contratto di lavoro provinciale. Secondo problema affrontato dal ddl: la revisione del modello del distretto  attraverso l'introduzione di un marchio, che potrebbe "fare la differenza" valorizzando la produzione trentina dal punto di vista qualitativo. Quanto al comitato di coordinamento del distretto del porfido, Viola ha giudicato "pletorico" questo organismo. E ha infine osservato che "in molte parti i tre ddl non confliggono, essendo scaturiti tutti dall'analisi del Tavolo di valutazione delle leggi".

Approvate le modifiche tecniche al regolamento della legge 6 del 1999 proposte con una delibera dall'assessore Olivi. Unica novità: il finanziamento dell'acquisto di immobili purché vi sia più occupazione.

L'assessore Olivi ha poi illustrato la delibera da lui proposta – e che ha poi ottenuto il parere positivo della Commissione con 5 voti a favore e uno di astensione espresso da Degasperi del M5s, per modificare alcuni criteri del regolamento sulla legge unica dell'economia, la 6 del 1999. Si tratta, ha spiegato Olivi, di modifiche tecniche per rendere più "agibili" gli strumenti già previsti dalle misure di sostegno. Nulla di nuovo, quindi, se non la possibilità di ammettere il finanziamento anche per l'acquisto di beni immobili, prima escluso dalle incentivazioni, solo in presenza di progetti che comportino incrementi occupazionali.  Altre modifiche riguardano la semplificazione in termini di rendicontazione dei contributi sull'attività di ricerca, sull'internazionalizzazione e per far entrare a regime il sistema dell'agevolazione fiscale.

Sì alla delibera di Olivi, che prevede un bando da 4 milioni di euro di fondi europei per sostenere i progetti imprenditoriali più innovativi.

Via libera, questa volta all'unanimità, ha poi ottenuto una seconda delibera proposta per la Giunta dall'assessore Olivi. Obiettivo: promuovere la nascita di nuove imprese. Conclusa la prima operazione di sostegno che nel biennio 2016-2016 ha incoraggiato l'avvio di 700 nuove iniziative attraverso un impegno finanziario della Provincia di quasi 17 milioni di euro, Olivi ha annunciato che questo provvedimento mette a disposizioni di altri nuovi progetti ben 4 milioni di euro provenienti da fondi europei per sostenere giovani sotto i 25 anni, donne e disoccupati.

La particolarità del bando è quella di sostenere in modo trasversale le attività di impresa anche non specializzate o di punta. La delibera sostiene quindi in modo trasversale la nuova imprenditorialità, "imponendo uno scatto in avanti dal punto di vista dei requisiti innovativi dell'impresa". Olivi ha tuttavia tenuto ad evidenziare che "anche un buon falegname, una lavanderia o una cooperativa potranno dimostrarsi innovativi e accedere agli aiuti". La stoffa innovativa di un progetto sarà valutata e calcolata secondo parametri che terranno conto non solo del prodotto, ma anche del processo lavorativo. L'assessore ha aggiunto che "vi saranno appositi criteri per valutare il grado di cambiamento promosso da un'impresa". Altra novità: dalla spesa ammessa a contributo è stato tolto l'affitto dei locali. La scadenza del bando è il 13 gennaio 2017. Da segnalate che la Provincia recupererà anche i progetti presentati da attività imprenditoriali avviate dal primo luglio scorso.

Rispondendo ad alcune domande di Fasanelli e Degasperi, Olivi ha precisato che con questo bando la Provincia prevede di sostenere altre 200 iniziative imprenditoriali. Quanto alle iniziative del passato recente, Olivi ha assicurato che tutte le domande presentate fino al 30 giugno 2016 verranno finanziate. L'assessore ha infine preannunciato che un altro bando a sostegno della nuova imprenditorialità uscirà nella primavera prossima.

Passa la delibera per finanziare le Apt e i Consorzi Proloco – 21.800.000 euro – per la prima volta anche con la tassa di soggiorno.

L'assessore Michele Dallapiccola ha presentato alla Seconda Commissione la delibera della Giunta da lui proposta per il sostegno finanziario alle attività di promozione turistica realizzata dalle 14 Apt e dai 6 Consorzi Proloco. Il finanziamento, ha precisato Dallapiccola, riguarda il 2016, in quanto gran parte delle risorse provegono per la prima volta dalla tassa di soggiorno. La cifra complessiva ammonta a 21.800.000 euro, pari a quella che la Provincia si era impegnata a trasferire quest'anno al comparto della promozione locale. Dallapiccola ha ricordato che il criterio di riparto di questi fondi, che preoccupava le singole Apt, ha indotto a scegliere un modello tale da garantire lo stesso apporto finanziario del 2015. Siccome la maggior parte delle Apt, con la restituzione della tassa di soggiorno raccolta sul proprio territorio, temevano di ricevere meno dell'anno scorso, la Provincia ha previsto una perequazione che assicura la continuità con il finanziamento "storico". Per questo un milione e 300 mila euro è stato ripartito sulle 4 Apt maggiori, mentre delle risorse provinciali destinate alla perequazione hanno beneficiato le Apt di Comano, val di Non, val di Sole, val di Fiemme, Pinè e val di Cembra, Consorzio Proloco della Rotaliana.

Rispondendo ad alcune domande di De Godenz (Upt), Dallapiccola ha ricordato che con la tassa di soggiorno sono stati raccolti in tutto 14.756.000 euro, interamente girati alle Apt. Gli alti 7.800.000 euro messi a disposizione del dipartimento turismo della Provincia, servono alla perequazione a favore delle Apt minori e dei Consorzi Proloco. Vi è poi il fondo per i progetti sovra-ambito che sarà Trentino Marketing a selezionare e finanziare a seconda della rilevanza e dell'interesse soprattutto in termini di collaborazione (a presentare i progetti di collaborazione sono state le Apt di Rovereto e Riva del Garda, di Folgaria e Valsugana, delle valli di Cembra e dei Mocheni). La delibera ha ottenuto il parere favorevole con 4 voti favorevoli espressi dalla maggioranza e 2 voti contrari delle minoranze (Degasperi del M5s e Fasanelli del Gruppo misto).

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