Giornale Online
27/07/2016 - Documenti e Interventi
Precisazione del presidente dell'assemblea legislativa provinciale Bruno Dorigatti
Con il sì alla riforma costituzionale l'indennità dei consiglieri non aumenterebbe automaticamente
Il presidente del Consiglio proviniale Dorigatti
Precisazione del presidente dell'assemblea legislativa provinciale Bruno Dorigatti
Con il sì alla riforma costituzionale l'indennità dei consiglieri non aumenterebbe automaticamente
Il presidente del Consiglio proviniale Dorigatti
Davanti
all’ipotesi di possibili futuri aumenti delle indennità dei
Consiglieri regionali e per sgomberare il campo dall’affastellarsi
di equivoci ed interpretazioni le più disparate, nel caso
dell’entrata in vigore della riforma della Carta costituzionale
semprechè il referendum confermativo abbia esito positivo, ho
ritenuto opportuno dare mandato al Servizio legislativo del Consiglio
di approfondire, sotto il profilo giuridico e quindi tecnico, tutti
gli aspetti connessi ad una simile ipotesi.
Dalle
puntuali verifiche fatte, emerge come non sia affatto vero che, per
effetto della riforma costituzionale, l’indennità dei Consiglieri
regionali delle autonomie speciali dovrà essere automaticamente
quantificata sull’indennità del Sindaco del Comune capoluogo della
Regione e nemmeno che l’indennità consiliare subirà
automaticamente una qualsiasi forma di aumento.
Ciò
perché, la disposizione che fissa le indennità dei Consiglieri
regionali sugli emolumenti del Sindaco del capoluogo regionale (art.
35 Legge costituzionale di riforma) viene a modificare l’art. 122
della Costituzione, che si trova nel Capo IV della legge di riforma,
cioè nel Capo che modifica il Titolo V – Parte seconda della
Costituzione. Le disposizioni di questo Capo - come stabilisce l’art.
39 della Legge costituzionale di riforma (norma transitoria) - non
si applicano alle autonomie speciali, fino
alla revisione dei rispettivi Statuti, da approvarsi sulla scorta di
“intese” fra lo Stato e le Regioni interessate. Va da sé quindi
che, per le autonomie speciali, non si applica la nuova disciplina
sulle indennità dei Consiglieri regionali e degli Amministratori
regionali.
Diversa
è invece la norma sul divieto di erogare contributi o rimborsi ai
Gruppi consiliari (art. 40, comma 2, Legge costituzionale di
riforma), che trova invece applicazione fin da subito, perché non è
contenuta nella riforma del Titolo V della Costituzione, bensì in
una norma di immediata applicazione (art. 41, comma 1, Legge
costituzionale di riforma). Quindi, se la riforma della Costituzione
verrà approvata con il referendum confermativo, le Regioni a statuto
speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano si
diversificheranno dalle Regioni a statuto ordinario anche per quanto
riguarda le indennità dei rispettivi Consiglieri ed Amministratori.
Solo nelle Regioni a Statuto ordinario si dovrà applicare il nuovo
criterio di quantificazione delle indennità dei vari Consiglieri
regionali. Queste ultime, per quanto riguarda la nostra Regione,
rimarranno quindi quelle che sono oggi e che sono regolate dalla
disciplina attualmente in vigore.
Confido di aver
così chiarito dubbi e perplessità in ordine ad un tema così
delicato e complesso.