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26/07/2016 - In aula o in commissione

Minoranze critiche sui dati economici del Trentino forniti da Rossi. "Meglio la Provincia di Bolzano"

Consiglio provinciale, sì in aula al rendiconto. Via alla discussione sull'assestamento del bilancio

Minoranze critiche sui dati economici del Trentino forniti da Rossi. "Meglio la Provincia di Bolzano"

In allegato il testo della risoluzione proposta da Borga (nella foto) sul Defp

​​​Con 20 voti a favore e 11 contrari il Consiglio provinciale ha approvato stamane in aula il ddl 140 sul rendiconto generale della Provincia per il 2015, primo dei tre testi che formano la manovra finanziaria estiva di quest'anno. Le minoranze contestano i dati confortanti sull'economia evidenziati ieri dal presidente Rossi, mostrando che il Trentino non regge il confronto con la situazione, a loro avviso di gran lunga migliore in termini di andamento del Pil, della Provincia di Bolzano. A seguire è iniziata la discussione generale del ddl 138 sull'assestamento del bilancio. 

Dorigatti sull'ammissibilità emendamenti: criterio attento al Consiglio.

Come preannunciato ieri dopo l'intervento introduttivo del governatore , il presidente Dorigatti ha concesso una breve sospensione dei lavori per permettere a Rossi di confrontarsi con le minoranze sul senso degli oltre 3.000 emendamenti presentati in merito al disegno di legge sull'assestamento. Due gli interventi prima dell'interruzione. Claudio Civettini di Civica Trentina ha segnalato di aver "sentito parlare" di querele nei confronti di consiglieri legati ad atti politici presentati da questi ultimi. Se fosse vero, ha osservato il consigliere, "si tratterebbe di un'intimidazione perché la magistratura dovrebbe prima informarne gli interessati con un avviso di garanzia". Dorigatti, dopo aver premesso di non saperne nulla, ha assicurato il proprio impegno a garanzia del Consiglio.

Maurizio Fugatti della Lega ha chiesto invece di conoscere il criterio adottato per valutare l'ammissibilità o meno degli emendamenti presentati. Il presidente Dorigatti, ricordando che gli emendamenti riguardano solo il ddl relativo all'assestamento e non quello sul rendiconto 2015, ha spiegato di aver utilizzato per gli emendamenti lo stesso criterio impiegato in occasione dell'esame del bilancio 2016, per permettere al Consiglio di esprimere pienamente le proprie prerogative politiche rispetto ad un passaggio politicamente importante come questo.

Fugatti (Lega): società Pat più numerose e costose che in Alto Adige.

Il primo ad intervenire nella discussione generale sul ddl 140 relativo al Rendiconto della Provincia per il 2015, è stato Fugatti della Lega nord che ha confrontato i dati dell'andamento dell'economia negli ultimi anni nel Trentino con quelli, molto migliori, della provincia di Bolzano. "Eppure – ha osservato il consigliere – la Provincia di Bolzano ha la stessa autonomia e lo stesso statuto di quella di Trento". Da un raffronto tra le società partecipate della Provincia di Trento e quelle della Provincia di Bolzano, emerge che nel nostro territorio queste erano 51 con 4.000 dipendenti e un onere sul bilancio provinciale di 420 milioni di euro. In Provincia di Bolzano le società al 31 dicembre erano 33 con 1.400 dipendenti e un onere gravante sul bilancio provinciale di 65 milioni di euro. Fugatti ha chiesto il perché di questa differenza e ha poi ricordato che anche l'ultima relazione annuale della Corte dei conti evidenziava la criticità relativa alle società partecipate della Provincia di Trento. "Uno scandalo tutto Trentino", ha proseguito l'esponente della Lega, "è il Centro servizi condiviso (Csc) che non si sa cosa stia facendo anche se avrebbe dovuto occuparsi delle funzioni comuni alle diverse società partecipate". "E' il caso di rendersi conto – ha concluso Fugatti – che il Csc va chiuso". Il consigliere ha poi rammentato che "l'operazione anticipo di 150 milioni di euro da parte di Cassa del Trentino per i pagamenti era partita nel 2012, l'anno prima delle elezioni provinciali. Quei 150 milioni non sono più stati recuperati dalla Provincia. Per cui a pagare per questo saranno ora mprese e i creditori della Provincia. E questo, proprio a fine anno, avrà inevitabili ripercussioni sul sistema economico del Trentino". "Non è una bella notizia, dal punto di vista di un'agenzia di rating, venire a sapere che per tre mesi la Provincia non avrà i soldi necessari per provvedere ai pagamenti". Infine Fugatti ha chiesto al presidente Dorigatti di riferire all'aula circa i risultati dei suoi viaggi come quello di ieri a Roma per discutere di intesa delle Province autonome con lo Stato per l'eventuale modifica dello Statuto

Bezzi (FI): l'economia del Trentino sta andando peggio che a Bolzano.

Giacomo Bezzi di Forza Italia ha esordito chiedendo ai consiglieri del centro sinistra "dove sono finite le bandiere della pace di fronte a quel che succede in Turchia". Quanto alla manovra finanziaria, per Bezzi "questo assestamento decreta il fallimento del Patt. Rossi guarda il Trentino col binocolo dalla parte sbagliata rispetto a quel che succede in Alto Adige dove il Pil cresce del 5%. Se a questo si aggiunge il debito degli ultimi 15 anni". Bezzi ha poi stigmatizzato l'illusione di tutelare l'autonomia con l'Intesa e il Patto di garanzia che lo Stato ha sempre disatteso. "Il debito l'avete accumulato voi ancora con Dellai", ha poi tuonato rivolto alla maggioranza. "Basterebbe che i trentini leggessero le relazioni della Banca d'Italia e della Corte dei conti per capire che il Trentino e la sua economia ha grandi difficoltà". La verità per Bezzi è che mentre le famiglie del Trentino hanno più sofferenze e non chiedono prestiti, quelle dell'Alto Adige hanno meno sofferenze e chiedono prestiti. "E questo vorrà pur dire qualcosa", ha commentato. In definitiva, a suo avviso il Trentino sta andando molto male rispetto a Bolzano e gli autonomista non devono raccontare lucciole per lanterne perché la crisi avanza. Bezzi ha sollecitato ironicamente il presidente Dorigatti "ad andare più spesso a Roma se in tal modo potrà ottenere un risultato storico sull'intesa".

Simoni (PT): la Pat mantenga i propri impegni di spesa.

Marino Simoni di Progetto Trentino ha osservato che stiamo ragionando di un rendiconto che segna il passaggio dal vecchio al nuovo, che presenta un meccanismo più contabile e di casso nel senso stretto del termine. Un rendiconto da cui per Simoni, "diversamente da quanto affermava Bezzi appare che la situazione della Provincia dal punto di vista contabile è molto positiva". Quel che più preoccupa per Simoni è la riconferma della situazione nettamente negativa dei residui passivi che in base al rendiconto ammontano a 4,6 miliardi di euro. Impegni di un miliardo e 7 relativi alla gestione dello scorso anno e il resto derivante dalle gestioni pregresse. "Questi sono impegni che qualcuno sta aspettando", ha commentato Simoni. L'azienda Grisotto, ad esempio, fallita, sta ancora aspettando dalla Provincia i soldi investiti per gli interventi a l'Aquila dopo il terremoto. Certo il patto di stabilità blocca i pagamenti e serve quindi un nuovo patto di solidarietà forte a livello provinciale". Simoni ha ricordato di avere espresso in Commissione un voto di astensione sulla manovra che ha dichiarato di voler riconfermare "perché i conti sono i conti, anche se c'è da augurarsi un impegno pubblico per il rilancio del sistema economico".

Borga: piccole imprese non punto di debolezza ma risorsa del Trentino.

Rodolfo Borga di Civica Trentina ha ribadito la volontà di votare contro il ddl sul Rendiconto 2015, preannunciando una risoluzione sul Defp. Ha poi segnalato come tra il 2017 e il 2014 il Pil Trentino sia sceso di tre punti percentuali mentre il paramento di povertà è salito dal 6 al 15%. Un percorso esattamente opposto a quello della Provincia di Bolzano. Si prepara poi per i prossimi anni un consistente calo di risorse pubbliche per investimenti, da cui dipende in larga misura il Pil del Trentino. Nel 2019 le risorse per investimenti si ridurranno a soli 500 milioni di euro. Tutto ciò in un generale clima di sfavore nutrito a livello nazionale nei confronti delle regioni e degli enti locali d'Italia in genere, rei di sperperare le risorse pubbliche quando i dati ufficiali dicono l'opposto, dimostrando che il problema riguarda invece in larghissima parte lo Stato centrale. Nel Defp a pag. 24 la Giunta indica alcune linee d'azione anticrisi, evidenziando l'importanza di lavorare sulla ricerca che interessa quasi solo le imprese di maggiori dimensioni. "Ma il 90% del nostro tessuto produttivo è costituito da piccole o micro imprese con meno di 5 dipendenti". Per rilanciare la crescita Borga ha preannunciato di ripropone misure a sostegno delle ristrutturazioni delle prime case senza vincoli Icef, per stimolare la messa in circolo di ingenti risorse private. Seconda proposta del consigliere: i parametri per il cosiddetto fondo strategico siano tali da spingere le amministrazioni locali ad individuare le opere da realizzare e appaltare in tempi brevi coinvolgendo le imprese locali. Con la risoluzione da lui proposta sul Defp, Borga ha preannunciato di voler chiedere al Consiglio di impegnare la Giunta su questi due obiettivi E ha poi presentato due emendamenti: il primo per incentivare gli interventi finanziari per la prima casa a fini di miglioramento energetico: abolizione per il 2017 e 2018 delle addizionali Irpef per i lavoratori con reddito basso, non superiore a 20.000 euro lordi all'anno, anziché a favore delle imprese, perché in questo caso il vantaggio sarà pari a due caffè alla settimana, cioè a nulla. "Noi abbiamo davanti due anni che saranno molto difficili – ha concluso Borga, dicendo di non voler contestare gli obiettivi della Giunta – ma per questo non si possono penalizzare le piccole e le micro imprese che, diversamente da quanto emerge dal Defp, non costituiscono il punto di debolezza del Trentino, perché la struttura economica del nostro territorio non può che basarsi su di esse". "Si cerchi allora di incrementare il Pil Trentino facendo lavorare le nostre piccole imprese e attivando le risorse private".

Cia (misto): la verità è che i trentini sono sempre più poveri.

Claudio Cia del gruppo misto ha contestato i dati positivi riguardanti il Pil pro capite dei cittadini del Trentino, che secondo la Giunta ci collocherebbero su valori analoghi a quelli della Svezia. Ma, ha osservato Cia, "questi dati esprimono una media statistica, mentre girando per il territorio a me risulta che i trentini si sentono più poveri di qualche anno fa". Cia ha criticato anche il trattamento riservato ai lavoratori della Marangoni e della Pama, destinatarie di cospicui contributi provinciali "ma che alla fine ci hanno regalato solo disoccupazione". Quanto infine ai 47 milioni di euro destinati alle infrastrutture turistiche per gli impianti di innevamento, Cia ha ricordato l'attesa dell'Alto Garda del collegamento stradale Loppio-Busa visti gli oltre 3 milioni di turisti che nel 2015 si sono recati al lago di Garda. In merito ai 13 milioni di euro stanziati dall'assestamento sulla banda larga, per Cia "sono come un acquedotto inutilizzato perché poi i cittadini non possono beneficiarne". In piena crisi, ha poi stigmatizzato Cia, la Provincia si permette di scialacquare 30 milioni di euro in derivati, come denunciato dalla Corte dei conti. Infine sono stati già spesi 50 milioni di euro per il Not prima ancora che sia partito il bando. E non è stata ancora conteggiata la perdita di risorse che la Provincia subira a causa dei ricorsi. Infine, a proposito del centro studi sull'autonomia prefigurato dal presidente Rossi con un costo di 600.000 euro, Cia ha ricordato che per approfondire questo tema esiste già la Fondazione Alcide Degasperi.

Degasperi (M5s): troppa enfasi del presidente sui dati dell'economia.

Filippo Degasperi del Movimento 5 stelle. "Quello che preoccupa – ha esordito – riguarda le previsioni non azzeccate dalla Giunta per il triennio 2016-2018. Nel 2014 la Pat prevedeva per il 2015 un aumento del Pil dell'1,5% mentre poi ci si è attestati allo 0,8%. Nel 2015 si era prevista per il 2016 una crescita dell'1,5%, ma anche questo dato è stato poi smentito perché si parla dell'1-1,1%. Probabile che dovremo rivedere al ribasso le stime della crescita anche per i prossimi anni, anche perché le ultime stime parlano di una crescita inferiore all'1% quando era attesa dell'1,2%. Tra le statistiche citate da Rossi, Degasperi ha ricordato quelle relative alle positive dinamiche del mercato del lavoro. L'enfasi è eccessiva perché gli occupati sono aumentati di appena 400 unità in un anno e la qualità del lavoro è stata alterata dall'uso dei vaucher. La verità è che gli ultimi 5 mesi sono stati peggiori degli ultimi anni, con una riduzione dei lavori stabili e la crescita dell'occupazione precaria. Quanto al rapporto tra livello di tassazione e servizi forniti ai cittadini, statisticamente il Trentino Alto Adige è indietro rispetto a regioni a statuto speciale e si posizione tra il Piemonte e la Basilicata. Ancora, il Trentino statisticamente soffre di più rispetto ad altre regioni per infrastrutture, salute e ambiente. Poche le novità in questo assestamento, per lo più provenienti dall'esterno come le risorse per la banda larga.

Rossi: i residui passivi secchi ammontano a 1,4 miliardi di euro.

Al termine della discussione sul dispositivo del rendiconto 2015, il presidente Rossi ha fornito a Simoni alcune precisazioni sullo stock dei residui passivi, pari 4.670 milioni di euro, inclusi 1.267 milioni di accantonamenti dovuti dalla Provincia allo Stato. Pertanto, ha concluso Rossi, i residui passivi reali sono pari a 3,4 miliardi di cui 800 milioni già pagati, re-imputati agli esercizi successivi. Per questo i residui passivi secchi ammontano a 1,4 miliardi.

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Iniziata la discussione del ddl 138 sull'assestamento del bilancio.

Giacomo Bezzi di FI ha aperto la discussione generale sul ddl 138 relativo all'assestamento del bilancio provinciale, ribadendo il concetto che nel Trentino non si può pensare di vivere in un'isola felice. E ha chiesto in particolare alla Giunta in che modo pensa di rassicurare i cittadini del nostro territorio di fronte ai sempre più frequenti attentati terroristici, l'ultimo dei quali registrato oggi in Francia con vittima un sacerdote.

Maurizio Fugatti della Lega ha ricordato che Cassa del Trentino aveva ottenuto dalle banche 1.250.000.000 di euro da elargire ai Comuni e che ora la società dovrà restituire. La cifra si è aggiunta ai 150 milioni di euro già erogati da Cassa del Trentino. Cassa del Trentino ha anche accumulato un debito di 533 milioni di euro nei confronti dei Comuni, da erogare per investimenti. La società dovrebbe andare ad approvvigionarsi per fornire queste risorse alle amministrazioni locali, specie in questo particolare momento di crisi e di mancata crescita economica. Fugatti ha citato ancora la Corte dei conti che evidenzia i difetti legati al piano di riorganizzazione delle società e degli enti collegati alla Provincia. PA proposito dei 30 milioni di euro previsti dall'assestamento per Trentino Sviluppo, Fugatti ha ricordato che su 72 milioni di euro a disposizione della società, 31 erano destinati ad impianti di risalita.

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Allegati
La risoluzione sul Defp proposta da Borga