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04/05/2016 - In aula o in commissione

"Buona scuola": dirigenti favorevoli, sindacati no, imprese dubbiose sull’alternanza scuola-lavoro

Prime consultazioni in Quinta Commissione sul ddl proposto dal presidente della Giunta

"Buona scuola": dirigenti favorevoli, sindacati no, imprese dubbiose sull’alternanza scuola-lavoro

In allegato, il testo del provvedimento in discussione

'Buona scuola': dirigenti favorevoli, sindacati no, imprese dubbiose sull’alternanza scuola-lavoro

​​​​La Quinta Commissione presieduta da Lucia Maestri ha iniziato oggi le consultazioni dei soggetti interessati al disegno di legge 126 proposto dal presidente della Giunta Ugo Rossi, che punta  ad armonizzare la normativa provinciale al provvedimento sulla "Buona scuola" varato a livello nazionale con la legge 107. Mentre la facoltà di reclutare i docenti da parte dei dirigenti è stata apprezzata da questi ultimi, che hanno però lamentato l'impossibilità di scegliere anche gli insegnanti a tempo determinato, tutte le organizzazioni sindacali hanno contestato questo punto. Per i sindacati infatti la scelta degli insegnanti da assumere andrebbe consentita ai dirigenti solo per "l'organico potenziato" e progetti specifici, non in tutti i casi. Si snaturerebbe altrimenti la governance delle scuole, perché il dirigente formerebbe i collegi dei docenti da lui assunti per chiamata. Questi inoltre non potrebbero esercitare serenamente il loro diritto alla libertà di insegnamento.

Le associazioni imprenditoriali hanno chiesto alla Provincia di tener conto dei costi accessori che l'alternanza scuola-lavora scaricherebbe sulle aziende. Diverse le posizioni sulla settimana corta: per gli artigiani sarebbe auspicabile mantenere le lezioni il sabato mentre gli albergatori si sono espressi a favore "a beneficio del turismo". Le audizioni termineranno domani sera. Lunedì prossimo è prevista la discussione generale del ddl mentre il 16 maggio si passerà all'esame di articoli ed emendamenti. Seguirà il voto. L'ultima tappa dell'iter legislativo del testo avrà luogo nell'aula del Consiglio provinciale convocato dal 7 al 9 giugno.

I dirigenti scolastici: ddl condivisibile ma sul reclutamento si doveva fare di più.

"Il ddl è in gran parte condivisibile", ha esordito la presidente dell'Associazione Alessandra Pasini. Tuttavia la proposta di armonizzare la legge provinciale alla normativa nazionale per la Buona Scuola, pur costituendo un importante passo avanti verso una reale responsabilità dei dirigenti e l'autonomia degli istituti, "appare un tentativo ancora molto blando di riforma del sistema di reclutamento del personale". Reclutamento che, affidato ai dirigenti, rappresenta un principio apprezzabile, la cui attuazione però risulta fortemente limitata dalla nuova norma, perché la "chiamata" riguarderà solo docenti rientranti in un "ambito" e che si potranno assumere solo per tre anni con il solo criterio della rispondenza al progetto d'istituto della scuola. La Provincia, secondo i dirigenti, "poteva fare di più", perché in tutte le scuole arrivano molti docenti a tempo determinato solo in virtù della graduatoria, che quindi non si possono scegliere. Invece per Pasini andrebbero valorizzati di più gli insegnanti che investono nella loro professione con l'innovazione didattica e la progettualità. In definitiva i dirigenti sono in sintonia con il ddl ma ritengono che si dovesse puntare maggiormente alla qualità.

Sempre per i dirigenti, Paolo Pendenza ha aggiunto che solo creando innovazione si innalzano i livelli di apprendimento. Trilinguismo, alternanza scuola-lavoro, ecc. hanno in comune un fabbisogno di risorse umane costituite da docenti dotati di una formazione professionale specifica. Agli insegnanti di oggi si chiede anche di avere competenze linguistiche per il clil, competenze relazionali con il territorio per interagire con le aziende, capacità progettuali e di lavoro in team, ecc. Tutto questo va ben oltre la preparazione di base di cui dispone mediamente chi entra nel sistema scolastico. Se è vero che la scuola va verso l'innovazione, c'è bisogno di un'organizzazione diversa. Occorre che ogni scuola possa scegliere i migliori docenti rispetto al contesto specifico del singolo istituto. Invece la situazione attuale è paragonabile ad una specie di lotteria, perché i docenti un anno sono in una scuola e l'anno dopo chissà. L'importante sarebbe permettere al dirigente di perseguire gli obiettivi innovativi previsti dalla legge e che vengono assegnati all'istituto. Il rischio che i dirigenti reclutino i docenti per motivi "amicali" per l'associazione dirigenti non esiste perché a contare ai fini dell'assunzione triennale sono la condivisione o meno del progetto e il rendimento. Va comunque garantita la massima trasparenza attraverso la valutazione dei docenti.

Dibattito: trilinguismo ancora in fase di avvio.

Per Borga (Civica) mettere il dirigente nelle condizioni di valutare il lavoro degli insegnanti comporta una grande responsabilità per cui occorrono criteri di scelta adeguati. E a proposito del trilinguismo, Borga ha ricordato che la prima e più importante lingua da imparare bene è l'italiano.

Civettini (Civica) ha messo l'accento sulla complessità del sistema di istruzione e sulla questione degli "esiti" della scuola trentina.

Per l'Associazione dirigenti Pasini ha risposto che per il trilinguismo il percorso è stato solo avviato ed è quindi ancora difficile trovare personale idoneo anche se sta per crescere il numero dei docenti con la certificazione C1 (lingua inglese). Quanto agli esiti scolastici, questi dipendono anche dal contesto, dagli studenti e dalle famiglie. La scuola dev'essere all'altezza delle aspettative dell'ambiente sociale ed economico da cui è circondata. Infine secondo i dirigenti bisognerebbe rendere "serio" e utile l'anno di prova dei docenti che precede l'immissione in ruolo e che oggi è privo di valore, attraverso la valutazione e la rendicontazione del lavoro svolto. La contrastività riguarda la condivisione o meno del progetto d'istituto, per cui un docente non sarà scelto se non in sintonia con il progetto.

La Uil Scuola chiede di limitare la possibilità di assunzione.

Per la Uil Scuola, la segretaria provinciale Lucia Vinti ha evidenziato i punti del ddl non condivisibili dal sindacato. Il testo lede innanzitutto, anziché potenziare, l'autonomia delle istituzioni scolastiche sottoponendo il collegio docenti al dirigente cui viene affidata la loro chiamata diretta. In sostanza, con un collegio docenti formato da insegnanti reclutati dal dirigente scelti si mina la governance democratica delle scuole. Il provvedimento mette inoltre a rischio la libertà d'insegnamento, perché quando si è scelti non si è liberi. La Uil propone allora di definire con norme precise i criteri di reclutamento, mentre il ddl introduce criteri privatistici nella scuola pubblica e questo è un cambiamento profondo nella visione del sistema dell'istruzione provinciale. Quanto agli ambiti per la Uil potrebbero avere senso solo per una parte del personale, per l'organico legato alla progettualità di ogni singolo istituto. Si potrebbe cioè introdurre anche in provincia di Trento il concetto di l'organico potenziato", rendendo possibile l'assunzione di docenti solo per attuare progetti specifici che caratterizzano una scuola, evitando di estendere il meccanismo a tutti gli insegnanti di ogni disciplina, perché questa è la maggiore criticità del ddl.

Sbagliato per la Uil anche il sistema premiale previsto dal provvedimento. L'obiettivo della valutazione dei docenti è condivisibile, ma non può essere solo il dirigente a decidere a quali docenti assegnare il premio della retribuzione accessoria. "Tutto ciò che è retribuzione accessoria – ha aggiunto Vinti – deve passare dalla via contrattuale".

La Cgil vuole che sia garantito il coinvolgimento in tutte le scelte.

La FLC Cigil con Gloria Bertoldi ha ricordato l'impegno sindacale finalizzato a correggere nel provvedimento proposto dalla Provincia i "vizi" della legge 107, che ha già suscitato molte critiche nel mondo scolastico. E ciò perché il sistema scolastico provinciale ha condizioni economiche e legislative tali da permetterci un assetto diverso e rispondente a certi principi. Per questo il ddl della Giunta dovrebbe rispettare l'assetto degli organi collegiali, del collegio docenti e dei consigli dell'istituzione di ogni scuola. E garantire chiarezza e trasparenza alle norme per evitare possibili contenziosi con norme inequivocabili perché siano di agevole applicazione e riducano i problemi interpretativi.

Valutazione del personale. Per la Cgil nessuno è contrario, ma va realizzata con il coinvolgimento e la condivisione di tutti. Se la valutazione deve entrare nel merito del lavoro d'aula, dell'attività di coordinamento e collaborazione dei docenti, dei crediti formativi, allora la Provincia dovrebbe limitarsi a fissare criteri generali. Ancora, per gestire le risorse il dirigente scolastico deve tener conto degli indirizzi dettati dalla Giunta provinciale ma anche dalla contrattazione d'istituto. Inoltre, visto che i contratti sono fermi dal 2009, per Bertoldi occorrerebbe che la normativa prevedesse la possibilità di spendere il bonus di 500 euro sulla formazione introdotto dalla legge nazionale per incentivare la professionalità del docente anche al di là del lavoro in aula.

Altro grande punto critico per la Cgil: l'assegnazione dei docenti agli ambiti territoriali. Occorre mettere insieme l'offerta formativa, la progettualità di un istituto, la trasparenza dei criteri di scelta, ma per la scelta dei docenti, quando alla soglia dell'ambito territoriale ne arriva più di uno, andrebbe previsto il coinvolgimento del comitato di valutazione. L'interesse per il progetto d'istituto è decisivo. Il ddl prevede un ambito provinciale ed eventuali ambiti sub provinciali. Per la Cgil questa alternativa va tolta, perché "se l'obiettivo è la qualità del sistema allora devono essere necessariamente individuati ambiti sub provinciali, le cui dimensioni devono aggirarsi nell'ordine di circa 30 chilometri".

Infine la segretaria confederale della Cgil ha chiesto al Consiglio provinciale di impegnare il presidente Rossi ad istituire quel che già aveva preannunciato, vale a dire un "tavolo sul precariato" per ridurre il più possibile il ricorso alle supplenze e iniziare a risolvere il problema.

La Gilda lancia anche in Trentino i referendum sulla Buona scuola.

Per la FGU Gilda con Isaia Iorfida ha preannunciato l'avvio nei prossimi giorni anche in Trentino della raccolta di firme a sostegno dei 4 referendum depositati il 17 marzo scorso da un comitato nazionale contro la legge nazionale sulla buona scuola. I referendum chiedono di cancellare il potere dei dirigente di scegliere e confermare i docenti, l'obbligo degli alunni di accumulare le troppe ore di alternanza scuola-lavoro (200 nei licei e 400 nella formazione professionale), i finanziamenti privati alle scuole che darebbero vita a istituti di serie A e ad altri di serie B, e infine la facoltà dei dirigenti di individuare discrezionalmente i docenti da premiare. Si tratta di evitare queste distorsioni anche nel ddl provinciale per recepire in Trentino la normativa nazionale.

Delsa: no al dirigismo della 107. Valutazione sì, ma oggettiva.

Per il sindacato autonomo Delsa, Mauro Pericolo, ha contestato radicalmente lo spirito e la logica del ddl della Giunta, che recepisce una normativa nazionale che si giustifica solo in rapporto alla situazione della scuola in Italia ma non certo rispetto al sistema trentino. Nella nostra provincia la legge 5 del 2006 più volte modificata ha risposto ai bisogni della scuola trentina ad esempio in materia di autonoma, per cui adeguare  ora il nostro ordinamento trentino a quello statale equivarrebbe a perdere la specificità del sistema locale che negli ultimi anni ha ottenuto risultati positivi. Inoltre recependo la 107, per Delsa si modificherebbe la natura della scuola trentina impostando il sistema in senso dirigistico. Il dirigente diventerebbe infatti il dominus della scuola legando tutto il corpo docente al progetto triennale d'istituto. Dovrebbe invece essere il docente ad aderire al progetto perché in esso si riconosce. Inoltre risulterebbe compressa la libertà del docente che dovrà compiacere il dirigente e non potrà quindi lavorare serenamente. Delsa condivide l'introduzione di un sistema di valutazione dei docenti, ma non in funzione dell'elargizione di un bonus, bensì per misurare la professionalità sul campo. Infine anche secondo Delsa per il personale che già lavora a tempo determinato lo strumento dell'anno di prova andrebbe potenziato, in modo da misurare le capacità dei docenti e in base a ciò stabilizzarli o mandarli a casa. "Non c'è solo il bonus, ma anche il malus quando il personale non rende come dovrebbe. Ma per questo servono strumenti oggettivi ed enti di valutazione esterni alla scuola che tengano conto di tutti i parametri dell'attività".

Cisl: albo professionale e corso-concorso per l'assunzione in ruolo.

Per la Cils Stefania Galli, che sul ddl ha sottoscritto un documento congiunto con la Uil, ha ripreso la questione delle assunzioni, rilevando l'incoerenza tra il ddl e il bando provinciale da cui è partito il concorso per l'assunzione in ruolo dei docenti. I quali sono stati preavvisati attraverso il bando dell'assegnazione alla sede di titolarità e non ad un ambito. In generale la Cisl sia aspettava più coraggio dal ddl della Giunta, non una proposta di Buona Scuola in salsa trentina. Serviva una normativa che riflettesse l'autonomia della Provincia in questo settore. Questi alcuni dei molti elementi contenuti nel documento congiunto segnalati da Galli.

Punteggi: sarebbe opportuno cogliere l'occasione della modificazione della legge provinciale per risolvere il problema, perché solo in Trentino con una discrepanza incomprensibile, il punteggio tanto delle scuole paritarie quanto della formazione professionale è applicato diversamente rispetto al resto d'Italia. Ancora: il sindacato ritiene che sia giunto il momento di una più attenta definizione dell'albo professionale di tutti i docenti abilitati attraverso procedure concorsuali nelle modalità del corso-concorso per l'accesso all'impiego a tempo indeterminato.  La stessa modalità di corso-concorso dovrà essere istituita per i docenti della formazione professionale, personale ATA, assistenti educatori e docenti della scuola dell'infanzia. Va poi abrogata la norma della legge 5 che prevede la possibilità di erogazione del servizio offerto dalle scuole dell'infanzia da parte delle istituzioni scolastiche e formative. Si chiede inoltre che la somma di frazioni orarie afferenti a due istituzioni scolastiche inserita nel ddl, sia prevista solo per l'immissione in ruolo su organico potenziato dell'autonomia e non su organico di diritto e/o Dops. Infine, la valutazione costituisce un obiettivo interessante, da introdurre però attraverso un percorso e criteri il più possibili condivisi. Non va lasciata in mano ai soli dirigenti.

Dibattito: valutare il merito per premiare la qualità dei docenti.

Borga ha osservato che tutti a parole sono favorevoli al riconoscimento del merito. Se però a questa esigenze si deve rispondere a livello contrattuale, allora non si arriverà a niente, perché si partirebbe dal presupposto che un tutti i docenti sono uguali, "mentre tutti sappiamo vi sono insegnanti che lavorano bene e altri no". Resta quindi aperto per Borga il problema di trovare una soluzione adeguata, individuando criteri e modalità di reclutamento e del lavoro sia dei docenti che dei dirigenti. Non si può disciplinare tutto per contratto o con una normativa.

Per Ceschi (Uil) tutti sono d'accordo con l'obiettivo della valutazione del merito, ma a preoccupare è che nel ddl il merito non è identificato con l'innovazione didattica, di coinvolgimento degli studenti per migliorare l'offerta formativa, bensì con una capacità manageriale e gestionale. Il sindacato teme quindi criteri di valutazione inadeguati. Diverso è premiare chi fa più attività da chi mostra una maggiore qualità. La Uil ha condiviso infine con Civettini l'osservazione secondo cui oggi la mobilità dei dirigenti sembra dipendere da appartenenze e tessere politiche.

Camera di commercio: pronto il registro dell'alternanza scuola-lavoro.

Per la Camera di commercio, Luca Trentinaglia ha espresso una valutazione complessivamente positiva del ddl, in particolare perché sviluppa l'orientamento degli studenti potenziando l'alternanza scuola-lavoro anche a favore delle imprese. Trentinaglia ha ricordato che la norma nazionale prevede la tenuta del registro dell'alternanza scuola-lavoro, cui possano iscriversi da un lato le imprese disponibili e dall'altro gli istituti interessati. Alla Camera di commercio di Trento il portale è pronto da mesi. Per questo Trentinaglia ha suggerito di inserire nel ddl (comma 1, articolo 19 sull'alternanza scuola-lavoro) il registro istituito dall'ente camerale.

Artigiani: Sì alla settimana corta. Alternanza scuola-lavoro troppo costosa per le imprese.

Il presidente dell'Associazione artigiani Roberto De Laurentis ha apprezzato il potenziamento dell'autonomia e in particolare l'articolo 6 che prevede la durata triennale del progetto d'istituto. Sull'articolo 16 per gli artigiani sarebbe interessante sapere quali criteri la Giunta adotta per misurare la produttività della scuola. La cui valutazione non può dipendere dall'equilibrio economico derivante dal numero di studenti iscritti. Sull'articolo 18 e i cinque giorni di scuola, per De Laurentis tenere a scuola i ragazzi anche di sabato potrebbe dare respiro ai genitori quando entrambi lavorano. Alternanza scuola-lavoro: per il presidente degli artigiani il problema è che il tessuto delle piccole imprese del Trentino difficilmente riuscirà a sopportare il gran numero di studenti che dovranno entrare nelle aziende. L'obiettivo da perseguire è certamente abbattere i muri della non conoscenza delle imprese, ma i costi per queste ultime rischiano di risultare troppo elevati. Anche il direttore dell'associazione, Franco Grasselli, ha spiegato che pur credendo nell'alternanza scuola-lavoro e nei tirocini, per le piccole imprese i costi accessori risulterebbero improponibili, tenuto conto che gli studenti ospitati poi ritornano a scuola. L'investimento, quindi, pur molto importante, è sociale, non per l'azienda. L'associazione chiede perciò che i costi accessori come i trasporti, l'assicurazione degli studenti e la loro formazione per la sicurezza non gravino sulle piccole imprese.

Infine la valutazione dei dirigenti: se questo ddl mira a trasformare un dirigente in un manager l'autovalutazione non basta, occorrerebbe misurare i risultati degli studenti una volta usciti dalla scuola.

Confindustria: rilanciare l'alta formazione allineandola all'università.

Per Confindustria Trento, il direttore Roberto Busato ha osservato che rispetto al sistema scolastico nazionale quello trentino funziona meglio. Per questo l'alternanza scuola-lavoro deve tener conto anche di quel che comporta questo meccanismo per le imprese, inevitabilmente gravate da ulteriori costi da sostenere. Tra questi c'è il tutor, che è una figura obbligatoria. E vi sono anche costi di formazione per il rispetto della normativa sulla sicurezza cui anche lo studente che entra in azienda deve sottostare. I fondi per l'alternanza dovrebbero poi tener conto anche dei trasporti. Sempre per Confindustria, Maria Cristina Poletto ha chiesto di prevedere maggiore attenzione nel ddl all'alta formazione. Introdotto dieci anni fa oggi questo tema andrebbe declinato in termini più incisivi, proponendo fin dal 2017 che i percorsi annuali dell'alta formazione corrispondano agli anni accademici. Questo terziario non accademico si colloca infatti nella fase del posto diploma della formazione professionale e dell'istruzione e ha un accento fortemente professionalizzate. Si prevede infatti un praticantato che alterna l'aula con l'attività lavorativa e questo consente alle imprese di assumere personale. Disallineare questo percorso dal resto dell'offerta formativa rischia di rendere l'alta formazione una scelta residuale. Sull'alternanza scuola-lavoro Confindustria è in prima linea da molti anni e il giudizio sulla legge della buona scuola è quindi positivo, ma il problema è l'attuazione di questo progetto rispettando il monte ore obbligatorio di 200 ore per i licei e di 400 ore per i tecnici e le organizzazioni aziendali che tenuti a ricevere gli studenti. Muoversi solo per accumulare ore non è auspicabile. Andrebbe garantito ai ragazzi di arrivare in azienda almeno con alcuni elementi formativi di base in materia di sicurezza, conoscendo la legge 626. I servizi di trasporti e mensa per Confindustria andrebbero assicurati anche nella fase dell'alternanza.

Albergatori: bene la scuola su 5 giorni, anche a vantaggio del turismo.

L'Associazione albergatori, con Davide Cardella, ha apprezzato sia il potenziamento del sistema di orientamento al lavoro previsto nel ddl sia gli obiettivi didattici innovativi soprattutto per l'acquisizione di competenze digitali. Per l'Asat andrebbero attuato anche l'odg proposto da Tonina e già approvato dal Consiglio provinciale per sviluppare negli studenti la consapevolezza del valore del turismo nel sistema trentino. Bene per l'Asat anche la ripartizione delle lezioni scolastiche su cinque giorni, che darebbero a genitori e figli l'opportunità di stare insieme, magari anche trascorrendo un fine settimana di vacanza in una struttura ricettiva.

La cooperazione trentina: bene l'alternanza scuola-lavoro

Positivo il giudizio sul ddl espresso dalla Federazione trentina delle cooperative con Bernardino Santoni. "Si va verso il miglioramento dell'offerta formativa e si potranno raggiungere gli obiettivi del potenziamento dell'autonomia scolastica e della qualificazione dell'offerta, in particolare con l'articolazione modulare del monte ore annuale". Bene anche l'incarico triennale di docenza e la possibilità di affidare una pluralità di incarichi ai neo-assunti. La cooperazione porta avanti da 10 anni il progetto di alternanza scuola-lavoro e l'8 aprile scorso è stato sottoscritto un nuovo protocollo per la sua realizzazione nelle cooperative formative scolastiche. Cooperative che sono laboratori in cui si sviluppano competenze lavorative e imprenditoriali. Il metodo è quello dell'apprendimento partecipativo sperimentato da tempo con gli studenti delle scuole trentine. La cooperazione ha inoltre allestito un team multidisciplinare che affianca insegnanti e studenti per promuovere i tirocini formativi presso le aziende federate. Nessuna osservazione specifica al ddl, se non il richiamo ai trasporti, all'assicurazione, alla sicurezza sul lavoro e all'Haccp. "Forse – ha concluso Santoni – in questa fase di crisi sarebbe sensato facilitare l'alternanza scuola-lavoro andando incontro ai bisogni delle aziende".

Autonomie locali, parere rinviato al 16 maggio. Il calendario dei lavori.

Il presidente Paride Gianmoena ha chiesto una settimana di tempo per approfondire il testo del disegno di legge. Giovedì mattina sarà pronto un documento deliberato dal Cal e l'audizione delle autonomie locali è stata quindi rinviata al mattino del 16 maggio, subito prima di iniziare l'esame dell'articolato e degli emendamenti. La presidente Maestri ha proposto alla Commissione di dedicare alla discussione generale lunedì 9 maggio.

 

Approfondimenti
La pagina del sito del Consiglio provinciale che permette di accedere al disegno di legge e a tutta la documentazione in materia
https://www.consiglio.provincia.tn.it/_layouts/15/dispatcher/doc_dispatcher.aspx?app=idap&at_id=626030