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03/05/2016 - In aula o in commissione

Partito a palazzo Trentini l’iter del disegno di legge che recepisce la “Buona scuola”

Presentato dal presidente Rossi in Quinta Commissione

Partito a palazzo Trentini l’iter del disegno di legge che recepisce la “Buona scuola”

In allegato il testo del provvedimento proposto dalla Giunra provinciale

Partito a palazzo Trentini l’iter del disegno di legge che recepisce la “Buona scuola”

​​Il Presidente della Giunta, Ugo Rossi, ha presentato, oggi pomeriggio, in Quinta Commissione, presieduta da Lucia Maestri (PD), il ddl che modifica la legge sulla scuola del 2006. Il recepimento della "Buona scuola" recentemente varata dal Governo. Una legge – ha detto Rossi – che deve mettere la scuola al passo con i tempi e i giovani in grado di affrontare le logiche sociali della globalizzazione. Il fatto di dover armonizzare le nostre norme a quelle statali, ha aggiunto, ci dà l'opportunità di fare una riforma guardando ad alcuni fatti specifici, a partire dalla qualità didattica, come il trilinguismo e il collegamento col mondo del lavoro e la società, che si pongono accanto a provvedimenti già presi in questa legislatura che hanno visto un incremento di lavoro stabile nella scuola trentina. L'obiettivo, ha aggiunto Rossi, è quello di saturare ogni possibilità di occupazione a tempo indeterminato, il che non vuol dire dare un lavoro a tutti quelli che gravitano nel mondo della scuola che sono in numero superiore rispetto al fabbisogno. Sono state, ha specificato, 926 le assunzioni a tempo indeterminato negli ultimi due anni, col potenziamento sulle lingue e i bisogni formativi speciali. Dalle norme nazionali sono venuti stimoli sull'autonomia scolastica e il merito, anche se la nostra scuola, come certificano alcuni test, ha detto il Presidente della Giunta, raggiunge livelli di primato non solo europeo ma mondiale.

Sul piano organizzativo nel 2017 – 2018 ci sarà l'assegnazione dell'ambito territoriale dei nuovi assunti e si arriverà all'obiettivo dei 5 giorni di scuola in settimana.

Più attenzione all'orientamento.

L'autonomia scolastica poggia sulla valorizzazione del dirigente scolastico al quale sono assegnate risorse che dovrà utilizzare per un progetto d'istituto e in questo quadro sarà chiamato a scegliere i docenti in relazione all'ambito territoriale. Ambito che dovrà favorire la territorialità e la competitività, ma soprattutto il progetto che il dirigente si è dato. I docenti potranno avere due incarichi in scuole dello stesso ambito e ci sarà la possibilità di organizzare gli orari scolastici anche in vista dei 5 giorni. E' stato inserito nel ddl, inoltre, un focus sull'educazione civica, compresa la particolarità trentina. Temi già alla base della legge trentina, ma che verranno assegnati agli istituti per creare un senso di appartenenza alla società in cui vivono i ragazzi. C'è poi, ha continuato nella sua relazione Ugo Rossi, un'attenzione maggiore al passaggio dalla scuola d'infanzia alla primaria e una maggiore attenzione sull'orientamento. Questo perché, anche se i livelli di abbandono scolastico da noi sono bassi, c'è un tasso di cambiamento nelle scelte scolastiche piuttosto elevato che rende necessaria una maggiore attenzione all'orientamento. Inoltre è stata inserita la previsione di un percorso alternativo per le professionali, per l'accesso all'alta formazione: chi ha fatto un quarto anno delle professionali, con un'attività di potenziamento culturale, potrà accedere ai gradi scolastici superiori. Viene poi recepito il tema dell'alternanza scuola – lavoro ed è uno degli elementi che influenzano il potenziamento dell'organico.

Docenti, la scommessa del merito.

Per quanto riguarda i docenti, ha detto ancora Rossi, con questo ddl si prova a introdurre la parola merito, sapendo che parlare di valutazione quando si tratta materiale umano è difficile e in alcuni caso fuorviante. Il merito non è uno slogan, ha affermato, ma una strada per dare maggiore riconoscimento per chi s'impegna. Per questo la nuova legge introduce un fondo di valorizzazione del merito di 2 milioni. Si sta pensando anche a un'autovalutazione in base anche al giudizio che danno i ragazzi. Un seme di merito, l'ha definito Rossi, che viene, in questo caso, consegnata alla volontarietà. Anche i dirigenti saranno valutati, anche in base ai risultati delle loro valutazioni dei docenti.

Più insegnanti per l'orientamento e l'integrazione.

Sul fronte dell'organico si continua sulla strada di superare la logica della copertura dei pensionamenti: il potenziamento del numero dei docenti deriva dall'investimento nell'orientamento e dal potenziamento del rapporto scuola - lavoro. C'è, inoltre, il tema dell'integrazione: oggi siamo al 20% di stranieri nell'infanzia e poco meno nella primaria. Un tema da affrontare sul lato dell'inclusione, anche se, ha aggiunto Rossi, questi diritti si devono incrociare col mantenimento del livello scolastico. Per questo è ragionevole potenziare il numero degli insegnanti, sul modello di quanto è stato fatto dalla Baviera.

Non un solo ambito, ma più ambiti territoriali.

Per il reclutamento la norma nazionale non assegna più il docente alla singola classe, ma a ambiti provinciali. Noi, ha spiegato Rossi, non avremmo un solo ambito ma più ambiti. Questo per le caratteristiche territoriali del Trentino e perché ci sono storie scolastiche che non si possono sminuire. La norma, ha ricordato il Presidente, è scritta in modo tale che ci dovrà essere una definizione puntuale di questi ambiti che, comunque, verranno sovrapposti alle comunità si valle. Una scelta che porterà l'insegnante, che vince il concorso o è in graduatoria, a scegliere non più la cattedra ma l'ambito territoriale. 

C'è, inoltre, il tema del curriculum dello studente che si vorrebbe far diventare una carta spendibile nel mondo del lavoro. Infine, c'è la semplificazione degli istituti di partecipazione.

L'obiettivo: una norma di attuazione sulla scuola.

La norma, ha concluso, Rossi nasce con il confronto di tutti i portatori di interesse nel mondo della scuola. A latere della legge c'è il piano di assunzioni ci porta ad avere un totale di 1500 immissioni in ruolo nei prossimi tre anni, complessivamente un 10% di tempi indeterminati in più. Attraverso una norma di attuazione, ha detto Rossi, si cerca di creare una via trentina per valorizzare l'investimento che la Pat ha fatto su queste persone. La volontà politica, ha detto, è di avere una norma di attuazione che ci permetta, esauriti gli effetti del concorso, di mettere in campo provvedimenti normativi per non perdere l'esperienza delle persone non entreranno di ruolo in questa fase. Anche se, ha ricordato, il maggiore ostacolo viene dal fatto che i docenti trentini sono pagati dalla Pat, ma rimangono dipendenti statali.

Per matematica più posti che aspiranti docenti.

Rodolfo Borga (Civica Trentina) ha chiesto se, per questo ddl,  prevalga o no la necessità di recepimento della legge nazionale. In realtà, ha risposto Rossi, c'è una griglia di principi che la Pat deve rispettare, facendoli però calare nella realtà locale. Giuseppe Detomas (Ual) ha ricordato che lo Stato ha sempre fatto estrema fatica a concedere autonomia alla Provincia nel settore della scuola, ritenendola uno strumento della creazione dell'identità nazionale, ma oggi deve prendere atto che in Trentino dato prova di saper fare bene. Marino Simoni (PT) ha chiesto se anche qui vale la norma dei 36 mesi massimi per i contratti a tempo determinato. La risposta è stata sì, ma per effetto della sentenza europea e non della legge nazionale. Una quota di docenti comunque, quelli delle supplenze brevi, rimarranno a tempo determinato anche perché, nonostante il concorso, ci sono materie sature, e altre, come matematica, dove i candidati sono solo 80 su 140 posti disponibili.

Allegati
Il disegno di legge di recepimento della Buona Scuola