Palazzo Trentini uno dei momenti del 64° Trento Film Festival
Il Consiglio tra le vette. Aperta la mostra di Bonell
Gotthard Bonell
Chi
conosce Gotthard Bonell, non mancherà la visita alla mostra
“Le montagne della luce – Die berge des Lichts”, aperta oggi
pomeriggio a palazzo Trentini. E chi invece non si è ancora
imbattuto nelle tele del sessantatreenne pittore (e cantante di
Lieder) altoatesino, sappia che si tratta di opere di grande maestria
tecnica e impatto emotivo. Noto a livello mitteleuropeo come
straordinario ritrattista e paesaggista, Bonell in questo ciclo
racconta i monti della sua infanzia – lui è di Trodena – “quelli
da cui si è allontanato – scrive Daniela Ferrari nel
catalogo – per andare a studiare a Venezia prima e a Milano poi”.La
rassegna è ospitata da oggi pomeriggio a palazzo Trentini,
contributo quindi della Presidenza del Consiglio provinciale alla
64ma rassegna del Trento Film Festival. Il presidente Bruno
Dorigatti – all’affollata vernice conclusasi poco fa,
presente anche l’ex presidente Luis Durnwalder – ha
spiegato che la proposta si deve “alla squisita sensibilità di
Gianluigi Rocca e del festival, che ormai da molti anni
interagisce con l’istituzione consiliare, proponendo sguardi di
grande intensità sull’arte legata alla montagna e al territorio”.
“Gotthard
Bonell – ha poi aggiunto – con la sua potente “voce pittorica”,
posta a scavalco fra culture e linguaggi che proprio fra queste valli
si sono storicamente sempre incontrati, dice dell’importanza del
dialogo, nella matura convinzione che i confini si dissolvono se gli
individui non li avvertono come un limite, bensì come una risorsa”.
Del
valore di Bonell ha parlato anche Reinhold Messner, che ha
raccontato come nella sua serie di musei dedicati alla montagna abbia
voluto sviluppare un racconto fondato su reperti alpinistici, su
narrazioni dei protagonisti e poi appunto sulle interpretazioni
artistiche. In questo modo Messner ha conosciuto Bonell – una sua
splendida opera sta ad esempio a castel Firmiano - e la sua potente,
moderna lettura di quello straordinario fatto culturale (e quindi
nient’affatto solo sportivo) rappresentato dalle cime. “L’alpinismo
è nato come aspetto intellettuale per opera degli inglesi
nell’Ottocento. Oggi gli inglesi non arrivano più ed è per questo
che io voglio l’aereoporto di Bolzano, per attirare visitatori
sulle nostre fantastiche vette. Spero che Gotthard salga ancora più
su – ha detto ancora il mito dei 14 Ottomila – e ci porti sulle
tele altre emozioni, magari dal Brenta e dalle Pale. Lui è davvero
forte, è un pittore-cantante. E come fece Mahler nei suoi soggiorni
a Dobbiaco, attinge forza ispirativa dalle montagne che lo
circondano”.
La
mostra “Le montagne della luce – Die berge des Lichts”resta
aperta a palazzo Trentini, invia Manci 27 a Trento, fino al 21
maggio, tutti i giorni dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.
Lunedì 9 maggio e lunedì 16 maggio, orario 10-18.