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28/04/2016 - In aula o in commissione

Sì dell'aula ai ddl di Simoni sul florivivaismo e della Giunta sulle nuove norme contabili della Pat

Consiglio provinciale, chiusa in anticipo la seconda sessione di aprile

Sì dell'aula ai ddl di Simoni sul florivivaismo e della Giunta sulle nuove norme contabili della Pat

Respinta in precedenza la proposta di Fugatti sull'Icef

Sì dell'aula ai ddl di Simoni sul florivivaismo e della Giunta sulle nuove norme contabili della Pat

​​La sessione di aprile del Consiglio si è chiusa in anticipo (i lavori erano programmati fino alle 13 di domani) con l'approvazione di due ddl, quello di Marino Simoni (PT) per il rilancio del florivivaismo e quello della Giunta sull'armonizzazione dei sistemi contabili che ha introdotto, tra l'altro, il collegio dei revisori dei conti per il bilancio della Pat. Bocciata, invece, la proposta di Maurizio Fugatti (Lega) che mirava ad introdurre i 10 anni di residenza come criterio preferenziale per l'Icef.

No ai 10 anni di residenza per l'Icef.

La seduta del Consiglio è ripresa stamattina con le dichiarazioni di voto sul ddl 62 di Maurizio Fugatti che aveva l'obiettivo di introdurre i 10 anni di residenza come elemento di favore per il calcolo Icef. Proposta bocciata con 19 no e 9 sì. Claudio Cia (Civica Trentina) ha difeso il ddl anche nella prospettiva di una arrivo massiccio di profughi in Italia, perché andrebbe nella direzione di porre un limite all'accoglienza. Filippo Degasperi (5 Stelle), dichiarando voto favorevole al ddl, ha ricordato che i numeri parlano chiaro: per colpa dell'Icef, che la maggioranza difende comunque, ci sono delle persone che non riescono a mantenere una vita dignitosa. Anche Massimo Fasanelli (Misto) ha annunciato il sì perché mette alcuni paletti e andrebbe nella direzione di migliorare l'Icef che crea distorsioni eclatanti. Per Nerio Giovanazzi, Fugatti ha fatto bene a presentare comunque il ddl perché i problemi ci sono: come l'impossibilità di controllare il patrimonio reale di chi risiede da poco qui e si finisce per destinare risorse a persone che si trovano, nel loro Paese, in una situazione serena. E questo, ovviamente, a scapito dei trentini. La gente è stanca di queste cose, ha detto, come abbiamo visto in Austria e, dopo tanti anni di democrazia, stiamo scivolando verso rischi autoritari. Problemi come quelli dell'Icef, ha concluso,non si affrontano con ddl sull'omofobia o le quote rosa. Giacomo Bezzi (Forza Italia), appoggiando il ddl, ha detto che i Trentino, in un quadro internazionale completamente mutato, si continua col "poltronificio". Ultimo esempio quello di un assessore del comune di Trento che vuole fare anche il presidente dell'Apt. Manuela Bottamedi (Misto), anche lei per il sì al ddl Fugatti, ha detto che tante sono le storie di trentini che hanno un piccolo bene e si trovano fuori dai minimi Icef che permettono di accedere alle agevolazioni. Siamo di fronte a discriminazioni tra chi possiede qualcosa e chi è nullatenente e ciò porta svantaggio i trentini. Rodolfo Borga (Civica Trentina) ha approfittato per dire che il tema dell'omofobia, così come quello del garante dei detenuti, rappresentano le bandiere del Pd che ha abbandonato i temi sociali trasformandosi in una sorta di partito radicale di massa. Una sinistra che non s' interessa più di problemi concreti per occuparsi degli interessi di minoranze sparute. Mentre, nei fatti, si chiude il centro nascite di Tione e, chi si era battuto per l'ospedale, ottenuta una mezza poltrona all'A22, se ne sta in silenzio.

Fare del Trentino la terra dei fiori.

Si è passati poi al ddl di Marino Simoni (PT) approvato all'unanimità con 28 voti, per il rilancio del settore florovivaistico collegandolo al turismo. Simoni ha ricordato l'importanza di questa attività che, prima della crisi, contava in Trentino 160 aziende e 1300 addetti. Il disegno di legge mira a dare risposte ai floricoltori, valorizzare i giardini didattici, incentivare il ruolo, importantissimo, degli enti pubblici in questo settore, attuare un collegamento stretto col turismo. C'è poi un legame col marchio del Trentino per legare la produzione dei fiori al nostro territorio. Come si fa in Alto Adige, ha ricordato Simoni, dove l'immagine di ogni prodotto è accompagnato da un fiore. L'Austria, ha detto ancora, sta puntando tutta la promozione sulla riqualificazione dei centri storici, valorizzando anche il valore del fiore. In Francia il ministro degli interni ha sottoscritto un protocollo con quello dell'agricoltura attraverso il quale lo Stato ha imposto ai comuni di realizzare spazi fioriti per accedere ai fondi perequativi per gli enti locali. Il Trentino deve, quindi, rilanciare la sua immagine anche attraverso il fiore. E lo può fare rafforzando la filiera locale che si sta indebolendo nei confronti della grande distribuzione. La rete dei floricoltori va rafforzata specializzandola e i risultati si faranno sentire anche dal punto di vista dell'occupazione.

Il ddl, ha ricordato Simoni,  era in origine strutturato e poi si è arrivati, per non accrescere il numero di norme, alle modifiche della legge 4 e a quella sull'agriturismo mantenendo però i principi del ddl. Nerio Giovanazzi ha detto che centrale è il ruolo degli addetti e la nascita di un consorzio che porti avanti una nuova cultura. Anche Mario Tonina (Upt) ritiene importante la norma per affrontare le difficoltà di un settore che può diventare strategico nel connubio tra agricoltura, turismo e ambiente. Ma la floricoltura deve diventare una forma culturale, sull'esempio del Sudtirolo e dell'Austria. Un ruolo su questo lo possono giocare anche le Apt e le amministrazioni locali. Graziano Lozzer (Patt) ha sottolineato l'importanza di avere le strade del vino e dei fiori. Ed ha evidenziato che  il lavoro di florovivaista è duro perché deve affrontare la concorrenza di grandi aziende che importano i fiori dall'estero. Massimo Fasanelli (Misto) ha detto di apprezzare il ddl Simoni perché valorizza i nostri prodotti. Anche Rodolfo Borga (Civica Trentina), a favore del ddl, rivolgendosi alla maggioranza ha detto che il centro sinistra avrà bisogno di tanti fiori per infiorare le scelte a sfavore dei cittadini, come il taglio del 90% dei budget dei comuni o la chiusura del punto nascite di Tione. Borga ha ricordato che, mentre cerchiamo di difendere le aziende locali, va avanti il Ttip, il Trattato transatlantico Usa - Europa, che mette lo Stato a livello delle grandi multinazionali. Necessario quindi, anche con questi ddl, alzare lo sguardo e ciò vale soprattutto per i partiti che hanno rappresentanti a livello romano.

Walter Viola (PT) ha criticato l'emendamento di Dallapiccola (poi ritirato) che escludeva la partecipazione finanziaria della Pat e ha ribadito che il taglio per i comuni rappresenta un dato grave. E c'è il rischio che, in assenza della "benzina" finanziaria, questo ddl rimanga semplicemente una buona proposta. Mauro Gilmozzi è intervenuto al posto di Dallapiccola affermando l'adesione della Giunta al ddl e ha detto che l'emendamento, che è stato ritirato, voleva rafforzare, in realtà, il ruolo della Pat.

Nel ddl, ha ricordato infine Simoni, è prevista anche la possibilità di attivare l'iniziativa dei comuni fioriti trentini che si collega direttamente all'accoglienza turistica. Anche Lorenzo Ossana (Patt) ha ricordato l'importanza del ddl per il territorio.

Arriva il collegio dei revisori dei conti per il bilancio Pat.

Si è passati poi al ddl sull'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio approvato con 26 sì e due astensioni della Civica Trentina . Come ha ricordato nella presentazione l'assessore Mauro Gilmozzi il ddl rispetta i principi contenuti dal decreto 118 del Governo. Centrale, ha ricordato Gilmozzi, l'introduzione del collegio dei revisori dei conti, una decisione che ci allinea alle altre regioni e fa del Trentino la prima autonomia speciale a prevedere questo istituto. Nella norma si introducono anche le modalità di nomina dei revisori dei conti. Un articolo sul quale Degasperi ha presentato alcuni emendamenti che sono stati poi concordati con la Giunta. C'è poi, ha concluso l'assessore, una norma che prevede i facilitatori della partecipazione attraverso un unità strategica sulla trasparenza.

Degasperi, nel suo intervento, ha sottolineato il peso del debito della Pat, anche per questo i revisori dei conti sono importantissimi, così come importante il metodo con il quale verranno scelti: cioè per sorteggio. Un grande passo avanti, per Degasperi. Il consigliere di 5 Stelle ha detto sì alla legge anche in base all'accordo con l'assessore che prevede che chi verrà nominato nei revisori dei conti dovrà lasciare altri incarichi pubblici. Incompatibili anche chi ha consulenze con società che abbiano la Pat socia al 20%. L'incarico viene ridotto a tre anni, per evitare un cumulo di otto anni che, secon do il consigliere, può diventare una vera e propria carriera. Borga ha dichiarato il voto di astensione perché il ddl si limita a recepire la normativa nazionale. Il consigliere ha ricordato, ancora una volta, il taglio del budget per i comuni e che si sta avvicinando la data "epocale" della restituzione dei mutui. Una situazione non facile che peserà sui cittadini.