La Prima Commissione ha inizizto l'esame di articoli ed emendamenti
Via all'esame della finanziaria, cancellato grazie al “no” di Borgonovo Re l'articolo 12 sulle Apsp
Riscritto e approvato l'articolo 11 sulla riorganizzazione dell'Azienda sanitaria provinciale
Terminate
le audizioni, la Prima Commissione guidata da Mattia Civico (Pd) ha
iniziato stamane a palazzo Trentini l'esame dei singoli articoli
della manovra finanziaria, partendo dalla legge collegata (ddl 106),
le cui norme sono state illustrate, insieme agli emendamenti della
Giunta, dal presidente Rossi assistito da alcuni dirigenti.
Da
segnalare la cancellazione dell'articolo 12 che introduceva il
controllo della Provincia sulla gestione del patrimonio delle Rsa
grazie al voto di Borgonovo Re (Pd), secondo cui dalla norma emerge
un pregiudizio negativo nei confronti delle Apsp. Poco prima era
stato invece approvato l'articolo 11 sulla riorganizzazione
dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari – che ieri era
stato respinto in Quarta Commissione con il voto di Violetta
Plotegher (Pd) – grazie ad un emendamento condiviso dalla Giunta e
proposto da Civico, Borgonovo Re e dalla stessa Plotegher.
Scadenze
più larghe per facilitare il processo di fusione dei Comuni.
Un
emendamento del presidente Rossi all'articolo 9 e approvato con i due
voti contrari di Borga (Civica) e Fugatti (Lega Nord) e l'astensione
di Viola e Simoni di Progetto Trentino, facilita i processi di
fusione tra i Comuni facendo slittare al 15 gennaio le procedure di
avvio dei referendum. Slitta di anno (fino al 31 dicembre 2016) anche
la definizione degli ambiti ottimali di comunità. Approvato per lo
stesso motivo ma questa volta con il voto favorevole di Borga
(Civica) anche l'articolo 10 per lo slittamento di una scadenza sulla
finanza locale.
Emendato
e approvato l'articolo 11 sulla riorganizzazione dell'Apss.
Un
emendamento approvato con la contrarietà delle minoranze proposto da
Civico (Pd) e sottoscritto anche da Donata Borgonovo Re e Violetta
Plotegher (Pd), riferito all'articolo 11 sulla riorganizzazione
dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari (lo stesso che ieri
era stato respinto dalla Quarta Commissione con il “no” della
stessa Plotegher), corregge d'intesa con la Giunta la norma
riportando dal dirigente generale alla Giunta la responsabilità di
proporre misure per l'efficienza della rete ospedaliera e con la
scelta di “sentire” al riguardo anche la commissione consiliare
competente e le organizzazioni sindacali più rappresentative del
comparto sanità. In sostanza con la modifica introdotta si delega.
Altre tre novità racchiuse nell'emendamento approvato, sono
l'obbligo del nuovo modello dell'Apss – da approvare entro tre mesi
dalla data di entrata in vigore di questa norma “anche in deroga a
quanto previsto in materia da altri 4 articoli” - di puntare alla
“chiarezza nella definizione della struttura organizzativa con
riferimento alla positiva ricaduta sulla catena decisionale e
gerarchica”, alla “presenza di un'apposita struttura di governo
della rete ospedaliera e di raccordo con la sanità collettiva,
territoriale e ospedaliera, a tutela dei percorsi di prevenzione, di
diagnosi, di cura e riabilitazione”, e infine alla “produzione di
risparmi per il servizio sanitario provinciale”.
Fugatti
(Lega), che ha presentato un emendamento abrogativo della norma , poi
respinto, ha evidenziato che a proposito di riorganizzazione dei
servizi sanitari non è ancora chiaro se alcuni punti nascita
“periferici” dovranno o no chiudere. Borga (Civica) ha
preannunciato il voto negativo sia all'articolo che all'emendamento
che non apporta modificazioni sostanziali.
No
all'articolo 12 sul controllo della gestione patrimoniale delle Apsp.
A
proposito dell'acquisizione dei beni immobili delle Rsa oggetto
dell'articolo 13, Borgonovo Re (Pd) ha chiesto “come si concili
l'autonomia delle Apsp con il ruolo di coordinamento e controllo
della Provincia, che non può significare imposizione”. Secondo
Fugatti (Lega) dal combinato disposto degli articoli 12 e 13 riferiti
alle Apsp nella collegata, trapela una sorta di accanimento
sottotraccia nei confronti delle case di riposo pubbliche la cui
amministrazione si vorrebbe accentrare.
Il
presidente Rossi ha ribattuto che “non c'è nessun accanimento
sulle Rsa, ma si vuole semplicemente sottoporre al legittimo
controllo della spesa delle Rsa da parte della Provincia anche gli
aspetti patrimoniali che altrimenti rimarrebbero esclusi, laddove ad
esempio porzioni di immobili fossero destinate a permute e quindi a
servizi estranei a quelli delle Apsp. Ciò non vuol dire che le
operazioni immobiliari finora realizzate non siano state virtuose”.
Borgonovo
Re: c'è un pregiudizio negativo sulle Apsp.
Borgonovo
Re (Pd) ha espresso dubbi circa l'esigenza di anteporre a questa
scelta normativa un'osservazione della realtà delle singole Apsp le
cui capacità patrimoniale e di spesa vanno valorizzate. Da
quest'articolo che prevede un “coordinamento” da parte della
Provincia “emerge un pregiudizio negativo sulle capacità delle
Apsp di gestire bene i loro immobili”. Rossi ha risposto che con
questa norma la Giunta vuole tener conto dell'utilizzo del patrimonio
della singola casa di riposo a fronte dei contributi erogati –
complessivamente si tratta di 130 milioni di euro all'anno – per
l'erogazione dei servizi agli anziani.
Borga
(CT) ha anticipato la volontà di votare contro gli articoli 12 e 13
sulle Apsp da cui si evince una logica di rapporti con questi enti
che ha detto di non condividere assolutamente, “perché rientra in
un'impostazione politica generale che non condivido”.
Civico
(Pd) ha ricordato che d'intesa con assessore, Giunta e maggioranza,
non si procederà affatto ad accentrare le Apsp nel 2016, proprio per
avere il tempo di costruire un percorso di coordinamento adeguato e
rispettoso di queste realtà e dei rapporti di questi servizi con il
territorio”.
Il
presidente Rossi ha aggiunto che “la Giunta vuole ragionare di Apsp
di area più vasta per garantire il legame tra case di riposo e
territori”. Per il presidente “anche se non fosse emersa la
questione dell'accentramento, la Giunta avrebbe dovuto comunque
preoccuparsi di controllare la capacità patrimoniale di questi
enti”. “Queste due norme della collegata sulle Apsp – ha detto
– sono frutto dii valutazioni effettuate in passato”.
“L'obiettivo della Giunta – ha aggiunto Rossi – è di lavorare
ad un coordinamento gestionale delle Apsp che consenta un salto di
qualità del sistema facendo sinergie e ottenere risparmi”. “Per
questo avvieremo un processo di confronto e di approfondimento sia
incontrando gli tutti gli attori interessati, compresa Upipa”. Per
Rossi, “il termine di paragone su questo tema non possono essere
gli articoli dei giornali”.
Borgonovo
Re (Pd) ha confermato che già quando lei era assessora competente la
Provincia ragionava sulla possibilità di dare dimensione
territoriale e di comunità alle Apsp.
Viola
(Progetto Trentino) ha ricordato che l'articolo 5 della legge
provinciale del 2007 è già molto stringente sulla gestione del
patrimonio delle ex Ipab ora Apsp. “Non capisco quindi cosa
aggiungano queste due norme alla legge attuale”. In secondo luogo,
visto che lasciti e risorse aggiuntive esterne a cui già le case di
ripose attingono, il rischio dell'articolo 13 della collegata è di
disciplinare in modo eccessivo la materia e di ridurre così la
capacità di gestione virtuosa del patrimonio.
Rossi
ha replicato evidenziando che il controllo sulla capacità
patrimoniale delle Apsp “non può essere discrezionale”.
L'articolo
12 è stato respinto e quindi cancellato dalla legge collegata con
quattro voti contrari espressi oltre che dalle opposizioni anche da
Borgonovo Re (Pd).
L'articolo
13 è stato invece approvato con i tre voti contrari di Borga, Viola
e Simoni dopo che la Commissione aveva respinto due emendamenti abrogativi di Fugatti.
I
lavori riprendono alle 14.30. Si riparte dall'articolo 14 (le norme
sono 34).