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Sul consumo di antibiotici da parte della popolazione del Trentino, dai dati ricavati dalle ricette spedite dalle farmacie relativi al periodo 2009-2014 emerge che gli utilizzatori sono diminuiti del 7%, le dosi consumate sono calate del 4% e la spesa del Servizio sanitario sono scese del 28% (anche in ragione delle scadenze brevettuali intervenute). Ad fornire queste informazioni è l'assessora alla salute Donata Borgonovo Re nella sua risposta a un'interrogazione presentata il 31 marzo scorso dal consigliere provinciale Filippo Degasperi del Movimento 5 stelle in merito all'uso improprio di antibiotici in Trentino. Sempre rispondendo ad un quesito dell'interrogazione di Degasperi, l'assessora segnala che sempre dalla stessa fonte è possibile risalire al cittadino che ha usufruito della prescrizione (identificando sesso, età e luogo di residenza) ma non alle condizioni cliniche che hanno motivato la prescrizioni stessa perché quest'informazione non è presente nella ricetta.
Ancora, Borgonovo Re evidenzia che "l'uso degli antibiotici sistemici in Trentino è inferiore del 20-25% rispetto alla media nazionale". Questo scostamento – prosegue – è rilevabile per tutte le principali classi di antibiotici utilizzate sul territorio: penicilline orali (-21%), fluorochinoloni (-26%), macrolidi (-17%), cefalosporine orali (-33%). In particolare in Trentino l'utilizzo di cefalosporine iniettabili (classe spesso oggetto di prescrizioni inappropriate) è pressoché trascurabile, inferiore dell'88% rispetto alla media nazionale. Borgonovo Re conclude assicurando che del tema si occuperà l'Apss con apposite azioni inserite nel Piano provinciale per la prevenzione.
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